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Citiamo anche il Padiglione tedesco all'esposizione di Torino, del 1902. Il linguaggio del primo
Behrens appare diverso, sicuramente più incline alla coerenza e alla necessità dell'architettura in
particolare che ad una unitarietà stilistica. Rimane, tuttavia, la stessa tensione verticalistica propria
della Behrens Haus.
Interessante è anche il progetto per il Crematorio Delstern, ad Hagen. La facciata ricorda molto
quella di San Miniato al Monte di Firenze e la poetica unitaria è influenzata dalla “scuola di Boron”,
secondo la quale vi era la necessità di recuperare l'architettura sacra antica sin dal mondo bizantino.
Nella facciata appare, quasi fosse un rosone gotico, un cerchio iscritto un quadrato e che, a sua
volta, circoscrive un altro quadrato. Tutto questo è un richiamo geometrico-regolatore al rapporto
aureo, secondo il quale il lato minore e il lato maggiore di un quadrato circoscritto ed inscritto ad
uno stessa circonferenza, sono tra loro in rapporto aureo. Non solo funzioni estetiche, dunque, ma
anche logiche e compositive. Il bugnato forte della parte retrostante indica la “pesantezza” della
composizione (era il posto della concreta cremazione, simbolo di morte), mentre la bicromia delle
facciate laterali e del prospetto principale rimandano alla “leggerezza” tipica delle vetrate gotiche.
Crematorio Delstern
Parliamo anche della “Haus Cuno”, sempre ad Hagen. E' una delle tre ville realizzate tra il 1908 e il
1912, in cui è evidente lo spunto semperiano della resa architettonica, basata su un ingresso e un
corpo scala, classicamente messo a nudo da una vetrata aggettante in un magnifico bow-window.
Un'opera che esprime un “classicismo della modernità” dunque, secondo la pretesa che
l'innovazione abbia senso solo se ha anche una funzionalità o uno scopo nel mondo contemporaneo.
“Haus Cuno”
Behrens collaborò come consulente AEG a partire dal 1907. AEG è un produttore di
elettrodomestici di origine tedesca e appartenente al gruppo svedese Electrolux. La denominazione
è l'acronimo di Allgemeine Elektricitäts-Gesellschaft (trad. «Società Generale di Elettricità»).
Vale la pena citare il Padiglione AEG per l'esposizione di cantieristica navale tedesca, opera somma
che richiama ai viaggi dei grandi transatlantici europei (il 1912 e la triste fine del Titanic). Si tratta
di un'opera di monumentalità per l'industria tecnologica, in cui è evidente il modello in pianta
ottagona della cappella palatina ad Aquisgrana e del battistero Fiorentino. La tendenza all'ordine è
manifestata proprio da questa impostazione fortemente allusiva e simbolica (secondo Agostino
Gesù risorse da morte all'alba dell'ottavo giorno).
Parliamo anche delle “ Turbinefabrick”, per AEG, Berlino (1908-1910). Inizia a delinearsi
l'associazione tedesca per le arti applicate “WERBUND”. Impostata su un modello tradizionale a
corporazione medievale, composta da dodici membri, cui fece parte anche Carl Smidth.
Si tratta della sala di produzione delle turbine per l'energia elettrica. Un vero e proprio tempio della
contemporaneità, opera fortemente “antitettonica” per gli elementi che ora andremo a descrivere:
struttura portante a vista nella parete laterale
- la sezione dei “pilastri” laterali aumenta verso l'alto (rifiutando la entasis classica ai 2/3
- dello sviluppo verticale della colonna classica)
le vetrate laterali sono inclinate verso l'interno
- l'angolo è arretrato (la vetrata in facciata è in aggetto, in continuità con il frontone
- sovrastante, simbolo del tempio classico ma anche della forma spezzata del granaio nordico)
Quest'ultima immagine, quella del granaio nordico, è estremamente importante per il folklore
locale: essa rappresenta la speranza dei contadini che abbandonarono il lavoro agreste per tentare
fortuna nelle nuove città industriali. La fabbrica, ancora una volta, diviene quindi simbolo della
contemporaneità. Trattasi, comunque, di un'opera monumentale, in cui l'arte esprime il gruppo
sociale che la rappresenta. E' un'opera che, pur essendo “antitettonica” come abbiamo visto, esprime
la “volontà della forma”, il genio dell'architetto e dell'architettura assoluta (ab+ solutus, sciolta da
ogni vincolo) in generale. Forma e struttura, tuttavia, non viaggiano all'unisono. Oltre ai punti di
antitettonica visti precedentemente, il dubbio potrebbe sorgere quando si scopre che la struttura
staticamente è un arco a tre cerniere. La risposta che ha dato la critica è lineare e semplice: Behrens
utilizzò la componente antitettonica per risolvere esigenze strutturali.
“ Turbinefabrick”
Parliamo dell'Ambasciata tedesca a Pietroburgo, in cui appare visibile nel prospetto il recupero della
poetica di Schinkel. Le colonne della facciata “all'antica” non hanno, tuttavia, alcun ruolo
strutturale, esprimono solo quella volontà di forma poc'anzi definita. Il rigore non si rompe per
descrivere l'ingresso, che è armonioso anch'esso con la ritmizzazione della facciata principale.
“DEUTSCHER WERKBUND”
Nel 1907, ufficialmente, sorse il a Monaco di Baviera.
BEHRENS HERMAN MUTHESIUS
I suoi massimi esponenti furono il già citato e (1861-
1927).
Quest'ultimo riprese i modelli della English Free Architecture nel suo famoso saggio “Das
Englische Haus” (la casa inglese), in cui riprese molti dei prototipi utilizzati dai grandi della detta
corrente artistica. “Das Englische Haus”
Famosi di Muthesius sono i progetti nell'annuale del Werbund, in cui il modello indiscusso appare
Van de Velde per i suoi tetti inclinati e per l'addizione dei volumi tipica della già citata E.F.A. La
sintesi ed il rigore complessivo sono enfatizzati dalla luce, che assume un ruolo dominante nel
riverbero con gli ambienti e con gli arredi interni.