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Interagire con chi utilizza la negazione
Non è facile interagire con chi utilizza la negazione poiché queste persone tendono a interpretare e a giustificare in modo apparentemente razionale i comportamenti propri e altrui. Tuttavia, è possibile dar loro un sostegno attraverso la condivisione delle proprie esperienze, arricchite dagli aspetti emotivi tanto temuti da chi usa la negazione in modo massiccio.
Per evitare di affrontare i conflitti emotivi interni, alcuni medici utilizzano il meccanismo della proiezione, attribuendo ad altri i propri sentimenti, impulsi e pensieri inaccettabili e riescono in questo modo a controllare l'emozione.
Tra le reazioni del medico alla malattia e al paziente possiamo riscontrare la depressione.
condivisione delle proprie esperienze, arricchite dagli aspetti emotivi tanto temuti da chi usa la negazione in modo massiccio. Una condizione che può essere presente sia nel medico che nel paziente; essa può essere realistica, come nel caso della paura di contrarre un'infezione, fare una diagnosi errata, danneggiare involontariamente il paziente, o anche di essere oggetto di una denuncia. Nella pratica clinica, il medico può utilizzare diversi accorgimenti per tutelarsi, ma esprimere le proprie paure e preoccupazioni può non essere facile per chi è stato formato con il preciso obiettivo di essere in grado di controllare le patologie e di risolvere i problemi legati a esse. Per evitare di affrontare i conflitti emotivi interni, alcuni medici utilizzano il meccanismo della proiezione, attribuendo ad altri i propri sentimenti, impulsi e pensieri inaccettabili e riescono in questo modo a controllare l'emozione. L'inesorabilità del decorso.di una malattia e la consapevolezza dell'impossibilità di un intervento adeguato possono deprimere il medico e indurlo a distorsioni sia di pensiero che di giudizio. Anziché affrontare la propria condizione emotiva cercando un sostegno nei familiari e negli amici, è frequente che, per combattere la percezione della propria inefficacia, il medico reagisca lavorando di più e in modo più diligente.04. Il paziente che "sa tutto"
Può essere frustrante per il personale sanitario perché sembra che non voglia mai seguire le terapie prescritte, sebbene continui a lamentarsi dei sintomi che lo hanno indotto al consulto. Tende ad avere conoscenze approfondite su alcuni argomenti medici e pretende di saperne altrettanto o più del medico stesso. Ama portare con sé articoli di riviste divulgative o trovati su Internet inerenti a tematiche mediche per "permettere al medico o all'infermiere di acquisire una
competenza comparabile alla sua».È problematico in quanto i sintomi che lamenta sono reali, ma difficilmente diagnosticabili, nonostante il paziente sia sottoposto a svariati approfondimenti diagnostici.È indubitabilmente un paziente difficile, che al tempo stesso può essere molto richiedente. I casi estremi sono rappresentati dagli ipocondriaci che si precipitano al prontosoccorso ogni volta che provano un minimo dolore, convinti che si tratti di un sintomo di una grave malattia.
05. Il paziente terminale con dolore cronicoPuò essere frustrante per il personale sanitario perché sembra che non voglia mai seguire le terapie prescritte, sebbene continui a lamentarsi dei sintomi che lo hannoindotto al consulto.È indubitabilmente un paziente difficile, che al tempo stesso può essere molto richiedente. I casi estremi sono rappresentati dagli ipocondriaci che si precipitano al prontosoccorso ogni volta che provano un minimo dolore.
situazione. È importante che il medico sia paziente e comprensivo, cercando di fornire risposte chiare e rassicuranti. In alcuni casi, potrebbe essere necessario coinvolgere uno psicologo o uno psichiatra per un supporto aggiuntivo. 07. Il paziente ipocondriaco. Il paziente ipocondriaco è caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per la propria salute, convinto di essere affetto da gravi malattie nonostante i risultati negativi degli esami medici. È importante che il medico sia empatico e rassicurante, cercando di fornire informazioni chiare e basate su evidenze scientifiche. Potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo per aiutare il paziente a gestire l'ansia e a sviluppare strategie per affrontare le preoccupazioni legate alla salute. 08. Il paziente manipolatore. Il paziente manipolatore cerca di ottenere vantaggi personali attraverso comportamenti manipolativi, come cercare di convincere il medico a prescrivere farmaci non necessari o a fornire certificati medici falsi. È importante che il medico mantenga una posizione ferma e professionale, evitando di cedere alle richieste inappropriate. Potrebbe essere necessario stabilire dei limiti chiari e, se necessario, coinvolgere un consulente legale per gestire eventuali situazioni complesse. 09. Il paziente non collaborativo. Il paziente non collaborativo è caratterizzato da una mancanza di adesione alle indicazioni mediche, come non prendere correttamente i farmaci prescritti o non seguire una dieta consigliata. È importante che il medico cerchi di comprendere le ragioni dietro questa mancanza di collaborazione e lavori insieme al paziente per trovare soluzioni alternative. Potrebbe essere utile coinvolgere un educatore sanitario per fornire ulteriori informazioni e supporto al paziente. 10. Il paziente ansioso. Il paziente ansioso è caratterizzato da una costante preoccupazione e ansia riguardo alla propria salute. È importante che il medico sia rassicurante e fornisca informazioni chiare e basate su evidenze scientifiche per aiutare il paziente a gestire l'ansia. Potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo o uno psichiatra per fornire un supporto aggiuntivo e sviluppare strategie per affrontare l'ansia in modo efficace.situazione. È problematico in quanto i sintomi che lamenta sono reali, ma difficilmente diagnosticabili, nonostante il paziente sia sottoposto a svariati approfondimenti diagnostici. Alcuni soggetti sanno di essere un paziente e lo comunicano direttamente, mentre altri si presentano con una varietà di sintomi, tra cui affaticamento, mancanza di energia, insonnia durante la notte e stanchezza durante il giorno, mancanza di interesse e anedonia. È tra i pazienti più difficili perché vi sono dei confini molto labili nello spettro tra bisogno, abuso e pericolo. È necessario che il medico sia consapevole che ci possono essere dei rischi sia per il medico che per il paziente stesso. 07. Il paziente psicosomatico Alcuni soggetti sanno di essere un paziente e lo comunicano direttamente, mentre altri si presentano con una varietà di sintomi, tra cui affaticamento, mancanza di energia, insonnia durante la notte e stanchezza durante il giorno.durante il giorno, mancanza di interesse e anedonia. Interagire con questa tipologia di pazienti è molto faticoso poiché essi continuano a ripetere le stesse domande e le stesse storie e a volte possono essere difficili da trattare se diventano agitati, evenienza frequente quando hanno paura o sono convinti di aver perso il controllo della situazione. È tra i pazienti più difficili perché vi sono dei confini molto labili nello spettro tra bisogno, abuso e pericolo. È necessario che il medico sia consapevole che ci possono essere dei rischi sia per il medico che per il paziente stesso. È problematico in quanto i sintomi che lamenta sono reali, ma difficilmente diagnosticabili, nonostante il paziente sia sottoposto a svariati approfondimenti diagnostici.
08. Il paziente ansioso. È problematico in quanto i sintomi che lamenta sono reali, ma difficilmente diagnosticabili, nonostante il paziente sia sottoposto a svariati approfondimenti.
diagnostici. È indubitabilmente un paziente difficile, che al tempo stesso può essere molto richiedente. I casi estremi sono rappresentati dagli ipocondriaci che si precipitano al prontosoccorso ogni volta che provano un minimo dolore, convinti che si tratti di un sintomo di una grave malattia. Alcuni soggetti sanno di essere un paziente e lo comunicano direttamente, mentre altri si presentano con una varietà di sintomi, tra cui affaticamento, mancanza di energia, insonnia durante la notte e stanchezza durante il giorno, mancanza di interesse e anedonia. Interagire con questa tipologia di pazienti è molto faticoso poiché essi continuano a ripetere le stesse domande e le stesse storie e a volte possono essere difficili da trattare se diventano agitati, evenienza frequente quando hanno paura o sono convinti di aver perso il controllo della situazione. 09. Il paziente che non aderisce al trattamento Può essere frustrante per il personale.sanitario perché sembra che non voglia mai seguire le terapie prescritte, sebbene continui a lamentarsi dei sintomi che lo hanno indotto al consulto. Alcuni soggetti sanno di essere un paziente e lo comunicano direttamente, mentre altri si presentano con una varietà di sintomi, tra cui affaticamento, mancanza di energia, insonnia durante la notte e stanchezza durante il giorno, mancanza di interesse e anedonia. È indubitabilmente un paziente difficile, che al tempo stesso può essere molto richiedente. I casi estremi sono rappresentati dagli ipocondriaci che si precipitano al prontosoccorso ogni volta che provano un minimo dolore, convinti che si tratti di un sintomo di una grave malattia. È problematico in quanto i sintomi che lamenta sono reali, ma difficilmente diagnosticabili, nonostante il paziente sia sottoposto a svariati approfondimenti diagnostici.
Tra le reazioni del medico alla malattia e al paziente possiamo riscontrare,
La proiezione consiste in: L'inesorabilità del decorso di una malattia e la consapevolezza dell'impossibilità di un intervento adeguato possono deprimere il medico e indurlo a distorsioni sia di pensiero che di giudizio. Anziché affrontare la propria condizione emotiva cercando un sostegno nei familiari e negli amici, è frequente che, per combattere la percezione della propria inefficacia, il medico reagisca lavorando di più e in modo più diligente. Per evitare di affrontare i conflitti emotivi interni, alcuni medici utilizzano il meccanismo della proiezione, attribuendo ad altri i propri sentimenti, impulsi e pensieri inaccettabili e riescono in questo modo a controllare l'emozione. È una condizione che può essere presente sia nel medico che nel paziente; essa può essere realistica, come nel caso della paura di contrarre un'infezione, fare una diagnosi errata, danneggiare involontariamente il paziente, o anche di essere.
oggetto di una denuncia. Nella pratica clinica, il medico può utilizzare diversi accorgimenti per tutelarsi, ma esprimere le proprie paure e preoccupazioni può non essere facile per chi è stato formato con il preciso obiettivo di essere in grado di controllare le patologie e di risolverei problemi legati a esse. Non è facile interagire con chi utilizza la negazione poiché queste persone tendono a interpretare e a giustificare in modo apparentemente razionale i comportamenti proprie altrui; è tuttavia possibile dar loro un sostegno attraverso la condivisione delle proprie esperienze, arricchite dagli aspetti emotivi tanto temuti da chi usa la negazione in modo massiccio. 11. Il paziente direttivo Desidera avere il controllo costante della situazione, esprime chiaramente quello che vuole e non esita a porsi in contrapposizione con il medico o l'infermiere se non è d'accordo con lui. È indubitabilmente un paziente difficile, cheAl tempo stesso può essere molto richiedente. I casi estremi sono rappresentati dagli ipocondriaci che si precipitano al prontosoccorso ogni volta che provano un minimo dolore, convinti che si tratti di un sintomo di una grave malattia.
Può essere frustrante per il personale sanitario perché sembra che non voglia mai seguire le terapie prescritte, sebbene continui a lamentarsi dei sintomi che lo hanno indotto al consulto.