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LEWIN TEORIA
Kurt Lewin (1890-1947)
Lewin, indicato come uno dei padri fondatori della psicologia sociale, era un socialista ebreo
tedesco emigrato negli Stati Uniti (1934) per sfuggire alle persecuzioni naziste, e ha portato fuori
dal laboratorio la ricerca sociale, calandola nel contesto della vita reale. Emigrato negli Stati Uniti si
rende conto che bisogno occuparsi più di tutto dei problemi sociali, come uguaglianza, giustizia e
soprattutto democrazia. Secondo lui una teoria priva della pratica non serviva a nulla, anche se
sosteneva che “non c'è nulla di più pratico di una buona teoria”.
• Stretta relazione fra gli eventi della sua vita e la sua impostazione scientifica (questo è
spesso tipico degli psicologi, prendiamo come esempio Freud)
• Ottica democratica, aperta, progressista
• Stretta articolazione di teoria e pratica
• Fortemente influenzato dalla teoria della Gestalt
• Passaggio da un modello di pensiero “aristotelico” (studio dell'essenza delle cose) a uno
“galileiano” (studio della relazione tra le cose)
La teoria di campo
• Origine: l'elettromagnetismo di Maxwell, la teoria di campo in fisica di Einstein e Infeld
• La teoria di campo in psicologia sociale: impostazione che si rivolge al comportamento del
singolo e del gruppo in funzione del complesso sistema di forze in azione nel “qui e ora”
• “Metodo di analisi dei rapporti causali e di elaborazione dei costrutti scientifici nell'ambito
di situazioni considerate sotto il profilo del cambiamento”
• Il campo: la totalità dei fatti mutamente interdipendenti che coesistono per l'individuo in un
momento dato
• Tre ordini di fatti:
- spazio di vita: insieme di ciò che crediamo, è il contenuto della mente delle persone, come le
persone rappresentano se stesse ed il mondo; conta l'ambiente oggettivo ma anche quello
soggettivo. Il mondo e l'individuo si influenzano a vicenda
- zona di frontiera: è il confine dello spazio di vita, che separa l'interno dall'esterno, governa
l'ingresso e l'uscita del mondo soggettivo (Es.: la percezione e l'azione), infatti il mondo e
l'individuo si influenzano a vicenda
- fatti del mondo sociale che ci influenzano indirettamente, pur senza un contatto diretto
Tutto questo può essere semplicemente rappresentazione con una equazione: C = f(P,A) → il
comportamento è funzione sia della persona che dell'ambiente, oltre che delle loro interazioni.
Secondo Lewin bisogna studiare i problemi umani e sociali per principalmente due motivi: per
conoscere ciò che ci circonda e soprattutto per intervenire se questi problemi persistono; il gruppo
in questo caso assume una importanza centrale, ed è soprattutto l'interdipendenza tra i componenti
di esso che fa si che si instauri un vero e proprio gruppo. Inoltre si possono distinguere due tipi di
interdipendenza:
1. interdipendenza del compito: lavorare come un gruppo perché c'è un obiettivo specifico da
eseguire e realizzare (Es.: gruppo di lavoro)
2. interdipendenza del destino: la sorte di un individuo è la sorta di tutti, per riprendere le
parole di Primo Levi potremmo dire che o tutti saranno sommersi oppure tutti saranno
salvati. La realtà sociale ci mette in condizioni di vedere anche questa seconda forma di
interdipendenza (Es.: passeggeri su un aereo; non sono un gruppo in quanto non tutti si
conoscono e oltretutto non hanno un obiettivo specifico da svolgere e portare a compimento,
ma nel caso ci fosse un dirottamento o un guasto dell'aereo in questo caso si formerebbe un
gruppo vero e proprio in quanto le persone cercherebbero di sfuggire dal pericolo, tutte)
• Logica generale:
- Centrare l'analisi su situazioni concrete della vita reale delle persone e dei gruppi
- Considerandole nel vasto ambito strutturale e processuale in cui si collocano
- Analizzando problemi specifici in relazione a specifiche situazioni
- Usando questa conoscenza per formulare leggi via via più generali relative al modo con cui
l'individuo (o il gruppo) agisce, ragiona, valuta, entra in tensione...
Gli studi sulle dinamiche di gruppo
“Il gruppo è qualcosa di più o per meglio dire qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha
struttura propria, fini peculiari e relazioni particolari con altri gruppi. Quel che ne costituisce
l'essenza non è la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro
interdipendenza. Esso può definirsi come una totalità dinamica. Ciò significa che un cambiamento
di stato di una sua parte o frazione qualsiasi, interessa lo stato di tutte le altre”(Lewin, 1948).
LEWIN ESPERIMENTI
Stili di leadership e atmosfera sociale
• Interessi principali dello studio:
- Analizzare il problema del cambiamento
- Sviluppare metodi e procedure per descrivere gli aspetti che caratterizzano la leadership e la vita
di gruppo
- Capire che cosa c'è alla base di differenti comportamenti di gruppo come la ribellione verso
l'autorità, l'apatica sottomissione ad un'autorità o l'attacco di un gruppo contro un altro
- Dimostrare i vantaggi della democrazia e della partecipazione alla presa di decisioni nella scelta
degli obiettivi
Stili di leadership e atmosfera sociale (Lewin, Lippitt, & White, 1939)
• Ipotesi:
- Il “clima sociale” in un gruppo dipende principalmente dallo stile di leadership
- Lo stato d'animo dominante e l'efficienza del gruppo dipendono dal “clima sociale” del gruppo
- L'individuo è influenzato dai modelli di gruppo a cui appartiene
L'esperimento
Lewin cercò di dimostrare alcuni tesi precostituite → tesi politiche. La tesi era infatti che la
democrazia era meglio della dittatura sotto tutti i punti di visti, e bisogna aiutare le persone ad
essere visceralmente a favore della democrazia. Bisogna, secondo lui, costruire una sorta di società
in miniatura e manipolarla, effettuarci sopra dei cambiamenti per vedere le reazioni. Lewin vuole
fare un parallelismo tra società e gruppo (il governo sta alla società come la leadership sta ad un
gruppo). Il “clima sociale” del gruppo è sfondo attraverso il quale ci si muove; esso dipende da
come viene esercitata la leadership, infatti essa determina come le persone si sentono e quanto
producono (il “clima” si può dire determini lo stato d'animo delle persone).
• Partecipanti: tre gruppi, ognuno dei quali costituito da 5 ragazzini di 10-11 anni
• Compito “ufficiale”: costruire maschere teatrali di cartapesta
• Manipolazione sperimentale: induzione di tre diversi climi sociali in funzione dello stile di
leadership esercitata:
- Autocratica: viene detto cosa e come devono essere fatte le cose, vengono dati rigidi ordini in
partenza, vengono fatte critiche a chi devia dalla costruzione iniziale
- Democratica: vengono dati aiuti e suggerimenti quando richiesti, i compiti sono realistici e
costruttivi
- Permissiva: vengono presentati una serie di alternative, attraverso le quali i ragazzi sono liberi di
scegliere quella che preferiscono. I ragazzi sono “abbandonati totalmente a se stessi”
Ogni gruppo ha un proprio conduttore (i diversi conduttori si alternano tra di loro), il quale alterna
diversi stili di leadership: autocratica, democratica e permissiva. L'esperimento ha la durata di 5
mesi.
• Creazione di situazioni test quando il conduttore abbandona l'aula (periodicamente vengono
eseguiti dei test, durante i quali il conduttore lascia il proprio gruppo da solo e osserva dietro
uno specchio i loro comportamenti)
• Principali variabili dipendenti:
- Quantità e qualità delle interazioni sociali avviate
- Volume e tipo delle interazioni all'interno dei sottogruppi
- Andamento della condotta di ciascun membro
-Stabilità e unità della struttura del gruppo e dei vari sottogruppi
- Qualità e quantità delle relazioni fra i gruppi
- Coesione di gruppo
- Altre due variabili molto importanti sono: la soddisfazione e la produttività dei membri
Per quanto riguarda la soddisfazione i ragazzi sono sicuramente più soddisfatti con lo stile
democratico perché rispetto a quello autocratico viene lasciata libera espressione di sé, e rispetto a
quello permissivo aiuta le persone a non diventare inconcludenti.
Per quanto riguarda la produttività è vero che nel breve periodo il gruppo autocratico è il più
produttivo, ma è anche vero che nel lungo periodo il gruppo più produttivo è quello democratico
(ovviamente stiamo facendo un analisi dal punto di vista quantitativo in questo caso).
Le differenze sono nettamente più marcate quando si tratta di fare un confronto dal punto di vista
qualitativo. Per esempio lo stile democratico è molto più creativo, mentre quello permissivo
produce cose che non sono troppo entusiasmanti.
È comunque veritiero affermare che la Democrazia “vince” sia dal punto di vista quantitativo che
dal punto di vista qualitativo.
Stile di vita entro i gruppi
• Stile autocratico:
- “Autocrazia apatica”: elevata incapacità d'iniziativa nell'attività di gruppo
- “Autocrazia aggressiva”: frustrazione e aggressività rivolta verso il leader
- Elevata dipendenza dal leader
- Elevata richiesta dei partecipanti di attenzione da parte del leader
- Creazione di differenze di status molto accentuate fra leader e partecipanti
- Costituzione di sottogruppi (coppie ragazzino-leader)
-Massima influenza dei sottogruppi
• Stile democratico:
- Differenze di status poco evidenti
- Divisione poco rigida in sottogruppi
- Elevato tempo trascorso assieme
- Massima potenza del gruppo nella sua totalità. È il gruppo della creatività
- Approcci personali con il leader
- Rapporti spontanei
- Libertà nel dare suggerimenti per l'organizzazione del gruppo
• Stile lassista:
- Frequenti richieste di informazioni
- Ricerca di approcci personali con il leader
- Aggressività entro il gruppo. Si è frustrati ed il gruppo diventa aggressivo
- Attività, ma tendenzialmente improduttiva
Da queste considerazioni possiamo affermare anche che tanto più si è vicini al leader, tanto più sarà
elevato lo status di quel singolo individuo.
Lewin fa poi un analisi globale e va a vedere cosa succede tra i vari gruppi.
1. Aggressività:
- Più frequente e spiccata nei gruppi autocratici e permissivi
- Nei gruppi democratici, i ragazzini la rivolgono verso gli altri gruppi per evitare tensioni interne
2. Coesione