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TEORIA DEI CONFLITTI CULTURALI

Prima metà 1900

Sellin

Per l'immigrazione negli USA

Prima generazione e seconda generazione

Conflitti culturali primari e secondari

Non rende conto delle correlazioni tra immigrazione e delinquenza

Serve più a capire cosa accade in caso di culture diverse in conflitto, e mette anche in evidenza l'importanza della solidarietà del gruppo, senza la quale altrimenti la sola norma penale non avrebbe lo stesso effetto benché interiorizzata dal singolo

TEORIA DELLA DEVIANZA

1930, USA

Scuola dello Struttural-funzionalismo

Parsons, Merton, Johnson

Il comportamento può essere di

  • Conformità: processi di socializzazione: identificazione, interiorizzazione, rafforzamento e mantenimento: controllo sociale, ideologia, interessi costituiti
  • Devianza: solo se è una precisa scelta e quando la norma non ha perduto di significatività (che hanno ancora credibilità e importanza): conoscere

L'imperatività della norma ma non riconoscerne l'autorità normativa

TEORIA DELL'ANOMIA

Perdita di credibilità e di significato delle norme

Termine introdotto da Durkheim con significato di frattura delle regole sociali, dovuto all'iperstimolazione delle aspirazioni e conseguente sofferenza verso i sistemi di controllo che tendono a limitare le aspirazioni stesse

Non assenza di norme, ma contraddizione, ambivalenza, incoerenza e ambiguità delle stesse

Merton:

Una società ha caratteristiche di anomia quando propone mete senza mezzi legittimi per conseguirle, altrimenti si genera frustrazione

Non spiega però perché certi sono più sensibili alle influenze anomiche e altri meno

Le possibilità di reazione alla condizione anomica sono:

- Conformità

- Innovazione

- Ritualismo

- Rinuncia

- Ribellione

TEORIA DELLE ASSOCIAZIONI DIFFERENZIALI

1930, USA

Sutherland

Il comportamento delinquenziale è appreso

Non per semplice imitazione (come

diceva Tarde) ma mediante l'associazione interpersonale con altri individui che già si comportano da delinquenti. Non esiste quindi una criminalità innata. Viene proposta come teoria generale, capace di rendere conto di tutti i tipi di condotta criminosa. Una persona è favorita nella scelta delinquenziale quando si trova in un gruppo dove prevalgono interpretazioni contrarie al rispetto della legge piuttosto che favorevoli. Intensità, priorità, durata, anteriorità. Le disposizioni individuali agiscono solo nell'esporre in modo più o meno intenso all'apprendimento. Limiti: trascura il fattore personalità, la risposta differenziale, le nuove tecniche criminose; determinismo rigido; ambizione di una teoria unica causale. CRIMINALITÀ DEI COLLETTI BIANCHI Sutherland Riguarda quei reati compiuti dai dirigenti delle imprese, industriali, finanziarie, commerciali e dai professionisti. I reati riguardano: frodi nei bilanci, evasioni fiscali.bancarotta fraudolenta. Questi studi aprirono la strada alle indagini sul numero oscuro. Principali caratteristiche:
  • ha luogo dove si producono beni e servizi
  • Indice di occultamento molto elevato
  • gli autori godono di alto tasso di impunità
  • è minore l'atteggiamento di censura da parte della società (disonesto invece di delinquente).
CRIMINOLOGIA CLINICA Dopo la seconda G.M. Benigno di Tullio, Italia Cultore di criminologia anche durante il fascismo. Tale disciplina venne concepita come volta allo studio non dei fenomeni generali ma del singolo delinquente a fini diagnostici, prognostici e terapeutici. Fu molto importante la stretta collaborazione tra diritto penale e criminologia. Alla CC spetta il ruolo di attuare la prevenzione speciale, attraverso la osservazione scientifica del reo. Il carcere serviva a punire, ma soprattutto a curare. Sorgono in questo periodo il concetto di pena utile e l'ideologia del trattamento. NUOVA DIFESA SOCIALE Secondo

Dopoguerra Welfare State (1932 Roosvelt): la rieducazione socializzativa è un nuovo diritto del cittadino e un nuovo impegno dello Stato. Deve essere messa in atto con gli strumenti della psicologia clinica.

Dottrina utopistica ed estremistica di Gramatica: proponeva di sostituire il diritto repressivo con un sistema NON punitivo di reazione contro l'antisocialità: rieducazione socializzante

Contro questa: "Nuova Difesa Sociale" di Marc Ancel, 1954: rifiuta il determinismo rivaluta il libero arbitrio sostiene la pedagogia della responsabilità obbligo dello Stato di reintegrare l'individuo, senza le posizioni estremistiche della Scuola Positiva e Gramatica.

Adeguare la reazione anticriminale ai bisogni dell'individuo ma anche della società In pratica tradusse in principi di politica penale l'ideologia del Welfare State

CRIMINOLOGIA DEL CONSENSO: posizioni ideologiche non radicali rimedio: riforme e non rivoluzioni scopo: ricondurre i

devianti e delinquenti alla conformità

tutti gli indirizzi antropologici e individualistici

multifattoriali dell'integrazione psico-ambientale:

  • non-direzionale dei Glueck
  • dei contenitori di Reckless

CRIMINOLOGIA DEL CONFLITTO:

il consenso è manipolazione

il filone estremizzato è chiamato criminologia della reazione sociale

teoria della sottocultura giovanile:

  • della cultura delle bande criminali
  • delle bande giovanili

teoria dell'etichettamento

teoria della devianza secondo Matza

criminologia critica:

TEORIE MULTIFATTORIALI DELL'INTEGRAZIONE PSICO-AMBIENTALE

Traggono origine dalla criminologia pragmatistica (Leo Radzinowicz): teoria multifattoriale per fornire conoscenze e individuare gli interventi operativi

Integrazione individuo-ambiente

Vulnerabilità individuale e vulnerabilità ambientale

TEORIA NON-DIREZIONALE DEI GLUECK

Ricerche e controlli dal 1950 al 1971 tra due gruppi di minorenni, uno con precedenti penali,

uno stesso età, sesso, razza e provenienza sociale e geografica) per scoprire quale fattore incidesse affinché un gruppo fosse incline alla delinquenza e l'altro no. Risultato (valore statistico): personalità e soprattutto ambiente familiare inadeguato. Le aree sociali meno privilegiate contengono molti fattori potenzialmente criminogeni, ma solo se determinati fattori ambientali si sommano a certe caratteristiche psichiche si realizza la condotta criminosa. Fisico: robusto Temperamento: irrequieto, aggressivo Atteggiamento psicologico: ostili, pieni di risentimento Intellettivamente: metodo di apprendimento concreto e diretto e non astratto e simbolico. L'importanza dei fattori legati alla famiglia è tale da rendere valida la predizione della futura condotta criminosa. TEORIA DEI CONTENITORI DI RECKLESS (1961) Fattori di contenimento della condotta nella legalità: Contenitori interni: aspetti psicologici (es.: buon autocontrollo, stima di sé)Contenitori esterni: caratteristiche ambientali -> freni che non permettono di oltrepassare i limiti normativi (es.: aspettative di successo, opportunità di incontrare consensi; ma anche i sistemi di controllo istituzionale e informale) La condotta criminosa è altamente facilitata se difettano sia quelli interni che quelli esterni; ovviamente più difetta uno, meno importanza assume, nel condurre alla criminalità, la carenza dell’altro. TEORIE DELLA SOTTOCULTURA GIOVANILE USATaylor definisce la cultura come insieme complesso di conoscenze, fede, arte, morale, legge, usanze e altre capacità acquisite dall’uomo come membro della società In termini più restrittivi consiste in modelli astratti di valori morali e di norme che riguardano il comportamento, appresi direttamente o indirettamente nell’interazione sociale A questo concetto si associa quello di gruppo: tanti gruppi e tante culture Cultura di gruppo: norme, valori,

principi e tradizioni del gruppo e fatti propri dagli appartenenti

L'appartenenza a un gruppo è un fatto dinamico: si può partecipare a più gruppi

Sottogruppo e sottocultura: contrasto e differenza dalla cultura generale

Sottocultura delinquenziale: particolare visione normativa in contrasto con ciò che la cultura generale ritiene illegale

Si ricollega all'associazione differenziale

TEORIA DELLA CULTURA DELLE BANDE CRIMINALI 1955 Cohen

La sottocultura delinquenziale dei giovani di bassa estrazione sociale nasce dal conflitto con la classe media -> problema di adattamento -> disconoscono le regole della cultura dominante e se ne fanno di proprie.

Il problema nasce perché comunque la cultura dominante è stata interiorizzata e questo genera conflitto interiore, che si supera mediante la formazione reattiva

Si ricollega alla teoria ecologica

Limite: perché solo una parte diventa delinquente e non tutti?

TEORIA DELLE BANDE GIOVANILI 1960 Cloward

inserimento di un'etichetta sociale La teoria dell'etichettamento sostiene che la devianza non sia intrinsecamente negativa, ma piuttosto una costruzione sociale basata sull'etichettatura di determinati comportamenti come devianti. Questa teoria si basa su quattro punti fondamentali: 1. Visione rigida e dicotomica delle classi sociali 2. Non univoca accettazione delle norme legali 3. Valorizzazione del concetto di reazione sociale 4. Percezione della devianza come frutto di un inserimento di un'etichetta sociale Secondo questa teoria, le bande giovanili si formano a causa del bisogno di aggregazione tra soggetti sfavoriti. Esistono diversi tipi di bande giovanili, tra cui: - Bande criminali: inizialmente coinvolte in attività come furto e rapina, ma successivamente si dedicano all'estorsione e al racket. Questi delinquenti sono considerati professionisti. - Bande conflittuali: coinvolte in atti di violenza e vandalismo. - Bande astensioniste: si rifiutano di aderire alle norme sociali e cercano evasione attraverso l'uso di droghe o alcol. Tuttavia, questa teoria presenta alcuni limiti. Non tiene conto della delinquenza commessa da individui facoltosi o da imprese. Inoltre, l'avvento dello Stato sociale ha contribuito a ridurre le differenze sociali. Inoltre, non tutti i giovani delinquenti si organizzano in bande. Infine, questa teoria è considerata rigidamente deterministica, in quanto attribuisce la devianza a un'etichettatura sociale.

La teoria della reazione sociale, anche nota come etichettamento, sostiene che il potere esercitato dalla società influenzi la condotta deviante. La devianza viene considerata utile alla società, e il deviante diventa un capro espiatorio.

Secondo questa teoria, la devianza si consolida attraverso una reazione sempre più intensa e stigmatizzante da parte della società, che può portare alla formazione di una carriera deviante e di un ruolo di deviante.

Lemert distingue tra devianza primaria, che non scatena reazioni sociali e in cui il soggetto non si sente deviante, e devianza secondaria, che si manifesta a causa della reazione sociale e in cui il soggetto si percepisce come deviante.

Tuttavia, questa teoria è stata oggetto di critiche. Non può essere applicata alla criminalità grave e violenta, è deterministica e deresponsabilizzante, in quanto equipara devianti e delinquenti e non spiega il comportamento criminale intenzionale.

Secondo Matz, la teoria della devianza si basa sulla convinzione che la devianza sia una costruzione sociale e che il processo di etichettamento sia fondamentale per comprendere la formazione e la perpetuazione della devianza nella società.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
12 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia Generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Corbi Enricomaria.