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GENERE
Il linguaggio sessista: Le conseguenze dell'uso del maschile generico
Il linguaggio sessista è uno strumento che veicola e trasmesse stereotipi (negativi). Il sessismo
dunque è un pregiudizio negativo fondato sulle differenze di genere.
Con il termine pregiudizio infatti intendiamo: giudico qualcuno primo di conoscerlo effettivamente.
• Uso del maschile per indicare gruppi in cui sono presenti anche donne (Es.: i dottori
dell'ospedale San Luigi Gonzaga hanno etc... parliamo di dottori anche se all'interno di quel
gruppo ci possono anche essere delle dottoresse / soprattutto quando ci riferiamo ad un ruolo
prestigioso facciamo riferimento al maschile: il dottore, lo scienziato, il magistrato etc...).
• L'uso del “maschile generico” trasmette implicitamente una rappresentazione tendenziosa
del mondo? (Es.: diciamo uomo per indicare l'umanità → sineddoche). Questo non è affatto
un comportamento neutro, anzi veicola la discriminazione di sesso.
• Usando il paradigma dell'inibizione pro-attiva, Ng (1990) mostra che il “maschile generico”
viene elaborato come maschile a pieno titolo (Es.: tendiamo a dimenticare gli elementi che
sono coerenti con quelli precedenti → maschile, maschile, femminile / maschile, maschile,
maschile. In questo caso ci ricorderemo maggiormente del primo gruppo perché è presento
un elemento diverso dagli altri).
• Stahlberg et at. (1994): la parola £scienziati” veicola significati connotati in senso maschile.
Il linguaggio sessista: dati di sfondo
Il presupposto da cui si parte è: le donne sono diverse dagli uomini (diverse ovviamente ha un
significato connotato negativamente).
• In quasi tutte le società e nei periodi storici per cui abbiamo informazioni, le donne sono
relegate a ruoli di status inferiore rispetto a quello degli uomini (Ravris & Wade, 1984).
• Le donne sono discriminate nell'accesso al lavoro (Glick, 1991): a parità di condizione si
sceglie un uomo piuttosto che una donna. Oltretutto c'è anche una differenza nella
remunerazione. La donna è pagata meno rispetto all'uomo.
• Le donne sono sovente molestate sul luogo di lavoro (Gutek, 1985)
• Quando occupano posizioni di leadership le donne sono giudicate peggio degli uomini
(Eagly et al., 1992): vengono valutate in modo peggiore quando fanno lavori che sono
tipicamente maschili. Tutto questo con poca se non nulla variabilità tra le culture.
• Nelle situazioni in cui ne hanno bisogno le donne ricevono aiuto più degli uomini (Eagly &
Crowkey, 1986).
• Gli uomini e le donne cercano intimità emotiva più con le donne che con gli uomini (Riess
& Salzer, 1981).
Su alcune dimensioni gli stereotipi sulle donne sono più positivi di quelli sugli uomini (Eagly &
Mladinic, 1994).
Possiamo dunque dire che quasi tutte, anzi tutte le società mostrano una discriminazione in termini
di potere tra uomo e donna (soprattutto perché queste ultime hanno uno status inferiore). Questi
sono dati comuni a tutte le categorie svantaggiate (non valgono solo per la “categoria” donne).
Secondo i dati elencati in precedenza possiamo affermare che alcuni sono in controtendenza: le
donne ricevono aiuto più degli uomini. Possiamo dunque dire che lo stereotipo che caratterizza le
donne non è solamente negativo.
Stereotipi positivi della donna: sono più sensibili, tendono ad amministrare meglio le risorse
economiche, sono eclettiche, sono di natura più brave nell'accudire i figli, sono più cooperative.
Sono stereotipi positivi ma anche ambivalenti per certi versi.
Il sessismo ambivalente (Glick & Fiske, 1996)
Per sessismo ambivalente intendiamo un certo tipo di sessismo connotato allo stesso tempo in modo
positivo ed in modo negativo.
3. Dal punti di vista della psicologia dei rapporti intergruppi la relazione fra i sessi è peculiare:
gli uomini hanno maggior potere strutturale, le donne maggior potere diadico (per potere
diadico si intende il potere che ha la donna nella relazione, il potere che si cristallizza nella
relazione tra un uomo ed una donna).
4. Conseguenza del loro potere diadico: la protettività nei loro confronti, la reverenza per il
ruolo di mogli e madri, la loro idealizzazione in quanto esseri mantici e puri (altro:
riproduzione e soddisfazione sessuale/rapporti emotivamente intimi/immagine di forza).
Possiamo dunque dire che ognuno dei due partecipanti alla relazione ha più potere dell'altro
in relazione alla funzione che si prende in considerazione. In questo ultimo caso la categoria
dominante (uomini) dipende, è nelle mani della categoria dominata (donne); i ruoli si sono
invertiti.
5. Il sessismo è un atteggiamento multidimensionale:
- sessismo ostile: un atteggiamento negativo e basato su una generalizzazione fallace e inflessibile
(Es.: gli uomini sono più utili nella società ed è giusto dunque che abbiano più potere rispetto alle
donne). Il sessismo ostile si basa su stereotipi violenti.
- sessismo benevolente: un orientamento (soggettivamente positivo) di protezione, idealizzazione e
affezione, alla base di comportamenti stereotipicamente prosociali e intimi. In questo tipo di
sessismo si cerca di dare una forma accettabile al sessismo ostile (Es.: le donne hanno bisogno di
protezione e di assistenza soprattutto sul lavoro). Questo sessismo è uno strumento sottile che serve
a giustificare; è difficile ribellarsi alle espressioni di sessismo benevolo.
6. Spesso le donne hanno elevati livelli di sessismo benevolente (specie nelle culture molto
sessiste: Glick et al., 2001).
7. Entrambe le forme di sessismo servono a giustificare il potere strutturale degli uomini sulle
donne.
8. Esempi di item di sessismo ostile:
- molte donne non riescono ad apprezzare pienamente tutto ciò che gli uomini fanno per loro.
- le donne esagerano i problemi che hanno al lavoro.
- molte donne sono in realtà alla ricerca di favori speciali, come ad esempio l'assunzione di politiche
che le favoriscano sugli uomini, con il pretesto di chiedere "uguaglianza".
9. Esempi di item di sessismo benevolente:
- le donne dovrebbe essere amante e protette dagli uomini
- molte donne hanno una qualità di purezza che pochi uomini hanno/possiedono
- una brava/buona donna dovrebbe essere posizionata su di un piedistallo dal proprio uomo.
Possiamo anche dire che gli stereotipi esistono sia per gli uomini che per le donne, il problema è
che questi non hanno uguale valenza e grado di positività. Gli stereotipi maschili sono normalmente
positivi, mentre quelli femminili sono tipicamente connotati negativamente.
Noi siamo inoltre imbevuti di miti di legittimazione della uguaglianza e della diseguaglianza
(religione); anche in questo caso la condizione della donna è peggiore.
• Conseguenze del sessismo ambivalente:
- il sessismo ostile porta a stereotipi negativi verso le donne, quello benevolente a stereotipi positivi
nei loro confronti (purché coerenti col loro ruolo tradizionale). Es.: I sessismo benevolo innalza il
ruolo delle casalinghe, di coloro che rinunciano a lavorare per accudire i propri figli etc...
-divisione delle donne in rigide categorie stereotipiche non comunicanti fra loro: pedestal – gutter
syndrome, o Madonna – whole dychotomy (Tavris & Wade, 1984)
- il sessismo ostile è la punizione per le donne che non si conformano, quello benevolente è il
premio per quelle che lo fanno (Glick et al., 1997)
- discriminazione particolarmente insidiosa perché mascherata da buone intenzioni e difficile da
smascherare
• Il sessismo ostile promuove il cambiamento sociale, il sessismo benevolente lo ostacola
(Becker & Wright, 2011).
Sessismo benevolente : + sesso/genere – specifico come sistema di giustificazione
+ vantaggi percepiti di essere donna
+ affetti positività
- azioni collettive.
Il sessismo benevolo spinge le donne a giustificare il sistema, le spinge a percepire molti vantaggi
illusori dell'essere donna, le spinge ad avere affetti positivi. Tutto questo porta le donne a non
impegnarsi in azioni collettive.
4. Trovarsi in condizioni di sessismo ambivalente peggiora le prestazioni delle donne
(Dardenne, Dumont, & Bollier, 2007); perché la attacca su questioni più sottili (Es.: se un
gruppo di studenti deve sostenere un test di matematica, se alla prima domanda viene
chiesto il sesso dello studente, le donne partiranno già svantaggiate e non solo nella loro
testa penseranno che quel test non saranno in grado di farlo in quanto nella società vige lo
stereotipi che in matematica sono più bravi i maschi).
5. Il sessismo benevolente spinge le donne a desiderare partner di alto status, il sessismo ostile
spinge gli uomini a desiderare partner molto attraenti (Travaglia, Overall, & Sibley, 2009)
6. Il sessismo ostile, ma non quello benevolente, spinge uomini e donne a valutare in modo
particolarmente negativo le donne quanto hanno le mestruazioni (Forbes, Adam – Curtis,
White, & Holmgren, 2003).
La minaccia dello stereotipo (Steele & Aronson, 1995)
• Appartenere ad un gruppo oggetto di stereotipo negativo influisce sulle prestazioni messe in
atto in comportamenti legati a tale stereotipo: appartenere ad un grippo connotato
negativamente fa sentire il gruppo stesso minacciato. Inoltre sentirsi minacciati dallo
stereotipo tende a confermare lo stereotipo stesso e dare quindi ragione a quello che la
società pensa. Perché?
Distogliamo risorse cognitive dal compito, e perché la minaccia dello stereotipo ci “istupidisce”.
• Principali variabili analizzate: abilità matematiche per le donne, abilità matematiche per gli
asiatici, abilità emotive per gli uomini, intelligenza per i neri africani, abilità atletiche per i
bianchi. Normalmente gli stereotipi peggiorano le prestazioni di chi sarebbe più portato a
mettere in atto buone prestazioni (Es.: test di matematica).
La minaccia dello stereotipo (Fruttero, in lavorazione)
• 46 studentesse dell'università di Torino
• manipolazione sperimentale. Induzione vs. non induzione della minaccia dello stereotipo
• 16 prove si matematica
• il gruppo sperimentale riesce significativamente peggio del gruppo di controllo, t(44) =
3.075, p < .01)
• punteggio (prendendo in esame una scala che va da 0 a 12):
- gruppo sperimentale: 7,18
- gruppo di controllo: 10,7
Approfondimenti
3. Gli effetti si attenuano se le differenze possono essere attribuite a specifiche esperienze di
vita invece che a cause generiche (Dar - Nimrod & Heine, 2006)
4. Gli effetti si amplificano fra i partecipanti con locus of control interno (Cadinu, Maass,
Lombardo, & Frigerio, 2006). Il