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Necessità di un’antropologia pedagogica che riconquisti problemi di senso, richiami orizzonti di senso e
coniughi l’uomo/persona con essere/valore/senso.
La posizione pedagogica generale richiede un’operazione fondamentale iniziale ineliminabile: concetto di
uomo – persona e un senso che implica valore ed essere (solo con questa opzione di partenza si può evitare
il rischio dell’ideologicità e caduta pedagogica).
Necessità di un orizzonte di senso che ricomprenda un volto dell’uomo tutto intriso di valori e significato
che aspirano a qualcosa di universale e stabile.
Rifiutare una lettura descrittivistica – empirista – storicista, distaccasi dalle vedute pessimiste/ottimiste =
realismo critico. Non bisogna edulcorare la realtà e scambiarla x quello che appare ai nostri desideri.
Proposta di un’educazione come categoria generale d’interpretazione del t storico in cui viviamo.
Pedagogia = insieme di teorie e pratiche teoriche che, a partire da opzioni sull’uomo, storia, società, valori,
scienza, si occupa dei problemi relativi all’educazione.
C.1 L’EDUCAZIONE IN OCCIDENTE AL PASSAGGIO D’EPOCA
Postman: studioso delle strategie educative della società complessa che non si nasconde dietro un acritico
ottimismo tecnocratico. Vede sia il progresso apparente dell’innovazione tecnologica che le cadute tipiche
della mitologia di un t (caduta degli dei). Devono essere riconsiderati, epoca che sacrifica tutti gli dei che
non sono riconducibili alla tecnocrazia:
“la mia attenzione non è bruciare o pregare qualche divinità, ma proclamare che non possiamo fare nulla
senza di loro xchè siamo una specie costruttrice di dei”. Non si riferisce a dei antropomorfi animistici, ma
cerca una prospettiva di scopo e senso all’educazione di fine secolo.
L’educazione si sviluppa in 2 dimensioni: ingegneristica e metafisica = possibilità di riuscita dell’educazione
(dei x dare una fonte di autorità, un senso di continuità, un fine). I vecchi dei falliti le grandi ideologie del
900 (x es. democrazia, fascismo, nazismo, comunismo).
Gli dei che in educazione possono ancora servire sono quelli che ritroviamo nella grande storia e nella
capacità umana di raccontarla attraverso linguaggi e metalinguaggi.
Educazione come autoregolazione del sogg/persona socialmente e culturalmente orientata sulla scorta di una
costellazione di significati e valori in vista di un orizzonte di senso. Il discorso pedagogico è
pluridusciplinare, pluriprospettico ma non può prescindere da un’opzione fondamentale che le costituisce i
cuore profondo (concezione dell’uomo); xchè x educare l’uomo occorre avere una certa idea di umanità.
La Porta: “l’assoluto pedagogico” = punta sul nesso educazione/libertà. Tentare di fondare una scienza
empirica dell’educazione, distinguendola dall’approccio filosofico (ideologia).
“nonostante la sua pretesa al carattere empirico la collochi su posizioni descrittive, ha l’ambizione di
intervenire direttamente sull’ambito dei valori”.
Riduzione dello spessore dell’educazione a scienza empirica, xciò identificazione dell’educazione con
sviluppo, apprendimento e istruzione. Ha a che fare non solo con azioni empiricamente controllabili, ma con
legami, significati, valori, senso e orizzonti non riconducibili alla verificabilità empirica. Impossibilità di
scacciare i valori dal discorso educativo. Come ricomprendere i valori in una scienza empirica che dovrebbe
necessariamente fermarsi alla verifica empirica?
Quando la pedagogia si appoggia su valori filosoficamente trattati, trova un aggancio solo sul terreno della
filosofia, teologia, politica e si fa a meno della sua stessa autonomia; la pedagogia finisce x essere quello che
è definito in ambiti filosofici, politici e ideologici. Che resta dello sguardo pedagogico? Dopo la crisi int
della filosofia e in generale degli assetti teorico-ideologici non resta che affidarsi alla scientificità (la società
fa richieste sempre + urgenti).
In conclusione, x La Porta: concepire l’educazione come scienza empirica, educazione come apprendimento.
L’assoluto educativo è la libertà di apprendimento.
Granese: diverse considerazioni sul nesso filosofia/scienza. “una pedagogia empirica che ha operato un
restringimento nell’empirico, in realtà compie un movimento di dilatazione ancor + ambizioso: decidere
quali siano le regole scientifiche del comportamento educativo” = pretende di elevarsi alla determinazione
delle regole scientifiche del comportamento educativo.
Pedagogia come l’analizzatore privilegiato delle complesse interazioni tra filosofia, scienza, pratiche sociali,
nella + ampia dimensione possibile + recupero della filosofia cristiana dell’educazione (il cuore del labirinto
della pedagogia è la salvezza – verità della persona”.
Oggi occorre chiedersi la plausibilità dell’educazione intesa in senso universale (cioè cogliere ciò che vi è di
specifico ed essenziale nella condizione umana non considerata solo empiricamente).
Epoca in cui prevale il prefisso post x designare la coscienza culturale; continuare a vedere tratti che vanno
oltre l’empiricità ha ancora senso oggi che decine di laboratori preparano la clonazione umana?
L’educazione, stretta tra scientismo, nichilismo e un’improbabile umanesimo tecnocentrico, può essere
ancora intesa come autorealizzazione dello specifico tra ciò x cui l’uomo è uomo?
Post – ideologico: tramonto delle concezioni generali della storia (filosofia della storia o grandi applicazioni
politico-rivoluzionarie), crolla l’ideologia intesa come complesso di idee, immagini collettive, progetti,
speranze, utopie (negli ultimi sec hanno dato senso all’azione di milioni di uomini).
Post – cristianesimo: come dice Natoli “un approccio neo-pagano”; abbiamo un paganesimo senza tragedia
e un bisogno di salvezza senza fede, non c’è differenza tra cielo e terra, né esigenza di un garante divino x la
propria salvezza. Non siamo sulla terra al mondo dei mortali, ma pretendiamo di essere sulla terra secondo lo
stile degli immortali.
Post – politico e post – storico: non nel senso che politica e storia siano finiti xchè la vita continua, non c’è
+ l’aspettativa che serva a migliorare qualitativamente uomo e società, ma solo a neutralizzare il conflitto e a
gestire le sorti di una sopravvivenza possibile.
Nichilismo: una sorta di de gerarchizzazione radicale dell’esperienza umana e indifferentismo etico (l
nichilismo debole vorrebbe continuare a coltivare certi valori come tolleranza, convivenza, solidarietà; il
rischio è che diventi forte, spezzando ciò che resta dell’unità di genere dell’umanità.
Umanesimo laico tecno centrico: proposta di un’improbabile congiunzione tra primato della scienza
tecnologica e ciò che resta dell’umanesimo separato dalla dimensione metafisico religiosa; l’uomo mette
nelle mani della potenza tecnica la sua vita stessa e destino. La potenza tecnica è l’anima ultima e vincente
della modernità, società che non ha bisogno del cielo e rende la terrestricità assoluta, unico orizzonte di senso
della vita umana.
L’unica sfida possibile in alternativa al tecno centrismo è l’umanesimo personalista (matrice religioso-
metafisica) x poter recuperare un universale rilegittimato e ripensato e conservare un volto all’uomo in
quanto uomo; la tecnologia fornisce straordinari mezzi di conoscenza sempre + potenti, ma non può dare
risposte di senso alla vita umana. L’orientamento di senso ha bisogno di un umanesimo e di una
trascendenza, il senso dell’umanesimo trascendentale di Kant: l’uomo può rompere la catena della causalità e
meccanicità e dar senso alla sua libertà, può costruire un universo di valori e fini che non obbedisce alle
stesse leggi della causalità meccanica.
C.2 LA PAIDEIA DELLA SOCIETA’ COMPLESSA E I SISTEMI FORMATIVI DELLE SOCIETA’
AVANZATE DI FINE SECOLO
Paideia = parola-metafora che designa l’intera società e tutta la cultura di un t in termini di educazione e
strategie x formare le giovani generazioni (quasi sempre accompagnata da riferimenti geografici, storici,
contestuali).
Proposta: considerare la problematica della paideia possibile nella società complessa.
Nella società semplice pre-moderna: paideia unitaria, connessione forte famiglia/scuola/chiesa
Società complessa moderna: paideia segmentata e frammentata.
La complessità è una meta – categoria: sostituisce quella di sviluppo/progresso; anche l’approccio
pedagogico è complesso (tentativo di coniugare il senso dell’educazione e il labirinto della società avanzata.
Luhmann (miglior interprete della complessità): elabora una teoria sistemica della complessità di tale vastità
da investire anche la teoria pedagogica. Società come comunicazione complessa di tipo sistemico –
cibernetico; tutti i sub sistemi tendono a ridurre la complessità dell’ambiente in bilico tra ordine/disordine;
non esiste la globalità del sociale se non nella sua forma di comunicazione tecnica. Il sistema sociale
complesso è caratterizzato da una miriade di sub sistemi che codificano messi e forme di comunicazione
autoreferenziale = scompare l’intero. Nessun sistema coglie l’intero sociale, come cogliere l’unità dei
sistema educativo? L’educazione è il tentativo di introdurre ordine e senso in una situazione complessa che
vede la compresenza di ordine/disordine.
Paideia delle società avanzate: caratteri della complessità (senza progresso), problemi amplificati dalle
conquiste scientifiche (degrado pianeta, sfruttamento risorse, fame): “il progresso pone qualche riparo ai
guasti che il progresso stesso produce”.
Lasch: studia i sistemi scolastici americani e i lim della democrazia americana (burocratizzazione scolastica
che non ha innalzato gli standard accademici, perdita di rigore intellettuale, versione puerile della società),
necessità di ricominciare da capo. Nessuna società può reggersi e progredire su un altissimo grado di
disgregazione culturale: crisi morale (giovani senza valori) e della famiglia.
Bottani: “la ricreazione è finita”, dedicato ai sistemi formativi europei. La società sistemica non riesce a
trasformare l’enorme incremento dell’espansione scolastica (scuola di massa) in prestazioni risonanti sul
sistema economico e produttivo:
- Non corrispondenza tra ciò che la scuola può