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Estratto del documento

Quindi, nella scuola dell’infanzia l’educazione musicale si

pone come riappropriazione culturale di una realtà vissuta ed

istintiva.

In tale direzione essa è movimento, corporeità,

manipolazione, rappresentazione di ciò che produce

vibrazioni per giungere alla distinzione tra suono e rumore: il

bambino introietta funzioni manipolative come percuotere,

scuotere, soffiare, parlare nelle diverse modalità e ritmi,

sperimentati a diverse velocità e intensità.

In tale modo, si apre un ripensamento sui suoni che diventa

capacità di usare la voce in tutte le sue possibilità, abilità a

manipolare oggetti strumentali sonori, maturazione della

psicomotricità, disposizione a cogliere le diversità dei suoni,

coordinamento della gestualità e de4lle immagini mentali.

2

Anche se mancano strumenti prefabbricati, si può procedere

alla produzione e alla conseguente riflessione sui suoni e

rumori.

Dare al bambino un giornale da strofinare, sventolare,

schiacciare, con velocità ed intensità differenti, significa

possibilità di produrre sonorità diverse; sicché il primo

obiettivo, da attuare anche con materiali poveri, è di condurre

alla scoperta di oggetti che abbiano ciascuno proprietà sonore

in diverse situazioni.

Da ciò può discendere una fase “elaborativa”, come capacità

di interpretazione ed uso cosciente dei suoni.

Allora, nell’educazione al linguaggio musicale valgono due

momenti: quello della conoscenza - che si realizza nello

e la fase dell’elaborazione,

scoprire, variare, ripetere i suoni -

che diventa interpretazione logico-fantastica del suono stesso.

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Queste due fasi, comuni a tutti i linguaggi, sono punto

centrale di ogni ipotesi didattica. Infatti, la conoscenza deriva

sempre da una scoperta; sicché gli strumenti potranno essere

usati dal bambino con spontaneità, ma nello stesso tempo

dovrà esservi l’interesse a cercare il maggior numero di modi

per fare suoni diversi con lo stesso strumento, in forma

ludica.

I suoni vanno poi individuati e classificati, e ciò stimola la

l’attenzione.

memoria musicale e quindi

La sequenza dei suoni, il loro prodursi in ordine temporale,

mostra, accanto alla velocità ed intensità, come essi utilizzati

in un certo modo, in un certo tempo, ritmo, frequenza,

conducano ad espressioni diverse.

4

Verrà riportata qui di seguito un unità didattica e la

realizzazione pratica rivolta a bambini della scuola

dell’infanzia.

UNITA’ DI APPRENDIMENTO:

“A ritmo di musica”

OBIETTIVO FORMATIVO:

Acquisizione della capacità di ascoltare e di esprimersi

aritmicamente attraverso il movimento del corpo.

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OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

Il sé e l’altro

- coordinarsi e cooperare con il gruppo;

rafforzare l’autonomia;

- vivere un’esperienza in collaborazione.

- Corpo, movimento e salute

- saper sincronizzare i propri movimenti con un fenomeno

sonoro esterno;

- riprodurre semplici strutture ritmiche con il corpo;

- muoversi secondo regole prestabilite.

6

Esplorare, conoscere, progettare

- spostarsi nello spazio secondo tempi diversi, scanditi;

- scoprire le proprie capacità di ascolto e movimento.

Fruizione e produzione dei messaggi

- esprimere attraverso una conversazione guidata vissuti

collettivi;

- acquisire abilità di ascolto e comprensione.

Tempi: una giornata scolastica.

Sezione: cinque anni.

Attività: camminare, saltare, correre, giocare con andature

diverse seguendo un ritmo dato.

Mezzi: tamburelli, maracas, piatti, metronomo, e altri oggetti

di recupero. 7

Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher edlin57 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Clarizia Laura.