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La valorizzazione dei termini "fedeltà" e "coerenza" può educare all'illegalità

Si può inconsapevolmente educare all'illegalità attraverso la valorizzazione di alcuni termini, come "fedeltà" e "coerenza", e dei valori a cui essi rimandano. La fedeltà è un valore diffuso anche negli ambienti e nelle culture caratterizzate da forti tratti di illegalità. Nelle organizzazioni mafiose, il non tradire, non parlare, non denunciare (aspetti della fedeltà) sono fonti dell'"omertà" con tutti i tratti negativi ad essa collegati.

La dimensione educativa si mostra articolata e contraddittoria rispetto al tema della fedeltà. L'educazione alla fedeltà nei confronti delle istituzioni e delle norme, deve infatti competere con l'educazione alla fedeltà rispetto al proprio gruppo di appartenenza (che può essere criminale) e all'idea che innescare una discontinuità sia in sé quasi un tradimento.

Il perdono e il...

Possiamo chiederci se il pentimento e il perdono abbiano solo effetti positivi rispetto all'educazione allalegalità oppure se possano anche avere effetti rafforzativi rispetto all'educazione all'illegalità. E' una questione delicata, soprattutto nel momento in cui il perdono e il pentimento escono dall'area privata e diventano una questione pubblica.

Innanzitutto occorre distinguere perdono e pentimento: colui che perdona è colui che è vittima di un certo atto; colui che si pente è invece colui che ha commesso l'atto in questione.

Restando nell'ambito della vita privata di ciascuno, è chiaro che nulla e nessuno può impedire a qualcuno di perdonare o di pentirsi.

Il problema educativo rispetto al perdono e al pentimento si pone nel rapporto tra sfera pubblica e sfera privata. Tale problema sorge in considerazione: nell'uso pubblico del privato, cioè nella dilagante pornografia.

dei sentimenti, buoni o cattivi che siano; ○ nella imposizione del perdono o del pentimento privato nella sfera pubblica come proposta di ○ orientamento generale. Sebbene in un’epoca dominata dai mezzi di comunicazione di massa, la distinzione tra sfera pubblica e privata non sia semplice, è necessario agire come se tale distinzione fosse possibile, ed evitare che nel pubblico trovino posto il pentimento e il perdono, perché inerenti a una sfera assolutamente privata. Nella dimensione pubblica devono collocarsi la rieducazione nei confronti di coloro che hanno commesso certi atti e il sostegno alla comprensione e alla rielaborazione per coloro che li hanno subiti. Le ‘droghe’ Le sostanze definibili come droghe, a seconda della loro natura, dell’osservatore, del clima politico, delle valutazioni scientifiche sui loro effetti tendono ad essere ‘quasi legali’ o ‘quasi illegali’, ma completamente da una parte odall'altra. Nella pratica si verifica che il consumo di alcune sostanze, ad esempio dei derivati della canapa, è molto diffuso e legittimato in molti ambienti, anche distanti dall'illegalità, anche se si tratta di sostanze vendute illegalmente da organizzazioni criminali. Si viene così a creare una distanza tra il clima di legittimità che riguarda il consumo di molte droghe e l'illegalità della produzione e dello smercio. Ciò comporta un apprendimento rispetto alla capacità dell'illegalità di rispondere a un bisogno non ritenuto particolarmente trasgressivo o deviante rispetto alle norme di costume. L'esaurimento delle culture per analizzare l'illegalità Un altro elemento rafforzativo dell'educazione all'illegalità è costituito dalla scomparsa o dal ridimensionamento di alcune culture importanti per l'analisi della questione legalità/illegalità.L'omologazione

L'omologazione può essere intesa come tentativo di inserirsi in un 'ceto sociale' ritenuto portatore di pratiche e valori positivi e considerato come modello di riferimento da ampi settori della popolazione. Essa può diventare elemento che rafforza l'educazione alla illegalità quando l'illegalità si configura come strada per entrare a far parte di una normalità considerata appagante.

Illegalità e violenza

Illegalità e violenza sono legate tra loro, ma non è possibile stabilire un rigida equivalenza tra esse: non tutte le illegalità sono violente mentre, in uno Stato di diritto (= lo Stato è l'unica fonte di norme giuridiche),

tutte le forme di violenza dovrebbero rientrare nel novero delle illegalità, tranne quelle che rientrano nella violenza legalmente esercitata dallo Stato nell'esercizio delle sue funzioni e quelle comprese nella legittima difesa. La violenza è comunque l'espressione pratica più evidente di alcune forme di illegalità. La violenza che maggiormente interessa per gli effetti educativi è quella che si presenta all'interno dei contesti di vita quotidiana delle persone. Il fascino dell'illegalità La vittima e il carnefice Mentre la definizione di vittima è aspecifica, nel senso che si può essere vittime di atti umani, ma anche di catastrofi naturali o del destino, quella di carnefice è più restrittiva e legata a episodi violenti. La vittima e il carnefice sono legati da un rapporto asimmetrico non sempre privo di complicità. Inoltre non è detto che il rapporto tra vittima e carnefice sicollochi nell'area dell'illegalità. La definizione chiara delle posizioni di vittima e carnefice, che spetterebbe al processo giudiziario spesso lento e macchinoso, sarebbe particolarmente importante dal punto di vista educativo perché contribuirebbe a definire alcune regole di comportamento per chi si trovasse in futuro nel ruolo della vittima. La sequenza lineare che viene offerta all'apprendimento sociale diffuso è: la vittima subisce l'atto del carnefice, si rivolge alla legge, attende il giudizio che la ripaghi del torto o della violenza subita, gode della simpatia dell'opinione pubblica, il carnefice viene individuato e sanzionato per ciò che ha commesso. Resta però il fatto che tale linearità non sempre costituisce la regola. Il fascino del carnefice Le vite "per male" sono spesso più interessanti di quelle "per bene" e, di conseguenza, il carnefice può risultare piùinteressante e affascinante della vittima. In generale, possiamo osservare che la criminalità produce un qualcosa di cui si ha bisogno a livello sia sociale che personale. Karl Marx, nell'opera "Elogio del crimine", ricordava che "il delinquente rende un 'servizio' al moto dei sentimenti morali ed estetici del pubblico". Il delinquente permette, in particolare, il manifestarsi della sindrome dell''io ti salverò', offrendo la possibilità di calarsi nei meandri bui dell'animo umano e la possibilità di fare del bene nei confronti di soggetti che presentano una vita interessante tenendosene però ben distanti. L'immaginario sui criminali e sulla criminalità si costruisce soprattutto attraverso le cronache giornalistiche e televisive e i social network. Sono considerate, ad esempio, affascinanti le storie 'per male' (si pensi al personaggio di Hannibal Lecter de "Il silenzio degli innocenti")

Il testo fornito parla del concetto di legalità e illegalità e dell'importanza dell'educazione alla legalità. Si sottolinea che esistono storie affascinanti di legalità che possono contrastare con successo quelle di illegalità diffuse. Il capitolo 5 si concentra sull'educazione alla legalità oggi e sottolinea la complessità della questione, considerando anche la presenza diffusa dell'educazione alla illegalità.

piani tipici del lavoro educativo: promozione, prevenzione e riabilitazione.

La promozione della legalità è l'attività che tende a fornire una competenza complessiva etrasversale in grado di mettere individui, collettività, gruppi in condizione di affrontare la vita, anche quella che si svolge in contesti territoriali ed esistenziali dominati dall'illegalità.

La prevenzione è l'insieme delle attività rivolte a coloro che si trovano in contesti di 'normalità' per fare in modo che essi affrontino adeguatamente le diverse situazioni. La prevenzione dell'illegalità si rende necessaria dove è fallita l'educazione all'ordinaria legalità.

L'attività di prevenzione si svolge attraverso procedure diverse che non sono mai nettamente separabili tra loro:

Educazione per esortazione - Implica l'esistenza di valori condivisi da chi educa e da chi è educato,

che devono essere fatti emergere, attraverso particolari didattiche o mediante testimonial (esempio campioni dello sport), che abbiano ascendente positivo e/o capacità di mobilitare i destinatari del loro messaggio. Nell'ambito dell'educazione per esortazione si trovano anche esperienze non formali (esempio celebrazioni solenni di qualche ricorrenza) in cui si esortano i cittadini a non arrendersi all'illegalità e ad apprezzare il gesto eroico di chi si è sacrificato per il trionfo della legalità. Educazione per conoscenza – Si basa sulla convinzione che le pratiche illegali derivino dall'ignoranza delle norme, della loro importanza per la convivenza sociale e di quanti siano gli effetti benefici legati al rispetto delle norme stesse. L'azione educativa deve tendere a ridurre tale deficit di conoscenza usando le didattiche ritenute più adeguate al contesto di apprendimento (dall'aula scolastica al programma).

televisivo).Educazione per sperimentazione – E’ utile che la legalità venga sperimentata, mediante iniziative●18 nelle quali essa può essere

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
26 pagine
16 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher assuntarappi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Tramma Sergio.