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PAPIRO:1. LASTRE DI PIETRA;2. LAMINE DI METALLO SOTTILI;3. STRISCE DI TELA O LINO;4. FRAMMENTI DI VASELLAME E COCCI DI ARGILLA;5. INTONACO DEI MURI;6. TAVOLETTE DI LEGNO.
I supporti principali, però per la conservazione dei testi, furono sicuramente:
- Papiro,
- Pergamena,
- Carta.
Il papiro ha origine dalla lavorazione di una pianta che porta lo stesso nome e fu utilizzato dal 3000 a.C fino al XI secolo per le più svariate finalità. L'Egitto fu a lungo l'unico produttore del papiro ed è la regione che ha restituito il più alto numero di materiali scritti su questo supporto. Altre zone che hanno fornito un buon numero di ritrovamenti sono:
- Dura Europos;
- Palestina;
- Villa dei Papiri ad Ercolano.
La fonte che meglio ci permette di conoscere le fasi di produzione del papiro è Plinio il Vecchio, da cui è possibile estrapolare una descrizione essenziale del processo di produzione. Il risultato del processo era un foglio, di
dimensioni variabili, che era lasciato sotto il sole a seccare e infine levigato per uniformare la sua superficie. Era venduto in forma di rotolo. È ottenuta grazie alla lavorazione delle pelli animali e cominciò a contendere il primato al papiro per la manifattura dei libri. Le attestazioni più antiche della scrittura su pelli risalgono all'Egitto nel periodo della IV dinastia, anche se la lavorazione doveva essere molto diversa da quella utilizzata molto più tardi nel corso dell'antichità e nel medioevo. Plinio attribuisce la sua invenzione ai dotti della biblioteca ellenistica di Pergamo, come conseguenza del taglio nelle forniture di papiro operata dai Tolomei, per tutelare il primato di Alessandria. Dopo la sua affermazione, la pergamena rimase il supporto privilegiato dall'VIII secolo sino alla metà del XIV secolo. La pergamena dei codici greci era ottenuta da pelli di capra e di pecora. La penuria di notizie a riguardo,
però, ci costringe a fare quasi esclusivamente riferimento alla maggiore documentazione trovata in ambito latino. La qualità dipendeva dalle proprietà naturali della pelle e dalle modalità di lavorazione e cura che si prestava al materiale. La pergamena, indipendentemente dalla pelle utilizzata, rimase un materiale molto costoso e non alla portata di tutti. Chiaramente, come accadeva anche per il papiro, la pergamena poteva essere raschiata e abrasa per riutilizzare il materiale, ottenendo così dei codici palinsesti.
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giunge in ambito mediterraneo al culmine di un cammino che va dall'Oriente all'Europa, iniziato probabilmente in Cina CARTA:intorno al II secolo. Il procedimento di realizzazione della carta rimane stabile tra l'antichità e la fine del medioevo, nonostante le varianti introdotte nella strumentazione utilizzata. La carta, a differenza dei precedenti due metodi, è ottenuta dalla lavorazione di
Una materia prima di origine vegetale. Uno degli elementi strutturali caratteristici dell'Occidente è la FILIGRANA, visibile sul foglio come l'impronta di un disegno realizzato attorcigliando un filo di metallo e applicandolo alla trama della forma. La grande varietà dei disegni ha concentrato su di essa l'attenzione degli studiosi, che speravano di riuscire così ad ottenere una precisa datazione e localizzazione dei fogli e dei libri di cui sono il supporto. La datazione tramite le filigrane si fonda sul confronto fra il motivo rilevato in un codice e quelli riprodotti nei repertori generali o speciali.
L'inchiostro dei manoscritti greci presenta una svariata gamma cromatica, con sfumature che vanno da:
- Ocra pallido;
- Al marrone ramato;
- Al bruno scuro;
- Al nero brillante.
Le differenze di colore possono darci, a volte, un indizio sulla provenienza geografica, anche se nella maggior parte dei casi, non sono una base per una precisa datazione e localizzazione.
Corretta localizzazione. Le ricette antiche e medievali ci forniscono una serie d'informazioni sulla composizione degli inchiostri, il cui studio ci ha permesso di ricavare dei dati interessanti. Le ricette greche sono poco conosciute e le prescrizioni non sono molto diverse da quelle dell'ambito latino basso - medievale. Le fonti ci permettono di distinguere due grandi categorie d'inchiostri: hanno come ingrediente di base un pigmento nero e un legante, identificato nella:
- Quelli a carbone o a nerofumo: gomma arabica. Questo tipo di inchiostro venne utilizzato soprattutto nella scrittura su papiro.
- Quelli metallo - gallici: sono stati introdotti con l'utilizzo della pergamena, che necessitava di uno strumento più resistente e consistente. Sono composti di un estratto vegetale di tannino e da un sale metallico. Fra le sostanze più ricche di tannino c'è la noce galla, che cresce sui rami di alcune piante, come reazione a un trauma.
Di aspetto più pallido e di qualità inferiore. Del blu, invece, esisteva una versione economica a base di azzurrite e una versione di lusso, impreziosita con il blu dei lapislazzuli. Nei manoscritti bizantini di pregio, il blu dei lapislazzuli si accompagna sovente all'oro, in foglia o usato in finissima polvere nel caso della crisografia. In generale, i colori erano realizzati mescolando un pigmento naturale o artificiale e un legante.
Nei manoscritti bizantini, troviamo frequentemente miniature di evangelisti seduti di fronte a un leggio e in procinto di copiare qualcosa su rotolo o codice. Questi ritratti, in un certo senso, ci aiutano nella comprensione della paleografia greca, che è molto complessa per la penuria dei materiali. Questi evangelisti sono rappresentati mentre scrivono, circondati da moltissimi oggetti: Coltelli di varia foggia; Calamai e ampolle che contengono inchiostri; Righe;
Squadre:- Punteruoli, compassi e spugne
- Oggetti non meglio identificati, perché privi di attestazioni archeologiche
- Sulle tavolette si scriveva con uno stilo appuntito di metallo o di avorio
- Su supporti scrittori il materiale da usare è invece molto diverso, perché deve essere adeguato all'utilizzo dell'inchiostro; si pensa che gli scribi greci abbiano continuato ad usare il calamo, anche quando nel mondo latino veniva utilizzata la penna di volatile
proprio libro di legno, che poteva essere scritto e sfogliato. Le tavolette di forma rettangolare, potevano essere ricoperte di materiale malleabile e potevano essere legate assieme sul lato corto. Sporadiche furono le testimonianze dell’impiego di polittici per la stesura di testi letterari, specialmente quelli destinati all’uso scolastico. D’altronde, le ripetute menzioni da parte di autori classici latini, attestano che libri in forma i codice erano già in uso alla fine del I secolo. Ci sono dei motivi che spiegano il sopravvento del codice rispetto al rotolo, anche se si ritiene comunque necessario ridimensionarle:
- A parità di quantità testuale, il codice poteva favorire un risparmio di materia prima,