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NARRATOLOGIA O SEMIOTICA DEL RACCONTO
• Si configura come l’indagine sulla relazione tra significante e il mondo della storia
(organizzazione della trama, ambienti, personaggi, punto di vista, temporalità)
• Il racconto si qualifica quindi come la narrazione di due o più eventi collegati logicamente e
unificati da una tematica coerente, che si svolgono in un determinato tempo.
Oggetto analisi del racconto: studio delle strutture narrative e delle modalità di comprensione
del racconto è oggetto dell’analisi del racconto.
Di cosa si occupa narratologia?
• Essa si occupa dell’interazione tra ai diversi livelli dell’opera narrativa, distinguendone gli
elementi:
il profilo della storia e la struttura della trama
le sfere di azione controllate dai diversi personaggi
il modo in cui le informazioni narrative vengono canalizzate e controllate attraverso il punto
di vista
la relazione che il narratore intrattiene con gli abitanti e gli avvenimenti del mondo della
storia
Fabula e intreccio
Fabula: forma di organizzazione dei rapporti tra i personaggi e la forma di organizzazione
delle azioni in quanto si sviluppano in ordine cronologico e secondo un rapporto causale.
Intreccio: organizzazione in forma artistica o “deformazione” dell’ordine causalecronologico
degli eventi.
Propp la morfologia della fiaba
Progetto Propp: ridurre la struttua della fiaba ai suoi elementi essenziali e a uno schema
preoridinario.
Studio sulle narrazioni fiabesche e di magia. Egli studiò le origini storiche della fiaba nelle
società tribali e nel rito di iniziazione e ne trasse una struttura che propose anche come
modello di tutte le narrazioni.
Identifica 31 funzioni che compongono il racconto: ogni funzione rappresenta una situazione
tipica nello svolgimento della trama di una fiaba è più importante quello che fa il personaggio
rispetto a chi è.
Evidenzia otto categorie di personaggi tipo:
1. Antagonista, colui che lotta contro l'eroe
2. Mandante, il personaggio che esplicita la mancanza e manda via l'eroe.
3. Aiutante, persona che aiuta l'eroe nella sua ricerca.
4. Principessa o il premio, l'eroe si rende degno di lei nella storia ma è impossibilitato a
sposarla per via di ingiustizie...etc
5. Padre di lei, colui che fornisce gli incarichi all'eroe.
6. Donatore, personaggio che prepara 'l'eroe' o gli fornisce l'oggetto magico.
7. Eroe o vittimaricercatore: colui che reagisce al donatore e sposa la principessa.
8. Falso eroe: persona che si prende il merito delle azioni dell'eroe e cerca di sposare la
principessa.
Schema generale di una fiaba secondo Propp:
1. Equilibrio iniziale esordio
2. Rottura dell'equilibrio iniziale (movente, complicazione)
3. Peripezie dell'eroe
4. Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione)
Funzioni: storia si sviluppa seguendo una scaletta composta da 31 funzioni
1. allontanamento
2. divieto
3. infrazione
4. ricognizione
5. ottenimento
6. raggiro
7. connivenza
8. danneggiamento o mancanza
9. mediazione
10. consenso
11. partenza
12. funzione del donatore
13. reazione eroe
14. fornitura oggetto magico
15. trasferimento
16. eroe e antagonista combattono
17. marchiatura
18. vittoria
19. rimozione
20. ritorno
21. persecuzione
22. salvataggio
23. arrivo in incognito
24. pretese infondate
25. prova
26. superamento
27. identificazione
28. smascheramento
29. trasfigurazione
30. punizione
31. matrimonio o incoronazione
Tema:
l’argomento di cui un certo testo parla. Con ciò non intendiamo però i valori e i significati
profondi di cui il testo si fa portatore, ma piuttosto della particolare concretizzazione attraverso
cui il racconto mette in scena determinati valori. Esempio: il valore libertà può essere
tematizzato come “evasione” (ma anche come “rivoluzione”, “divorzio”, “viaggio” ecc. ecc.).
Ruolo attanziale
• La semiotica distingue anche un altro tipo di ruolo, il ruolo attanziale, che si pone al livello
delle strutture narrative. Esso indica il fatto di svolgere la funzione definita da un certo attante.
Ricordiamo che uno stesso personaggio (attore nella terminologia di Greimas) può svolgere
le funzioni di più attanti: potrà essere ad esempio destinatario e soggetto dell’azione, oppure
destinante di se stesso (cioè destinante e soggetto del fare). In tutti questi casi si dirà che uno
stesso attore ricopre più ruoli attanziali.
• In un attore vi è sempre almeno la copresenza di un ruolo attanziale e di un ruolo tematico.
Attanti: destinante – destinatario ; soggetto oggetto
• La prima e ultima azione narrativa della fiaba – il contratto e la sanzione hanno natura
strettamente comunicativa
• Gli attanti di questa specifica comunicazione sono perciò:
• Destinante (colui che affida il compito – corrisponde all’emittente del messaggio)
• Destinatario (l’eroe che riceve il compito – corrisponde al destinatario della comunicazione)
• Fra destinante e destinatario c’è in gioco un oggetto (concreto o astratto) che deve essere
trasmesso o comunicato
• L’oggetto entra in relazione con un soggetto per cui esso ha valore e che lotta per ottenerlo.
Questa lotta è parte della performanza
• Gli altri due attanti sono quindi: soggetto e oggetto
Attanti: opponente aiutante
• L’impresa del soggetto non è quasi mai solitaria, può avvalersi di aiuti (magie o fate): gli
aiutanti
• Oppure può trovare ostacoli (avversari o difficoltà gli opponenti
• Nella struttura sintagmatica del racconto troviamo quindi le relazioni:
• Tra destinante, destinatario e oggetto
• Tra soggetto e oggetto di valore
• Tra soggetto, aiutante e opponente
Figure:
forme concrete della nostra esperienza percettiva.
Il livello delle “figure del mondo”, o livello figurativo del testo, rappresenta dunque il livello
delle rappresentazioni e delle descrizioni degli oggetti e degli stati del mondo.
Ogni tipo di testo ha un suo livello figurativo; anche testi apparentemente del tutto astratti,
come ad esempio quelli filosofici o scientifici, hanno in realtà una loro componente figurativa.
Si tratterà semmai di distinguere tra testi con una figuratività poco marcata e altri che invece
tendono a creare un effetto di reale, sviluppando un alto grado di quella che viene detta
iconicità.
Punto di vista
• Una storia può essere narrata adottando la prospettiva narrativa di un particolare
personaggio, il suo particolare punto di vista, attraverso il quale vengono rappresentate le
scene ed è selezionata e prende forma l’informazione testuale.
• Questa problematica (chi vede?) va distinta da quella dell’enunciante (chi parla?). In altre
parole, in alcuni specifici testi, il personaggio attraverso i cui occhi è vista l’azione va distinto
dalla figura del narratore.
Cosa pensa LeviStrauss di Propp?
LeviStrauss ritiene che la teoria di Propp sia eccessivamente astratta e che perda il contatto
con il vero significato delle fiabe analizzate. Secondo LeviStrauss un'analisi del racconto
deve astrarre la struttura di base che accomuna diverse singole manifestazioni testuali della
fiaba, non deve perdere il contatto con gli elementi che costituiscono la superficie dei singoli
racconti
BARTHES analisi del racconto
Intento: individuare costanti narrative, modelli universali da cui i racconti derivano.
Barthes dstingue tre modelli di senso: 1. Funzione 2. Azione 3. Narrazione
Funzione narrativa: è una sorta di germe che feconda il racconto e maturerà solo
successivamente.
Funzioni cardinali o nuclei: costituiscono vere cerniere del racconto, aprono alternative,
inaugurano o concludono situazioni incerte.
Catalisi: sono descrizioni accessorie che dilatano il racconto.
Indizi: servono a delineare la psicologia di un personaggio o a descrivere atmosfere.
Informanti: sono dati puri immediatamente significanti e servono a identificare meglio il
referente.
GENETTE:
Ritenuto uno dei massimi esponenti della narratologia.
Genette riformula la distinzione FABULAINTRECCIO secondo una triade di concetti:
1. la storia, che riguarda l'insieme degli avvenimenti raccontati secondo una loro ipotetica
scansione logica e cronologica.
2. il racconto, discorso orale o scritto che narra gli avvenimenti secondo un certo modo o
prospettiva.
3. la narrazione, riguarda l'atto reale o fittizio che produce tale discorso, il fatto stesso di
raccontare e la sua rappresentazione nel racconto.
Tre ampie classi legate alle tre determinazioni di ogni forma verbale:
1. tempo: studio di tutti i dispositivi narrativi legati al rapporto tra il tempo della storia e il modo
della sua rappresentazione nel tempo del racconto.
2. modo: questioni relative alla regolazione dell'informazione narrativa.
3. voce: modo in cui l'atto della narrazione viene a essere rappresentato o coinvolto nel
racconto.
Introduceva il concetto di focalizzazione per indicare la prospettiva attraverso cui veniva vista
la storia. In questo senso Genette distingueva tra:
1. racconto nonfocalizzato (o a focalizzazione zero)
È il racconto classico, nel quale si ha un “narratore onnisciente” e non viene privilegiato il
punto di vista di un particolare personaggio;
2. racconto a focalizzazione esterna
Si ha quando si adotta una “visione oggettiva”, in cui i fatti vengono visti dall’esterno, senza
alcuna intrusione nell’universo interiore (emotivo e cognitivo) del personaggio; es: Hammet e
Hemingway (The Killers).
3. racconto a focalizzazione interna:
Si ha quando il racconto viene presentato nella prospettiva di un dato personaggio, con tutte
le limitazioni e le restrizioni che ciò implica. Può essere:
•fissa (si adotta la prospettiva di un unico personaggio)
•variabile (quando la prospettiva passa di volta in volta da un personaggio all’altro)
•multipla (quando un evento viene visto da diverse prospettive. Es: Rashomon di Kurosawa)
Trantestualità
Cos'è la trantestualità?
Per Genette la transtestualità è tutto ciò che mette un testo in relazione, manifesta o segreta
con altri testi
5 tipi di rapporti transtestuali:
•Intertestualità: effettiva compresenza di 2 testi in forma di citazione, plagio o allusione
•Paratestualità: tutto ciò che met