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L'istituzione degli organi collegiali nella scuola aiuta la gestione sociale per non isolare l'istituzione
scolastica e tutti gli operatori che trasmettono la cultura e formano lo sviluppo della personalità
dell'alunno.
Nella gestione della scuola è parso necessario il coinvolgimento della famiglia, degli enti locali, delle
organizzazioni sindacali tale da rappresentare una vera e propria comunità.
La gestione sociale viene attivata attraverso diversi livelli, nei quali sono presenti componenti di
"estrazione non burocratica" (Salazar).
Nel 1993 si è delegato il Governo al potenziamento degli organi collegiali della scuola come organi di
partecipazione e di gestione scolastiche, nel rispetto delle libertà d'insegnamento da parte delle diverse
componenti e delle famiglie, al rafforzamento dell'autonomia scolastica, alle elezioni delle componenti
del consiglio di circolo o di istituto mediante elezioni di secondo grado.
Nel 1997 la delega è stata rinnovata secondo i seguenti criteri:
- armonizzazione dell'organizzazione e delle funzioni dei nuovi organi con le competenze delle
amministrazioni centrali e periferiche e con quelle delle istituzioni scolastiche autonome;
- razionalizzazione degli organi;
- eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali;
- valorizzazione del collegamento con le comunità locali;
- attivazione delle disposizioni dell'art. 59 nella salvaguardia del principio della libertà d'insegnamento.
La riforma degli organi collegiali territoriali
La partecipazione scolastica avviene non solo a livello di singola istituzione, ma anche a livello centrale
con la il Consiglio Superiore della Pubblica istruzione, regionale con i consigli regionali dell'Istruzione e
locale con i Consigli scolastici locali.
Il 31/12/02 vengono costituiti i nuovi organi collegiali locali e regionali e del Consiglio Superiore della
Pubblica Istruzione, che sostituiscono rispettivamente i consigli scolastici distrettuali e provinciali e il
consiglio nazionale della Pubblica Istruzione.
Livello centrale:
il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione è l'organo che rappresenta l'unità del sistema nazionale
dell'istruzione (università, ordinamenti scolastici, programmi scolastici, organizzazione dell'istruzione
scolastica e stato giuridico del personale).
Può esprimere pareri obbligatori:
- sugli indirizzi delle politiche del personale della scuola;
- sulle direttive del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in materia di valutazione del
sistema dell'istruzione;
- sugli obiettivi, indirizzi e standard del sistema di istruzione definiti a livello nazionale ossia sulla quota
nazionale dei curricoli dei diversi indirizzi di studio;
- sull'organizzazione generale dell'istruzione.
Il consiglio esprime anche pareri facoltativi su proposte di legge attinenti all'istruzione.
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione è formato da 36 componenti di cui:
- 15 eletti nei consigli delle scuole statali;
- 15 nominati dal Ministro;
- 3 eletti da scuole di lingua tedesca, slovena e Valle d'Aosta;
- 3 nominati dal Ministro che rappresenta le scuole pareggiate, parificate e legalmente riconosciute.