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Mantenimento della pace facendo riferimento ad organizzazioni regionali

Vi sono diverse organizzazioni regionali che hanno competenza riguardo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, ad esempio la NATO (organizzazione del trattato dell'atlantico del nord), vi era in passato l'UEO (Unione europea occidentale dal 1948 al 2011), la quale si proponeva di assicurare la reciproca assistenza fra gli stati membri in caso di aggressione; l'OAS, lega degli stati arabi, l'Unione Africana, l'unione degli stati indipendenti (la quale racchiude le repubbliche ex-sovietiche), l'ECOWAS (comunità economica degli stati dell'africa occidentale), l'OECS (Organizzazione dei caraibi degli stati occidentali), l'OSCE (organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa). La loro azione per il mantenimento della pace è prevista dall'art. 52, contenuto nel capitolo VIII paragrafo 1: Nessuna disposizione del presente.

Statuto preclude l'esistenza di accordi od organizzazioni regionali per la trattazione di quelle questioni concernenti il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale che si prestino ad un'azione regionale, purché tali accordi od organizzazioni e le loro attività siano conformi ai fini ed ai principi delle Nazioni Unite.

Il paragrafo 2: I Membri delle Nazioni Unite che partecipino a tali accordi od organizzazioni devono fare ogni sforzo per giungere ad una soluzione pacifica delle controversie di carattere locale medianti tali accordi od organizzazioni regionali prima di deferirle al Consiglio di Sicurezza. Quindi il paragrafo 2 prevede espressamente che qualora ci sia una controversia, prima di deferirla al CS si debba far ricorso agli accordi o alle organizzazioni regionali.

In base al paragrafo 3: Il Consiglio di Sicurezza incoraggia lo sviluppo della soluzione pacifica delle controversie di carattere locale mediante gli accordi o le organizzazioni regionali.

sia l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L'autorizzazione del CS. In linea di principio occorre l'autorizzazione del CS, fatta eccezione per le misure che oggi non hanno più rilevanza, quelle previste contro i cosiddetti STATI NEMICI (definiti dal paragrafo 2 dell'art.53 erano quelli che durante la 2WW erano nemici ai membri che avevano firmato la carta, si trattava egli stati sconfitti dalla 2WW, in particolar modo Germania e Giappone). Un'altra eccezione è possibile: sancita dal diritto alla legittima difesa collettiva, sancita dall'art.51 della carta. In questo caso non serve l'autorizzazione del CS per agire in legittima difesa collettiva. Per il resto, il termine "autorizzare" indica che si ha una delega da parte del CS, tale delega deve essere data prima dell'inizio dell'azione coercitiva. In altre parole, il CS effettua un trasferimento di poteri: i poteri del capitolo VII di prendere misure coercitive sono trasferite alle organizzazioni regionali.

Comunque, a parte l'eccezione della legittima difesa, in quanto quella degli stati nemici non vale più, l'azione deve essere autorizzata preventivamente dal CS e controllata da quest'ultimo. Nella prassi, troviamo grossi casi di azioni armate non autorizzate dal CS e quindi illegittime sia ai sensi della carta che a quelli del divieto dell'uso della forza sancito dal diritto internazionale. Se pensiamo al blocco navale di Cuba da parte degli USA del 1962, fu preceduta da una risoluzione; o ancora nel 1965 l'azione degli USA nella Repubblica dominicana, anch'essa organizzata dal consiglio dei ministri dell'Organizzazione degli stati americani che fu violentemente criticata dall'URSS e Cuba; oppure possiamo pensare all'azione armata della Nato in Kosovo nel 1999 per i crimini contro l'umanità commessi dal governo serbo. In quel caso la Nato cercò l'autorizzazione da parte del CS, non la ottenne e quindi.proseguì autonomamente. O ancora si può pensare all'azione dell'Unione africana contro l'organizzazione di stampo terroristico in Nigeria del 2015, anche se qui poi si è avuto un aval da parte del presidente del CS con una dichiarazione. Per quanto riguarda un esempio di autorizzazione data dal CS: dopo la fine della guerra fredda si è avuto l'intervento della Nato in Libia, la "Unified Protector", nel 2011, il quale ha unificato delle azioni autonome condotte da alcuni stati membri, tra i quali Francia, Regno Unito e USA. Lezione 19: COMPETENZE DELLE NAZIONI UNITE Tra le funzioni delle nazioni unite vi è proprio quella di cooperare per lo sviluppo sociale ed economico degli Stati membri nell'intento di arginare le gravi disuguaglianze sociali esistenti proprio tra gli Stati membri. Disuguaglianze sociali che esistono in modo abbastanza grave ancora oggi ma che erano ancora più evidenti all'inizio.dell'attività delle Nazioni Unite, quindi negli anni '40 e '50 del secolo scorso. A differenza dell'azione per il mantenimento della pace, della sicurezza internazionale, nell'ambito della cooperazione economica e dell'azione per lo sviluppo, invece, il ruolo principale viene svolto dall'ASSEMBLEA GENERALE, assemblea che è composta per la maggior parte da Paesi che hanno particolari interessi in questo settore, infatti i Paesi in via di sviluppo sono preponderanti nell'assemblea generale e quando vi è una posizione nell'ambito della quale i Paesi in via di sviluppo sono tutti uniti, essi consentiranno all'assemblea generale di deliberare anche se magari paesi industrializzati sono contrari perché questi ultimi sono numericamente inferiori, ricordandoci che nell'ambito dell'assemblea generale, tutti i paesi che ne fanno parte hanno lo stesso peso, nel senso che quando si vota, tutti i paesi hanno lo stesso valore.diritto ad un voto. Poi è chiaro che se l'assemblea generale dovesse prendere una decisione finalizzata a garantire lo sviluppo economico che prevede delle attività per assicurare tale sviluppo e i paesi industrializzati non partecipano, si può ragionevolmente ritenere che l'efficacia dell'attività sarà limitata. Per quanto riguarda proprio l'attività delle nazioni unite in materia, e in particolar modo per i motivi detti prima dell'assemblea generale, nell'ambito della prassi, possiamo dire che nei primi decenni relativi alle nazioni unite, i problemi relativi allo sviluppo erano considerati prevalentemente con riguardo ai loro aspetti economici. A partire dalla metà degli anni '80, invece, la questione dello sviluppo, sulla spinta dei paesi occidentali è stata ricollegata in modo particolarmente intenso al problema del rispetto dei diritti umani, del principio di legalità e della

democrazia.

Dall'inizio degli anni '90 vi è stata una particolare attenzione per la tutela dell'ambiente, quindi la questione relativa allo sviluppo si è sempre più intrecciata con i problemi economici e per questo si è iniziato a parlare in modo sempre più deciso del concetto di SVILUPPO SOSTENIBILE, il quale è fondamentale per lo sviluppo umano.

Come sappiamo lo sviluppo sostenibile ha 3 componenti: una componente economica, una componente sociale (relativa all'aspetto dei diritti umani) e una componente ambientale.

QUINDI

  • SVILUPPO ECONOMICO
  • TUTELA DEI DIRITTI UMANI
  • TUTELA DELL'AMBIENTE

Possiamo quindi dire che nell'ambito dello sviluppo sostenibile si intersecano fra di loro 3 elementi fondamentali per lo sviluppo umano, per lo sviluppo sociale dell'umanità, il quale si basa fondamentalmente su una gestione curata delle risorse per le generazioni presenti e future, cosa che comunque ancora oggi non si

sta facendo in modo corretto. L'organo competente in materia è quindi l'assemblea generale, ma sotto la direzione dell'assemblea generale, ha anche un ruolo fondamentale il CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE e anche in questo campo, così come analogamente avviene nel campo del mantenimento della pace, vi sono funzioni delegate ed esecutive per il SEGRETARIO GENERALE e più largamente per il SEGRETARIATO.

La materia della cooperazione economica per lo sviluppo viene regolamentata attraverso anzitutto funzioni di tipo normativo, cioè attraverso le regole che vengono elaborate soprattutto dall'assemblea generale e dal consiglio economico e sociale e sono regole non vincolanti: si tratta di raccomandazioni. Le più importanti sono le RACCOMANDAZIONI DI PRINCIPIO (LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO 1948), Sono dichiarazioni che non vengono fatte tutti i giorni, una dichiarazione di principio viene fatta ogni tanto e si occupa

di questioni particolarmente importanti, con riguardo alle quali, benché si tratti di raccomandazioni, ci si aspetta che vi sia la massima adesione possibile da parte degli stati membri, che comunque non sono obbligati ad aderire. Infatti, nel caso in cui uno Stato disattenda una raccomandazione di principio, questo non commette un illecito internazionale. Le dichiarazioni di principio, spesso sono solo alla base degli sviluppi successivi del Diritto Internazionale consuetudinario. Per il momento, comunque, in materia economica e per lo sviluppo, non si può ritenere che si siano formate norme consuetudinarie. Tra le risoluzioni più importanti relative alla materia, possiamo ricordare la Dichiarazione per il Programma di Azione per l'Instaurazione di un Nuovo Ordine Economico Mondiale (Dichiarazione dell'Assemblea Generale 1974) e la Carta dei Diritti e Doveri Economici degli Stati (Assemblea Generale 1974). Entrambi questi strumenti riassumono i principi nucleati.paesi in via di sviluppo sono considerati come destinatari di aiuti e supporto per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, negli ultimi anni si è sviluppata una nuova prospettiva che mette in discussione questa visione tradizionale. Secondo questa nuova prospettiva, l'assistenza ai paesi in via di sviluppo non dovrebbe essere solo un modo per aiutarli a raggiungere un livello di sviluppo autonomo, ma dovrebbe anche essere un'opportunità per promuovere la cooperazione e la solidarietà tra i paesi. In altre parole, l'assistenza non dovrebbe essere vista come un atto di beneficenza unilaterale, ma come un partenariato tra i paesi. Questa nuova prospettiva si basa sull'idea che i paesi in via di sviluppo hanno molto da offrire, non solo in termini di risorse naturali, ma anche in termini di conoscenze, competenze e capacità. Pertanto, l'assistenza dovrebbe essere concepita come un processo di scambio reciproco, in cui entrambe le parti possono beneficiare. Questa prospettiva è stata sostenuta da diverse organizzazioni internazionali, come l'Organizzazione delle Nazioni Unite e la Banca Mondiale, che hanno promosso l'idea di una cooperazione globale per lo sviluppo sostenibile. Questo approccio si basa sull'idea che la cooperazione tra i paesi può contribuire a risolvere i problemi globali, come la povertà, l'insicurezza alimentare e il cambiamento climatico. In conclusione, la prospettiva sull'assistenza ai paesi in via di sviluppo sta cambiando, passando da un approccio unilaterale a un approccio basato sulla cooperazione reciproca. Questo nuovo approccio offre nuove opportunità per promuovere lo sviluppo sostenibile e affrontare le sfide globali.
Dettagli
A.A. 2020-2021
138 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VanessaLazzerini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Organizzazione internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Lenzerini Federico.