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Estratto del documento

Obbligo del trattamento nazionale (caso Habard: in Svezia il cittadino non svedese che voglia proporre una

causa civile, deve prestare una cauzione nell’evenienza che soccomba per evitare che fugga senza pagare le

spese processuali; dichiarata contraria alle norme sulla libera prestazione di servizi).

In secondo luogo, c’è il divieto di misure indirettamente discriminatorie.

Obbligo di iscriversi ad un albo: se io vado a prestare un’attività che richiede l’iscrizione nel mio stato e in

un altro stato membro, la cosa si fa gravosa; solitamente la Corte ritiene giustificata la richiesta di iscrizione

solo se nel paese del prestatore non sia già stata ottenuta l’iscrizione, per evitare il doppio onere.

misure discriminatorie,

Tuttavia, è previsto che gli Stati possano adottare sempre che ci siano dei giusti

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motivi che ne giustifichino l’adozione, elencati tassativamente all’art.

tutela dell’ordine pubblico (caso Omega: attività di simulazione di guerra con laser, accusata di

• violare il principio di dignità umana, importante nella costituzione tedesca; la Corte ha

sostanzialmente dato ragione alla Germania, perché si accetta che su certi principi l’opinione in

europa sia eterogenea, quindi la Germania ha diritto di vietare tale attività);

tutela della sicurezza pubblica

• tutela della sanità pubblica .

Se invece la misura è indistintamente applicabile, ma ha l’effetto di restringere o di rendere più difficoltosa

l’entrata nel mercato, questa può essere giustificata da motivi imperativi di interesse generale.

Questa elaborazione è di tipo giurisprudenziale, quindi non c’è un elenco preciso di questi interessi generali;

si affronta la questione con un approccio casistico. Solitamente il ragionamento è:

c’è una limitazione?

• se sì, c’è una giustificazione sulla base di interessi generali?

Ci sono stati dei casi che riguardavano il fenomeno del distacco dei lavoratori, che consiste nel fatto che

un’impresa vada all’estero in Europa per un lavoro e porti con sé la forza lavoro; il problema è capire quale

legislazione che si applica a questi lavoratori.

Caso Rush­portugesa che va in Francia, la quale scopre che alcuni operai erano extra comunitari in regola

con la legislazione portoghese ma non con quella francese; la Corte dice che se si consente la doppia

imposizione, si mettono le imprese degli altri stati membri in posizione di sfavore rispetto alle imprese

francesi, perché rispettare due normative sull’immigrazione è un costo, così come assumere altri lavoratori.

La decisione della Francia può essere legittima solo se ha come scopo ad esempio la tutela dei diritti dei

lavoratori, dell’ambiente e altre robe del genere, altrimenti no. Per disciplinare questa situazione è stata

applicata la Direttiva 71 del ’76, che però a sua volta ha dato numerosi problemi di interpretazione.

Alla fine, siccome c’era di mezzo la tutela dei lavoratori, la Corte dà ragione alla Francia; il punto è che non

basta che ci sia questo interesse: bisogna che le misure adottate siano proporzionate e necessarie. Esempio,

settore del gioco d’azzardo: il gioco online era tassato di più, perché secondo lo Stato questa è una forma di

disincentivo, dal momento che l’attività online è meno facile da controllare e si tenta in questo modo di

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diminuire l’offerta. Ma la Corte non lo accetta; ok l’interesse generale, ma la misura adottata non è né

proporzionata né necessaria.

Caso Lavalle: impresa lettone partecipa e vince un subappalto per la ristrutturazione di una scuola in Svezia;

l’impresa lettone paga molto poco i suoi operai, quindi i sindacati svedesi la invitano a far parte di un accordo

collettivo, per assicurare un giusto salario a questi operai. Gli accordi vanno avanti per un po’, ma a un certo

punto falliscono e i sindacati svedesi bloccano il sito in questione impedendo alla Lavalle di accedere ai

lavori. L’episodio ha effetti devastanti sulle finanze di quest’ultima, ma il punto è: queste misure adottate dal

sindacato svedese sono legittime o no? La Lavalle dice di no, perché costituisce impedimento a un’attività

economica. La Corte si trova di fronte al dilemma se le azioni collettive dei sindacati sono contrarie alle

norme sulla libera circolazione dei servizi; la Corte applica queste norme anche a soggetti che non sono

pubblici, perché altrimenti si creerebbe una lacuna grandissima, anche perché i sindacati svolgono attività

quasi pubbliche. Questa soluzione è stata molto controversa; l’esercizio del diritto di sciopero può costituire

una valida giustificazione per la restrizione della libertà di stabilimento? Sì, perché c’è di mezzo la tutela dei

lavori (Carta diritti fondamentali, etc), nonché l’interesse generale nell’evitare attività di dumping. Terzo

passaggio: le misure sono proporzionali e necessarie? No, i sindacati avrebbero potuto trovare altre soluzioni,

meno restrittive, ma comunque utili a conseguire gli effetti voluti e legittimi. La soluzione lascia perplessi,

perché che cavolo di soluzioni alternative ci sono, dal momento che mesi e mesi di negoziati sono falliti.

Chiaramente l’occupazione del sito è una misura estrema, ma nei fatti non c’erano poi tante alternative, per

cui questa decisione così rigida da parte della Corte ha fatto un po’ discutere.

riconoscimento di diplomi e qualifiche:

Punto importante è il quasi risolto problema delle qualifiche

internazionali, ma non c’è quadro preciso per l’automatico riconoscimento dei titoli.

Servizi di interesse economico generale

Lo Stato eroga servizi di interesse economico e sociale, componente essenziale del modello sociale europeo.

economia sociale di mercato,

Il TUE è basato su fortemente competitiva: da una parte libera concorrenza,

dall’altra gli aiuti sociali; da una parte si vuole invogliare lo Stato a occuparsi del settore sociale, dall’altra lo

Stato non deve approfittarsene e escludere i cittadini.

liberalizzazione dei servizi,

Le direttive europee sono per la ma la Corte europea dice che le restrizioni alla

concorrenza da parte di operatori economici devono essere ammesse se risultano necessarie per consentire

lo svolgimento dei servizi di interesse generale da parte di imprese incaricate. A questo proposito si deve

tenere conto di condizioni economiche in cui si trova l’impresa e in particolare dei costi che deve sopportare

e delle normative anche ambientali che deve rispettare. Le deroghe devono essere fatte quando ci sono

esigenze sociali, che però vanno dimostrate (es. compagnia di trasporti navali di Pantelleria).

Sono servizi di interesse sociale, e quindi ammettono deroghe alla concorrenza, luce, telefonia fissa, trasporti

pubblici, misure di sicurezza aeroportuale, scuole.

Diritto antitrust

È uno dei diritti più invasivi sia nella vita delle persone, sia nella vita delle aziende.

Peculiarità del diritto antitrust

Autorità Garanti,

­ esiste un network delle la rete delle autorità nazionali e internazionali; in Europa

abbiamo le singole autorità statali e a livello comunitario la Commissione; in questo contesto possono

esserci quindi interpretazioni giudiziali molto diverse, motivo per cui ogni impresa deve avere un

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self­assessment,

proprio che svolge controllo su accordi verticali e orizzontali, soprattutto gli accordi

di esclusiva

­ l’autorità antitrust, oltre a sanzionare le imprese, promuovono la normativa antitrust con attività di

advocacy (avvicinamento)

­ le regole di concorrenza sono poste a difesa e sostegno del mercato unico (vd. art. 101); la difesa della

concorrenza non tutela quindi la concorrenza tra le singole imprese, ma il commercio tra Stati membri

­ le regole di concorrenza sono anche una spinta alla crescita

La normativa italiana

Legge 287/1990, copiate sostanzialmente dalla normativa europea.

concentrazioni:

Normativa sulle si ha quando c’è un cambio di controllo su un’impresa, detto target, cioè

con percentuali di acquisizione anche del 15­20% (50% in codice civile) se insieme alle azioni si acquista

anche un diritto di veto su decisioni importanti cos ì anche con partecipazione di minoranza è possibile

bloccare i piccoli investimenti, che nell’immediato blocca l’azienda.

Se le fusioni sono troppo grandi, sono permesse a certe condizioni (es. San Paolo e Banca Intesa).

Si può crescere sul mercato tramite acquisizioni.

L’acquisizione di istituti finanziari ha una regolamentazione diversa da quella di istituzioni industriali, la

prima è più complicata.

Le concentrazioni devono essere notificate all’autorità antitrust del territorio su cui ci saranno effetti; ci sono

effetti sul mercato quando sia l’acquirente sia l’acquisito sono attivi su quel determinato mercato, perché

l’acquirente potrebbe arrivare a acquisire un’alta percentuale del mercato interessato.

notifica

In realtà di fatto c’è obbligo di non solo sul mercato su cui ci sono effetti grandi, ma anche su altri

Paesi in cui gli effetti sono molto piccoli, ma comunque il fatturato è superiore alla bassissima soglia prevista

(effetti extraterritoriali).

Se la fusione di due società produce fatturati incredibilmente alti, bisogna notificare solo in Commissione

europea (one stop shop); ma riguardo alle compagnie europee non si può far entrare altri (golden share), vd.

caso di Alitalia­Etihad.

La normativa comunitaria

Art. 101: divieto di intese generali restrittive della concorrenza, cioè tutti gli accordi che possono comportare

un danno in un mercato rilevante, quando le quote interessate in questo accordo sono troppo alte, sia accordi

effetti positivi:

orizzontali, sia verticali; ma esenzione per accordi con

­ trasferire ai consumatori gran parte degli effetti

­ promuovere progresso tecnico

­ non avere restrizioni indesiderabili

Tali accordi non possono essere notificati, almeno per prassi. Bisogna fare self­assessment, valutare se questo

accordo ha possibilità di ottenere esenzioni. Block exemption regulations

La Commissione a questo fine ha previsto le che, se applicate, garantiscono il

safe harbour delle esenzioni, cioè la certezza di ottenere le esenzioni.

Regolamento 1/2003: svolta nella gestione delle intese restrittive, che impone inversione dell’onere di prova,

cioè self­assessment, valutazione a carico delle imprese se l’accordo noccia o no alla concorrenza; se viene

sbagliata la valuta

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Publisher
A.A. 2014-2015
20 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camsca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Porro Giuseppe.