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DURANTE UNA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
Il termine "funzioni esecutive" è un termine volutamente generale che comprende al proprio interno un'ampia gamma di processi cognitivi e competenze di tipo comportamentale. Durante una valutazione neuropsicologica è utile considerare il ragionamento, le abilità di problem-solving, la pianificazione e la programmazione, l'abilità di attenzione sostenuta, la resistenza all'interferenza, l'utilizzo del feedback per migliorare la propria performance, la capacità di multi-tasking, la flessibilità cognitiva, e l'abilità di gestire informazioni nuove. Questo lungo elenco di funzioni cognitive è stato definito come la componente "fredda" delle funzioni esecutive, in quanto esse tendono a non coinvolgere in modo significativo la sfera emozionale. D'altra parte, le funzioni esecutive che coinvolgono le emozioni, le credenze e i desideri come ad esempio le esperienze di.ricompensa e punizione, regolazione e monitoraggio del proprio comportamento sociale, e le abilità di decision-making a carattere emozionale e interpersonale, sono state definite come la componente esecutiva "calda". Numerosi studi hanno dimostrato che la compromissione tanto della componente "fredda" quanto di quella "calda" del dominio delle funzioni cognitive può avere effetti devastanti per la vita dei pazienti, incluse la loro possibilità di lavorare e frequentare la scuola, di gestire le incombenze quotidiane, e di sviluppare e mantenere relazioni sociali soddisfacenti. L'aspetto delle funzioni prassiche che occorre considerare con attenzione durante una valutazione neuropsicologica è la valutazione dei disturbi nell'esecuzione di movimenti appresi e volontari, non spiegabili con debolezza motoria, ridotta coordinazione, diminuzione della percezione sensoriale, problemi di comprensione linguistica o ridotta attenzione alle.richieste. L'aprassia può comparire anche durante l'esecuzione di atti motori senza alcun significato. I deficit aprassici raramente appaiono come evidenti nella vita quotidiana, benché prestino un' elevata frequenza quando vengono esaminati in un setting neuropsicologico specifico. Questo perché tali deficit sono estremamente sensibili alla dissociazione automatico-volontaria dell'atto motorio: lo stesso gesto che il paziente esegue in modo appropriato in risposta a sollecitazioni contestuali o a esigenze interiori, fallisce quando viene richiesto dal neuropsicologo in un setting clinico, per definizione artificiale e non orientato ecologicamente. Quindi, il paziente che ad esempio non riesce a mostrare l'utilizzo canonico di uno spazzolino da denti al neuropsicologo, è spesso in grado di lavarsi i denti in modo accurato dopo i pasti, nella propria stanza. Ecco allora spiegata l'importanza di effettuare un'accurata valutazione.funzioni sensoriali. Durante una valutazione neuropsicologica, è importante considerare attentamente gli aspetti delle funzioni percettive, in quanto possono fornire informazioni cruciali sul funzionamento cognitivo del paziente. Uno degli aspetti da considerare è la percezione visiva. La capacità di percepire correttamente gli stimoli visivi è fondamentale per il riconoscimento degli oggetti, la lettura, la scrittura e molte altre attività quotidiane. Un deficit nella percezione visiva può manifestarsi come difficoltà nel riconoscere volti, oggetti o parole scritte, o nel comprendere le informazioni visive presentate. Un altro aspetto importante è la percezione uditiva. La capacità di percepire correttamente gli stimoli uditivi è essenziale per la comprensione del linguaggio parlato, la comunicazione e l'orientamento nello spazio. Un deficit nella percezione uditiva può manifestarsi come difficoltà nel comprendere il linguaggio parlato, nel distinguere i suoni o nel localizzare la provenienza di un suono. Inoltre, durante la valutazione neuropsicologica, è necessario considerare anche la percezione tattile. La capacità di percepire correttamente gli stimoli tattili è fondamentale per la discriminazione di texture, temperature e pressioni. Un deficit nella percezione tattile può manifestarsi come difficoltà nel riconoscere oggetti attraverso il tatto o nel percepire correttamente il dolore o il calore. Infine, è importante considerare anche la percezione spaziale. La capacità di percepire correttamente le relazioni spaziali tra gli oggetti è fondamentale per l'orientamento nello spazio, la coordinazione motoria e molte altre attività quotidiane. Un deficit nella percezione spaziale può manifestarsi come difficoltà nel riconoscere la posizione degli oggetti nello spazio, nel disegnare o nel navigare in un ambiente. In conclusione, durante una valutazione neuropsicologica, è fondamentale considerare attentamente gli aspetti delle funzioni percettive, in quanto possono fornire informazioni preziose sul funzionamento cognitivo del paziente. Un deficit in una o più di queste funzioni può influenzare significativamente la vita quotidiana del paziente e richiedere interventi specifici per migliorare la sua qualità di vita.informazioni visive. Nel valutare la funzioni percettive si considerano vari aspetti: le abilità visuo-spaziali e le abilità di analisi visiva e di integrazione (visuo-uditive, visuo-motorie). È una valutazione molto complessa che deve tenere conto di molteplici aspetti. Alla fine del XIX secolo Lissauer e Freud si occuparono dello studio dei disturbi percettivi nelle varie modalità sensoriali. Classificarono i disturbi in agnosie <appercettive> e agnosie <associative>. Il primo livello di analisi consiste nell'elaborazione delle caratteristiche sensoriali dello stimolo e della loro integrazione a livello percettivo, mentre il secondo livello consiste nell'accesso della rappresentazione percettiva delle conoscenze visive, strutturali, funzionali e categoriali dell'oggetto e quindi alla rappresentazione della conoscenza.
L.39 DEFINIZIONE, SINTOMI E PRINCIPALI CORRELATI NEUROANATOMICI DELL'APRASSIA COSTRUTTIVA. L'aprassia era stata definita come un
disturbo dell'esecuzione di movimenti appresi e volontari che non può essere spiegato in termini di debolezza motoria, ridotta coordinazione, diminuzione della percezione sensoriale, problemi di comprensione linguistica o ridotta attenzione alle richieste. Si parla quindi di 'aprassia' quando un paziente non riesce ad eseguire un gesto richiesto gli dal neuropsicologo, benché il suo quadro clinico non contempli la presenza di deficit di moto, di senso, o di coordinazione che giustifichino il suo fallimento (o perché sono assenti, o perché non interessano l'arto esaminato, tipicamente quello omolaterale alla lesione). L'aprassia costruttiva si riferisce all'incapacità del paziente di copiare in modo accurato disegni, o di riprodurre in modo fedele modelli tridimensionali. È un disturbo relativamente comune dopo uno stroke che interessa il lobo parietale destro, e spesso persiste nel tempo anche una volta che altri disturbi (quali il neglect) sono stati risolti.Sono stati superati. Tale disturbo è spesso associato anche a condizioni neurodegenerative quali la demenza a corpi di Lewy, quadri di comorbidità parkinson-demenza, e malattia di Alzheimer.
Il termine "aprassia costruttiva" venne introdotto da Kleist nel 1934, per riferirsi espressamente a pazienti che pur non presentando difficoltà evidenti di movimento erano incapaci di copiare in modo appropriato disegni anche semplici.
I deficit evidenti quando viene richiesto ai pazienti di copiare e disegnare variano a seconda dei pazienti, e a seconda della sede lesionale (differenze di performance marcate fra pazienti con lesioni destre rispetto ai pazienti con lesioni sinistre).
I pazienti con lesione emisferica destra producono tipicamente dei disegni con limitata accuratezza di relazioni spaziali fra gli elementi del disegno, e una qualità complessiva non accettabile.
I pazienti con lesione emisferica sinistra tendono invece a produrre disegni con una iper-semplificazione.
delle figure e una perseverazione (= ovvero continuare a ripassare più volte lo stesso tratto appena disegnato) indicativa di deficit di pianificazione (Trojano & Conson, 2008). Ciò che rende complesso e al contempo delicato lo studio di tale disturbo è il coinvolgimento di un network esteso di aree cerebrali nei processi cognitivi, percettivi e motori richiesti per portare a termine disegni o riproduzioni.
Per capire più a fondo tali disturbi, è essenziale studiare pazienti che differiscano fra loro sia per sede lesionale che per costellazione di sintomi. Identificare i sotto-processi coinvolti è infatti necessario per approfondire i meccanismi soggiacenti i deficit costruttivi osservabili clinicamente.
L.40 DEFINIZIONE, SINTOMI E PRINCIPALI CORRELATI NEUROANATOMICI DELL’APRASSIA IDEATIVA.
Incapacità di svolgere azioni sia autonomamente che su richiesta, poiché il paziente non comprende più il concetto di azione. Il paziente mostra difficoltà nel
portare avanti sequenze motorie complesse a causa di una perdita del concetto di azione, più che di un deficit di esecuzione. Si osservano: perdita della conoscenza della funzione dell'oggetto; difficoltà rilevanti quando il paziente programma attività motorie complesse; difficoltà a svolgere compiti complessi, mentre piccole azioni isolate o parti del compito possono essere svolte; difficoltà marcate quando al paziente vengono rivolte richieste ipotetiche, ad esempio "mi descriva la funzione di un oggetto". Le aree cerebrali tipicamente coinvolte nell'aprassia ideativa sono: la corteccia premotoria e prefrontale bilaterale; il lobo parietale inferiore sinistro; il corpo calloso. L.41 DEFINIZIONE, SINTOMI E PRINCIPALI CORRELATI NEUROANATOMICI DELL'APRASSIA IDEOMOTORIA. L'aprassia ideomotoria è l'incapacità del paziente di svolgere movimenti finalizzati su richiesta, anche se il concetto del movimento è mantenuto (ad esempio, il pazienteLa sindrome dell'aprassia ideomotoria è un disturbo neurologico che si manifesta con la difficoltà nel compiere movimenti intenzionali su richiesta, nonostante la capacità di eseguirli spontaneamente. Ad esempio, il paziente potrebbe avere difficoltà nell'utilizzare un pettine correttamente quando gli viene chiesto, ma essere in grado di farlo spontaneamente.
Le aree cerebrali coinvolte nell'aprassia ideomotoria sono la corteccia parietale inferiore e la corteccia prefrontale, localizzate nell'emisfero sinistro del cervello. Lesioni nel corpo calloso possono anche influire sulla prestazione di un arto superiore.
Alcuni aspetti clinici di interesse sono:
- Il paziente non riesce a eseguire i movimenti richiesti, ma può farlo spontaneamente (ad esempio, afferrando il pettine e utilizzandolo).
- Il disturbo migliora quando il paziente imita il gesto o utilizza l'oggetto reale (come il pettine) e quando sono presenti stimoli visivi di facilitazione (come una freccia colorata per indicare il pettine).
- La capacità di eseguire i movimenti può variare nel tempo, con fluttuazioni della performance da un giorno all'altro.
La sindrome dell'aprassia ideomotoria è una condizione di interesse clinico che richiede una valutazione e un trattamento adeguati.
QUANDO VIENE UTILIZZATO IL TEST DELLA TORRE DI LONDRA? È un test neuropsicologico utilizzato come strumento per la valutazione delle funzioni esecutive.
Il test consiste in tre aste verticali di altezza diversa disposte una di fianco all'altra. Sulle aste sono presenti tre palline colorate, in un determinato ordine costante per ogni prova.
Le aste sono in grado di accogliere rispettivamente una, due, e tre palline. Compito del paziente è quello di spostare le palline, una alla volta e senza mai posarle a terra, per raggiungere una determinata configurazione finale. Man mano che si procede con il test, il livello di difficoltà aumenta.
L.43 IL DETERIORAMENTO PROGRESSIVO DELLE FUNZIONI COGNITIVE. Un aspetto molto importante del deterioramento delle funzioni cognitive è la progressione del tempo: è infatti spesso molto difficile risalire a quando tale malattia è effettivamente iniziata, perché può passare anche molto tempo prima che il paziente arrivi
ll'attenzione, del linguaggio, del pensiero astratto, della capacità di giudizio e di problem solving. La demenza può essere causata da diverse patologie, tra cui l'Alzheimer, la malattia di Parkinson e l'ictus. È una condizione che colpisce principalmente gli anziani, ma può manifestarsi anche in età più giovane. La diagnosi di demenza viene effettuata attraverso una valutazione clinica e neuropsicologica, supportata da esami di laboratorio e di neuroimaging. Il trattamento della demenza si basa principalmente sulla gestione dei sintomi e sul supporto ai pazienti e ai loro familiari. È importante fornire un ambiente sicuro e stimolante, oltre a terapie farmacologiche e non farmacologiche mirate a migliorare la qualità di vita dei pazienti.