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Il sovrano ha la propria manifattura, non dipende da altri (non si importa).

Questo meccanismo ha un’impostazione di fabbrica è un sistema efficientissimo nell’età in cui ci

troviamo.

Sully con l’appoggio del sovrano impianta questa manifattura con un “piccolo quartiere operaio”.

Questo processo ridefinisce quella porzione di città con un invaso pubblico che per il sovrano è

solo uno svago, ma per Sully propone di trasformarlo in un invaso pubblico celebrativo attraverso

una speculazione.

E’ un impianto regolarissimo, quadrato con attorno degli edifici che gli fanno da corona, con due

padiglioni reali che sono leggermente diversi dagli altri.

La piazza è verde e al centro c’è la statua di Luigi XIII (anche se in realtà doveva essere di Enrico

IV ma non ha fatto in tempo a vedere la piazza finita quindi è passata al suo successore).

Il sistema omogeneo è contrassegnato dai padiglioni con i portici, caratteristica di tutte le place

royale, l’arrivo delle vie è stabilito, le vie sono trapassanti.

Non è sufficiente mettere solo la statua per definire la place royale, deve esserci il controllo

dell’accesso.

La piazza che risponde a queste caratteristiche diventa una piazza che ha una popolazione che

appartiene al circuito della corte ed è un luogo in cui il sovrano si celebra, a questo modello

guarda tutta Europa.

Dimensionalmente non è piccolo e nemmeno neutro, perché condiziona cosa gli sta intorno è un

elemento regolatore capace di riassorbire interno a se stesso le irregolarità.

La place royale ridefinisce-riforma, il modello della place royale viene portato dietro per molto

tempo dopo (1689) continua ad essere impiegato per regolarizzare degli spazi.

Funziona talmente tanto bene che a fine 1699 la place vendeme viene attorniata da un edificio

con i tagli smussati —> edificio tipico del 600 la palazzata —> strutture continue.

L’evoluzione della place royale prevede che la place sia attorniata dalla palazzata con una via

passata dal centro, una statua posta al centro.

Contemporaneamente in Spagna il modello è molto diverso —> inizio 500 c’è ancora l’imperatore

Carlo V a governare su un impero universale —> Momento di omogeneità —> non hanno una

capitale ma solo città maggiori —> Carlo V si sposta nelle città dominanti continuamente.

Quando egli muore l’impero viene ripartito e per la Spagna abbiamo Filippo II che dovrà scegliere

dove fissare la corte.

Ha due scelte o a Valladolid (città commerciale) oppure a Salamanca (città importante), nessuna

di queste due città poteva essere capitale secondo lui e quindi la scelta ricade su Madrid.

A Madrid c’è un tessuto medievale, c’è una cortina di mura consolidata , ci sono dei poli

conosciuti sui quali si centra l’interesse del sovrano che rientrano in un ridisegno che parte da un

accurato rilevamento della condizione preesistente e con l’individuazione di un elemento nuovo di

centralità (plaza mayor) dove si afferma la capitale.

Questa piazza gestisce meglio i rapporti viari ma la plaza è solo un tassello di un’architettura più

complessa, come l’alcazar (che è una cittadella) ed altri elementi come il ponte di Segovia,

vengono ricuciti perché sono dei punti di controllo e sede di potere —> assistiamo quindi alla

definizione di un nuovo polo oltre alla ricucita dei poli esistenti.

Passa attraverso dei processi di rimodificazione —> processo di diseganzione, si realizza la

piazza dell’alcazar e definisce le visuali rispetto al polo di presidio e realizza spazi nuovi religiosi

(Filippo II), fa impiantare un monastero reale, che si chiama Real Monastirio, non è un monastero

qualsiasi perché è sotto la protezione reale, si fonda un monastero fatto su terreni dati dal

sovrano, costruito con fondi del sovrano e contiene l’apparato del sovrano ha dei momenti nei

quali si ritira il re con la famiglia dentro ad una porzione del monastero che molto spesso è un

palazzo, sono punti di presenza fisica e simbolica con la componente religiosa —> i sovrani

hanno un’investitura divina e diventano dei paladini della religione cattolica.

Innesta dei processi di polarizzazione nell’intorno del monastero si creano dei poli a servizio di

esso al suo esterno.

Il sovrano fonda il Buen Retiro dove possa ritirarsi, è una residenza esterna che coincide con una

porzione di territorio precisa (lui caccia ecc…) corrisponde anche se fuori dalla città con la città.

In questa residenza extraurbana lui va con la famiglia abitualmente, la presenza di queste

residenze determina secondo i processi di polarizzazione di convergere con il nucleo più antico

(come il Prado) —> costante assoluta nelle città capitali.

La presenza della corte determina sulla città anche delle revisioni interne anche da parte della

municipalità che deve riconfigurarsi.

A Madrid l’arrivo della corte comporta che la municipalità ridefinisca la loro sede e i loro

meccanismi di collegamento, l’arrivo della corte, del sovrano, butta via le vecchie reazioni perché

entrano in collisione, la municipalità si riassesta sulla calle mayor —> progetto di ricostruzione del

carcere affidato a Juan De Herrera, il carcere coincide con uno spazio pubblico, la plaza in mano

della municipalità.

Risposta molto forte della città alla presenza del sovrano.

Questa serie di interventi muta molto l’impianto della città che viene previsto con interventi di

rettificazione delle strade, processi di polarizzazione e riorganizzazione delle aree.

La città si riallinea (ridisegno urbano), in particolare si definisce una sorta di convergenza in uno

spazio nevralgico che è la plaza mayor.

Intorno alla quale gravitano poli che rendono indipendente Madrid al centro lo spazio

monumentale.

Plaza de Arrabal (plaza mayor) —> è uno spazio di natura commerciale, lo sazio non è una place

Royale, ma è uno spazio che si ridefinisce per una forte componente imprenditoriale cittadina,

non è un’operazione del sovrano ma è concordata.

Il modello architettonico ha dei richiami fiamminghi molto forti.

E’ una piazza chiusa, accesso dalle vie controllato ma non ha una statua al centro perché è uno

spazio in cui la città si incontra (in questa piazza si fa di tutto la corrida, inquisizione ecc..).

Quando ci va il sovrano montano dei palchi oppure un parco con delle sedute oppure si fa

un’operazione di requisizione cioè il primo piano di tutti i palazzi può essere requisito per il

sovrano.

La corte spagnola sta al primo piano dei palazzi, sulla piazza possono affacciarsi edifici omogenei

ma anche con qualche diversità come la panderia (componente annonaria sulla tassa del pane) ,

la carniseria sono edifici fiamminghi, disegno che ricompone la disomogeneità delle vie medievali.

L’invenzione della capitale :

Contesto degli stati Sabaudi (contesto locale),

Ci fu uno spezzettamento delle varie corti in principati nelle quali da tempo emergeva una famiglia

del nord ovest la famiglia dei Savoia che era passata da una situazione di conte (comitale) quella

di controllare un’area di valico, le alpi erano conti di moriana, (dall’altra parte del Moncenisio) si

consolida in conti di Savoia e in un controllo forte dell’area di valico del ducato di Aosta.

Alla metà dl 500 promossi duchi di Aosta famiglia a cavallo del plesso alpino —> legale diretto

con l’impero, l’imperatore sigismondo concede la nomina di Duca.

Li porta a gravitare verso gli Asburgo tendono ad essere filo spagnoli nel corso del 500 aveva

perso i territori dell’attuale Piamonte.

I territori del principato di Piamonte vennero persi alla metà del 500.

I territori del Piamonte sono persi e saranno riacquistati dopo la battaglia di S. Quintino (che si

combatte il giorno di San Lorenzo) conclude un accordo di Cateau-Cambresis nel 1559 ottiene la

restituzione dei territori Piemontesi (Emanuele Filiberto) che è una composizione di Stati —> infatti

prende il nome di Stati Sabaudi —> territori di matrice medievale costellati di città forti, ora

devono individuare una città capitale (non è vero che era Chambery), c’erano più città dominanti.

Con la restituzione dei territori gli stati sabaudi fungono da cuscinetto.

A Emanuele Filiberto tocca scegliere una capitale e una regione —> meglio gravitare nella

posizione della pianura padana in favore degli spagnoli (Asburgo), le scelte erano 2 Asti (banchieri)

e Chieri (manifatturiero).

La scelta in termini economici su queste due città.

Ma la sua scelta cade su Torino per ragioni strategiche (militari) —> posizione difesa dai corsi

d’acqua e anche risorsa idrica, dal po , dalla stura e dal sangone —> avere tanta acqua vuol dire

contrastare gli incendi, instaurare manifatture e dissetarsi.

Quando arriva Emanuele Filiberto nel 1563 con la moglie margherita di Valois (esperienza di

assestamento dentro la capitale).

Torino ha una buona posizione ma ha un edificato povero —> epoca romana non ha residenze un

minimo interessanti al di fuori del palazzo del vescovo e un palazzo extraurbano (Leonardo Dirado

sulle sponde del Po) più castello medievale degli Acaja che è il retro del palazzo madama.

Città con glorioso passato romano, si era conservata la porta romana, trasformata nel castellazzo

degli Acaja; il decumano (via Garibaldi) era storto non era bello dritto come lo immaginiamo oggi

perché quella è stata un’operazione di inizio 700, era storto perché le case andavano ad occupare

il sedime (operazione di origine medievale), non aveva un tracciato dritto.

Il cardo passava da piazza palazzo di città ed era sostituito da un tracciato più basso dalle porte

palatine (punto di uscita).

Questi tracciati erano alterati dagli elementi medievali sovrapposti e superati da logiche di

supporto della città.

Verso la porta palatina c’era il quartiere vescovile (c’era la cattedrale) edificio doppio molto

esteso, c’era il quartiere canonicale e il cimitero.

Il comparto superiore era stato riplasmato dall’insediamento del comune.

La città quando entra Emanuele Filiberto ha 3 poli: uno ducale, uno religioso e uno comunale.

Nessuno adeguato all’insediamento di una corte e la cinta muraria poco efficiente, quindi ha una

serie di elementi che devono essere rivisti.

Oltre la porta doranea (adiacente alla Dora) c’è una zona di mulini ed un ponte di attraversamento

verso Milano e verso Roma.

Dall’altra la porta ghibello

Dettagli
A.A. 2019-2020
4 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/21 Urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessandroPlanning di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'urbanistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Devoti Chiara.