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IL POLITICO
All’inizio ribadisce la visione di un re filosofo e l’idea che non sia sottoposto alla legge (come
descritto ne “La Repubblica”). Per Platone la politica è la scienza pratica che può essere
paragonata all’arte medica e nautica. Se un medico trova una nuova cura che funziona deve
applicare quella, non le precedenti. Se un marinaio scopre una rotta più efficiente seguirà quella.
Allo stesso modo il filosofo non deve essere sottoposto a leggi in modo da poter applicare il
metodo migliore per raggiungere lo Stato ideale.
Si posso verificare errori di programmazione quando persone senza capacità diventano filosofi o
qualcos’altro per cui non sono portati. Per questo motivo Platone pensa di porre un limite a chi
comanda. Cambia idea, pensa che il governo sia buono se la legge è sovrana, è cattivo se invece
essa non lo è. I governanti devono quindi essere sottoposti alla legge.
LE LEGGI (incompiuto)
Si ha un parziale cambiamento di prospettiva e il recupero del valore della legge.
I protagonisti sono un ateniese, uno spartano e un cretese. Rappresenta le tre costituzioni (norme
che regolano le poleis) le quali regolano tutto il mondo greco. Il cretese è stato incaricato di
fondare una nuova città a Creta. La soluzione politica ideale è quella di una costituzione non
troppo sbilanciata sull’autorità ma neanche sulla libertà. Questa nuova città dovrà contemplare
l’esistenza della famiglia e della proprietà privata. Abbandona l’ipotesi comunista e avviene una
sconfessione del punto di partenza. Con gli anni Platone acquista una visione più realista e
moderata.