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MODELLO
Il controllo non è un’opzione, ma un obbligo. La questione del controllo
è un cerchio in continua rotazione, xchè non è un’operazione isolabile e
descrivibile, è una funzione che interviene in tutte le procedure e
strategie risolutive, che agisce in continuità in tutte le fasi
dell’indagine e se viene meno danneggia irreparabilmente la ricerca
stessa.
È un funzione sempre presente nell’agire umano, non ha caratteri molto
diversi se presiede operazioni intellettuali o materiali, sia uomo comune
che scienziato, cambia solo il liv d’intenzionalità, appropriatezza,
coordinazione logica.
Controllo concettuale = priorità assoluta; il controllo non è
riservato al laboratorio, ma anche nel pensare quotidiano si
controllano procedure e strategie. “La migliore pratica è la teoria”
(Einstein)
Controllo operativo = definire le condizioni e caratteristiche del
fenomeno (tradurre in variabili il fenomeno in esame, supporre
relazioni tra variabili isolate e configurarle in schemi, stabilire
criteri di analisi della varianze ottenute,
classificare/organizzare/interpretare i dati raccolti con ipotesi e
scopo.
Misurare non significa contare, ma operare un confronto e rapporto tra
grandezze omogenee. Se gli strumenti di controllo fossero solo statistici
resterebbero fuori tutte le procedure e strategie con non usano
quantificazioni definite.
Nelle scienze dell’uomo, occorre inventare strategie capaci d’intervenire
sulla costruzione di nuove conoscenze con regolazioni continue e
aggiustamenti progressivi. Il controllo appartiene alla deontologia dello
scienziato.
Letteratura. Considerazioni dei primi studi che hanno contribuito a
trasformare la pedagogia in scienza.
Alfred Binet: test intelligenza (scale metriche x la misurazione della
fatica intellettuale). 6
Nel 1894 “introduzione alla psicologia sperimentale”. Uno degli aspetti
critici della sua interpretazione di scienza è la scelta dei metodi e
mezzi dell’indagine (da essi dipendono i risultati dell’indagine).
Compete allo studioso la scelta di procedimenti/mezzi (deve essere
appropriata al problema da affrontare e scopo dell’indagine).
Questione della competenza delle scelte e sagacia del ricercatore: è al
ricercatore che compete di scegliere tra procedimenti e mezzi
disponibili, x ui il metodo non è definibile a priori.
“pensiamo non sia giusto stabilire una gerarchia tra i diversi
Binet:
metodi (…). Vi sono problemi che, x loro stessa natura, richiedono un
procedimento di studio piuttosto che un altro (…). È alla sagacia
dell’osservatore che compete di scegliere, tra i mezzi che dispone,
quello che gli sembra + appropriato allo scopo”.
Con Binet la pedagogia si è svincolata dalla filosofia; riconosce
l’insufficienza della psicologia di fronte ai grandi problemi della vita
e anima, ammette l’esistenza di grandi problemi umani che vanno aldilà
della competenza di una singola scienza e ne delega la soluzione ad
ambiti + competenti. Ha contribuito al nascere della pedagogia come
scienza + di quanto non gli abbiano riconosciuto quegli storici attenti
solo agli aspetti tecnici della sua opera.
Il controllo secondo Binet
Critica di Binet alle indagini di laboratorio estremamente parcellizzate
delle condotte psichiche (sogg considerati come un composto di elementi
diversi) + non ama servirsi di apparecchiature fisiche x rilevare dati,
non considera il calcolo statistico come elemento principe dell’indagine
sperimentale. Dà un quadro critico di procedimenti e attrezzi in uso nei
laboratori di psicologia dell’epoca:
- l’osservazione sfugge a qualsiasi regolamentazione precisa xchè è
eseguita senza alcun apparecchio
- il laboratorio non è un luogo in cui si fa solo sperimentazione con
strumenti perfezionati su stati di coscienza, deve essere un centro
di lavoro regolarmente organizzato
l’esposizione dettagliata dei procedimenti in uso nei laboratori di
psicologia x lo studio delle condotte è un’occasione x esprimere giudizi
(l’opera diventa così uno studio critico sui metodi). Tra le questioni di
metodo che affiorano + insistentemente c’è il controllo:
“i problemi attinenti al lavoro scolastico non possono + essere
affrontati con procedimenti empirici e dichiarazioni arbitrarie o
scambio di opinioni (…) x risolverli bisogna usare il solo metodo che
può fornire una soluzione valida, quello sperimentale”.
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Necessità di risalire alla sua interpretazione di psicologia
sperimentale, nasce da un’ottica prospettica funzionale e tiene conto in
modo forte delle circostanze particolari in cui l’indagine è svolta.
La scelta di procedimenti e strumenti è determinata dalla situaizone in
cui avviene l’osservazione e scopo dell’indagine. Il controllo nei
laboratori sperimentali si otteneva con apparecchiature fisiche
(registratori di movimenti, cronometri…). Binet è attento ai rischi che
possono derivare da un automa; la semplicità ottenuta in laboratorio può
essere fittizia:
“in questi ultimi anni ci si è preoccupati di perfezionare i diversi
apparecchi che servono a misurare le sensazioni. Lo sperimentatore si è
trovato costretto a riservare la > parte della sua attenzione agli
apparecchi; ne è risultato che si è guardato meno al sogg in esperienza,
lo si è meno osservato. Non si chiede al sogg alcun esame di coscienza e
gli si impedisce di rivolgere un’attenzione sostenuta sui fenomeni int
che si possono produrre in lui. Lo si riduce ad un ruolo di automa. Si
mira alla semplicità, ma è fittizia, artificiale, prodotta mediante la
soppressione di tutte le complicazioni scomode. Eliminando tutte le
differenze individuali si arriva ad una semplicità non vera”.
Dimostra che attribuiva all’operazione di controllo una funzione nodale x
il buon esito dell’indagine.
Giudica essenziale x il passaggio da empiria a scienza l’uso di regole.
Le stesse osservazioni occasionali (tipiche della conoscenza quotidiana)
possono diventare scientifiche se raccolte e sistemate secondo le regole
del controllo.
“Tutta la psicologia è impregnata di osservazioni, molte tratte da
conoscenza empirica e popolare, tanto che alcune parti della psicologia
non sono altro che l’espressione di conoscenze correnti. I metodi di
osservazione, che hanno già dato molto, daranno ancor + se usati secondo
certe regole”.
È la linea di demarcazione tra metodo empirico e scientifico (il
rispetto delle regole del controllo ).
S’interroga anche sulla frequenza dei dati (l’eventuale ripetersi del
fenomeno): fare attenzione prioritariamente agli aspetti qualitativi (i
tratti delle condotte), poi quantitativi.
I MODELLI
In ambito scientifico, il modello è uno schema teorico elaborato allo
scopo di rappresentare elementi, struttura, funzioni di un fenomeno o di
un succedersi di fenomeni legati fra loro (rappresentazione di una nuova
conoscenza). 8
Piaget: nell’elaborazione di un nuovo modello l’indagine richiede di
andare aldilà del sistema iniziale (conoscenze consolidate), di superare
“un medesimo fine può
il già acquisito e pensare i nuovi possibili:
essere raggiunto con mezzi diversi e un medesimo mezzo può condurre a
nuovi fini”. Il rapporto mezzi/fini non è simmetrico (consente al sogg di
superare ciò da cui è partito).
Conseguenze:
- le procedure di elaborazione di un nuovo possibile è un processo
che non può essere puntualmente definito e descritto, x cui questo
processo non può essere interamente previsto avvalendosi della
descrizione di ciò che ha prodotto il sistema iniziale
- se il processo non è interamente definibile, i nuovi modelli
generati non sono qualcosa di stabile né univoci né predittivi
- è un processo in divenire, progresso continuo
Quali sono le operazioni essenziali x la costruzione di un
modello?
Attraverso uno schema teorico si mira a delineare in una configurazione
le componenti, relazioni, strutture, funzioni di fenomeni. Il ricercatore
li individua come elementi costanti, ne registra il ripetersi in
situazioni diverse. Schema di operazioni essenziali:
- individuazione rilevamento di legami tra gli elementi del fenomeno
considerato
- individuazione rilevamento di legami tra i fenomeni studiati
- definizione delle condizioni nei casi in cui sussistono i legami
- definizione delle condizioni tra condizioni/fenomeni considerati
- determinazione della situazione tipica in cui i legami possono
stabilire le condizioni fissate
non pretende di essere esaustivo (di definire interamente il percorso di
costruzione di nuove conoscenze), è un quadro di riferimento. Non
necessariamente è un modello matematico quantitativo.
I modelli scientifici sono identificabili con quelli formali?
Individuare i lim degli strumenti formali in educazione. In educazione è
necessario:
- cogliere gli elementi e dinamica dei processi educativi
- controllare il combinarsi/condizionarsi di una molteplicità di
elementi, ruoli, competenze 9
la ricerca in educazione è caratterizzata da peculiarità che la
differenziano dalle scienze esatte: carenza di uniformità (situazioni
dinamiche) + intervengono fattori soggettivi e originali (personalità del
sogg) incontrollabili e indefinibili xchè in continuo mutamento.
I modelli scientifici sono perfetti? Solitamente quando si pensa
all’imperfezione di un modello scientifico non la si attribuisce a quelli
matematici, si crede che misurare/contare siano procedimenti privi di
errore. Le reali possibilità di un modello matematico sono + limitate:
qualsiasi modello matematico rappresenta relazioni puramente sintattiche
(il n. indica una quantità, non un significato)
tra elementi vuoti + non
può simboleggiare un processo reale. Nelle scienze dell’educazione un
modello matematico non ha la possibilità da solo di spiegare i
significati specifici delle condotte dell’uomo.
I modelli linguistici hanno una struttura stabile?
Thom: teoria generalizzata delle catastrofi. Prende in considerazione i
modelli semantici (qualitativi). Intende una continua distruzione dei
processi naturali x il progressivo decomporsi dei suoi elementi e il loro
riorganizzarsi in altre forme. La scelta di una parola corrisponde a un
significato che si è determinato attraverso un lungo processo storico, di
trasformazione continua che può essere inteso come una