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LA SITUAZIONE AGGREGATIVA E RELAZIONALE
La situazione aggregativa e relazionale indica quanti contesti favoriscono sul territorio l'aggregazione e la relazione degli abitanti. La mappa aggregativa e relazionale si rivela tra quelle fondamentali per la conoscenza del territorio tuttavia è molto difficile realizzarla perché le relazioni sono mutevoli e si differenzino in tempi molto più rapidi di quanto noi possiamo comprendere, ma questa operazione è tanto complessa quanto essenziale. È importante sia perché è una esperienza formativa e poi perché le azioni educative territoriali hanno proprio come punto di riferimento la collettività rispetto al singolo. È opportuno che la mappa delle aggregazioni sia la più dettagliata e complessiva possibile e, come e più delle altre, venga continuamente aggiornata e modificata. L'articolazione della mappa comporta l'individuazione e la
“catalogazione” delle aggregazioni in rapporto all’intreccio di alcune loro caratteristiche. Innanzitutto, all’essere formali o informali cioè al loro porsi intenzionalmente, esplicitamente (nel primo caso) oppure porsi come insieme di persone con ridotta o nulla formalizzazione (secondo caso). Inoltre, le aggregazioni dovranno essere individuate in rapporto alla prospettiva temporale, cioè all’essere permanenti, temporanee, occasionali. Segue la presenza passata o presente di intenzionalità istituzionale nel processo di strutturazione.
I SERVIZI
La mappa dei servizi alla persona è quella in cui sono collocabili i principali interlocutori e i possibili partner del lavoro educativo territoriale. Un servizio è “un’unità organizzativa attivata per l’esercizio di una o più funzioni aventi carattere di continuità”. Le caratteristiche di un servizio sono:
- Una sede fisica;
- Un
bacino d'utenza o ambito territoriale di riferimento;
- Una serie di attività e prestazioni;
- Una utenza reale o potenziale;
- Un personale dedicato.
Servizi dell'area della formazione. All'interno di questa categoria troviamo i servizi formali, cioè le scuole di ogni ordine e grado. Di esse è importante conoscere i bacini d'utenza, l'utilizzo effettivo (abbandoni, rientri), l'utilizzo degli spazi e delle attrezzature per scopi diversi da quelli istituzionali ecc. Le attività formative formali non sono però riconducibili, e nel futuro lo saranno sempre meno, a servizi caratterizzati da stabilità e continuità. Le attività formative non formali dovrebbero essere considerate per le sue capacità di aggregazione, potenziale o di fatto (corsi per la conoscenza di sé e dell'altro).
Servizi d'area sanitaria. Diviene importante individuare rivelare l'articolazione
zonale dei servizi, cioè i luoghi di effettivo contatto della sanità con i cittadini come per esempio ospedali, poliambulatori, ecc.. in particolare, in funzione dello sviluppo di interventi educativi territoriali, è necessario censire le associazioni costituitesi attorno alle molteplici pratiche sociali della salute e della malattia: associazioni di volontariato, di malati o di familiari, associazioni che forniscono prestazioni anche non strettamente sanitarie (aiuto, consulenza, formazione). È importante conoscere le attività di prevenzione, le campagne della cosiddetta educazione sanitaria e tutto ciò che è collegato a salute e malattia.
Servizi d'area assistenziale e socio-educativa. Anche i servizi assistenziali sono in costante evoluzione, in relazione all'affacciarsi di soggetti portatori di nuovi bisogni. I servizi assistenziali e sociali sono un complesso organico e sistemico di attività, interventi e strutture.
finalità, orienta l'azione dei servizi assistenziali e soci-educativi: il benessere psico-fisico, la crescita sociale e relazionale del singolo e della collettività. Per raggiungere tali obiettivi, i servizi si suddividono in tre categorie principali: 1. Servizi preventivi: mirano a intervenire sia sul soggetto che sul suo ambiente di vita al fine di rimuovere i fattori di rischio o ridurne l'incidenza prima che si manifestino problemi specifici. Questi interventi sono volti a prevenire il disagio e promuovere il benessere. 2. Servizi curativi o riparativi: si rivolgono a individui che si trovano in una condizione di disagio attuale, con l'obiettivo di attenuarlo o eliminarlo. Questi interventi sono finalizzati a risolvere i problemi esistenti e a favorire il recupero della persona. 3. Servizi riabilitativi: mirano a riportare il soggetto a una condizione di benessere, sia dal punto di vista sociale che individuale, o almeno accettabile. Questi interventi sono volti a favorire il reinserimento sociale e il recupero delle capacità compromesse. È importante sottolineare la centralità del destinatario come soggetto unitario e complesso. Da questa centralità si possono ricostruire i processi che generano il malessere e individuare le strategie e gli itinerari operativi più adatti. In conclusione, il benessere psico-fisico, la crescita sociale e relazionale sono gli obiettivi principali dei servizi assistenziali e soci-educativi. Questi servizi si articolano in interventi preventivi, curativi e riabilitativi, con l'obiettivo di promuovere il benessere individuale e collettivo.determina la “presa in carico” da parte dei servizi.
Cogliere la mutevolezza e complessità del disagio potenziale o reale, i limiti e la funzionalità della prevalenza dell’intervento nei confronti della persona e/o del disagio che la caratterizza.
Servizi d’area culturale. L’area culturale è rappresenta il comparto che vede il minor numero di luoghi/attività considerabili servizi nel senso tradizionale del termine. Non sempre sono attraenti e fruibili tali servizi. I servizi culturali, se intesi come luoghi per trascorrere e impegnare il tempo libero dagli obblighi familiari, professionali, scolastici, subiscono la concorrenza di altri luoghi e attività atti allo scopo es. la TV. I servizi culturali di un territorio sono:
- Le biblioteche;
- I musei;
- I luoghi ad alto contenuto artistico e culturale;
- I cinematografi;
- I teatri;
- I centri culturali;
- Librerie;
- Cartolibrerie;
Cap.4 La progettazione educativa territoriale
4.1 Il progetto partecipato d'intervento
L'area della progettazione non
Riguarda esclusivamente o principalmente l'area degli interventi educativi scolastici o extrascolastici: il "lavoro per progetti" è ricercato e applicato nella produzione di qualsiasi bene o servizio. Progettare, letteralmente, significa "gettare avanti", cioè andare oltre l'esistente, guardare al futuro. Il vocabolario ci dice che progettare vuol dire immaginare, ideare qualcosa e proporre il modo di attuarla. Progettare non è programmare in quanto la progettazione è più ampio rispetto alla programmazione e la programmazione è invece quell'elemento pratico che fa parte della progettazione. Per progettare occorre pensare e per pensare occorre tempo (viene poco usato perché non si ha tempo, invece è importante per non lasciare tutto alla casualità). Progettare: pensare ad azioni destinate a trasformare volutamente una situazione esistente in una futura, esplicitare una intenzionalità.
cosciente e organizzata verso cambiamenti auspicati, orientare verso un fine desiderato un insieme di mezzi e procedimenti, porsi degli obiettivi e operare per raggiungerli o, quanto meno, per avvicinarsi il più possibile ad essi. Così come per procedere alla conoscenza operativa di un particolare territorio concreto, originale e irreplicabile, è necessario possedere delle coordinate teoriche in grado di orientare il lavoro di ricerca, anche per la progettazione (educativa, ma non solo) è necessario dotarsi di uno schema di riferimento concettuale che consenta di agire in un tempo/luogo progettuale, originale e irreplicabile. Il tema della ricerca diventa centrale, sia come progetto di conoscenza generale e particolare, sia come ambito di partecipazione, espressione e crescita dei soggetti. Il tema del coinvolgimento dei destinatari, delle posizioni dei soggetti coinvolti e del rapporto tra osservazione e trasformazione, è inquadrabile anche in termini
più complessivi, cioè di approcci che possono caratterizzare gli interventi educativi.
Trasformare: intervento educativo non statico, ma trasformare in positivo la persona.
Orientare: avere un fine a cui puntare e porre dentro di esso mezzi e strumenti per raggiungerlo (fine inteso come obiettivo al quale ci rivolgiamo per condurre la persona al raggiungimento di quell'obiettivo. Obiettivo che può avere significati differenti in base a come viene formulato).
Il quadro fornito da Demetrio prevede: l'approccio lineare (la pedagogia per obiettivi), l'approccio concertativo (la pedagogia per progetti) e l'approccio euristico (la pedagogia mediante ricerca).
La pedagogia per obiettivi si serve di "procedure atte a risolvere problemi educativi nel corso del tempo". In questo approccio l'obiettivo è un "risultato atteso concernente aree di capacità e prestazioni che un soggetto, un gruppo, una comunità deve
raggiungere entro un tempo prefissato, in seguito all'esposizione a determinati stimoli o in relazione all'adozione di particolari mezzi". E' un approccio che trova nella scuola e nella formazione professionale la sua massima applicazione,