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LO STUDIO DELLA COGNIZIONE INFANTILE:

Paradigmi sperimentali utilizzati per lo studio della prima infanzia:

i bambini sono soggetti sperimentali difficili:

1. Variabilità degli stati neuro comportamentali: maggiore più il bambino è piccolo

2. Ridotto repertorio comportamentale: limitato più il bambino è piccolo

3. Non è possibile usare tecniche che richiedono somministrazione di istruzioni verbali e le uniche risposte registrabili sono

quelle emesse spontaneamente

L’HIP ha elaborato due paradigmi sperimentali, basati su compiti interessanti che attirano l’attenzione del bambino, ma anche

controllati per permettere al ricercatore di trarre conclusioni sulle capacità e i processi sottostanti. Si basano sulla registrazione

delle risposte presenti nel repertorio comportamentale dei bambini nella prima infanzia: la fissazione visiva. I parametri utilizzati

per l’analisi del comportamento visivo sono il numero di orientamenti (indice dell’orientamento dell’attenzione) compiuti dal

bambino in direzione degli stimoli presentati e la durata delle fissazioni (indice del mantenimento dell’attenzione) verso ciascun

stimolo, dalla cui somma deriva il tempo di fissazione totale.

Tecnica della preferenza visiva: consiste nella presentazione simultanea di due stimoli, uno a destra e uno a sinistra di un punto

centrale di fissazione e nella registrazione della direzione dello sguardo del bambino e del tempo durante il quale egli fissa ciascun

stimolo. Se il bambino fissa per più tempo uno stimolo, si può inferire che ha codificato l’informazione contenuta in entrambi gli

stimoli, li ha discriminati e ne ha preferito uno spontaneamente. Il limite principale consiste nel fatto che produce risultati

interpretabili solo se positivi e che anche in presenza di dati positivi non è possibile inferire a quali parti degli stimoli il bambino

ha prestato attenzione.

Paradigma dell’abituazione o familiarizzazione visiva: consiste nella misurazione del decremento nella durata del tempo di

fissazione visiva in conseguenza della ripetuta presentazione di uno stesso stimolo. Nella fase iniziale di abitazione, lo stesso

stimolo viene presentato ripetutamente, mentre nella fase di test lo stimolo familiare viene presentato insieme a uno stimolo

nuovo. Si fonda sulla tendenza spontanea del bambino a preferire la novità. L’interpretazione teorica di questo paradigma è basata

sul modello comparativo di Sokolov, secondo cui il decremento nei tempi di fissazione è la conseguenza della costruzione da parte

del bambino di una rappresentazione mentale dello stimolo che viene arricchita fino a definire sovrapponibile allo stimolo stesso.

Ogni nuova informazione viene confrontata con la rappresentazione interna fino a quando l’esito non è positivo. A questo punto la

durata della fissazione smette di decrescere e il bambino ha raggiunto il criterio di abitazione.

Il paradigma dell’abituazione è alla base del paradigma della violazione dell’aspettativa: sfrutta la tendenza del bambino a reagire

con sorpresa a eventi impossibili, cioè che violano le aspettative, e sorprendenti, fissandoli più a lungo.

Un contributo allo studio delle modalità attraverso cui i bambini esplorano l’ambiente visivo deriva dalla misurazione dei

movimenti oculari, attraverso l’apparecchiatura non invasiva eye-tracker. Attraverso la rilevazione della riflessione dei raggi

infrarossi da parte della cornea, il software è in grado di determinare su quale porzione dello stimolo il bambino posiziona la

pupilla, rendendo disponibili numerose variabili per descrivere in termini quantitativi e qualitativi il comportamento di

esplorazione, ma anche per ottenere misure precise del tempo relativo alle latenza dei movimenti saccadici compiuti per spostare

lo sguardo da una porzione all’altra della spazio, oltre che alla durata delle singole fissazioni.

Il superamento della visione piagetiana:

La cognizione nella prima infanzia:

Nei primi mesi di vita il mondo percettivo del bambino è infinitamente più stabile, coerente e organizzato di quanto Piaget

avesse ipotizzato mentre prima il bambino era descritto come organismo passivo e immaturo dal punto di vista percettivo e

cognitivo, ora è considerato come un organismo dotato di sistemi sensoriali funzionanti e di una sofisticata competenza percettiva,

che gli consente di organizzare la stimolazione ambientale e di generare aspettative sul comportamento degli oggetti del mondo

fisico e sociale.

Esistono fin dalla nascita alcune abilità di base di COORDINAZIONE INTERSENSORIALE [es. visione e udito: tendenza a

della presenza di sofisticate abilità

orientare l’attenzione visiva verso una fonte sonora]. Inoltre sono state fatte dimostrazioni

di PERCEZIONE CROSSMODALE nei primi mesi di vita [es. esplorazione tattile e riconoscimento visivo; Neonati di 24h

riproducono con la bocca in modo selettivo il movimento necessario a produrre il suono di due consonanti (matching uditivo-

propriocettivo)]

La capacità di estrarre proprietà invarianti: Dalla nascita i bambini sanno cogliere le proprietà invarianti nascoste nella variabilità

 processo che fa parte dell’architettura innata dell’attività cognitiva, e

dell’informazione ambientale si mantiene stabile nel

corso dello sviluppo.

I processi che fanno parte dell’architettura innata dell’attività cognitiva:

I meccanismi di apprendimento:

• processo di apprendimento implicito: avviene in

Statistical Learning (apprendimento di regolarità statistiche):

assenza di sfrutta il fatto che quasi sempre gli eventi sono distribuiti nel tempo, non

consapevolezza; avvengono tutti

consente di estrarre le regolarità nascoste nel flusso delle informazioni

insieme; attraverso l’apprendimento delle 16

relazioni statistiche tra gli elementi che compongono le sequenze temporali (la probabilità con la quale un elemento di una

è un processo dominio-generale (

sequenza segue l’elemento precedente); Alla base dell’apprendimento linguistico:

segmentazione del flusso del parlato; E’ una modalità di apprendimento comune a diverse modalità sensoriali: attiva anche nel

dominio della percezione visiva).

• processo di apprendimento implicito: avviene in assenza di

Rule Learning (apprendimento di regole):

consente di individuare

consapevolezza; delle regole astratte a partire dalle regolarità spaziali e/o temporali tra gli elementi

un meccanismo molto potente perché permette di

di una sequenza e di generalizzare queste regole a sequenze nuove; è

derivare leggi generali a partire da casi specifici; è un processo dominio-generale (Alla base dell’apprendimento linguistico:

apprendimento spontaneo delle regole linguistiche (ipergenaralizzazione dei verbi); E’ una modalità di apprendimento

comune a diverse modalità sensoriali: attiva anche nel dominio della percezione visiva).

• 

Categorizzazione percettiva: Capacità di trattare come simili stimoli discriminabili dal punto di vista percettivo Processo

funzionale alla cognizione e alla memoria poiché facilita il riconoscimento delle nuove informazioni, che vengono assimilate

a quelle già rappresentate nella mente. Il processo di categorizzazione rimane sostanzialmente invariato

Come si sviluppa la capacità di categorizzare? nel

corso dello sviluppo: ciò che cambia è l’unità di informazione selezionata al quale viene applicato, che diventa sempre più

Il processo di categorizzazione è un processo innato, continuo,

complessa. che si sviluppa in maniera graduale e

attraverso un arricchimento quantitativo, non attraverso trasformazioni qualitative. La capacità di categorizzare può essere

studiata attraverso il paradigma dell’abituazione.

Livello 1 (0 - 3 mesi): il processo di categorizzazione è applicato a caratteristiche percettive singole (es: aperto e chiuso)

Livello 2 (3 - 7 mesi) : il processo di categorizzazione è applicato ad oggetti semplici (figure geometriche)

Livello 3 (7 - 10 mesi): : il processo di categorizzazione è applicato ad oggetti complessi (correlazione tra caratteristiche)

Livello 4 (10-12 mesi): il processo di categorizzazione è applicato ad eventi complessi (relazione causale tra eventi)

[vedi esperimenti a pag. 144-145]

Con il procedere dello sviluppo la categorizzazione percettiva viene sempre più influenzata dai processi di natura top-down.

Competenze infantili nei diversi domini cognitivi:

La presenza di capacità estremamente precoci è stata dimostrata anche per diversi domini dell’attività cognitiva:

_ Linguaggio

_ Teoria della mente

_ Volti

_ Numero:

• Le competenze numeriche in età preverbale:

 Numerosità: l’unica proprietà di un insieme di elementi che non cambia quando le caratteristiche degli elementi

variano (es. 2 cani e 2 gatti: cambiano gli elementi ma il numero è sempre 2).

 Quantificazione: processo che permette di cogliere la numerosità di un insieme percepito. Processo che può

Conteggio, Stima, Subitizing (processo di stima quando gli elementi sono massimo

avvenire in tre modi:

4)

• La cognizione numerica nella prima infanzia secondo Piaget: I bambini non hanno nessun senso del numero

prima dell’ingresso nel periodo operatorio concreto (6-7 anni)capacità di conservazione: riconoscimento

dell’invarianza di una proprietà quantitativa in presenza di variazioni nell’apparenza percettiva: Compito piagetiano

della conservazione delle quantità numeriche (superato dai 5 anni: reversibilità, per riconoscere l’invarianza delle

proprietà quantitative in presenza di variazioni nell’apparenza percettiva, e compensazione), Compiti piagetiani della

conservazione delle quantità continue (superato dai 6-7 anni, a seconda della quantità considerata).

I compiti piagetiani, e in particolare i compiti di conservazione, hanno numerosi limiti: la ripetizione della domanda

prima/dopo la trasformazione è fuorviante (quando un bambino ha appena dichiarato che le due file sono uguali,

interpreta la richiesta di un secondo giudizio come un suggerimento a cambiare la risposta). L’incapacità dei bambini di

esplicitare i criteri sui quali hanno basato la risposta non implica necessariamente l’incapacità di conservare.

• La cognizione numerica

La cognizione numerica nella prima infanzia: si sviluppa in modo continuo: no

differenze qualitative tra il modo in cui le informazioni numeriche sono rappresentate nella mente del bambino e

Gli infants condividono con gli adulti e altre specie animali

dell’adulto; (uccelli, roditori, primati) alcune abilità

numeriche di base sulle quali si innesca lo sviluppo successivo delle abilità m

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
52 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Psicologiaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Origine e sviluppo della mente umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Macchi Cassia Viola.