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(VIR).
Il primo valuta come si innesta nell'ordinamento e quindi i suoi rapporti con Costituzione,
normativa comunitaria e eventuali obblighi internazionali. È un controllo di tipo giuridico.
La seconda è un'analisi di tipo politico che si abbina a quella tecnico giuridica e presuppone la
realtà politica. Si verifica se il regolamento è realmente applicabile nella realtà e quindi il suo
impatto con i cittadini e le imprese ossia con la società.
L'ultima verifica va fatta dopo un paio di anni per vedere se gli obbiettivi si sono realizzati
tenuto conto anche dei costi.
La legge di riferimento è la 246 del 2005 c.d. Legge di semplificazione normativa; all'art 14.
Per quanto riguarda la VIR abbiamo la D.G.C.M 112/2009 e per la AIR il D.P.C.M. 170/2008
mentre per quanto riguarda l'ATM c'è la direttiva P.C.M 10/09/2008.
Per quanto riguarda il discorso relativo al parere del Consiglio di Stato esso è obbligatorio ma
non vincolante, deve esserci sempre salvo rare eccezioni ma se il governo non ne vuole tenere
conto deve motivare il dissenso.
Qual è l'istituto attraverso il quale il governo può emanare l'atto contro il parere del CdS? È la
motivazione.
Ricorso straordinario al Capo dello Stato.
In alcuni casi sono previsti altri tipi di pareri come quelli delle commissioni parlamentari
competenti per materia, i pareri del CSM in materia di ordinamento giudiziario e
amministrazione della giustizia, pareri di gruppi o associazioni di categoria interessati, poi di
organi qualificati e il parare del garante della privacy. Poi ci sono ipotesi eccezionali di pareri
vincolanti come in alcuni casi i pareri del garante della privacy dai quali il governo non si può
discostare.
La Corte dei Conti esercita un controllo di legittimità e specifica bene se c'è un contrasto con
l'impianto normativo. La legge di riferimento è la numero 20/1994 al primo comma dell'art 1.
La legge può essere oggetto di domanda all'esame!
La Corte dei Conti ha una funzione giurisdizionale per tutti i casi che riguarda la responsabilità
dei pubblici amministratori e di controllo per quanto riguarda l'attività della politica.
Nel caso in cui il controllo della corte dovesse essere negativo sul regolamento sarà inciso che
quel comma o quell'articolo non ha superato il vaglio della corte e non sarà applicato, non
viene proprio scritto.
La pubblicazione nella Gazzette Ufficiale, per quanto riguarda la legislazione speciale può
anticipare l'efficacia del regolamento. Oppure ci sono casi in cui l'efficacia del regolamento
avviene in un determinato giorno o mese. La pubblicazione è un momento diverso
dall'acquisizione di efficacia. 3
La legge di riferimento deve essere il punto di partenza. lezione: 14 marzo
La caratteristica dei conflitti di attribuzione è che qualunque atto che lo integra può comportare
l'annullamento dell'atto da parte della Corte Costituzionale. Qualunque atto di primo o secondo
grado.
L'interpretazione autentica è quella che viene dalla stessa autorità che ha emanato l'atto.
Per i regolamenti in linea di principio sarebbe ammissibile ma le preleggi sembrerebbero
negarlo.
Se a un regolamento sopravviene una legge contrastante si ha un effetto abrogativo.
La dichiarazione di illegittimità costituzione colpisce la norma fin dall'inizio ma vi possono
essere comunque realizzate delle "questioni esaurite" nei confronti dei quali la dichiarazione
non ha effetti.
In Francia la dichiarazione di illegittimità costituzionale non travolge tutti i casi ma è il
Parlamento che determina l'ambito dell'effetto espansivo della dichiarazione.
Le leggi provvedimento sono quelle leggi che non hanno la caratteristica della generalità ed
astrattezza e quindi la possibilità di una reiterata applicazione, si applica a un caso soltanto, va
volta sola e nei confronto di un solo soggetto.
I costituzionalisti ritengono che sia uno strumento necessario quando si vuole applicare l'art 3.2
Costituzione. L'unico limite posto a queste leggi è quello della ragionevolezza.
Tuttavia i regolamenti provvedimento non sono ammissibili. La PA utilizza un regolamento
normale non ha bisogno di un regolamento-provvedimento.
Formazione dei regolamenti: art 17 legge 400/1988.
Art 17 della legge 117/1997.
Procedimento tipico dell'art 17. Su certi provvedimenti oltre a seguire il procedimento tipico è
previsto un aggravio richiedendo il parere di altri organi.
Nel nostro ordinamento non esistono fonti intermedie tra la costituzione e la normazione
primaria. Quindi tra due norme di primo grado si applica il criterio cronologico.
Per alcuni, come il Modugno, questa norma sarebbe da collocarsi tra la Costituzione e la
normazione primaria. Una tesi meno radicale ritiene invece che tra le diverse norme vi sia un
criterio di ragionevolezza.
Distinguere tra regolamenti e atti amministrativi generali che hanno anche un regime diverso.
Entrambi gli atti però si impugnano davanti al giudice amministrativo.
L'inerzia in questa fase, in quella iniziale, è sindacabile? No e lo ha detto sia il Consiglio di Stato
e indirettamente anche il Legislatore.
Si cercò di applicare l'azione contro il silenzio in relazione alla mancata emanazione del
regolamento. Ma anche qui la risposta è stata negativa, perché l'attività normativa e il
regolamento è il fratello minore della legge.
Sempre nel 2009 il D. Lgs 198 stabilisce che la c.d. Class action pubblica non è ammissibile per
atti avendo contenuto normativo.
Fase iniziale del procedimento di formazione.
ATL, AIR, relazione tecnica, VIR.
Le prime tre sono preventive, l'ultimo è successivo e verifica ex post quali sono gli effetti
sull'economia ecc ecc.
L'AIR attiene a aspetti più politici-sociologico.
La relazione tecnica, prevista dalla l 196 del 2009 prevede ad un articolo che la legge si ha solo
per i disegni di legge. La relazione viene estesa agli atti finanziari che possono comportare
utenti si spesa.
Questo schema di regolamento è corredato da questi atti e comincia il suo iter esterno. Diviene
schema. Viene trasmesso al Consiglio di stato per ottenerne il parere obbligatorio.
Legge bassanini2 ci interessano i commi dal 25 al 28.
Parere del consiglio di stato come atto necessario del procedimento di formazione del
regolamento. 4
Il primo comma
I testi unici non sono solo quelli con forza di legge ma possono essere anche quelli
regolamentari.
È abrogata ogni alta norma che prevede il parere obbligatorio del consiglio di stato.
Art 17 originariamente prevedeva che il consiglio di sotto si deve esprimere in 90 giorni e oggi
in 45 dal ricevimento. Questo termine sembra idoneo ma in realtà molto spesso non lo è.
Bisogna anche tenere presente che la richiesta di parere possono essere incomplete.
Il consiglio di stato prima era diviso in 3 sezioni che si ripartivano i vari ministeri. Poi è stata
istituita una sezione speciale. Era previsto un sistema di doppia lettura che oggi è soltanto
eventuale.
Il parere definitivo è quello con cui il consiglio di stato da un parere definitivo a quello
istruttorio serve per acquisire documenti.
La richiesta del parere è obbligatoria ma il parere non è vincolante.
Altri casi che esulano dallo schema ordinario in cui è lo stesso consiglio di stato che anziché
richiedere il parere redige esso stesso il testo dell'atto.
Commissioni parlamentari sui regolamento di delegificazione. Dal 2009 in poi la legge 69 ha
stabilito che ci vuole sempre il regolamento parlamentare.
Parere di regolamenti in materia giudiziaria o amministrazione della giustizia (CSM). Sono pareri
che fanno molto rumore.
Il parere non è spontaneo ma viene chiesto.
Altri casi importanti è quello di parere conforme, in cui non ci si può discostare dal parere,
come in materie di dati personali o sensibili per la trattazione dei quali sono atti adottati da
diversi regolamenti, poi ci sono altri casi di pareri sostitutivi di altri.
Quando c'è una pluralità di pareri in che ordine devono essere emessi? Tutti i pareri devono
intervenire prima del parere del consiglio di stato che è l'ultimo a pronunciarsi tranne quando è
richiesto il parere delle commissioni parlamentari.
Il parere della corte dei conti può essere disatteso e il controllo negativo della corte non ha
effetti. L n 20 del 1994.
Il sistema è complesso: c'è un presame di un organo di controllo e dopo un certo termine si
intende che il controllo è stato superato.
Ci sono atti che non sono soggetti a controllo per esigenze di rapidità e sono atti e
provvedimenti in materia monetaria, creditizia e valutaria.
L'atto normativo necessita della pubblicazione per essere qualificato come tale.
Anche per i regolamenti è ammissibile una vacatio inferiore o maggiore di 15 giorni.
Tipologia di regolamenti.
Originariamente l'art 17 l 400/88 aveva quattro commi. Il testo attuale ha un secondo comma
che si differenzia per l'inciso.
In base alla competenza, in base all'autorità che lo emana che abbia regolamenti governativi,
ministeriali e interministeriali.
Per i regolamenti governativi si usa la formula "emana", il comma 3 sui regolamenti ministeriali
e interministeriali si dice che "possono essere adottati". La differenza potrebbe essere che il
Presidente della Repubblica potrebbe svolgere una sorta di controllo.
Per i regolamenti regionali la competenza era del consiglio regionale con promulgazione del
presidente dalla giunta. Oggi dopo il 1999 si dice che il consiglio regionale esercita le funzioni
legislative e il presidente della giunta adotta e promulga i regolamenti.
Nei regolamenti ministeriali c'è qualche particolarità. Un ministro non può emanare
regolamenti in materie di altri ministeri a meno che non ci sia espressa attribuzione di potestà
normativa. Poi i regolamenti possono essere adottate in materie comuni.
I regolamenti ministeriali e interministeriali non possono dettare norme contrarie a quelle dei
regolamenti del governo tra i quali si crea quindi un rapporto di gerarchia. Non si sa se è
proprio esatto, sono norme sulla competenza. Ulteriore aspetto procedimentale devono essere
comunicati prima della loro emanazione al presidente del consiglio dei ministri.
5
Il comma 4 dice che i regolamenti devono recare la denominazione di regolamento. È il
problema dell'autoregolazione.
Comma primo art 17, varie tipologie. lezione: 21 marzo
Art. 17: regolamenti governativi, ministeriali e interministeriali.
Disposizione comune del 4º comma.
I regolamenti di cui al