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ELEMENTARE
I disturbi dell'espressione scritta si dividono in disgrafia e disortografia, a seconda che riguardino l'elemento esecutivo o costruttivo della scrittura; possono apparire già dalla I° elementare ma raramente vengono diagnosticate prima della II°.
Lezione 41 - Parlare degli interventi di educazione alla salute in ambito scolastico
I progetti volti alla tutela della salute hanno come obiettivo di sensibilizzare e orientare ad uno stile di vita sano, prevenire e combattere l'uso di alcol e droghe, stimolare verso una corretta alimentazione. Tra le dipendenze da combattere rientrano anche il gioco e internet. L'approccio utilizzato in questi progetti è psicopedagogico, che parte dall'analisi dei bisogni del gruppo e individua quali sono i comportamenti da disincentivare e quali sono invece quelli da rafforzare in quanto positivi.
Lezione 51 - Parlare del pensiero di Adler in tema di educazione
Alfred Adler è stato uno psichiatra.
Sigmund Freud è stato un psicoanalista, psicologo e psicoterapeuta austriaco che visse tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, un periodo particolarmente fertile quanto ad innovazioni scientifiche e culturali. E anche il suo pensiero risulta innovativo.
In tema di educazione, egli afferma che non si educa solo attraverso ciò che si sa ma anche attraverso ciò che si è. Per questo un tema prioritario è istruire i genitori in vista della loro funzione educativa. Solo così infatti si può garantire che forniscano ai figli l'ambiente adeguato per poter sviluppare le proprie capacità.
Il bambino saprà strutturare la propria vita nella misura in cui la madre saprà trasmettergli coraggio di vivere e capacità di contatto sociale. Inoltre la figura materna non deve essere ingombrante ma lasciare che nel perimetro sociale del bambino abbiano il loro ruolo anche il padre, i fratelli, in modo che il bambino sviluppi il senso di collettività.
E in modo che essi possano partecipare all'educazione del bambino stesso. La parola d'ordine, che Adler indica anche nel suo libro "the education of children" del 1930, è educazione antiautoritaria. L'eccesso autoritarismo dei genitori si manifesta in indicatori comportamentali come ostinazione infantile, bugie infantili o anche bagnare il letto, mangiare le unghie.
In caso di famiglia inadeguata, per Adler riveste un ruolo fondamentale a scuola, che può intervenire in supporto. Anche in questo caso è però necessaria una formazione preliminare adeguata agli insegnanti.
Sia i genitori che gli insegnanti devono essere pazienti, non nevritici, in grado di reagire con calma e razionalità agli umori del bambino. Il bambino deve sentirsi incoraggiato alla vita e all'essere un uomo tra gli uomini, a cooperare prima che a competere, ad agire in campo sociale.
Per quanto concerne i problemi di integrazione scolastica, Adler ritiene che
i problemi principali sono: - il bagaglio intellettuale ereditario, sia in termini qualitativi che quantitativi; - le condizioni somatiche, intese sia in senso funzionale che estetico, che vanno a determinare il livello di sicurezza e autostima; - le implicazioni emotive, derivanti dalle dinamiche dei rapporti intrafamiliari dei primi anni di vita; - le motivazioni sociali, che descrivono il substrato culturale e che possono rivelarsi adeguate o inadeguate dal punto di vista preparatorio per i ragazzi. Lezione 61 - Parlare degli obiettivi che si prefigge la scuola attraverso l'intervento dello psicologo scolastico. Lo psicologo scolastico rappresenta un ponte tra la scuola e la famiglia e supporta la famiglia tramite interventi di tipo psicoeducazionale nei casi sempre più frequenti in cui i figli manifestano disturbi della personalità. Per psicoeducazione si intende una modalità di trattamento condotta professionalmente che integra e sinergizzainterventi psicoterapeutici ed educativi. L'obiettivo è di intervenire nelle dinamiche familiari attraverso gruppi di incontro finalizzati a supportare il sistema famiglia nella composizione delle fratture che si possono verificare e nel prevenire il verificarsi di possibili situazioni di crisi. È fondamentale riconoscere l'importanza dell'ambiente familiare nella nascita dei problemi legati ai disturbi di personalità. L'approccio già nelle sue prime formulazioni in Inghilterra tra gli anni 50 e 60 era di coinvolgere nel processo di psicoeducazione tutto il nucleo familiare; anche nel pensiero adleriano, secondo cui è importante nello sviluppo del bambino l'insieme di tutte le figure conviventi durante l'età evolutiva, è importante prevedere interventi formativi per i genitori. È stato dimostrato tramite diversi studi che l'intervento a livello di famiglia riduce percentualmente laprobabilità di ricadute dei pazienti. Una delle principali strategie è quella dell’incoraggiamento, che consiste nella creazione di una relazione empatica che aiuta ad accogliere il deficit che è stato rilevato e a trovare la soluzione più adatta per quel paziente in quel momento. Nella pratica, l’intervento psicoeducativo o di counselling mira a evidenziare quali sono le risorse a disposizione e sottolineare tutti i progressi, anche minimi. Il processo viene attivato con il gruppo (la famiglia) e tende a creare un’alleanza di lavoro, che implica cooperazione e focalizzazione sul compito e sull’obiettivo. La sperimentazione di questa alleanza può portare a modificazioni nelle dinamiche relazionali tra genitori e figli. Un’altra strategia utilizzata è quella della mentalizzazione, intesa come capacità di dare un senso alle azioni proprie e altrui in base alla comprensione agli stati mentali; è importante.rendere i genitori capaci di relazioni più mentalizzate con i propri figli.strategia che renda possibili scelte e modificazioni. Il successo del counselling è proprio quello di favorire il cambiamento; l'individuo riscopre la propria autonomia tramite migliore conoscenza di sé e delle proprie possibilità. Rogers individua tre atteggiamenti che il counselor deve avere: 1. Genuinità e spontaneità, essere sempre sé stesso in contatto con i propri sentimenti 2. Considerazione positiva incondizionata, cioè accettazione del paziente indipendentemente da ciò che pensa e dice, interesse senza essere contaminato dal giudizio 3. Comprensione empatica, capacità di cogliere la situazione personale La metodologia si articola in 4 fasi: 1. Instaurazione di una corretta relazione basata su fiducia e rispetto 2. Comprensione da parte del counselor del disagio 3. Conduzione dell'utente alla consapevolezza dei motivi del disagio 4. Ricerca condivisa di una prospettiva alternativa, di un significato diverso, di una strategia che renda possibili scelte e modificazioni.Lezione 71 – Parlare del counselling secondo il modello adleriano.
Il counselling può essere definito: un uso della relazione abile e strutturato che sviluppa autoconsapevolezza e accettazione delle emozioni, crescita e risorse personali.
L'obiettivo è vivere in modo pieno e soddisfacente.
In particolare, il counselling adleriano è una particolare modalità di scambio colloquiale tra un operatore preparato e un soggetto bisognoso d'aiuto. Lo scopo è quello di favorire il passaggio di questi da una condizione di disagio ad una di benessere, in un tempo relativamente breve (Pier Luigi Pagani).
Non bisogna farsi trarre in inganno dalla somiglianza del termine Counselling con il termine consiglio.
Il consiglio sottintende un rapporto paritario e il suggerimento di scelte o modificazioni; il counselling invece consiste nel rapporto con un esperto con cui si ricerca
Possibilità di cambiamento
Tra gli elementi decisivi abbiamo il setting, l'insieme degli elementi spaziali temporali e mentali all'interno dei quali si sviluppa la relazione di aiuto. È necessario che l'ambiente sia neutro, caldo, la luce sia tale da rendere ben percepibili anche gli elementi di comunicazione non verbale; il tempo deve essere ben definito per evitare dispersioni e cali di attenzione.
Lezione 81 - Parlare del disturbo del controllo degli impulsi
I Disturbi del Controllo degli Impulsi sono una categoria diagnostica riconosciuta solo in tempi relativamente recenti. Come ci indica il termine stesso, i Disturbi del Controllo degli Impulsi, sono in generale caratterizzati dall'incapacità del soggetto a resistere ad impulso o ad una tentazione impellente. Tale spinta induce il soggetto alla realizzazione di un'azione pericolosa per sé stessi e/o per gli altri ed è preceduta da una sensazione di crescente tensione.
ed eccitazione a cui fa seguito piacere, gratificazione, e sollievo. In genere l'azione è seguita da una sensazione di rimorso, di biasimo personale o senso di colpa. Fanno parte dei disturbi del controllo degli impulsi: - il gioco d'azzardo, comportamento di gioco maladattivo, ricorrente e persistente; - la piromania, abitudine ad appiccare il fuoco per piacere, gratificazione, o alleviamento dellatensione; - la cleptomania, ricorrente incapacità di resistere all'impulso di rubare oggetti che non hanno utilità personale o valore commerciale; - il disturbo esplosivo intermittente, costituito da saltuari episodi di incapacità di resistere ad impulsi aggressivi e che causano gravi aggressioni o distruzione della proprietà; - la tricotillomania, lo strapparsi ricorrente di capelli o peli per piacere, gratificazione, o alleviamento della tensione e che causa una rilevante perdita di essi; - il disturbo del controllo degli impulsi non altrimenti specificato (NAS).includere diverse fasi: 1. Valutazione: lo psicologo scolastico dovrà valutare attentamente la situazione, raccogliendo informazioni sia dalla famiglia che dai docenti. Sarà importante comprendere la gravità del disturbo e l'impatto che ha sulla vita quotidiana del soggetto. 2. Intervento individuale: il progetto dovrà prevedere un intervento mirato sul singolo individuo, utilizzando tecniche terapeutiche specifiche per il disturbo in questione. Lo psicologo scolastico dovrà lavorare a stretto contatto con il soggetto, offrendo sostegno emotivo e aiutandolo a sviluppare strategie per gestire il disturbo. 3. Coinvolgimento della famiglia: la famiglia svolge un ruolo fondamentale nel processo di recupero. Lo psicologo scolastico dovrà lavorare con i genitori per fornire loro informazioni sul disturbo e supporto nell'affrontare la situazione. Potrebbe essere necessario coinvolgere anche altri membri della famiglia, come fratelli o sorelle, per creare un ambiente di sostegno. 4. Collaborazione con i docenti: i docenti sono parte integrante del processo di intervento. Lo psicologo scolastico dovrà collaborare con loro per garantire un ambiente scolastico adatto alle esigenze del soggetto. Potrebbe essere necessario fornire indicazioni specifiche sulle modalità di gestione del disturbo in classe e suggerire eventuali adattamenti. 5. Rete di supporto: lo psicologo scolastico dovrà stabilire una collaborazione con eventuali istituzioni esterne sensibili alla problematica, come centri specializzati o associazioni di volontariato. Questo permetterà di offrire al soggetto una rete di supporto più ampia e di garantire un intervento completo. 6. Monitoraggio e valutazione: durante tutto il processo di intervento, sarà importante monitorare costantemente i progressi del soggetto e valutare l'efficacia delle strategie adottate. Sarà necessario apportare eventuali modifiche al progetto in base alle esigenze individuali. Attraverso un intervento completo e mirato, lo psicologo scolastico potrà aiutare il soggetto a gestire il disturbo del controllo degli impulsi e a migliorare la qualità della sua vita.