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TIR 4 –SOSPETTO DI MALIGNITA'
In questo caso il problema non si pone in quanto si tratta di sospetti carcinomi papilliferi e l'indicazione chirurgica è certa:
tiroidectomia totale ed esame istologico.
TIR 5 –POSITIVO PER CELLULE MALIGNE
Costituisce il 5-15% dei risultati citologici. (Bisogna informare il paziente che ha 5 probabilità su 100 di avere un tumore).
Algoritmo diagnostico.
Terapia non chirurgica.
• Farmaci antitiroidei (propiltiouracile, metimazolo)
• beta-bloccanti
• Terapia con L-tiroxina a dosi soppressive
Trattamento chirurgico.
Indicazioni
• Citologia: lesioni maligne o sospette (lesione follicolare)
• Compressione delle strutture circostanti
• Estensione intratoracica del gozzo
• Tireotossicosi associata
Terapia radiometabolica con 131I.
Indicazioni
• adenoma tossico (M. di Plummer)
• gozzo multinodulare tossico
• gozzo tossico diffuso (M. di Basedow)
Esecuzione
I pazienti devono essere resi eutiroidei utilizzando tionamidi (da sospendere almeno 5 giorni prima del trattamento)
La dose di radioiodio da somministrare per os viene decisa in base al volume tiroideo (ecografia) e alla captazione di 131I alla 24a ora
(curva di captazione)
Complicanze
• Danneggiamento dei nervi ricorrenti
• Possibile ipotiroidismo → terapia sostitutiva con L-tiroxina
• Ipoparatiroidismo (1-2% dei casi, per ablazione di una o più paratiroidi) → terapia con calcio e vit.D
• Raramente ostruzione tracheale per emorragia
Controindicazioni assolute.
• Gravidanza e allattamento
Mortalità
Paragonabile a qualsiasi intervento in anestesia generale
Possibili effetti
• Eutiroidismo
• Ipotiroidismo → terapia sostitutiva con L-tiroxina
• Mantenimento di ipertiroidismo → ripetere la terapia con 131I
Alcoolizzazione.
Indicazioni
• Adenoma tossico (M. di Plummer)
Esecuzione
• Iniezione percutanea di etanolo all’interno del nodulo
• viene eseguita sotto guida ecografica
Limiti
• Necessità di eseguire multiple iniezioni
• Dolorabilità lieve-moderata
• Paralsi del nervo ricorrente, spesso transitoria
• Possibile recidiva TUMORI DELLA TIROIDE.
Rispetto a tante neoplasie generalmente il carcinoma tiroideo ha una storia a lieto fine. Quasi sempre è una patologia che dà buone
soddisfazioni e una remissione totale. I tumori più benigni sono quelli che derivano dal tumore follicolare.
Ci sono diversi tipi diversi di tumore.
A partenza da Tipo Varietà
• classico
Epitelio follicolare Carcinoma papillare (PTC) • variante follicolare
• Capsulato
• variante sclerosante diffusa
• variante a cellule alte o colonnari
• minimamente invasivo
Carcinoma follicolare (FTC) • ampiamente invasivo
•
Carcinoma oncocitario minimamente invasivo
•
(a cellule di Hürthle) ampiamente invasivo
•
Carcinoma scarsamente insulare
•
differenziato altre varianti
Carcinoma indifferenziato (anaplastico)
• squamo-cellulare
•
Altri Tumori epiteliali muco-epidermoide
• mucinoso
Cellule C parafollicolari Midollare
Mista epitelio follicolare/parafollicolare
• Linfomi
Tessuto non epiteliale • Sarcomi
I due cavalli di battaglia del carcinoma differenziato della tiroide sono papillare e follicolare.
C'è il carcinoma oncocitario ma anche questo è parente del follicolare.
Il più invasivo è lo scarsamente differenziato, che è il più pericoloso.
Altri tipi di tumore sono una rarità.
Epidemilogia.
Il tumore tiroideo rappresenta l'1% di tutti i tumori maligni diagnosticati. Le cifre non sono così confortanti, perchè aumentano le
tecniche diagnostiche e questa percentuale aumenta.
prevalenza 1,5% donne 0,5% uomini
La e dell' e .
Il 94% sono differenziati, il 5% sono carcinomi midollari l'1% sono anaplastici.
• L'età avanzata (45aa) e le metastasi diffuse sono indici di prognosi infausta.
• L'anamnesi e l'esame clinico spesso non orientano. Una certa familiarità non aiuta. Però non è detto che se non c'è familiarità
non non c'è una neoplasia.
• 80% dei pz son resi liberi dal tumore dopo intervento
• 5-20% dei pz ha recidive locali o a distanza. È per questa pecentuale che montiamo un follow-up.
L'incidenza annuale negli USA è di 22.000 casi l'anno. C'è stato un aumento del 40% negli ultimi 30 anni.
La lesione fredda non è né specifica né diagnostica, ma mi fa pensare di più ad una patologia maligna. È una valutazione di propensione.
Tant'è che da alcuni anni si salta la scintigrafia. Se un pz ha fatto la scintigrafia e vien fredda, mi fa pensare di più ad una malattia.
TC e RMN non si usano.
Carcinomi differenziati.
Epidemiologia.
Il carcinoma tiroideo differenziato (DTC) corrisponde a oltre il 90% delle neoplasie maligne
della tiroide, con un’incidenza che nel nostro paese arriva a 20-25/10.000/anno nella popolazione
femminile e a 5-10/10.000/anno in quella maschile. Si tratta di una neoplasia caratterizzata da
una prognosi nel complesso assai favorevole (sopravvivenza a 10 anni < 90%), ma che presenta
non raramente recidive loco-regionali).
Etiopatogenesi.
• Riarrangiamento o amplificazione genica con attivazione del sistema tirosin-chinasi. In particolare, il PTC presenta
alterazioni geniche attivanti la cascata delle MAP-chinasi, tra cui riarrangiamenti e mutazioni puntiformi dei geni BRAF (30-
60% dei pazienti) e RAS.
• [NB: tutte le alterazioni sopradescritte sono di tipo somatico, cioè identificate sul tumore: non esiste a tutt’oggi un test
genetico su sangue periferico in grado di individuare soggetti a rischio aumentato di DTC].
• L’esposizione a radiazioni ionizzanti (a scopo terapeutico o incidentale) in età infantile è l’unico riconosciuto fattore di
rischio ambientale (comparsa di DTC nel 5-10% dei bambini nelle aree esposte alla contaminazione post-Chernobyl nell’arco
di 20 anni di follow-up).
• I soggetti con familiari affetti da carcinoma tiroideo presentano un rischio di malattia circa 10 volte superiore alla media.
• Nei paesi iodo-carenti sottoposti a programmi di supplementazione iodica è stato documentato un incremento dei casi di PTC
ed una riduzione dei casi di FTC.
Carcinoma papillare (PTC).
Epidemiologia: 80-85% dei tumori tiroidei, picco IV-V decade, F:M = 3:1.
Presentazione clinica:
• spesso lesione di riscontro occasionale, clinicamente silente e non individuabile alla palpazione;
• nel 50% dei casi diametro ≤ 1 cm (microcarcinoma);
• multifocalità 20-30%;
• colpisce sempre l'adulto;
• metastasi:
1. linfonodali 30-50%;
2. a distanza <5%;
• recidive loco-regionali 10-20%;
• sopravvivenza a 10 anni 90-95%;
• varianti istologiche: alcune sono aggressive
Diagnosi.
È citologica nella maggior parte dei casi . Il referto citologico tipico corrisponde a TIR 4-5, ma sono possibili quadri di atipia citologica
indeterminata (TIR 3). Ci sono rari i falsi negativi. Non infrequente la diagnosi occasionale istologica di microcarcinomi in pazienti
sottoposti a tiroidectomia per patologia.
Varianti istologiche.
• Capsulata 5-7% → Capsula connettivale che circonda interamente la neoplasia. Prognosi ulteriormente favorevole rispetto
alle forme classiche.
• Follicolare 5-10% → Architettura follicolare associata alle tipiche atipie nucleari del PTC. Prognosi buona, sovrapponibile
a quella delle forme classiche.
• Sclerosante diffusa 2-4% → Colpisce in genere individui giovani e pone problemi di diagnosi differenziale con la tiroidite
cronica di Hashimoto. In genere si manifesta con coinvolgimento linfonodale. Metastasi a distanza più frequenti che nelle
forme classiche.
• A cellule alte 5-7% → Maggiormente aggressivo rispetto alle forme classiche, con maggiore
• frequenza di recidive loco-regionali e metastasi a distanza.
• A cellule colonnari 1-2% → Colpisce in genere individui anziani; prognosi peggiore rispetto alle
• forme classiche.
Carcinoma follicolare (FTC).
Incidenza: picco V-VII decade.
Clinica:
• tumore solitamente monofocale e > 2-3 cm;
• metastasi:
1. linfonodali 10-15%;
2. a distanza 10-15%;
• sopravvivenza a 10 anni: 80-85%;
• varianti istologiche:
1. minimamente invasivo (basso rischio);
2. ampiamente invasivo (rischio elevato).
Diagnosi.
La diagnosi citologica non è possibile; il quadro citologico più frequente è quello della “proliferazione (o neoformazione) follicolare”
(TIR 3). Possibili falsi negativi (TIR 2). La diagnosi istologica è basata sul riscontro di foci di invasione vascolare e/o superamento
della capsula tumorale.
Carcinoma a cellule di Hürthle (o a cellule ossifile o oncocitarie).
Incidenza: picco VI-VII decade.
Clinica:
• tumore solitamente monofocale e di dimensioni > 2-3 cm;
• le cellule neoplastiche non sono in genere sensibili al radioiodio;
• metastasi:
1. linfonodali 15-20%;
2. a distanza: 15-20%.
• sopravvivenza a 10 anni: 70-80%;
• varianti istologiche:
1. minimamente invasivo (basso rischio);
2. ampiamente invasivo (rischio elevato).
Diagnosi.
La citologia non è in grado di stabilire la malignità della lesione; il referto citologico tipico è di neoformazione a cellule di Hürthle
(TIR 3). Le cellule ossifile costituiscono un reperto abituale di quadri benigni (come ad es. la tiroidite di Hashimoto, e non costituiscono
un indicatore specifico della neoplasia. Come nel caso del FTC, la diagnosi è istologica.
Persistenza e/o recidiva locoregionale.
Frequenza: < 20%. Rischio più elevato nel caso di varianti istologiche più aggressive, tumore primitivo > 3 cm e/o multifocale e/o con
estensione extra-capsulare, e/o con metastasi linfonodali.
Diagnosi.
La recidiva loco-regionale si manifesta solitamente entro i primi 3 anni dall’intervento e rappresenta più propriamente una persistenza
di malattia; tuttavia, recidive locali sono descritte anche a 15-20 anni dalla tiroidectomia. Si distinguono due possibilità:
• recidive linfonodali localizzate nei compartimenti cervicali centrali (livelli VI e VII) o laterali (II-V) del collo (~90%)
• recidive nei tessuti molli extra-tiroidei e delle vie aeree e digestive. Si tratta in genere di lesioni che si osservano nel decorso
di tumori poco differenziati, altamente aggressivi, e spesso già in fase metastati