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IL LAVORO EDUCATIVO
Introduzione
Per insegnare con successo è necessario buon rapporto con allievi constatazione che attraversa tutta la
letteratura pedagogica. Buon rapporto: rapporto che permetta insegnamento-apprendimento efficace,
modalità e strumenti utili a permettere all’insegnante di spingere gli allievi allo studiare con profitto:
opinioni ancora controverse.
Modello “tradizionale” o “ formale” per un periodo della storia, il modello di educazione si è basato
sull’idea che perché i bambini apprendano è necessario che l’educatore eserciti autorità e si imponga,
imponga regole ha contrassegnato relazioni insegnanti-allievi fin dalle prime scuole, è ancora usato in
alcune situazioni scolastiche. Insegnante spiega, interroga, mantiene la disciplina allievi ascoltano,
prendono appunti e rispondono solo se interrogati alla base idea che educatore: adulto con esperienza
della vita/educando = giovane che alla vita deve essere avviato in quanto i bambini non sanno quali siano gli
apprendimenti necessari devono essere guidati da docente con solide competenze perchè sa di cosa hanno
bisogno per crescere e quali le modalità più corrette x trasmettere conoscenze. Alunno – educando
immagine stereotipata, per cui la trasmissione di conoscenze avviene in modo standardizzato, in ogni
circostanza non subisce variazioni.
VS ultimi anni l’idea che per aiutare gli studenti ad apprendere è necessario adattare ad ogni singolo le
proposte didattiche e la metodologia non esiste 1 es° codificato di buon rapporto che valga per tutti e in tutte
le circostanze perché ogni bambino è diverso dall’altro dev’essere ascoltato e conosciuto. Gli allievi si
differenziano per:
- tipo di intelligenza
- modalità di apprendimento
- personalità
- comportamento
- apprezzamento della scuola.
L’insegnante si trova a gestire classi composte da individui unici che hanno affinità ma anche diversità fra
loro. Maestro perciò dev’essere flessibile per prevedere interventi mirati. Anche l’autorità va graduata a
seconda dell’allievo deve curare la modalità di relazione con i singoli perchè è il rapporto insegnante-
alunno a determinare successo o insuccesso del processo di apprendimento
Anni fa parte delle riflessioni sulla professione educativa incentrate sulla progettazione di percorsi per
l’acquisizione di contenuti si cerca di insegnare ai maestri come operare nella relazione educativa in
oggi
quanto è l’elemento importante delle modalità di insegnamento/apprendimento.
Da studi la riuscita dell’insegnante: è legata alla capacità di mettersi in relazione, le conoscenze, competenze
e personalità
Vi è quindi la possibilità di fornire agli insegnanti dei consigli generali, linee guida un insegnante di
successo riuscirà a interpretarle in modo personale ciò ha fatto nascere il sospetto che il buon insegnante
sia tale perché ha delle capacità relazionali innate o acquisite, si sostiene che sia difficile insegnare in modo
corretto a livello relazionale se non si hanno delle capacità di base oggi vi è la testimonianza di
pubblicazioni sull’argomento e ogni testo di didattica, anche quello rivolto più alla trasmissione dei
contenuti, si pone il problema di come trasmetterli e quale modalità sia più efficace.
Poiché è l’insegnante che determina il clima di classe, che adotta uno stile, che sceglie contenuti e i tempi, è
in posizione dominante, ha potere perciò si tende a considerare il suo operato l’unica causa di successi o
insuccessi, amore e odio per lo studio 1
Emozioni e relazioni educative
Elementi che rendono fruttuoso il lavoro di classe:
- Caratteristiche relazione educativa
- Stile di insegnamento
- Clima di classe
- Capacità insegnante lavorare con/sulle emozioni
Stare bene in classe, essere a proprio agio, buoni rapporti aiuta a studiare e apprendere. Maestri e allievi si
influenzano vicendevolmente è vero che insegnante è figura cardine del lavoro educativo, è anche vero che
x avere successo deve adattare obiettivi e metodi alle necessità della classe
Relazione di classe
Relazione educativo-didattica: 2 persone, un allievo (apprende) e un insegnante (insegna). Situazioni in cui si
può configurare un rapporto educativo sono molte e diverse, infatti insegnamento-apprendimento può
avvenire sia in istituzioni predisposte a questo (scuola-famiglia) o in ambienti informali. A seconda delle
situazioni i ruoli possono invertirsi nella scuola, come in tutte le istituzioni educative, i ruoli più stabili.
Nella relazione vi è disparità fra i ruoli: chi sa e ha il sapere (posizione privilegiata), chi deve apprendere
posizione svantaggiata in quanto dipende dal docente. Relazione è elemento fondamentale del processo di
apprendimento: quando la relazione è buona gli allievi amano e trovano semplice la materia, al contrario se
la relazione è complicata tendono ad odiare e avere difficoltà. Spesso le scelte successive se proseguire gli
studi o meno dipendono dalla relazione e se l’insegnante oltre ad essere tale è stato anche “ persona”,
guadagnandosi stima e affetto degli studenti. Insegnante = persona da studi un rapporto stretto/intimo
insegnante-alunno fa sì che gli studenti in difficoltà stiano in pari, alza il liv. di rendimento di tutti perchè
allievi si sentono sostenuti nel loro cammino da una fig. responsabile e competente. In scuole dell’infanzia e
1° classi scuola primaria insegnante assume ruolo particolare comportamento basato su regole da far
apprendere e cura genitoriale aiutando i bambini nelle varie e diverse attività quotidiane = ruolo sia formale
che informale. Ciò rende il ruolo molto complesso complicando la relazione a volte per evitare
fraintendimenti insegnante assume staticamente solo uno dei due ruoli
Aspettative in questo caso: figura insegnante comprensiva, capace di avvicinare allievi ad apprendimenti più
formalizzati mentre generalmente, nei gradi successi, aspettativa è aiutare allievi ad apprendere contenuti,
stimolandoli intellettualmente l’insegnante deve interessarsi alla vita extrascolastica degli allievi cosi da
poterli capire meglio, se le qualità del rendimento scolastico dipendono da quelle della sua vita fuori dalla
scuola: occorre osservarlo con attenzione e senza pregiudizi o prevenzioni: troppo interessamento
considerato da alunno e famiglie come immischiamento nella vita privata insegnante mai insistente per
ottenere informazioni
Maestro e allievi: immagini di ruolo
Prima di instaurare la relazione ciascuno ha l‘idea di come dovrebbe essere un buon insegnante/allievo
uno leggerà le mosse dell’altro sulla base delle loro prevenzioni molti elementi che influenzano la
relazione (es° età insegnante, sesso, nel pensiero comune anche stato civile può influenzare). In realtà non è
cosi: età, sesso non fanno un insegnante bravo o meno, anzi studi dimostrano il contrario perchè capacità
legate alla singola persona e sue caratteristiche oltre che alla preparazione professionale.
Allo stesso modo anche i maestri hanno idee preconcette su come deve essere un buon alunno. Rientrare
allievi in due categorie, bravi o meno bravi, messe a punto inconsapevolmente in anni di professione. Ogni
insegnante ha preferenze che alunni notano. Tutto ciò incide sulla relazione e più grave sull’immagine che
ogni alunno ha di sé quindi anche sull’apprendimento
Ricerca di Rosenthal/ Jacobson “Pigmalione in classe” (1968): dimostra che alunni tendono a soddisfare
aspettative, positive o negative, dell’insegnante anche se non dichiarate esplicitamente. Esse indicano ciò
che l’insegnante pensa di loro o si aspetta. 2
A volte non ammettono nemmeno a se stessi di avere preferenze perché non coincide con l’idea di insegnante
giusto Idea condivisa anche da alunni e genitori: un buon insegnante non deve fare differenze.
Manifestazione di preferenze incompatibile con richieste fatte oggi agli insegnanti porre al centro bambini
singoli ed individualizzare lavoro educativo per poter aiutare tutti ad apprendere (Gardner). Impossibile
eliminare sentimenti di simpatia o antipatia verso allievi perchè modo normale con cui l’uomo si accosta agli
altri: ma l’insegnante sa che deve trattare tutti in modo distaccato e professionale. Possibile via d’uscita:
osservare l’alunno a tutto tondo sia aspetti positivi che negativi rendendosi conto che nessuno è perfetto.
Osservare = osservazione non valutativa, sospendere valutazione sulla persona, giudizi legati ai
comportamenti, cercando anche di osservare se stesso riconoscendo differenti modi di essere e differenti
necessità. Solo cosi insegnante in grado di capire a fondo alunno e creare interventi mirati e individualizzati
di apprendimento
Relazione educativa e motivazione ad apprendere
Fine dell’attività educativa provocare cambiamento/apprendimento nell’allievo che avverrà solo se esso
accetterà ciò che gli è stato proposto dall’insegnante. Relazione. insegnate- allievo è motore
dell’apprendimento. Motivazione = risultato di una situazione di cui fanno parte insegnanti, compagni,
genitori e studente. Come insegnante si pone e propone la materia importante per la crescita/decrescita della
motivazione. Non motivanti lezioni sempre uguali, spiegazioni monotone, esercizi sempre uguali VS
motivanti le lezioni che usano modalità comunicative e metodi diversi, danno spazio ali interessi dei bimbi,
propongono attività diversificate.
L’apprendimento può essere portato avanti solo dall’allievo con la sua volontà: grande importanza agli studi
psicopedagogici alla motivazione all’apprendimento. Motivazione è connaturata alla natura umana ma po’
essere deviata da modelli relazionali sbagliati: fondamentale una buona relazione per mantenere o far nascere
la motivazione ad apprendere
Apprende è motivante in sé: diventare capaci a fare qualcosa o conoscere qualcosa di nuovo è gratificante
per la persona.
A volte l’insegnante ha alunni che rifiutano ogni contatto, nessun interesse per la scuola, irrequieti e
disturbano il lavoro di classe l’insegnante inizia a dubitare della propria motivazione e capacità
meccanismo di reciproco deprezzamento un lavoro dell’insegnante s