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Il contrasto tra diritto positivo e morale

Platone). Antigone si contrappone alla legge del diritto positivo del re Creonte (suo zio). Nel regno vigeva la legge che non si poteva dare degna sepoltura a chi fosse morto in guerra contro il potere costituito. Antigone voleva seppellire il fratello morto per questa circostanze e viene condannata a morte per aver violato il diritto positivo. Questa vicenda è ricondotta al contrasto tra diritto positivo e morale. Critone racconta una storia sull'ultima notte di Socrate nella quale fu condannato a morte per una serie di reati (corruzione, empietà) bevendo la cicuta. Il più vicino discepolo prova a liberarlo corrompendo le guardie, ma Socrate non vuole fuggire e risponde in maniera ambigua "lo farò se dimostreremo che è giusto farlo". Infatti egli non fuggì e berrà il veleno poiché considerò l'azione di fuggire immorale. Secondo codesti argomenti: preferì il diritto alla sua stessa vita (contratto sociale).

Socrate afferma che obbediamo al diritto secondo un contratto che è alla base della società.

Hobbes pensa che qualora c'è Stato, c'è obbedienza automatica.

Locke afferma che la fase dello stato di natura (Hobbes), senza diritto e senza regole non ci distrugge, ma si sta già abbastanza bene poiché non ci sono terzi che risolvono le controversie e si agisce per vendetta (giudici). L'obbedienza è riservata ad un ordinamento legittimo.

I cittadini sono obbligati moralmente ad obbedire alle norme? Si attribuisce un valore morale intrinseco alla norma? Si assumono due ipotesi: 1. Nessuno di noi sarebbe tenuto ad obbedire a delle leggi ingiuste dettate da ordinamento giusto, ma siamo moralmente obbligati ad obbedire alle leggi giuste. 2. Non siamo tenuti ad obbedire al diritto e una violazione di una norma giuridica è giustificata da un comportamento rilevante moralmente (obbligo presunto). Es. Superiamo un semaforo rosso.

perché stiamo trasportando un ferito in auto (interesse prevalente). Al di fuori di questi due casi condivisibili e specifici esistono tutte le altre norme giuridiche (ordinarie che coordinano le azioni) che non sono subito valutate come "giuste" o "ingiuste". Davanti a queste quale deve essere il comportamento? Bix propone un esempio: tornando a casa alle 3 di notte e troviamo il semaforo rosso per una strada deserta senza alcun rischio. Quale è il comportamento? Un obbligo è dato da un'influenza morale per compiere determinati fatti? Argomenti a favore: consenso, consequenziale, beneficio o gratitudine, obbligo alle istituzioni giuste, equità e reciprocità. Consenso: Siamo moralmente obbligati poiché svolgendo quelle azioni (voto) o omissioni noi stiamo implicitamente dando il nostro consenso di obbedire ad una società di diritto. Quindi obbediamo alle norme per obbedire ad una comunità di diritto e vi

è una catena di identità e si esprime mediante il consenso(Platone, Locke). Si sollevano però varie problematiche: non è detto che questo vincolo che esprimo nei confronti dello Stato sia un vincolo morale (Es. ceto povero si sentono esclusi dallo Stato). Spesso obbediamo perché non abbiamo alternative valide anche quando ci sentiamo di vivere in una società ingiusta. Ammesso che l’esercizio di una determinata azione basti ad esprimere il consenso, ma questo basta ad esprimere un obbligo morale di obbedienza? Sicuramente non basta quando si parla di un ordinamento ingiusto. Mentre in quelli giusti questo obbligo viene forse creato dalla giustizia del sistema stesso.

Secondo i consequenzialisti esiste un obbligo morale del diritto, perché questo obbligo evita conseguenze negative nelle quali la società incorrerebbe se questo non esistesse. (Utilitarismo). Per questi autori non esistono atti considerati perennemente giusti e sbagliati,

dipende dagli effetti che producono, perciò esistono questi vincoli quando le conseguenze sono reputate negative. Troviamo due forme: consequenzialismo estremo nel quale un obbligo (anche ingiusto) morale esiste sempre (Hobbes), e in assenza di tale la società sarebbe al disordine dello stato di natura. Consequenzialismo moderato: (Honorè) nel quale l'esistenza di un obbligo morale esiste, ma è legato al presupposto dell'esistenza stessa del diritto (onere della prova). Quanto più il diritto sarà obbedito (paura della sanzioni aggiunta all'obbligo morale) tanto più la comunità politica riterrà sia giusto obbedire, al contrario la disobbedienza porterebbe ad un disvalore del diritto. Per alcuni l'obbligo morale esiste in virtù del fatto che lo Stato fornisce benefici sostanziali: servizi pubblici, assistenza sanitaria, istituzione gratuita. Dal momento in cui i cittadini ricevono benefici, questi sonodalla volontà popolare. Tuttavia, ciò non implica che ogni legge debba essere obbedita incondizionatamente. Esistono situazioni in cui il dovere morale di obbedire al diritto può entrare in conflitto con altri principi morali più elevati, come la giustizia o la dignità umana. Inoltre, è importante sottolineare che il dovere di obbedire al diritto non implica una sottomissione acritica alle leggi ingiuste o immorali. Al contrario, ogni cittadino ha il diritto e il dovere di criticare e contestare le leggi che ritiene ingiuste o contrarie ai principi fondamentali della giustizia. In conclusione, il dovere di obbedire al diritto è un principio fondamentale per il corretto funzionamento di una società civile, ma non può essere considerato come un'autorità morale assoluta. Ogni individuo ha il diritto di valutare criticamente le leggi e di agire in conformità con i propri principi morali, sempre nel rispetto dei diritti degli altri e del bene comune.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
2 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher daviderunco di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Porciello Andrea.