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•L’INVENTUM NOVUM DI AUENBRUGGER
è un medico figlio di un oste. Da giovane aiutava il padre che lo mandava in cantina a mescere il vino.
Egli aveva imparato a riconoscere le botti piene da quelle vuole percuotendole con le nocche suono
differente se botte piena o vuota. Trasferisce questo nella pratica medica. Percussione per capire se
quello che sta sotto è struttura vuota (come polmone contente aria) rispetto a polmone con materiale
solido o struttura parenchimatosa, definendone i limiti. Percuotendo capisco se polmone liquido, rispetto
a parte con suono diverso alveoli pieni che non svolgono la loro funzione. Posso, quindi, riconoscere
l’alterazione polmonare in vivo. Posso anche, percuotendo il torace, delimitare i confini del cuore e
capire se è ingrandito.
•LO STETOSCOPIO DI LAENNEC
Primo strumento tecnologico che consente auscultazione mediata. Lo stetoscopio è una piccola
bacchetta di legno cava che consente di amplificare i suoni che provengono dall’interno del corpo.
Consente di sentire suoni fisiologici e patologici (sibili, rantoli,..) e sull’aia cardiaca (toni).
è mezzo che potenzia la capacità diagnostica del medico. È anche il primo strumento che crea distanza
fisica (anche se di pochi cm) fra il malato e il medico. Prima l’auscultazione consentiva che l’orecchio
del medico fosse a diretto contatto col torace del paziente, ma suoni meno chiari e distinti. Il medico
incomincia ad avere una certa distanza. 23
Lezione 5 19/02/2014
LA NASCITA DELLA TECNOLOGIA MEDICA
Avvento di strumenti che potenziano le capacità del medico nel riconoscere le alterazioni degli organi in
vivo nascita della tecnologia medica che ha un punto di nascita ben preciso: L’inventum novum di
Auenbrugger e, passaggio ulteriore, lo stetoscopio di Laennec. Ancora oggi questo strumento lo
troviamo, rielaborato, per auscultare il battito cardiaco fetale. Questo primo apparato tecnologico ha una
duplice valenza (siamo agli inizi dell’800): da un lato segna l’inizio della tecnologia medica (che
diventerà nei due secoli successivi sempre più importante) e dall’altro è anche il primo apparato che si
interpone fisicamente tra medico e paziente, allontanando il primo dal secondo (prima il medico
doveva appoggiare l’orecchio sul torace del malato interazione umana tra malato e uomo che sa: il
medico, che aveva caratterizzato per millenni la medicina antica). Ora per la prima volta distanza anche
se di pochi cm tra medico e paziente. Distanza che con il crescere della tecnologia, tende ad essere
,talvolta, grande: da pochi cm a parecchi metri, con anche muro in mezzo o km (oggi, per esempio se
mandiamo un esame a specialistico all’estero). Il medico, chi analizza, spesso non ha mai nemmeno
visto il paziente. Questo pone un problema attuale della medicina moderna per cui la crescita
tecnologica crea una diminuzione antropologica: distanza crescente medico-paziente. Il medico non
deve dimenticare il rapporto interumano. La nascita dello stetoscopio è ,quindi, emblematica.
TERAPIA
Emerge anche tecnologia terapeutica inizio superamento della pratica terapeutica ancora ancorata
alla visione umoralistica che perdurerà per alcuni decenni e comincerà a cambiare solo a metà dell’800.
Questa tecnologia terapeutica è importante sia sul piano farmacologico medico, sia su quello chirurgico.
Anche la terapia chirurgica cambia grazie alla nascita dell’anestesia e all’emergere delle tecniche di
antisepsi permettendo di risolvere due grossi problemi in ambito chirurgico: dolore e infezione post
chirurgica spesso causa di morte.
La terapia medica inizia a trovare qualche primo successo: la vaccinazione antivaiolosa e la digitale (per
curare idropisia: raccolta di liquidi presenti nel corpo dell’uomo quando il cuore non era più in grado di
espletare in maniera corretta la sua funzione di pompa scompenso cardiaco).
LA VACCINAZIONE ANTIVAIOLOSA
La storia di questo vaccino è emblematica per vari motivi: da un lato vediamo come un sapere popolare
antico possa essere fonte di riflessione e pratica scientificamente motivata se adeguatamente corretta;
dall’altro perché il ruolo politico che questa pratica implicherà nella sua applicazione e non applicazione,
rappresenta un momento cruciale che mostra come la medicina sia fortemente influenzata da fattori
politici, economici, culturali.
Nelle terre indiane da lungo tempo esisteva una pratica empirica per cui le donne nei loro bambini,
praticavano una specie di piccola lesione sulla cute, nella quale mettevano materiale purulento che era
stato fatto essiccare al sole, tratto dalle pustole del vaiolo. Il vaiolo è una malattia che per lungo tempo
ha coinvolto le popolazioni. Manifestazione cutanea che faceva sorgere pustole nelle quali vi era
materiale purulento. In buona parte mortale, in piccola percentuale sopravvivevano, ma con stigma di
questa malattia: quando le pustole guarivano lasciavano alterazioni cutanee importanti e gravi
soprattutto al viso. Queste donne avevano imparato che questa pratica empirica sembrava preservare i
bambini dal contrarre questa malattia. Concetto di infezione scoperto più avanti negli anni. All’epoca vi
era idea del contagio legata al fatto (non che vi era qualche elemento che trasmetteva la malattia come
poi si scoprirà) che l’aria, l’ambiente, l’onto fosse qualche sostanza che ,a contatto con il soggetto,
provocava il rischio di contrarre malattie gravi e contagiose: vaiolo, peste..
Questa pratica empirica indiana era nota agli inglesi, potenza che in quel periodo dominava in India. Era
pratica talvolta efficace, ma talvolta rischiosa e mortale: i bambini così trattati a volte si ammalavano e
spesso morivano. La moglie del governatore inglese in India, scrisse una lettera raccontando ai medici di
questa pratica popolare. Jenner, medico di campagna inglese, lesse la comunicazione e pensò a quello
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che egli spesso vedeva: contadini che avevano sulle mani pustole molto simili al vaiolo umano, che però
guarivano spontaneamente e non lasciavano segni. Egli si era reso conto che i contadini contraevano
questa malattia perché spesso andavano a mungere a mani nude (con mani con piccoli tagli dovuti al
lavoro) le mammelle delle mucche, che spesso avevano delle pustole simili. Accanto al vaiolo umano
esisteva, infatti, una forma di vaiolo vaccino che non era grave e mortale come quello umano (le mucche
spesso guarivano). Egli pensava che queste pustole che aveva visto sulle mani dei contadini erano
legate al “contagio” che si realizzava dal contatto delle mani con mammelle infette. Ebbe un’idea e
pensò che la pratica che veniva fatta in India usando il pustole del vaiolo umano, si poteva fare usando il
pus delle pustole del vaiolo vaccino. Fece un esperimento: prese dei bambini tra cui il figlio, eseguì la
pratica indiana con il pus del vaiolo vaccino e dopo qualche settimana iniettava il pus del vaiolo umano.
Se questo trattamento fosse stato efficace bambini protetti dalla malattia e non avrebbero contratto il
vaiolo umano. Egli aveva ragione. La pratica della vaiolizzazione (quella usata dalle donne indiane)
veniva, quindi, sostituita con la vaccinazione (pratica che utilizza pus tratto dalle pustole di vaiolo
vaccino) era una pratica efficace non tanto nel curare il vaiolo, ma nel prevenire il rischio di contrarre la
malattia. L’idea di Jenner iniziò ad essere conosciuta anche fuori dalla Gran Bretagna.
LA VACCINAZIONE ANTIVAIOLOSA
Venne utilizzata soprattutto in Francia e nel nord Italia perché in Francia nei primi dell’800 ai
cambiamenti rivoluzionari è subentrato l’impero di Napoleone che ha l’idea di conquistare l’Europa e le
prime terre che conquista sono quelle italiane. Questo cambiamento politico che nasce dal cambiamento
ideologico della rivoluzione francese ,che ha portato con sé l’idea che bisogna cambiare la modalità con
cui il cittadino viene curato( bisogna garantirgli il “diritto” alla salute), comporta l’utilizzo di pratiche
mediche nuove e innovazioni. La vaccinazione, al di là della sua efficacia, diventa l’emblema di questo
nuovo mondo: per il quale lo stato tende a garantire la salute ai cittadini. Napoleone rende
obbligatorio o per lo meno incentiva molto questa pratica nei territori da lui conquistati. In Italia creerà
una struttura a cui farà capo Luigi Sacco, medico milanese, che avrà il compito di vaccinare i bambini
dei territori che fanno parte del regno. Questa pratica entra nell’ambito delle procedure sanitarie grazie a
questa situazione politica peculiare modo nuovo, alternativo, sposato da questa nuova modalità di fare
politica di Napoleone.
Sacco diventerà il vaccinatore ufficiale del nord Italia; inizierà vaccinando 15 bambini a Giussano ( fili di
cotone intrisi di pus vaccino, poi appoggiati su tagli fatti con lancette). In questo periodo la Brianza è la
terra in cui vanno a villeggiare i nobili milanesi e dove hanno grossi possedimenti terrieri che fanno
gestire ai fittavoli. I nobili voglio che i loro fittavoli e i loro interessi siano salvaguardati, quindi li obbligano
al vaccino. In circa 15 anni, Sacco riesce a vaccinare mezzo milione di persone. Grazie a questo il vaiolo
rimane molto limitato, fin quasi a scomparire nelle nostre terre.
Nel 1815 restaurazione con sconfitta di Napoleone a Waterloo uno dei primi atti che i nuovi regni
faranno impedire questo tipo di pratica. In Italia l’antivaiolosa tornerà solo nel 1873 dopo l’unità
attraverso un decreto amministrativo. Per quasi 50 anni il vaiolo tornerà a dominare.
Vaccinazione e farmaci digitalici medicina che progredisce.
LA NASCITA DELLA BIOMEDICINA
Tra 800 e 900 ulteriore progresso: la nascita della biomedicina, della nostra medicina attuale.
Biomedicina perché? La medicina non è una scienza, è un’arte che utilizza saperi scientifici a livello
interpretativo e applicativo. Se nel processo di scientifizzazione della medicina a partire dal ‘500 i saperi
di riferimento erano la fisica e la chimica, nell’800 la filosofia della natura che si trasforma in biologia=
studio del vivente, diventa il sapere scientifico di riferimento fondamentale e principale della medicina
che sta crescendo. 25
LE RADICI DELLA BIOMEDICINA (‘700)
Capire le proprietà che distinguevano la materia vivente da quella inanimata sia in ambito normale che
patologico. In ambito normale Haller e Galvani cercano le caratteristiche fisiche della materia vivente
per cui questa è differente dalla materia inanimata. Queste caratteristiche sono trovate da Haller quando
dice che la sensibilità e irritabilità distinguono la materia vivente da quella inanimata. Entità fisica di
sensibilità e irritabilità? La scoperta di una nuova en