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LA PEDAGOGIA DEL COLLETTIVO DI MAKARENKO
Una delle personalità più ricche della pedagogia sovietica nella prima fase di sviluppo.
Educare l’uomo nuovo in termini coerenti e funzionali al socialismo rivoluzionario mediante
una sistematica azione direttiva.
La forza della nuova non può essere affidata solo a interventi sociali economici, ma ha
bisogno di un sistema di valori morali da spendere in funzione del bene collettivo (fini
educativi = fini politici)
L’uomo educato è quello capace di interpretare e costruire la sua vita nella società e
tradizione marxista. L’uomo nuovo è il socialista sovietico militante.
Il fondamento, il fine e il mezzo dell’educazione è la collettività intesa come un gruppo
raccolto per fini e lavoro comune in un’organizzazione comune che opera come
un’organizzazione sociale con a capo una direzione unica. 17
Organizzazione del collettivo educativo: permette la manifestazione delle tendenze e delle
caratteristiche di ciascuno dei membri; favorisce la disciplina gestita in modo sociale e
diretta, permette la sperimentazione di sentimenti come onore, dovere, produttività. Nel
collettivo nessuno è sacrificato, ma tutti sono valorizzati al meglio delle loro capacità
GRAMSCI
Si trova a definire i rapporti tra educazione, pedagogia, politica in una situazione italiana
caratterizzata dagli anni 20 dalla crisi del movimento operaio e dalla disgregazione sotto i
colpi della dittatura fascista + diminuzione progressiva del peso politico della classe
operaia e proletariato urbano.
Non c’è un’interpretazione meccanicistica come Marx: trionfo della società socialista non
dipende da leggi economiche predeterminate, ma dalla definizione di un progetto di natura
politica, istituzionale, culturale ed educativa (costruire un consenso di massa intorno ad
una prospettiva di trasformazione sociale).
Punto comune con Gentile: esigenza di una nuova società guidata da una borghesia
rinnovata dai valori etico-religiosi del risorgimento per Gentile, egemonizzata dai ceti
subalterni per Gramsci.
Per entrambi il progetto politico è affidato ad una forte iniziativa pedagogica: per Gentile è
centrato sull’interazione individuale e stato etico, per Gramsci promozione di una nuova
coscienza individuale, collettiva, culturale e politica nelle classi subalterne.
Per Gramsci la costruzione dell’egemonia e il blocco storico sono il risultato di un’azione
organica e sistematica che agisce sulla formazione della mentalità, cultura, creazione di
un sistema di ideali, linguaggio, modelli di comportamento.
L’educazione è un progetto intenzionale e finalizzato. E’ fondamentale la disciplina: non
annulla la personalità, ma limita l’arbitrio e l’impulsività irresponsabile.
IL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI E I COMPITI DELLA SCUOLA UNICA
Due elementi importanti nel pensiero di Gramsci : formazione degli intellettuali e la scuola.
Una massa può diventare soggetto storico solo quando diventa consapevole della sua
forza e sa organizzarsi. Non c’è organizzazione senza intellettuali (persone specializzate
nell’elaborazione concettuale e filosofica che hanno il compito di diffondere la dottrina
socialista, ordinare le masse in un esercito compatto e disciplinato, dirigere il movimento
rivoluzionario sia prima della conquista dell’egemonia che dopo la conquista del potere).
Scuola: capace di superare le fratture tra i ceti borghesi e subalterni. E’ anacronistico il
privilegio di proseguire gli studi riservato solo a chi gode dell’indipendenza economica.
Tutti i giovani devono essere posti in grado di raggiungere i gradi di cultura che ognuno
può raggiungere con le proprie possibilità di intelligenza e impegno. Si suddivide in scuola
iniziale unica (elementare+medie) di cultura generale e formativa sia di capacità tecniche
che lavoro intellettuale, organizzata dallo stato per consentire il superamento della
divisione ci ceti e classi sociali, poi maggiore articolazione di studi.
A differenza delle tesi marxiane e delle esperienze sovietiche che prevedevano scuole per
ceti popolari (accentua le differenze tra scuola per ceti dirigenti e per proletari, ossia il
politecnico).
Rifiuta la centralità del principio educativo umanistico-letterario e prospetta un umanesimo
storico-scientifico (modello di Leonardo). Il lavoro scolastico come strumento per cogliere
la storicità della conoscenza delle leggi naturali e il sentimento di ordine sociale.
PEDAGOGIA MARXISTA E SVILUPPO SCOLASTICO
Quale conseguimento ha prodotto la riflessione marxista in campo scolastico: 18
URSS anni 30 (sotto il totalitarismo staliniano): si afferma una pedagogia di stato
dogmatica condizionata dalle teorie psicologiche fortemente deterministiche (per es
Pavlov).
Consuetudine tipica di tutti i governi totalitari di giudicare la validità di una teoria scientifica
sulla base della compatibilità con l’ideologia dominante con conseguente emarginazione
degli studiosi che tentavano di interpretare il marxismo in modo meno dogmatico (come
Vygotsky, studio della creatività infantile con valorizzazione del gioco, linguaggio, attività
espressive e creative).
Impostazione della scuola russa in modo tradizionalistico ed autoritario. Si riconosce il
tentativo di sconfiggere l’analfabetismo e importanti conquiste in ricerche fisico-
ingegneristiche (competizione con USA).
In Italia: influenza di Gramsci = il partito comunista mette a punto una politica scolastica di
ampio respiro, elabora una teoria pedagogica capace di confrontarsi con gli ambienti
cattolici e laici + sforzo di introdurre una nuova razionalità volta a riorganizzare la società,
scuola, metodi didattici, rapporto scuola-lavoro.
Si assiste ad una prevalenza assegnata alla categoria politico-sociale, ma ha avuto il
merito di richiamare l’importanza della dimensione sociale dell’evento formativo, anche se
ha limitato la comprensione della soggettività dell’individuo la cui esperienza personale
non si risolve nell’organizzazione sociale.
La pedagogia cattolica fra tradizione e innovazione
Grande impegno in campo educativo da parte delle Chiesa e clero (sforzo di
ricristianizzazione della società europea subito dopo la stagione rivoluzionaria e
napoleonica).
Con la sconfitta di Napoleone diventa urgente conquistare la posizione perduta e
ricostruire il tessuto cristiano della società lacerato dai principi illuministici e restituire alla
Chiesa una rinnovata capacità di presenza. Convinzione che nessuna costruzione umana
potesse esistere se non poggiava su una salda coscienza religiosa (per raggiungere
questo obiettivo bisogna partire dall’educazione del popolo).
La situazione si presenta caratterizzata da miseria per cause naturali (carestie, epidemia,
malattie), inurbazione delle masse di contadini, sviluppo industriale, lavoro minorile:
interesse condiviso per sottrarre i ceti popolari alla povertà.
La scuola è considerata uno strumento efficace e una manifestazione della carità cristiana
per migliorare le condizioni dei più bisognosi (perciò grande diffusione di nuove
congregazioni religiose tra l’800 e 900) impegno di educare le masse popolari e
favorire l’alfabetizzazione.
Dal punto di vista pedagogico: si rifiuta la concezione sensista e le tesi roussoniane della
bontà naturale del fanciullo; è un’educazione poggiata sul principio religioso contro
qualsiasi empirismo e naturalismo. Non si producono però forme univoche, ma ampia
varietà di posizioni degli ambienti cattolici.
3 elementi di interesse
pedagogia connotata in senso fortemente popolare
educazione incentrata su formazione di personalità libere
senso pratico dei problemi legati ai metodi didattici, preparazione maestri,
condizioni scuola
teoria pedagogica dei cattolici liberali restano circoscritte (per es. asili infantili di Ferrante
Aporti). 19
Le iniziative promosse da istituti religiosi sono segnate dalla convinzione che il fattore
religioso e l’organizzazione ecclesiastica fossero capaci di rispondere ai più vari problemi
aducativi anche pratico-didattici (impermeabile a novità della riflessione teorica e
sperimentazione didattica contemporanea).
DON BOSCO
I salesiani di don Bosco costituiscono la congregazione religiosa di maggiore importanza
educativa sorta nel 19° secolo.
Scrive un’operetta sul metodo preventivo: tipico della maggioranza delle iniziative
educative cattoliche dello scorso secolo, in quanto nascono come opere di carità e
religione volte a rispondere a bisogni concreti e vitali, impregnate di concretezza empirica
e finalizzate alla salvezza delle anime (poca sensibilità per le sistemazioni teoriche).
Il suo obiettivo fin dall’inizio è di occuparsi della gioventù povera e abbandonata (termine
generico per intendere giovani sbandati, studenti bisognosi, ragazzi disoccupati). E’ solo
negli ultimi anni che inizia a pensare ad una sistemazione dell’esperienza educativa
salesiana; sono soprattutto Francesco Cerruti e Giulio Barberis a sviluppare in modo
organico le idee educative di Don Bosco.
La sua prima iniziativa è l’oratorio di Valdocco (1846), luogo di ricreazione, istruzione
religiosa, preghiera per giovani operai, poi nascono scuole domenicali e serali, il
pensionato per gli apprendisti, laboratori artigianali.
1850 diventa leader nell’organizzazione degli oratori
1850-60: noto anche aldilà di Torino, successiva crescita delle sue iniziative anche in altre
regioni di Italia e in Europa (iniziative in stretto contatto con esigenze e bisogni concreti,
scarsa familiarità con teorizzazioni educative).
Principi fondamentali della sua esperienza educativa:
religione non razionale, ma calda e vicina all’esperienza dei giovani
approccio educativo amorevole (convincimento e affetto piuttosto che
severità e punizione)
valorizzazione dell’istruzione come utile strumento per migliorare la
condizione di vita dei ceti popolari
nell’attivismo di Don Bosco non c’è traccia dei pregiudizi e dell’immobilismo tipici del
conservatorismo cattolico: accetta le regole della modernità e i cambiamenti
inevitabilmente connessi.
Metodo preventivo: importanza della prevenzione sociale, fattore che
può dare ordine al cambiamento sociale e contribuire a contenerne
gli effetti potenzialmente disgregativi. L’interiorizzazione dei valori
religiosi è una riserva da cui attingere per imprimere alla convivenza
i caratteri di onestà, laboriosità, timor di dio considerati presupposto
di qualsiasi vita sociale ordinata.
E’ una novità anche il soggetto educativo: gio