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FLESSIBILITÀ ANALISI QUANTITATIVA
• OBIETTIVITÀ SOCIALE
ABILITÀ DI GESTIONE
DELLE PERSONE:
• EMPATIA
• PERSUASIONE
• COSTRUZIONE DI RETI RELAZIONALI
• NEGOZIAZIONE
• AUTOSTIMA
• GESTIONE DEI GRUPPI
• SVILUPPO DEGLI ALTRI
• COMUNICAZIONE VERBALE
Nel caso analizzato in aula, invece, è stata considerata la catalogazione di Spencer e Spencer:
Competenze Cognitive:
elaborare concetti, sviluppare analisi, individuare soluzioni e piani di azione coerenti.
Competenze d’Influenza:
persuadere e convincere gli altri a realizzare le azioni necessarie al conseguimento degli obiettivi,
comprendendo ed utilizzando le leve del potere organizzativo.
Competenze di Assistenza e Servizio:
comprendere i bisogni degli altri, agire con tempestività per anticipare e risolvere i problemi.
Competenze Realizzative:
definire obiettivi e piani di azione, attivare energie e capacità per anticipare problemi e raggiungere risultati
di eccellenza.
Competenze Manageriali:
ottenere risultati attraverso la buona gestione delle risorse coordinate, identificare punti di forza e di
debolezza dei collaboratori, predisporre e monitorare piani di sviluppo con i collaboratori.
Competenze di Efficacia Personale:
attivare energie personali per affrontare e superare ostacoli e/o situazioni difficili, adeguare atteggiamenti
e comportamenti ai contesti di riferimento al fine di conseguire gli obiettivi stabiliti.
In generale i modelli di competenze sono un linguaggio comune per la selezione del personale, per la
formazione, per la valutazione, l’incentivazione e la pianificazione delle risorse.
Come dicevamo prima, anche il contesto è una variabile che influenza la performance lavorativa; è per
questo motivo che si identificano le performance di contesto e le performance di compito. La performance
di compito presenta una relazione diretta con il cuore tecnico dell’organizzazione, sono i processi tecnici. Le
determinanti della performance di compito sono la conoscenza di fatti, principi e procedure connessi al
compito, la capacità nell’uso di metodi e informazioni tecniche, le abitudini di risposta a situazioni di lavoro
che facilitano la performance. La performance di contesto, invece, non interessa direttamente i processi
tecnici ma contribuisce a costituire e mantenere nel tempo le condizioni di ambiente organizzativo, sociale
e psicologico che promuovono, o sono favorevoli, a un efficace funzionamento del nucleo tecnico
(collaborazione, perseveranza). La performance di contesto è maggiormente rilevante in ambienti
turbolenti e nei processi di cambiamento e nel lavoro in team. Le determinanti di una buona performance
di contesto sono simili anche per attività molto diverse tra loro e ciò dipende dal fatto che le attività
lavorative sono inserite in strutture sociali che presentano dinamiche simili, quindi richiedono agli operatori
lo sviluppo di caratteristiche analoghe (cooperazione, sensibilità, disponibilità agli obiettivi aziendali,
volontarismo, motivazione, ecc.); ci si riferisce a determinanti come conoscenza di adeguate modalità
comportamentali, capacità nella cooperazione, motivazione, abitudini di risposta a situazioni di relazione
che facilitano la performance, personalità.
DIREZIONE DEL PERSONALE
La Direzione del Personale si può definire come la funzione di orientamento dei comportamenti degli
individui verso il raggiungimento degli obiettivi istituzionali dell’organizzazione.
DEF ALTERNATIVA DATA DAL PROF: la direzione del personale è quella staff che professionalmente gestisce
le risorse umane al fine di orientarle verso la mission dell’impresa.
In generale le funzioni interne ad un’impresa possono essere funzioni:
• Concentrate, se è necessario che se ne occupino soggetti con specifiche conoscenze tecniche
• Diffuse, se non è necessaria un particolare conoscenza tecnica, ma se ne occupano soggetti di
diverso livello.
La funzione di direzione del personale viene messa in pratica come una funzione diffusa, e questo
rappresenta una criticità: nella prassi, senza alcuna conoscenza tecnica, un soggetto può selezionare il
personale, provvedere ai sistemi di incentivazione, di entrata, di uscita ecc.
Le funzioni proprie della direzione del personale possono essere di tre tipi:
1. FUNZIONI SPECIFICHE svolte in autonomia (dette anche specialistiche o concentrate), che
comprendono oltre all’attuazione di prestazione e servizi interni, la redazione di regole e
programmi e la gestione delle relazioni esterne (p.e. con i sindacati, con le scuole ecc.);
2. FUNZIONI IN CONGIUNZIONE CON LA LINEA svolte per definizione assieme ad altri organi, p.e. il
sistema di incentivazione;
3. FUNZIONI DECENTRATE ALLA LINEA
La funzione di direzione del personale è una funzione complessa perché per esempio è necessaria:
1. la conoscenza del diritto (in particolare quello del lavoro)
2. avere sensibilità economica, cioè avere la percezione di quanto impattano le scelte di gestione del
personale dal punto di vista economico (p.e. considerare che per inserire un tutoraggio all’interno
di un certo ufficio, sono necessarie molte risorse economiche)
3. avere una certa sensibilità psicologica, per rapportarsi al meglio con le risorse umane gestite
4. grande capacità di problem solving, in tempi d’azione molto brevi
Si tratta di un’attività professionale organicamente inserita nell’organizzazione e rivolta a promuovere
efficacia ed efficienza nell’utilizzo delle risorse umane.
La complessità della direzione del personale, sta anche nei molteplici obiettivi da raggiungere: l’immagine
sottostante rappresenta i 4 ruoli principali che si hanno in questo ambito.
1. PARTNER STRATEGICO: la direzione del personale, come partner strategico, deve focalizzarsi sul
futuro dell’impresa, cioè sugli obiettivi a lungo termine di quest’ultima intervenendo sui processi.
2. GESTORE DEI SERVIZI: la direzione del personale, come gestore dei servizi, deve focalizzarsi anche
sul quotidiano dell’impresa, cioè sugli obiettivi di breve termine di quest’ultima, intervenendo sui
processi (non sulle persone, non sulla loro personalità) e dunque assicurando il funzionamento
efficiente dei fondamentali sistemi operativi del personale.
3. AGENTE DEL CAMBIAMENTO: la direzione del personale, come agente del cambiamento,
accompagna la trasformazione organizzativa, nel senso che interviene sulle persone per
raggiungere obiettivi futuri.
4. PROMOTORE DELLE RISORSE UMANE: : la direzione del personale, come promotore delle risorse
umane, stimola elevati livelli di impegno e competenza da parte del personale, intervenendo sul
quotidiano e supportando l’aspetto psicologico delle persone (p.e. intervenendo sulla
motivazione).
È necessario puntare su tutte e 4 le aree svolgendo una funzione complessiva di BUSINESS PARTNER.
Secondo il modello di Ulrich è necessario ripartire i compiti della direzione del personale tra più unità
operative: la funzione della direzione del personale è quella di dare regole generali, quella delle unità in
linea consiste nel seguire queste regole. Sono presentate alcune attività svolte in linea:
La direzione del personale è influenzata da diversi soggetti esterni ed interni: (leggi solo)
I MODELLI DI GESTIONE DEL PERSONALE: I triangoli
rappresentano
l’organico
dell’impresa.
Per ogni modello
verranno
analizzati i
diversi sistemi
operativi del
personale.
1. MODELLO CLASSICO DI OCCUPAZIONE STABILE (O GIAPPONESE):
prevede l’entrata delle persone dal livello più basso (per lo più associato al grado di preparazione
scolastica), una lunga progressione interna e un’uscita dall’azienda e dallo stesso mercato del lavoro
direttamente al termine della vita lavorativa; l’abbandono dell’organizzazione prima dell’età della pensione
appare un “incidente di percorso”, mentre le immissioni di personale con esperienze lavorative esterne
sono considerate “eccezioni” a una regola aurea. Il modello funziona se l’impresa garantisce stabilità e il
lavoratore garantisce totale partecipazione e coinvolgimento emotivo.
Selezione: si investe molto in questo sistema operativo, valutando il potenziale delle persone e non
tanto quello di cui sono capaci al momento dell’assunzione (es. in Cina gli studenti vengono selezionati
ancora prima del diploma).
Formazione: sistema operativo impegnativo, sofisticato e costoso.
Incentivazione e valutazione: sistemi operativi che puntano ad avere risultati crescenti e continui nel
tempo. In questo tipo di imprese si fa carriera nel lungo periodo, secondo un “seniority system”.
Remunerazione tendenzialmente bassa
Uscita: sistema operativo che deve occuparsi soprattutto di problematiche relative alle pensioni e solo
per alcune eccezioni ai licenziamenti.
2. MODELLO DI OCCUPAZIONE FLESSIBILE (O NORDAMERICANO):
prevede l’entrata di persone specializzate, con cui si hanno rapporti di lavoro di breve durata con flussi
elevati di mobilità.
Selezione: la scelta delle persone viene fatta accuratamente ma non investendo capitali ingenti
Formazione: spesso è solo un interesse del lavoratore
Incentivazione e valutazione: si danno obiettivi che il lavoratore deve eseguire al fine di ottenere premi
Remunerazione: più alta
Uscita: sistema operativo che deve occuparsi di uscite dovute a licenziamenti; non è detto che un
lavoratore uscito dall’impresa non possa più rientrarci.
3. MODELLO DELLA SELEZIONE ECCELLENTE:
prevede l’entrata di persone non professionalizzate sapendo già che molte di queste sono destinate a
lasciare presto l’impresa. Questo modello viene spesso utilizzato nelle grandi società di consulenza o nelle
multinazionali; all’interno dell’impresa vi sono due tipi di dipendente:
a. Fast mover: entrano nell’impresa e sanno che dopo circa 3/4 anni lasceranno l’impresa con molte
conoscenze beautiful exit
b. Permanent: i migliori candidati che il mercato offre vengono trattenuti in azienda, garantendo loro
un’importante carriera
In questo modello governa il principio del up-or-out: se le persone non crescono rapidamente in termini di
professionalità si preferisce favorirne l’uscita. Comunque sia, sia i fast mover che i permanent sono contenti
della loro esperienza: motivo per cui il modello regge.
4. MODELLO DELLA STRATEGIA DEL CUCULO:
prevede la selezione di personale già professionalizzato presso altre imprese per poi “fidelizzarlo”
all’azienda, mediante accorte politiche di retention (remunerazione) e di sv