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S
hock anafilattico: Reazione di ipersensibilità immediata del primo tipo mediata da immunoglobuline
E, anche piccolissime dosi di anestetico locale.
S
hock neurogeno: Alterazione dei meccanismi di controllo nervoso del tono vascolare
vasodilatazione generalizzata).
Insufficienza surrenalica: Insufficiente produzione di adrenalina e noradrenalina che regolano il tono
vascolare.
Alterazioni emodinamiche in caso di shock
La diminuita perfusione tissutale nello shock è nella maggior parte dei casi il risultato di una
diminuzione della gittata cardiaca, che può derivare o dall’incapacità del cuore di pompare il normale
ritorno venoso o dalla presenza di un minor volume di sangue che porta a un diminuito ritorno
venoso. Questi due meccanismi determinano lo sviluppo dei principali tipi di shock (ipovolemico,
cardiogeno, ostruttivo). La vasodilatazione sistemica è, invece, responsabile dello shock di tipo
distributivo. Lo shock è una patologia progressiva in cui, ad eccezione di quello di tipo distributivo, si
possono distinguere tre fasi:
1_ Fase iniziale compensatoria: Diminuzione della gittata cardiaca e quindi della pressione
sanguigna e del flusso ematico attivazione dei meccanismi compensatori riflessi (barocettori periferici
e centrali, stimolazione del sistema nervoso simpatico, attivazione del sistema renina-angiotensina)
aumento della frequenza cardiaca, vasocostrizione periferica, ritenzione di liquidi ad opera del rene
la perfusione degli organi vitali è mantenuta (i vasi del circolo coronario e cerebrale sono meno
sensibili). Il paziente presenta pallore, cute fredda, tachicardia e sudorazione, ma è ancora
cosciente.
2_ Fase progressiva reversibile: Il peggioramento delle alterazioni circolatorie e metaboliche
determina ipossia tessutale generalizzata glicolisi anaerobia con eccessiva produzione di acido
lattico ed abbassamento del pH. Inibizione della risposta vasocostrittrice con vasodilatazione ed
accumulo di sangue nel microcircolo, diminuzione della gittata cardiaca e danno ipossico cellulare
diffuso. Clinicamente il paziente è confuso e la diuresi si riduce.
3_ Fase irreversibile: Il grave danno ipossico porta a liberazione di sostanze vasoattive, aumento
della permeabilità dei vasi, formazione di essudato che aggrava l’ipovolemia. Abbassamento ulteriore
della pressione sanguigna non più controllabile dai meccanismi di compenso con conseguente
diminuzione della gittata cardiaca ed ulteriore diminuzione della perfusione dei tessuti fino ad un
livello di anossia generalizzata. In seguito al grave danno ipossico endoteliale si ha esposizione del
fattore tissutale e l’attivazione della coagulazione del sangue che culmina nell’insorgenza della CID.
La comparsa della CID segna il raggiungimento della fase di irreversibilità dello shock. Il paziente è
immobile, presenta cute fredda e sudorazione. Subentra quindi insufficienza renale con arresto della
diuresi e squilibrio elettrolitico. Febbre
Fase acuta: Vasta e complessa serie di risposte fisiologiche aspecifiche, che iniziano
immediatamente dopo che l’organismo è stato colpito da un trauma, un’infezione o qualunque causa
che produca danno.
Anche se la risposta inizia ed è più evidente a livello locale, la risposta acuta deve essere
considerata un processo dinamico che altera l’omeostasi e coinvolge quasi tutti gli organi, mediante
meccanismi di auto mantenimento e di amplificazione. La risposta infiammatoria si può accentuare,
producendo uno stato patologico generalizzato. I mediatori, prodotti da cellule, agiscono su specifici
recettori posti su cellule distanti dal luogo di secrezione.
Reazione sistemica caratterizzata da:
_Febbre
_Anoressia e cachessia
_Leucocitosi
_Aumento della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES)
_Attivazione della cascata del complemento e della coagulazione
_Proliferazione dei linfociti
_Aumento dell’increzione di ormoni (ACTH e glucocorticoidi)
_Cospicua variazione della concentrazione di alcune proteine plasmatiche
Temperatura corporea nell’uomo
Negli organismi omeotermi la temperatura corporea è mantenuta costante da meccanismi complessi
che si svolgono sotto il controllo del SNC in particolare dei neuroni della regione rostrale
dell’ipotalamo.
Questo è il fenomeno della termoregolazione. Termogenesi <--> Equilibrio <--> Termodispersione.
Il calore prodotto dall’organismo ha origine chimica in quanto viene prodotto da reazioni metaboliche,
queste possono essere:
_Esotermiche (producono calore)
_Endotermiche (sottraggono calore)
Termogenesi
Il consumo di ossigeno di un individuo consente di stabilire il suo livello di termogenesi in quanto la
produzione di calore è proporzionale al consumo di ossigeno. La produzione di calore di un individuo
a digiuno, a riposo, in ambiente termicamente neutro è il metabolismo basale: 1400-1800 calorie al
giorno, circa 70 calorie l’ora.
La termogenesi viene distinta in:
_Obbligatoria: Produzione basale di calore, generato da attività metabolica, alla cui regolazione
presiedono gli ormoni tiroidei.
_Facoltativa: Produzione di calore in eccesso in confronto a quella richiesta per lo stato basale. È
regolata prevalentemente dalle catecolamine.
La termogenesi cellulare è per massima parte indipendente dalla volontà, anche se può essere
influenzata positivamente dalla contrazione della muscolatura striata.
La termogenesi indipendente dalla volontà è regolata da vari ormoni:
_Adrenalina, Noradrenalina
_Insulina
_Ormoni tiroidei
_Glucocorticoidi
Sono detti ormoni termogenici: questi sono attivi su tutte le cellule che ricevono il segnale recepito
dagli specifici recettori.
Distribuzione del calore nell’organismo
Il sangue provvede a distribuire il calore a tutti distretti dell’ organismo. Il circolatorio ha comunque
una doppia funzione, provvede cioè, sia alla
Dispersione del Calore -> Vasodilatazione
sia al
Mantenimento del calore -> Vasocostrizione
L’organismo ha temperatura costante grazie al mantenimento di questa equazione:
Calore prodotto/calore disperso = 1
Meccanismi:
_Cute: Perspiratio insensibilis
_Vie Respiratorie: Espirazione
_Feci ed urine
_Conduzione: Propagazione del calore in un corpo, da una zona più calda ad una più fredda.
Nell’organismo avviene quando parti del corpo si trovano a temperature diverse. Oppure quando è a
contatto con corpi che si trovano a temperatura inferiore.
_Convezione: Si ha quando il calore è trasferito da un posto all’altro per movimento diretto. Esempio:
organismo sottoposto a corrente d’aria o di vento.
_Irraggiamento: Trasferimento di energia termica mediante onde elettromagnetiche. Con questa
modalità l’organismo dissipa calore ma può anche assumerne.
_Evaporazione: Dispersione del calore mediante la sudorazione. Questa è la modalità più efficiente
di dispersione termica. Inoltre è l’unica che può essere attuata quando la temperatura esterna
eguaglia o supera quella del corpo.
Centri termoregolazione
Alla termoregolazione sovrintendono una serie di strutture nervose localizzate a livello dell’area
preottica ma anche in altre aree del SNC.
Esistono 2 tipi di centri di regolazione:
_Centri superiori -> Esercitano risposta termoregolatoria, controllano i centri inferiori -> rispondono a
qualsiasi variazione di temperatura corporea interna.
_Centri termoregolatori -> Questi fanno parte di una rete neuroendocrina. Ad ogni variazione termica
innescano una serie di segnali che andranno a far produrre gli ormoni necessari alla situazione
specifica (Termodispersione o Termoconservazione).
I centri termoregolatori sono costituiti da 4 tipi neuronali:
_W (warm) sono sensibili a segnali termici al di sopra e al di sotto dei 37°C.
_I (insensitive) insensibili agli stimoli termici
_w effettori della perdita di calore
_c (cold) effettori della produzione di calore.
Alterazioni della termoregolazione
Ipertermie:
_Febbrili: L’aumento della temperatura è dovuto al rilascio di citochine pirogeniche. Si ha il riassetto
ad un livello superiore della temperatura di riferimento a cui si adeguano sia i processi termogenici
che quelli termodispersivi.
_Non febbrili: L’aumento della temperatura è dovuto ad una eccessiva produzione o ad un alterato
funzionamento dei centri di dispersione.
_Colpo di sole: Ipertermia non mediata da pirogeni, dovuta a prolungata esposizione ai raggi solari.
Caratterizzato da cefalea e da turbe psichiche. Poco noto il meccanismo patogenetico: si crede che
sia responsabile l’incremento di permeabilità a livello del SNC.
_Colpo di calore tropicale: In clima caldo umido e dopo intenso sforzo, si ha forte aumento della
sudorazione. La temperatura si innalza (44°C) e si ha grave disidratazione con ipovolemia, forte
deplezione idrosalina; alcalosi metabolica iniziale che evolve rapidamente in acidosi lattica e shock.
_Colpo di calore comune: Tipico del periodo estivo. Si ha diminuita capacità termodispersiva e la
sintomatologia è più attenuata rispetto al colpo di calore tropicale. La situazione si aggrava in
pazienti con insufficienza cardiaca.
_Ipertermia maligna: È un’alterazione termica peculiare accompagnata da uno stato iper-metabolico
e spesso da rabdomiolisi (necrosi dei muscoli) che si verifica in seguito ad anestesie in soggetti
geneticamente predisposti. È un disordine autosomico dominante che provoca nei pazienti
l’insorgenza di attacchi di violenta ipertermia (fino a 46°C) con rigidità muscolare e acidosi causata
da aumentata produzione e ritenzione di CO2 e da accumulo di acido lattico.
_Ipertermie febbrili: La febbre è una forma di ipertermia che si distingue dalle altre per il suo
particolare meccanismo patogenetico che consiste in un’alterazione dei neuroni dei centri
termoregolatori ipotalamici nei quali determinate citochine, prodotte in eccesso, inducono un
innalzamento del punto di regolazione termica. Come conseguenza di ciò, viene avvertita una
temperatura di riferimento che non è più quella prestabilita ma è superiore ad essa. Questo
comporta che si venga a stabilire un nuovo equilibrio tra termodispersione e termogenesi ad un
livello più elevato. Cioè, nell’uomo, non più a 37°C ma, ad es. a 38-39-40°C.
Ipotermie:
Si parla di ipotermia quando la temperatura corporea scende al di sotto di 35°C. Può essere indotta
in soggetti sani da cause esogene (esposizione al freddo) o può essere una Ipotermia endogena.
Nell’ipotermia si ha calo del consumo di ossigeno e di tutte le attività metaboliche per riduzione della
velocità con cui esse si compiono,