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OLTRE PIAGET

Sulla scia del pensiero di Piaget si collocano, seppur con qualche critica, anche Vygotskij e Bruner. Mentre Piaget subordina (fa dipendere) l'apprendimento alla formazione e alla maturazione di strutture mentali, Vygotskij ribalta tale concezione sostenendo che il vero apprendimento non segue lo sviluppo ma lo anticipa e lo guida. Attraverso la costruzione di "mediatori culturali" (per esempio il linguaggio), l'uomo ha trasformato la realtà naturale in realtà culturale e allo stesso tempo ha modificato e continua a modificare i propri processi cognitivi ed affettivi. L'interazione con la realtà avviene tramite le relazioni sociali ed è ovviamente mediata dal linguaggio. "L'organizzazione delle strutture psichiche"superiori" diventa per Vygotskij una operazione di ricostruzione che, "da un processo interpersonale costituito da relazioni sociali diventa un processo intrapersonale costituito dalla capacità di dominare i propri atti psichici". Il linguaggio ha un ruolo determinante nel processo di sviluppo, prima come mezzo di comunicazione tra il bambino e le persone che lo circondano, poi tale linguaggio si trasforma in pensiero mentale; dunque abbiamo prima un uso del linguaggio sul piano sociale, come processo interpsicologico; poi sul piano individuale come processo intrapsicologico. Vygotskij ritenendo che l'apprendimento abbia natura sociale introduce il concetto di "zona di sviluppo prossimale", indicante lo sviluppo potenziale che si può realizzare con l'aiuto dell'adulto o dei coetanei più competenti. In effetti, il bambino con l'aiuto di questi ultimi può produrre comportamenti cognitivi più evoluti di quelli cheprodurrebbe da solo, ciò dipende anche dal fatto che l'adulto o il coetaneo, diventano nell'interazione sociale "impalcatura di sostegno" (come afferma Bruner), consentendo così al soggetto di accedere a un livello più alto di funzionamento psichico, che poi viene progressivamente interiorizzato. L'apprendimento vero determina la zona di sviluppo prossimale, proprio perché attiva una varietà di stimoli che sollecitano il bambino a interagire con gli altri. Si procede da una dimensione interpersonale a un livello intrapersonale: dalla comunicazione sociale all'interiorizzazione personale. Queste sottolineature si ritrovano anche negli "Orientamenti 91", nei quali si afferma che "il bambino è un soggetto attivo, impegnato in un processo di interazione continua con i pari, gli adulti, l'ambiente, la cultura". Dunque è l'apprendimento che precede e sollecita lo sviluppo invece di esserne ilrisultato: non è lo sviluppo che consente l'apprendimento, ma è l'apprendimento che produce lo sviluppo. In virtù di tutto ciò, Vygotskij sottolinea l'importanza dell'insegnamento scolastico. Attraverso l'apprendimento scolastico il bambino entra in contatto con i concetti elaborati dalla cultura che gli permettono di comprendere i fenomeni della realtà, che altrimenti sarebbero compresi solo attraverso i concetti comuni. È importante il ruolo dell'insegnante che deve guidare gli allievi nelle "aree che si trovano al di là della capacità di farcela da soli", predisponendo le condizioni necessarie e svolgendo costantemente la funzione di impalcatura di sostegno. Piaget invece non prevede un'interazione tra intervento educativo e sviluppo. Ancora un punto di disaccordo tra Vygotskij e Piaget, riguarda il linguaggio. Secondo Vy. il pensiero e il linguaggio del bambino procedono dall'esterno all'interno.dal sociale all'individuale. Per Piaget, invece il linguaggio prima è egocentrico, poi diventa sociale, anzi, il linguaggio egocentrico di P. non ha una funzione comunicativa, ma è solo una forma di linguaggio per se stesso. Dunque in P. il sociale si trova alla fine dello sviluppo, mentre per Vy. avviene il contrario: la funzione iniziale del linguaggio è di legame sociale, interpersonale e solo più tardi diventa interindividuale. JEROME BRUNER psico-pedagogista statunitense legato a VYGTSKIJ e influenzato da Piaget mette in evidenza in una sua opera come l'evoluzione storica dell'umanità abbia un carattere culturale e non biologico. La sua evoluzione è legata alla costruzione di "utensili" (di tipo materiale e simbolico) che hanno consentito all'uomo l'adattamento all'ambiente. La crescita del pensiero, secondo Brun., consiste nell'acquisizione e rielaborazione del patrimonio cognitivo proprio della cultura di appartenenza. Brun.rivaluta fortemente la centralità delle attività cognitive ed elabora uno schema evolutivo che passa attraverso tre tipi di rappresentazione. Il processo cognitivo in Brun. si sviluppa in tre momenti: 1. Rappresentazione o MODALITÀ ATTIVA - il bambino ha una conoscenza motoria della realtà, ossia apprende e comprende agendo. 2. MODALITÀ ICONICA - è la rappresentazione della realtà attraverso le immagini, codifica la realtà mediante rappresentazioni mentali. 3. MODALITÀ SIMBOLICA - è la capacità di operare tramite simboli astratti, la parola rappresenta il significato di un oggetto ed esprime un concetto. Sono queste 3 modalità della conoscenza che si richiamano e si integrano per tutta la vita in un continuo processo di acquisizione e trasformazione dei dati. I bambini adottano perlopiù le prime 2 modalità perché quella simbolica è troppo astratta e difficile per loro. Mentre

Secondo Piaget, per proporre certi apprendimenti bisogna attendere la naturale maturazione del bambino. Brun. crede nella possibilità di poter anticipare i tempi dello sviluppo in base a due principi:

  1. L'ambiente può stimolare proficuamente il processo di sviluppo; un ambiente notevolmente stimolante può anticipare i tempi dello sviluppo.
  2. Rapportare le conoscenze nelle maniere più adatte alle diverse fasi di sviluppo.

La scuola è il luogo più adatto perché tutto ciò avvenga, poiché è da sempre intenzionalmente orientata a promuovere l'apprendimento. È nella scuola che si determina "l'ingresso nella vita della ragione". Brun. parla di un insegnamento che deve essere di tipo strutturalistico, di ogni materia deve essere presentata la struttura specifica, i principi fondamentali intorno a cui si organizza la materia stessa.

Con questo metodo è facile conciliare le operazioni mentali funzionali.

allacrescita del pensiero, da un lato e, dall'altro, le strutture concettuali essenziali delle discipline. È una didattica della mediazione che tiene presente le "fasi dello sviluppo" scegliendo le giuste modalità di rappresentazione, (attiva, iconica, simbolica). Solo così è possibile "insegnare tutto a tutti" con metodologie efficaci. Gli elementi essenziali del pensiero bruneriano possono essere così sintetizzati: collaborazione tra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica. Gli stessi programmi scolastici devono essere redatti da un equipe di studiosi, insegnanti, psicologi. Autenticità scientifica della conoscenza disciplinare, evitando banalizzazioni e rincorse di contenuti quantitativamente estesi e privilegiare principi essenziali. Duplice attenzione al soggetto che apprende al processo di conoscenza; le idee fondamentali delle discipline possono essere prese anche dai giovanissimi favorendo

Procedimenti intuitivi che rappresentano una conoscenza preliminare a successivi approfondimenti. Il punto di partenza del pensiero di Brun. è rappresentato dal fatto che ogni individuo ricerca il significato della propria esperienza. La cultura non è altro che una negoziazione di significati elaborata nei diversi gruppi sociali (famiglia, coetanei, scuola). È evidente allora nelle teorie di Brun. l'importanza del superamento del MODELLO COMPUTAZIONALE. Tale modello rappresenta la mente unicamente come "ciò che fa il cervello", rappresenta la mente come "elaboratrice di informazioni"; e invece secondo Brun. la mente è soprattutto "COSTRUTTRICE DI SIGNIFICATI", elabora gli stimoli per dare significati alla realtà. Il definitivo superamento del modello computazionale è rappresentato dalla teoria di GARDNER e cioè dall'idea di "PLURALITÀ DI INTELLIGENZE". Gard. nella sua opera "forma

mentis" fornisce un quadro della mente umana e della sua evoluzione fondato sull'idea che esistano una pluralità di intelligenze (linguistica - musicale - logico matematica - spaziale - corporeo cinestetica - interpersonale e intrapersonale). Interpersonale: capacità di percepire e interpretare gli stati d'animo altrui. Intrapersonale: la capacità di comprendere se stessi - coscienza dei propri stati d'animo. La peculiarità di Gardner sta nel delineare un modello di funzionamento della mente sulla scia della concezione modularistica. Ecco che la mente viene studiata da un punto di vista modulare. I moduli sono meccanismi di analisi dell'input e anche FODOR si basa sull'idea che la conoscenza avviene attraverso moduli. I moduli di Fodor in Gardner diventano abilità mentali, dove ogni abilità permette la risoluzione di singoli problemi e inoltre sono abilità che interagiscono tra loro. La teoria delleintelligenze multiple diventa allora un prezioso sostegno al raggiungimento di un obiettivo che ciascun docente dovrebbe porsi come primario che è quello che Gardner chiama "comprensione". Si impone così un nuovo paradigma formativo che è quello dell'"apprendere ad apprendere" grazie appunto alla mente a più dimensioni (Bruner), alla mente plurale, modulare e polimorfa (da Fodor a Gardner). Questo nuovo paradigma si muove su due piani: su quello pedagogico che unisce insieme ricerca psico cognitiva e filosofica cognitiva e su quello didattico operato direttamente all'interno della scuola, dove si deve riuscire a trovare raccordi tra la pluralità dei pensieri e degli elementi e il mondo dove le nuove generazioni vivono. LA TESSERA SOCIOLOGICA POLITICA è la tessera dei nostri giorni che unisce insieme paradigma sociologico e paradigma politico, due aspetti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
42 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia dell'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Attinà Bobbio.