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ATTO I SCENA II dal verso 17. E' PRESENTE NELL ATTO I SCENA I, REAZIONE DIBRABRANZIO
Abbiamo visto come Venezia o una certa Venezia intende la figura di Othello. Abbiamo visto la descrizione di Othello da parte degli altri personaggi. Qui Iago chiede a Othello: "are you fast married?": "siete veramente sposati? Perché sicuramente Brabanzio farà di tutto per allontanarvi". Othello dice: "dia sfogo al suo rancore (sta parlando di Brabanzio), io sono sicuro di me, lascialo parlare!" Lui qui presenta la sua figura pubblica, i suoi servigi ai veneziani come punto di forza: "sicuramente tutto quello che ho fatto per questa città avrà l'ultima parola, avrà la meglio su tutte le sue lamentele. Brabanzio non mi tocca proprio perché non potrà non riconoscere il mio valore a Venezia." Consapevolezza del suo ruolo a Venezia: comincia a dirci qualcosa del suo carattere. E poi un inciso che ci parla di
come è fatto Othello: "non si sa ancora ma si potrà sapere qualcosa di me." Quando? Ce lo dice l'inciso. "Quando io avrò appreso che il vantarsi sia un onore, allora lo diffonderò, divulgherò questa verità su di me." Cos'è che non si sa ancora? Andiamo alla fine dell'inciso. Qui rivela un aspetto che potrebbe essere inaspettato a proposito di quello che si sapeva dei mori in epoca rinascimentale: lui dice di avere nobili natali. Qualità che sono legate al sangue, parte aristocratica di Othello. Seconda parte di Othello: ritorna al self made man, l'uomo che si fa riconoscere nel mondo per i suoi meriti. "i miei meriti (demerits) potrebbero parlare 'un bonited' (a capo scoperto) sentendosi alla stessa altezza di qualsiasi interlocutore in nome di tutti i meriti che ho accumulato nella mia vita pubblica. A capo scoperto nei confronti di questa fortuna che mi è capitata"
(aver sposato Desdemona)". 1- "sono di nobili natali, sono all'altezza di famiglia aristocratica" 2- "anche le mia qualità personali sono all'altezza di questa grande fortuna." Othello è un personaggio forte, che ha consapevolezza di sé, tranquillità di stare e di essere ben accetto a Venezia. MA il termine "demerits" significa allo stesso tempo meriti e non-meriti, pecche. "Meriti e demeriti": è come se già sapessimo che Othello finirà male, che forse i suoi meriti non basteranno a far terminare questa storia con un happy ending. Evidentemente qualcosa va storto, la tragedia è dovuta a un errore, a un demerit del protagonista, a un errare, allontanarsi dalla retta via delle virtù. Il testo qui, già quando Othello dà una visione di sé stesso forte, inserisce dentro un termine che sta facendo sentire accanto ai meriti che c'è una debolezza.un errore. Il linguaggio riesce anche a farci sentire qualcosa che è il contrario di quello che quel testo là ci sta intanto dicendo. Si può accogliere questo testo a molti livelli. Comincia anche a creare delle anticipazioni che sono viste e non viste.
Seconda metà del verso 24: Othello è amante della sua libertà che lui chiama "unhoused free condition". Non avrebbe mai confinato quella libertà, non l'avrebbe mai circoscritta per tutto il bene del mare, per tutte le ricchezze del mare. Essendo militare, uomo, capitano di truppe di terra e di mare, fa riferimento a quell'elemento che è quello della libertà assoluta, mare sconfinato. Ci sta rivelando l'amore infinito per Desdemona: quell'amore è la prima cosa che è apparsa nella sua vita che è riuscita ad avere la meglio anche sulla libertà. Però poi (doppio significato a livello metaforico e letterale): Othello
che non vede bene. Entrano Cassio ed altri, stanno arrivando il padre di Desdemona e i suoi amici. "You were best go in" dice Iago. Othello, verso 30 a seguire: in questa battuta di Othello, quel 'manifest' è importante perché lui dice: "ci sono caratteristiche mie che sono mie parts, le mie azioni, qualità positive (in queste 'parts' è il vocabolario del teatro, queste 'parts' sono anche le parti recitate a teatro)." Othello ritiene di potersi mostrare: "il mio titolo nobile, la mia assoluta onestà mi renderanno giustizia, sono questi che potranno mostrarmi." Chiede conferma: "sono loro?". Iago: "No, sono Cassio e gli altri che vengono a chiamare Othello. Ah no, mi sono sbagliato PERGIANO!" Chi erano Giano? Il dio bifronte. È ironico che Iago, che è lui stesso un carattere doppio, sia proprio lui a invocare Gianus. Ironia del testo. Othello,nellabattuta successiva, parla della goodness of the night: intende la notte contrariamente a quello che noi abbiamo detto la settimana scorsa. Il testo mette la notte in opposizione alla luce ma notte-oscurità che dovrebbe anche corrispondere a caos contro luce, chiarezza, trasparenza. Se questo è vero almeno per iniziare, in tutto questo c'è Othello che non teme la notte, l'oscurità e anzi parla di 'goodness of the night'. Brabanzio accusa Othello di stregoneria: non riesce a credere che Desdemona abbia potuto innamorarsi di Othello spontaneamente. Othello viene mandato a chiamare dal Doge e andiamo all'atto I scena III dove sono tutti presenti. Othello deve dare la sua versione di come lui e Desdemona abbiano finito per sposarsi: si mostra molto rispettoso di tutti i presenti, li riconosce come suoi superiori (è anche un modo per ingraziarsi i presenti). Poi dice la verità: "è verissimo che ho sposato"."Desdemona senza chiedere la mano a Brabanzio ma questo è l'inizio e la fine della mia offesa. Non c'è altro."
E poi comincia con il suo racconto di come è andata. Othello inizia con: "rozzo è il mio linguaggio, non ho le arti, non saprei formulare le frasi che sono adeguate a tempi di pace, non ho l'arte del parlare".
Già da questi pochi versi, vedremo che Othello invece ha una grandissima capacità di persuadere, raccontare. Vi è una captatio benevolentia all'inizio. Poi ci rivela qualcosa del suo passato: "non so parlare perché, sin da quando avevo 7 anni, fin da quando queste braccia avevano la forza di chi aveva 7 anni, fino a oggi, eccezion fatta per forse 9 mesi, le mie braccia hanno saputo praticare soltanto le arti militari: io sono sempre stato coinvolto in attività militari quindi posso dire molto poco di questo mondo che non abbia a che fare con zuffe e battaglie."
Perciò forse non farò nemmeno bene a parlare per me stesso, tuttavia racconterò questa ‘round unbournish tale’. Vi dirò il racconto delle cose così come sono andate. Senza aggiungere niente.’ Poi va a riprendere l’accusa che gli era stata mossa da Brabanzio di stregoneria. Vi dirò davvero qual è stata l’unica stregoneria che io ho usato nei confronti di Desdemona. Brabanzio replica al verso 99: “non è possibile, devo credere che lei si sia innamorata di quello che temeva anche solo guardare?” Brabanzio qui si sta accaparrando i pensieri e i sentimenti di Desdemona, sta attribuendo a Desdemona la paura del nero, quando invece è una paura che ha lui. Il racconto di Othello guarda al passato ma è il passato a Venezia. In questo racconto dei suoi incontri a casa di Brabanzio mette anche il racconto di cosa raccontava a Brabanzio nelle volte in cui andava a casa sua. Ci rivela altre cose di.sé: come lui percepisce la sua vita, è se stesso e quello che è stato. Othello ci sta dicendo che lui era già intimo con i veneziani, in particolare con Brabanzio (invitare qualcuno a cena rappresenta una condivisione di intimità) e, in questi inviti a cena, Brabanzio gli chiedeva di raccontare la storia della sua vita. In quelle occasioni, lui ha parlato dei suoi trascorsi: drammatici movimenti, tutto quello che gli è capitato per terra e per mare, vita avventurosa (anche motivo per cui Brabanzio chiedeva quel racconto). Racconta di fughe riuscite all'ultimo minuto, racconta di un tempo in cui fu catturato dal nemico e venduto in schiavitù (ha vissuto anche da schiavo, lui che viene da una stirpe aristocratica). Qui Othello si sta riconducendo per noi, per i presenti, al nero così come era più comunemente conosciuto a quell'epoca: la tratta degli schiavi. Racconta di come sia stato anche riscattato da quella condizione.racconta di come lui si sia portato in quello che sia venuto dopo: "travellous (sottolinea perché con spelling diverso) history". Gli studiosi hanno constatato che ci sono differenze nella scrittura in quello che si trova nel Quarto e di quello che si trova nel Pholio. Entrambi sono d'accordo nel proporre termini che stanno per "traveller" come storia del viaggiatore o di viaggi. Si è utilizzato "travellous" che rievoca quel "travellers" ma anche per "travagliato", "storia travagliata" come doppio senso: è storia che è allo stesso tempo travagliata e di viaggi che quindi comincia a raccontare di spazi, mondi visitati. Qui inizia un racconto particolarmente esotico: i paesaggi che Othello racconta o ricorda che ha raccontato a Brabanzio sono luoghi che, qualche secolo dopo, nella seconda metà del 700, per un gusto che emerge, si chiameranno luoghi del sublime: è sublime quello.Che è più del bello, che dà piacere ma incute anche timore. Cosa incute timore quando descriviamo paesaggi? In quei paesaggi ci può essere l'infinitamente grande, il deserto più assoluto, l'orizzonte che non si vede. Quello che fa sentire l'uomo piccolissimo o quello che è anche infinitamente piccolo. Questa seconda cosa qui non ci riguarda. Qui Othello racconta di vastità di antri, cave di grandezze spropositate, di deserti vuoti infiniti che si mostrano come bellezza che incute anche un certo timore. Ci dice che il gusto del sublime viene da molto lontano, si sistematizza nella seconda meta del 700 ma il sublime, questa sensazione che l'uomo ha, che ci possano essere cose che è difficile raccontare, viene da molto lontano. Racconta anche negli stessi versi di mondi che sono abitati da individui altrettanto meravigliosi: cannibali e un popolo di figure quasi mostruose umane ma disumane come uomini senza collo.
che hanno la testa fra le spalle, le cui teste crescono tra le spalle. C'è una presentazione dimondi che solo lui ha visto. Qui emerge la sua alterità. Nel racconto comincia a