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Vengono poi però introdotte le Human Relations:
relazioni (vedi gli esperimenti nella fabbrica di Hawthorne della Western Electric) Elton Mayo
sostiene che livelli elevati di produttività sono correlati a livelli elevati di soddisfazione delle persone;
i comportamenti dei capi influenzano i comportamenti dei dipendenti e la loro soddisfazione; la
maggior parte dei conflitti si può risolvere efficacemente attraverso la comunicazione delle parti; un
lavoro in se più interessante, meno specializzato, più ricco di responsabilità e autonomia produce
maggior soddisfazione e maggior produttività. Vengono svolti quindi alcuni studi sociologici su
quelle che erano le organizzazioni già esistenti anche dal punto di vista psicologico per migliorare la
visione umanistica di queste aziende. Quindi l’organizzazione è un tessuto di relazioni che porta a
un vantaggio competitivo. Esperimento la produttività dei lavoratori che partecipavano
all’esperimento nelle linee di produzione di materiali elettrici aumentò per il solo fatto dell’attenzione
dedicata ai lavoratori. Gli elementi costitutivi dell’organizzazione:
Gli assetti organizzativi si presentano in una grande varietà. Ogni organizzazione è costituita da molti
tra loro strettamente interrelati e per questo l’organizzazione non può essere descritta
elementi
semplicemente a parole. Secondo Minzberg è possibile identificare 5 parti fondamentali in ciascuna
organizzazione: alla base dell’organizzazione, troviamo gli operatori, cioè
1) Nucleo operativo (Working base):
coloro che svolgono l’attività fondamentale di produzione, vendita e assistenza o comunque
collegate al core business. Gli operatori procurano gli input per la produzione, trasformano
gli input in output, distribuiscono gli output, forniscono un supporto diretto agli operatori.
2) Vertice strategico (Top management): Quando le dimensioni aziendali aumentano diventa
indispensabile avere manager che a tempo pieno si occupino della supervisione diretta,
gestione delle relazioni organizzazione-ambiente, sviluppo della strategia. Sono responsabili
del governo strategico e dei risultati globali dell’azienda. Ne fanno parte il CdA, i comitati di
direzioni, l’amministratore delegato e il direttore generale. Il CEO (Chief Executive Officer)
che identifica il detentore della responsabilità manageriale di vertice è anche il principale
esponente rappresentativo.
3) Linea intermedia (Middle management): comprende i manager che collegano il vertice con
il nucleo operativo. Traducono finalità generali in obiettivi specifici, supervisionano,
raccolgono informazioni. (Capireparto, responsabili della produzione, manager regionali ecc).
è composto dagli analisti, che svolgono un’attività di
4) Tecnostruttura (Tecnostructure):
carattere direttivo ma di natura diversa. Sono responsabili delle funzioni di analisi, controllo
e standardizzazione (che riduce la necessità di ricorrere alla supervisione diretta).
5) Staff di supporto (Support): Svolgono attività non connesse al core business ma che ne
facilitano/consentono il funzionamento (ufficio legale, relazioni esterne, R&S, gestione
personale, comunicazione). Di solito sono denominati Staff, in distinzione alla Line (linea
gerarchica che dirige il personale operativo e controlla le risorse aziendali).
La funzione di organizzazione è dunque scomponibile nelle tre sotto funzioni 1) organizzazione, 2)
personale, 3) impostazione e gestione dell’ICT.
L’alta direzione
o ha la responsabilità complessiva delle decisioni che riguardano il disegno
organizzativo aziendale. Ci sono poi anche i Manager di Linea che hanno la responsabilità per
aspetti e fenomeni organizzativi rilevanti (funzioni, prodotti, reparti ecc.).
o Organi specialistici di organizzazione: sono istituiti nelle aziende complesse che hanno
l’esigenza di operare sistematicamente sulle variabili organizzative. Essi si configurano come
tecnostrutture o come consulenti esterni che ovviamente sono specializzati in metodologie e
tecniche organizzative.
Per gestire le interdipendenze vengono utilizzati precisi meccanismi di coordinamento, che secondo
Minzberg sono i seguenti (Vedi anche testo di Minzberg su fotocopia):
Adattamento reciproco: consegue il coordinamento attraverso la comunicazione informale;
il controllo del lavoro resta nelle mani di coloro che lo eseguono; numero di persone coinvolte
basso; è efficace nelle situazioni di coordinamento più semplici e in quelle più complesse.
Supervisione diretta: consegue il coordinamento attraverso una persona che assume la
responsabilità del lavoro degli altri, dando loro ordini e controllando le loro azioni; diventa
necessario con un aumento delle persone; il controllo del lavoro pasa nelle mani del
capo/manager.
Standardizzazione dei processi: consegue il coordinamento attraverso la specificazione o la
programmazione dei contenuti del lavoro
Standardizzazione degli output: si specificano i risultati del lavoro (le dimensioni del
servizio o la performance)
Standardizzazione delle capacità: le capacità e le conoscenze sono standardizzate quando
viene specificato il tipo di formazione richiesto per eseguire il lavoro.
La scelta dei meccanismi di coordinamento avviene dal minor al maggior livello di complessità. Sono
però tutti presenti all’interno di ogni azienda, magari in forma minore. Si passa da adattamento,
supervisione, standardizzazione processi-output-capacità e infine di nuovo adattamento.
La scelta del meccanismo di coordinamento da privilegiare dipende prevalentemente dalla tipologia
di interdipendenze esistenti tra le attività.
Interdipendenza per accumulazione o generiche: le unità operative non hanno contatti fra di loro
ma contribuiscono in modo interdipendente al risultato finale; le interdipendenze sono deboli, non
vincolanti. Caratterizzano le tecnologie di mediazione ovvero quei processi in cui ciascuna delle
attività previste nelle fasi di input, trasformazione e output può essere svolta separatamente. Il singolo
operatore non fa affidamento sugli altri per svolgere il proprio compito. Ogni componente
organizzativa (che sia una persona, un team o un’organizzazione), contribuisce separatamente alla
complessiva dell’organizzazione.
performance l’unità operativa A fornisce input per l’attività dell’unità operativa B
Interdipendenza sequenziale:
(e non viceversa); rapporto unidirezionale, diretto; caratterizzano le tecnologie di concatenamento in
cui le attività previste nelle fasi di input, trasformazione e output devono essere svolte in sequenza;
tipiche della produzione di massa; richiedono qualche forma di coordinamento.
l’unità operativa A fornisce input per l’attività dell’unità operativa B e
Interdipendenza reciproca:
viceversa. Legano due attività che possono svilupparsi solo grazie a continui aggiustamenti reciproci
(applicazione di competenze differenziate ad un unico problema). Caratterizzano le tecnologie
intensive in cui le attività previste nelle fasi di input, trasformazione e output sono inseparabili.
a priori una sequenza di attività in quanto “la selezione, l’abbinamento e
Impossibile programmare
l’ordine dell’applicazione delle attività sono determinati dal feedback fornito dall’oggetto stesso”.
Richiedono una modalità di coordinamento molto forte.
Si possono identificare cinque principali forme organizzative diverse che consentono di interpretare
la molteplicità di organizzazioni esistenti. Ciascuna di esse è caratterizzata dal particolare rilievo di
una tra le cinque componenti dell’organizzazione e dall’emergere di una modalità privilegiata di
coordinamento.
1) Forma elementare: Si caratterizza per essere poco sviluppata dal punto di vista della divisione
del lavoro e della specializzazione tra unità organizzative e dal punto di vista dell’adozione di
meccanismi di coordinamento sia verticali che orizzontali. La presenza del ruolo
imprenditoriale è una dimensione che caratterizza le forme organizzative semplici.
sono la supervisione diretta e l’adattamento
I meccanismi di coordinamento prevalenti
reciproco nel nucleo operativo poco differenziata/strumenti poco sofisticati; il ruolo del
vertice strategico (capo azienda): linee strategiche, gestione quotidiana, scelta collaboratori.
Nucleo operativo: scarse responsabilità decisionali ma attività esecutive (coinvolgimento
nelle attività tipiche). Il ruolo dell’imprenditore è in presa diretta con i collaboratori, una
strategia emergente. Le dimensioni della struttura sono poco sviluppate sia in verticale sia in
orizzontale.
Vantaggi: vicinanza al cliente, rapidità dei processi decisionali, senso di appartenenza più
facilmente sviluppato. flessibilità.
Rischi: de-focalizzazione del leader (crisi di accentramento), dipendenza dalla figura del
leader, gestione della successione. si risolve con ricorso alla delega e costruzione di un
piccolo gruppo dirigente.
2) Forma meccanica accentrata (burocrazia meccanica): La burocrazia meccanica è
un’organizzazione strutturata in modo tale da funzionare come una macchina integrata e
regolata. La sua attività operativa è di routine e, dunque, molto ripetitiva. Il coordinamento è
assicurato dalla standardizzazione dei processi: compiti operativi molto specializzati,
procedure finalizzate, larga proliferazione di regole, comunicazione formale, unità
organizzative di grandi dimensioni, relativo accentramento del potere decisionale, enfasi sul
dell’organizzazione è la tecnostruttura.
controllo. La componente fondamentale Secondo i
suggerimenti di Ietro (il primo consulente di organizzazione) Mosè riuscì a governare Israele
con sicurezza. Si passa da un assetto elementare a un assetto razionalmente organizzato che
consente al capo stesso, attraverso una delega a ruoli gerarchici intermedi, di mantenere il
controllo su uno spettro di attività abbastanza ampio. Fondamentale è la definizione dei
compiti dei ruoli intermedi, dell’ampiezza della delega, dei casi in cui il vertice è chiamato a
intervenire.
Vantaggi: è efficiente, precisa (in grado di ridurre i contrasti), la routine può favorire una
profonda conoscenza del lavoro che si svolge e allo stesso tempo può soddisfare un bisogno
di ordine e sicurezza.
Rischi: la standardizzazione eccessiva rischia di svuotare di significato il lavoro, con
conseguenze negative sulla componente sociale dell’organizzazione, la routine non consente
il soddisfacimento dei bisogni di creatività e autorealiz