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SISTEMA DEL COMPLEMENTO
Fu scoperto da Jules Bordet, che notò l'esistenza di una componente termolabile nel siero che aumenta l'opsonizzazione e la lisi batterica e che riscaldata a 56° risultava essere inattivata. Decise di chiamarlo "Sistema del complemento degli anticorpi". Si tratta di circa 30 proteine prodotte dal fegato che restano inattive fino alla presenza di un evento scatenante. È una forma di difesa ASPECIFICA che aiuta le prime fasi della risposta immunitaria, in quanto aiuta la produzione di istamina, favorisce la lisi batterica e la fagocitosi. Le modalità di riconoscimento sono 3: la VIA CLASSICA (antigene-anticorpo), la VIA ALTERNATIVA e la VIA DELLA LECTINA (MBL, Mannose Binding Lectine). Tutte e 3 convergono in un processo comune che passa dalla C3 CONVERTASI, che permette a C3b di rimanere attaccato alla membrana del patogeno e a C3a di stimolare la fagocitosi, la morte o la formazione di pori sulla superficie batterica (grazie).al complesso MAC (C6,7,8,9)):- VIA CLASSICA: Il legame antigene-anticorpo viene riconosciuto da C1q, che lega insieme più complessi antigene-anticorpo e rilascia delle proteasi per giungere alla produzione della C3 convertasi. Dopo il cleavage di quest'ultima, si assiste alla formazione della C5 convertasi che converte C5 in C5a e C5b, responsabili della formazione dei pori. Non tutti gli anticorpi sono in grado di attivare la via del complemento, ad occuparsi dell'attivazione sono principalmente IgM e IgG
- IgM è in forma pentamerica e ognuno dei suoi bracci interagisce con una molecola di antigene. Quando è attivata cambia conformazione e si rende disponibile al legame con C1q
- IgG invece è monomerica: solo quando più IgG assieme vengono complessate con C1q il pathway si attiva.
- VIA ALTERNATIVA: È particolare perché può attivarsi anche in assenza di legame antigene-anticorpo. Questa può collaborare con la via
classica o addirittura attivarla: il pathway parte dalla C3b cheopsonizza il patogeno. Può essere attivata da LPS o da endotossine batteriche;
VIA DELLA LETTINA : La lectina lega il Mannosio solo se è disposto in una certa maniera sulla membrana (a distanza adeguata). La MBL stimola la conversione di C4 in C4b e di C2 in 2a: C4b e 2a formano (come nella via classica) la C3 convertasi. Il mannosio è un carboidrato, quindi questa via si attiva tramite il riconoscimento di carboidrati.
Qui raffigurate le sopracitate pathways. C3a, C4a e C5a sono dette ANAFILOTOSSINE e promuovono l'infiammazione agendo sui MASTOCITI, su NEUTROFILI e CELLULE ENDOTELIALI. Infatti, C4a agisce sui mastociti inducendo la degranulazione dell'istamina; C3a e C5a agiscono come agenti chemotattici per i neutrofili e C5a agisce anche sulle cellule endoteliali aumentando la permeabilità vascolare.
REGOLAZIONE SISTEMA DEL COMPLEMENTO La particolarità di queste proteine è che
devono subito legarsi al patogeno, altrimenti vengono automaticamente degradate. Per evitare un'attivazione indesiderata nei confronti di cellule self esistono dei meccanismi che si basano su alcuni inibitori della famiglia delle RCA (Regulators of Complement Activity):- C1 inh: Impedisce che C1q legato alle immunoglobuline attivi le proteasi C1r s che genereranno i tagli per la formazione della C3 convertasi.
- C3 e C5 convertasi inh: Sono molecole che si legano a C3b e a C5b impedendo il legame con i rispettivi siti Bb e 2a. Queste molecole sono CR1, DAF (Decay-Accelerating Factor), C4BP (C4 Binding Protein) e MCP (Membrane Cofactor Protein).
- MAC inh: Sono importanti per impedire che MAC si sposti in cellule vicine.
Parte di II viene degradata dalla Catepsina L e resta solo il peptide CLIP nel sito di legame di MHC. Una volta nell'endosoma (MIIC compartment), HLA-DM si occupa di scambiare CLIP con un antigene appena digerito. Infine, MHC-peptide può essere esposto in superficie e riconosciuto da CD4. La differenza fra HLA-DM e MHC è che la prima non è polimorfica, non possiede una catena invariante e non è esposta in superficie. Questo processo avviene solo per le cellule professionali, ad esempio le APCs.
Per quanto riguarda MHC I, ha la funzione di presentare materiale che viene da dentro alle cellule, come nel caso di patogeni intracellulari o proteine misfolded. Le proteine virali o misfolded vengono etichettate con UBIQUITINA: queste verranno poi processate nel proteasoma, i frammenti peptidici entreranno nel RE e là verranno complessati con MHC I neoformato. Il complesso MHC-peptide entrerà nel Golgi dove verrà raffinato e ultimato e poi verrà esposto.
Pronto per essere riconosciuto dai CD8. L'entrata dei peptidi nel RE è mediata da TAP 1 e TAP 2. Questi legano i primi pezzi di MHC I (tramite LMP, il cui funzionamento è influenzato dall'INTERFERONE γ) e poi vi si legano anche la β2 microglobulina (β m,2 coinvolta nel riconoscimento da parte dei NK), la calreticulina (che recluta Erp57 scaffold) e la CALNEXINA (stabilizzatore che promuove il legame fra MHC e β m). Finchè MHC I non è legato ad un peptide, questo non esce dal RE: il legame con il peptide è facilitato dalla TAPASINA. Gli MHC sono POLIGENICI (più geni possono codificare per mhc consequenze individuali) e POLIMORFI (all'interno di ogni gene possono esserci delle varianti. Il polimorfismo riguarda la TASCA che espone i peptidi). La variabilità aumenta ad ogni generazione. β2 possiede il sito di legame per i CD4. Gli MHC I sono molto espressi nel tessuto linfoide (T cells, B cells, Macrofagi, Cell.Dendritiche) mentre gli MHC II non sono espressi dalle Tcells ma da tutte le altre categorie, comprese le Cellule epiteliali del TIMO.
Per quanto riguarda i Neutrofili, esprimono solo MHC I e per quantoriguarda alcuni tessuti immunologicamente privilegiati (reni, fegato,cervello) entrambe le classi sono quasi assenti così come anche nei globulirossi.
ANTIGENI LIPIDICI
Mentre MHC si occupano della presentazione di antigeni proteici, esistono altre molecole che si occupano di presentare antigeni lipidici, ad esempio CD1 (tipico di M. Tubercolosis o di S. Pneumoniae): questo non ha bisognodi MHC per funzionare e possiede una tasca idrofobica che gli permette di legare lipidi e glicolipidi. Il pathway attivatorio non riguarda né CD4 né CD8, bensì i LINFOCITI T NATURAL KILLER (NKT).
I NKT sono linfociti T che esprimono recettori simili ai TCR e recettori simili agli attivatori/inibitori degli NK. Sono in grado di produrre citochine tipiche dei Th (proinfiammatorie).
esempio IL-12) e tipiche dei Th (non1 2infiammatorie, esempio IL-10). In realtà sono ibridi che non rappresentano né tutte le caratteristiche dei T né degli NK: esprimono CD56 (tipico dei NK) ma che è in grado di riconoscere i lipidi esposti da CD1. Producono IL-4 e IFNγ e stimolano i linfociti B marginali a produrre anticorpi.
IMMUNOEVASINE
Alcuni virus sono riusciti a evolvere meccanismi per evitare il loro riconoscimento, producendo molecole/proteine chiamate immunoevasine. Sotto alcuni esempi:
Addirittura, alcuni virus sono in grado di produrre ed esporre proteine simili a MHC I, senza presentare l'antigene virale. In questo modo viene eluso sia il controllo di NK che quello di cellule specializzate nel riconoscimento dell'antigene non self.
CARATTERISTICHE APCs
Sappiamo bene qual è il ruolo delle APCs (Antigen-Presenting Cells): degradare l'antigene estraneo ed esporlo in superficie mediante MHC II. Vediamo le due APCs
specializzate:CELLULE DENDRITICHE1) : Inglobano l'antigene per macropinocitosio fagocitosi, talvolta in caso di infezione virale. L'espressione di MHC è più alta nei tessuti linfoidi che negli altri tessuti, e presentano principalmente antigeni virali o allergeni. Si dividono in CONVENZIONALI (che presentano l'antigene e stimolano l'attivazione delle T cells) e PLASMOCITOIDI (che producono IFN-1 e interagiscono con i virus). Una loro caratteristica è l'ANTIGEN TRANSFER: una volta giunta al linfonodo, una cellula dendritica attivata può trasferire l'antigene ad altre APCs e attivare tutti i linfociti T là presenti. L'attivazione è determinata dall'