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Abbozzo del piano di lavoro
[definizione dell'oggetto/domande conoscitive e delimitazione del campo d'indagine]: il ricercatore orienta fin dall'inizio le attività e focalizza l'attenzione sui temi rilevanti che intende esplorare con il lavoro sul campo;
Lavoro sul campo ("visita all'Altro") allo scopo di raccogliere dati [osservazione partecipante]: il contatto diretto, per molti, caratterizza il "fare etnografia";
"Ritorno a casa", distacco dal campo e fase di sedimentazione dell'esperienza/riflessione: la rilettura analitica dei dati, la loro classificazione e la loro interpretazione in sintonia con le sensazioni e le emozioni del ricercatore costituisce il passaggio riflessivo della ricerca etnografica;
Produzione di un testo scritto: la scrittura rende possibile la comunicazione dell'esperienza di ricerca [la scrittura è importante anche nel corso della
ricerca - scrittura e attività sul campo costituiscono un processo cumulativo e circolare grazie al quale la ricerca si orienta e si dirige verso i propri scopi.
[ORIGINI E SVILUPPI: le radici più lontane risalgono all'attività "storiografica" dell'antica Grecia (Erodoto e Senofonte) - nel '500 l'opera di Montaigne, che descrive i cannibali ed elabora un primo abbozzo di relativismo culturale.
Con la scoperta dell'America, emerge la necessità di conoscere gli "indigeni" in modo dettagliato; tuttavia, solo nella seconda metà dell'800 si rintracciano i primi tentativi di riflessione e di sistematizzazione teorica che avvengono nell'ambito della sociologia e dell'antropologia.
1922 - Malinowski, Argonauti nel Pacifico Occidentale: primo rilevante caso di studio etnografico - permanenza di due anni nelle isole della Melanesia.
Scuola di Chicago: trasporta i metodi qualitativi dai paesi
Lontani al cuore della civiltà moderna = sociologia urbana. Nel secondo dopoguerra l'esperienza dell'etnografia classica si affievolisce in concomitanza con l'affermarsi in sociologia dello struttural-funzionalismo [versione elaborata da T. Parsons] che diventa il paradigma dominante (intatto fino alla fine degli anni Sessanta, poi in declino a causa del sovrapporsi di crisi strutturali e congiunturali: guerra del Vietnam, crisi dei ceti medi, rivolte studentesche, lotte per i diritti civili degli afroamericani) - parallelamente al declino dello struttural-funzionalismo, si affermano orientamenti teorici e metodologici di tipo micro-sociologico grazie ai quali l'etnografia recupera un ruolo centrale nelle preferenze dei ricercatori (recupera la lettura "dal basso" dei fenomeni sociali rispetto al precedente primato del sistema) = si riafferma una strategia conoscitiva di tipo "individualistico-interpretativo": oggetto privilegiato
Uno degli sviluppi della sociologia qualitativa è rappresentato dalla grounded theory (Glaser e Strauss), un approccio che considera la teoria non come la conseguenza della verifica di ipotesi elaborate a partire dalle conoscenze disponibili in letteratura, ma come l'esito della raccolta sistematica di dati empirici.
Gli anni '60 e '70 hanno portato a alcuni cambiamenti, tra cui la decolonizzazione del mondo, che hanno portato alla "fusione dei generi", ossia al superamento delle barriere disciplinari e a un rimescolamento di idee provenienti da vari campi. In uno scenario così interconnesso, entra in crisi la cultura intesa come forma chiusa in se stessa e la possibilità per l'Occidente di parlare a nome di popoli lontani. L'etnografia si afferma come approccio innovativo che contribuisce alla comprensione dei contesti d'azione, degli attori e delle loro interazioni, con unità d'analisi nella vita quotidiana degli attori.
Comprensione del funzionamento di molti ambiti della vita sociale”. La svolta per l’etnografia avviene negli anni ’80; nello specifico, Geertz fonda tale prospettiva sulla centralità dell’interpretazione: la cultura è l’oggetto privilegiato della ricerca ed essendo dotata di caratteristiche tali da non consentire alcuna riduzione (è singolare e non riproducibile), l’orientamento del ricercatore non può che basarsi sulla sua specifica capacità di cogliere in profondità l’essenza dei fenomeni che osserva.
Da Geertz in poi (1984, seminario presso la School of American Research di Santa Fe), viene introdotta la questione della scrittura e della “costruzione di un testo etnografico” - viene riconosciuta la non-oggettività dei resoconti etnografici, poiché riflettono la soggettività del loro autore e, quindi, viene riconosciuto il carattere locale, limitato e parziale delle
descrizioni derivanti dalla ricerca (possono essere accettate solo se legittimate dagli attori sociali appartenenti ai contesti analizzati)]. L'etnografia come ricerca sul campo e come scrittura Riprendendo lo schema proposto da Cardano, Lipari analizza più nello specifico alcuni passaggi metodologici dell'attività etnografica - il lavoro sul campo e la scrittura. 1. Il lavoro sul campo Anzitutto, dato che non esiste un modello procedurale predefinito, il ricercatore è chiamato a mettere a punto il suo metodo di volta in volta [si delinea e si definisce man mano che l'opera procede]. L'azione dell'etnografo, nello specifico, è guidata dalla logica dell'esplorazione ed è orientata alla scoperta di significati [!!! le pre-cognizioni del ricercatore sicuramente hanno un peso e un'influenza, ma non devono essere troppo rigide perché rischiano di irrigidire l'esplorazione e causare la perdita dicontatto con isignificati autentici che emergono]. I metodi e le tecniche utilizzate sono numerose e, spesso, utilizzate in modo combinato: es. osservazione + shadowing* (poi vedremo di cosa si tratta) oppure raccolta di testimonianze scritte + uso del metodo biografico [metodi e tecniche, tuttavia, sono liberi e determinati di volta in volta a seconda delle esigenze che emergono]. Il primo problema che l'etnografo deve affrontare è l'accesso al campo, dove passerà mesi o anni; naturalmente, quanto minori saranno le "resistenze" delle culture locali, tanto maggiori saranno le probabilità che il suo lavoro si svolga senza troppe difficoltà. Nello specifico, l'accesso fisico può essere esplicito [preceduto da un passaggio negoziale] oppure nascosto [meglio se gestito da un intermediario e da un garante]. Infine, per quanto riguarda l'accesso sociale, sarà l'etnografo a capire come cavarsela e quali strategie utilizzare.relazionali porre in atto. In ogni caso, l'attività prevalente sul campo viene etichettata come "osservazione partecipante" = stile di ricerca che garantisce al tempo stesso coinvolgimento nell'azione osservata e presa di distanza da essa [equilibrio delicato tra "coinvolgimento"/"conoscenza dei membri" e "rischio di diventare un nativo eccessivamente coinvolto"]. L'osservazione partecipante consente di analizzare azioni e contesti che difficilmente potrebbero essere compresi solo attraverso una semplice registrazione di opinioni verbali [richiede, però, un minimo di conoscenza precedente che permette di focalizzarsi su aspetti ritenuti centrali].
Per quanto riguarda il modo di rapportarsi, il ricercatore dovrebbe essere capace di sospendere il proprio atteggiamento naturale, assumendo identità differenti [es. "lo straniero" oppure "il novizio" = permettono di assumere una condizione
di "spaesamento" davanti alla nuova cultura] oppure ricorrere all'individuazione di persone capaci di estraniarsi [es. "i pesci fuor d'acqua" oppure "i disturbatori culturali" = figure socialmente marginali che permettono di vedere in che modo la società reagisce a persone/eventi che non è preparata ad affrontare]. Principalmente, il lavoro sul campo dovrebbe condurre alla ricostruzione del contesto osservato; per farlo, il ricercatore dovrebbe rivolgere la sua attenzione a tre aspetti simultaneamente presenti nella scena sociale: 1. Convenzioni sociali (es. rituali e cerimonie); 2. Interpretazioni e spiegazioni degli attori; 3. L'ambiente dell'azione (es. spazio fisico). *shadowing: mentre l'osservazione si concentra prevalentemente sull'ascolto e sulla comunicazione verbale, lo shadowing permette di cogliere anche sottigliezze dell'agire quali il linguaggio del corpo, quello delle emozioni e, in generale,tutte le forme possibili di comunicazione non verbale [rileva possibilità che emergono dall’imprevisto e costituisce una variante radicale dell’osservazione partecipante]. Tale tecnica consiste nel seguire un attore nel corso delle sue attività quotidiane accompagnandolo come se fosse la sua ombra (shadow, appunto) in tutto ciò che fa. Altre tecniche:- Porre domande: l’intervista ha la funzione di esplorare e approfondire dimensioni e aspetti della realtà • oggetto di studio che l’osservatore non riesce a penetrare; tra i metodi naturali, è incluso quello del “porre domande”, tradotte in un’intervista non-strutturata (strumento flessibile libero da scopi di conoscenza predeterminati - rende possibile il divagare e genera conoscenze sui fenomeni ritenuti rilevanti). I temi dell’intervista dipendono dalla piega che la conversazione assume;
- Raccogliere testimonianze scritte (vi rientrano sia queste che gli
scambi epistolari e le storie di vita):• attraverso l’analisi di testi elaborati dai soggetti è possibile ricavare informazioni di rilievo riguardantiabitudini, pratiche, ecc. (la vita quotidiana); essi permettono al ricercatore di descrivere e ricostruire conmaggiore chiarezza le relazione sociali, avendo a disposizione prospetti e punti di vista provenientidall’interno della realtà studiata (si va oltre la dimensione dell’esperienza soggettiva per metterla inrelazione con fenomeni e processi più ampi).
2. La scrittura etnografica ! 3 A. VERGANICon il “ritorno a casa”, l’etnografo deve affrontare il delicatissimo momento in cui i risultati devono essereinterpretati e poi comunicati [= revisione dei materiali empirici raccolti, esposizione di un report finale chesistematizzi gli esiti della ricerca]. Qual è il tipo di scrittura idoneo a tale scopo?Fino agli anni ’80: dominanza dell’argomentazione
scientifica anche nel campo delle scienze sociali [linguaggio essenziale e preciso, esposizione distaccata dei fatti, oggettività].
Dagli anni '80: la liberazione dai modi consolidati dell'argomentazione scientifica fissati dalla tradizione segue la "svolta narrativa".