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La validità del costrutto
L’incostanza delle condizioni del soggetto esaminato può essere controllata aumentando il numero di verifiche, nell’ipotesi di un maggiore equilibrio di questi fattori nel tempo. 12. Come si costruisce il modello di validità del costrutto? Nel caso in cui le misure fanno riferimento ad un costrutto teorico è possibile procedere a posteriori con l’analisi dei risultati emersi da altre misure già note che fanno riferimento allo stesso costrutto, in questo caso parliamo di validità convergente. Analogamente possiamo verificare se misure che fanno riferimento a costrutti diversi fanno registrare correlazioni basse o risultano indipendenti (validità discriminante). La validità di costrutto è riscontrabile solo se disponiamo di una teoria di riferimento che aiuti ad individuare le componenti del fenomeno / comportamento oggetto di valutazione e degli indicatori / descrittori che ne permettono la misurazione. Il primo passo percostruire il modello di validità di costrutto è capire cosa misurare: esempio se si vuole valutare la competenza linguistica di uno studente il costrutto sarà declinato in competenza cognitiva e competenza di stesura di un testo, si terrà conto dei tratti latenti e dei risultati che si palesano dalla somministrazione dei test. Lezione 03609. Descrivi le scale di misurazione quantitative utilizzate in ambito educativo. Le scale di misurazione quantitative usate in ambito educativo sono le scale a intervalli e le scale di rapporti. Nella scala a intervalli equivalenti la distanza tra tutti i punti o valori è uguale e costante. Le variabili misurabili attraverso la scala ad intervalli equivalenti sono in grado di quantificare le differenze tra livelli differenti della stessa variabile, ma si tratta di elementi privi di uno zero assoluto e quindi non è possibile stabilire dei rapporti tra di loro. Un esempio di scala ad intervalli equivalenti èassegnati dei nomi o delle etichette. Ad esempio, una scala nominale potrebbe essere utilizzata per classificare gli studenti in base al loro genere, assegnando loro le etichette "maschio" o "femmina". La scala ordinale, invece, permette di classificare le variabili in base a un ordine gerarchico o di preferenza. In questo caso, oltre alle etichette, vengono assegnati dei numeri che indicano la posizione relativa delle variabili all'interno della scala. Ad esempio, una scala ordinale potrebbe essere utilizzata per valutare il livello di soddisfazione degli studenti rispetto a un corso, assegnando loro i numeri da 1 a 5 per indicare se sono "molto insoddisfatti", "insoddisfatti", "neutri", "soddisfatti" o "molto soddisfatti". Entrambe le scale di misurazione qualitative sono utilizzate in ambito educativo per raccogliere e analizzare dati su variabili che non possono essere misurate in modo quantitativo. Queste scale consentono di ottenere informazioni sulle caratteristiche e le preferenze degli studenti, facilitando la comprensione e l'interpretazione dei dati raccolti.assegnati nomi. Questa scala è utile quando vogliamo registrare la presenza o l'assenza di un determinato comportamento, opportunamente declinato in una scheda di osservazione attraverso specifici descrittori. Anche quando attribuiamo i risultati finali delle due categorie di idoneo o non idoneo, oppure stabiliamo il raggiungimento di un determinato livello di competenza, utilizziamo un sistema di categorizzazione di natura nominale.
La scala ordinale, invece, consente di stabilire delle graduatorie, ossia di ordinare rispetto alla maggiore o minore presenza di una determinata caratteristica. Ad esempio, in una gara sportiva i tempi specifici ottenuti dai singoli concorrenti permettono di ordinare i partecipanti dal primo all'ultimo. È largamente usata anche nei questionari conoscitivi, si pensi a tutti i questionari in cui si chiede agli studenti una valutazione o un'indicazione di frequenza offrendo una scala con più alternative qualitative (molto, abbastanza, ecc.).
poco, per nulla).Lezione 03805. Come definiresti un «descrittore dell'apprendimento»?
Il descrittore è uno strumento di indagine qualitativo che permette di rilevare descrivere e analizzareaspetti non misurabili dei processi e risultati formativi. Un descrittore può essere organizzato in formagerarchica e multidimensionale ma per essere rilevato va associato a un indicatore.
Per ottenere una maggiore qualità di analisi in queste rilevazioni abbiamo bisogno di:
- individuare descrizioni accurate e precise degli elementi caratterizzanti gli apprendimenti da verificare;
- decidere quali siano maggiormente significativi e rilevabili;
- costruire o scegliere uno strumento che permetta di registrare la presenza ed eventualmente il gradoin modo preciso.
06. Che cosa significa passare dalla misurazione alla valutazione in ambito educativo?
Passare dalla misurazione alla valutazione significa utilizzare delle scale di misurazione per differenziare
corrispondenti alle diverse prestazioni è chiamato standard setting. Questo processo può essere basato su dati statistici o essere determinato da esperti del settore. Per valutare se un risultato raggiunto è accettabile o meno, è necessario avere indicazioni sulla soglia di accettabilità o livello di esclusione (cut-off-score). Questo permette di esprimere un giudizio sul livello raggiunto da uno studente con la sua prestazione in una prova o compito.corrispondenti alle diverse prestazioni, e quindi anche alla prestazione "accettabile" è definito di standardizzazione (standard-setting) e può essere compiuto su base statistica o da esperti del settore. 10. In quali casi l'indicatore può essere espresso attraverso un valore numerico? Molte volte gli indicatori sono delle vere e proprie elaborazioni statistiche sulla base degli altri dati precedentemente elaborati. Altre volte è più difficile esprimere gli indicatori in termini numerici, e soprattutto con valori continui. È il caso in cui ci si può al massimo limitare alla registrazione di una presenza/assenza del fenomeno o a una sua misurazione su una predefinita scala graduata di natura ordinale (molto, abbastanza, poco, per niente; ottimo, buono, d'istinto, sufficiente, non sufficiente; ecc). In questi casi l'indicatore potrà sempre essere espresso attraverso un valore numerico, ma utilizza per la sua rappresentazione una scala di valori discreti o ordinali.Misurazione protocolli di rilevazione che possono lasciare ampi margini di soggettività qualora non rimandassero a specifici criteri per l'attribuzione di quei valori e ad un'analisi di affidabilità tra possibili correttori. Lezione 04208.
Cosa è stato rilevato nel 2000 in 32 nazioni utilizzando prove di tipo strutturato?
Nel 2000 attraverso una comparazione di 32 nazioni è stato rilevato, tramite un progetto di indagine sulle competenze di base dei quindicenni, che l'Italia si colloca al di sotto della media dei paesi dell'Ocse. La negatività del risultato è più marcata in matematica e scienze. La capacità di lettura degli allievi italiani si colloca leggermente sopra la media dell'Ocse, con una dispersione ridotta. È ancora forte il divario tra le macro aree geografiche, c'è disomogeneità nei risultati delle varie tipologie di istituti scolastici.
09. Definisci la competenza
La competenza alfabetica funzionale è l'insieme delle capacità, riferite alle abilità di lettura, di scrittura e di produzione di informazioni, necessario per l'elaborazione e l'utilizzo di materiali stampati comunemente diffusi sul lavoro, casa e nella vita sociale. 10. Quali sono le prove che accertano la competenza lessicale? Le quattro tipologie di prove che accertano la competenza lessicale sono: la capacità di riconoscere il significato di parole entro un contesto d'uso, la comprensione di un testo breve e la comprensione di un testo lungo. Lezione 04 408. Qual è la differenza tra la valutazione delle singole discipline e la valutazione della maturazione globale? La differenza tra valutazione delle singole discipline e valutazione della maturazione globale sta nell'utilizzo delle scale: per la valutazione delle singole discipline si utilizzano scale che raccolgono elementi sugli apprendimenti esull'andamento dell'azione didattica, per la valutazione della maturazione globale, invece, si integrano livelli disciplinari e prospettive didattiche per le diverse aree disciplinari (diverse scale di misura). 09. Nell'attuale sistema scolastico italiano di istruzione e formazione come dove sono utilizzati i giudizi? I giudizi sono valutazioni che utilizzano una formulazione linguistica e, come i voti, si basano sulla rilevazione e sintesi di diverse informazioni. Nell'attuale sistema scolastico italiano di istruzione e formazione, i voti sono utilizzati nella scuola secondaria superiore (secondo ciclo), e i giudizi sono utilizzati nella scuola elementare e nella scuola media (Primo ciclo). I giudizi sono espressione sia individuale sia collettiva. Lezione 046 08. Quali sono le differenze tra la formulazione di un giudizio analitico e uno sintetico? La prima differenza tra la formulazione di un giudizio analitico e uno sintetico consiste nel fatto che il giudizio analitico.è espresso da un singolo docente mentre il giudizio sintetico viene espresso dal consiglio o da gruppi di docenti e riguarda lo studente nella sua globalità. Inoltre, esprimere un giudizio sintetico è un’operazione che richiede una complessità maggiore e si ottiene per valutazioni di fine quadrimestre o annuali. In poche righe si cerca di descrivere una serie di dimensioni legate allo studente, che, per esempio nella parte delle scuole medie riguarda: il conseguimento di apprendimenti, il grado di socializzazione dell’allievo nel gruppo di classe, la sua capacità relazionali, le prospettive di prosecuzione; ma anche indicazioni su alcune strategie o attività didattiche che hanno direttamente lo studente della sua classe.
Nei giudizi espressi di una classe seconda individua: indicazioni sul comportamento disciplinare, sulla partecipazione all'attività di classe, sul metodo di studio e sul profitto o livello di
apprendimento in generale.
Giudizio n. 1
Non sempre corretto e collaborativo ha mostrato un interesse settoriale ed una partecipazione non sempre adeguata alle attività didattiche. L'ì