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Platone nasce circa nel 427 a.C. in una famiglia aristocratica e visse ad Atene
(città democratica, a quel tempo già in processo di decadenza).
[NB. Nella democrazia greca non avevano diritto di voto donne, schiavi e
stranieri.]
Non farà mai politica attiva ad Atene, mentre tenterà di realizzare il suo
tentativo politico a Siracusa (senza avere un buon esito).
Sono due i motivi principali che portano Socrate ad essre nemico della
democrazia:
1- Socrate (suo maestro) fu condannato dalla democrazia ateniese per empietà
(cioè per mancazza di rispetto verso ciò che era ritenuto sacro); Platone non
perdonò come valori quali libertà e giustizia vengano messe ai voti;
2- per un motivo teorico-filosofico, infatti l'idea di democrazia è in netto
contrasto con la dottrina delle idee e con la conseguente supposizione secondo
cui solo i filosofi erano in grado di governare correttamente seguendo la virtù.
DOTTRINA DELLE IDEE
Rappresenta una visione particolare del mondo, in cui la realtà viene divisa in
due mondi distinti:
- Mondo delle idee, chiamato "Iperuranio", costituisce il fondamento della
realtà, in esso risiedono idee perfette ed incorrutibili;
- Mondo terreno, abitato dall'uomo; in esso ci sono solo copie imperfette di
idee perfette, è il mondo della corruzione.
La dottrina delle idee influisce sulla sua visione politica. I governanti devono
ispirarsi alla perfezione, ciò lo può fare chi può entrare in contatto con le
idee, cioè i filosofi.
Per Platone la democrazia dà voce agli ignoranti, essi non dovrebbero avere peso
nelle decisioni politiche.
Platone crea "l'aristocrazia del sepere".
Il problema diventa il come selezionare i filosofi.
Platone ha scritto dialoghi seguendo lo stile del dialogo dialettico
confutatorio, ad eccezzione di un'opera: "Apologia di Socrate".
Nelle opere giovanili riprende soprattutto le idee di Socrate, mentre in quelle
adulte è Platone che parla.
"La Repubblica"
È l'opera politica più importante di Platone.
Inizia con Socrate che torna da una festa al Pireo (porto di Atene) e si reca a
casa di Cefalo, nella quale si sta parlando dell'essenza della giustizia.
Ciascuno dei presenti dà una propria definizione di giustizia. Socrate li
confuta finchè non prende parola il sofista Trasimaco che afferma "la giustizia
è l'utile del più forte", cioè che chi detiene il potere (Stato) determina la
giustizia, che quindi consiste nell'interesse del più forte.
Socrate ribatte che ogni scienza (quindi di fatto anche la politica) deve fare
l'interesse delle persone a cui è rivolta: come il medico deve fare l'interesse
di chi ha bisogno di cure, la politica deve fare l'interesse dei governati.
Platone dà la sua definizione di Stato ideale nel "Fedro". Secondo lui lo Stato
era diviso in tre classi (visione organicistica): filosofi, guerrieri e
produttori.
MITO DELLA BIGA ALATA
L'auriga conduce la biga con due cavalli legati:uno nero ed uno bianco. La biga
vola in cielo verso l'iperuranio. Il cavallo bianco tende verso l'alto, il
cavallo nero tende verso la Terra, cioè la copia del mondo reale.
Questa metafora vuole spiegare che l'animo dell'uomo è diviso in tre facoltà:
- facoltà razionale (auriga)
- facoltà irascibile (cavallo bianco)
- facoltà concupiscibile (cavallo nero)