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NOMINALISMO E REALISMO
Questa distinzione parte da una domanda: gli universali
sono necessari per spiegare le affinità tra oggetti ed eventi?
Secondo il nominalista la risposta è no, secondo il realista è
sì. Ora mettiamo a confronto le teorie di entrambe le parti,
con i rispettivi problemi e contraddizioni.
POSIZIONE DEL NOMINALISTA
Il nominalista ritiene che gli eventi siano particolari:
possiamo classificarli, ma le classificazioni restano arbitrarie,
non son reali.
Gli eventi appartenenti ad una certa classe non hanno nulla
in comune, se non l'essere simili o l'avere lo stesso nome.
Pertanto i nominalisti vanno a negare l'esistenza delle
proprietà comuni, ritenendo che esistano solo particolari.
PROBLEMI NELLA POSIZIONE NOMINALISTA
Spiegare gli universali di secodo ordine, ovvero quelli che si
spiegano con un altro universale. Vediamo l'esempio:
Enunciato 1) La modesita è una virtù.
il nominalista lo spiega parafrasandolo:
Enunciato 2) Le persone modeste sono virtuose
ERRORE: la parafrasi è inadeguata, perchè l'enunciato 2
non ha le stesse condizioni di verità dell'enunciato 1, dato
che una persona può essere modesta senza
necessariamente essere virtuosa.
Pertanto il nominalista non è in grado di spiegare questo
enunciato senza far ricorso agli universali di secondo ordine.
POSIZIONE DEL REALISTA
Il realista ritiene che esistano gli eventi particolari, ma che
esistano anche i corrispondenti universali.
Gli eventi particolari sono solo esempi dell'universale
es: la rapina avvenuta nella banca di Milano è l'esempio del
concetto di rapina generale (concezione platonica).
Gli universali sono tali perchè possono essere condivisi ma
non suddivisi.
La loro esistenza attribuisce un fondamento oggettivo alle
affinità e va a rendere veri enunciati come
"Luca è una persona"
"La modestia è un virtù"
PROBLEMI NELLA POSIZIONE DEL REAISTA
Il primo problema è quello dell'indeterminatezza linguistica:
non tutti i termini particolari hanno un corrispondente
universale.
Es: i nomi propri
Un secondo problema si riscontra in enunciati come "X non
esemplifica sè stesso".
Secondo il realista il particolare è l'esempio dell'universale,
ma in questo caso si creerebbe una contraddizione: se ci
fosse l'esempio di X, allora l'enunciato sarebbe falso.
Il terzo problema riguarda gli enunciati relazionali.
Per spiegare l'enunciato "Il pennarello è blu" devo dire che
"il pennarello esemplifica la bluezza" ma si cade in un circolo
vizioso, chiamato regresso Bradley, che procede all'infinito.
" Il pennarello esemplifica la bluezza e esemplifica
l'esemplificazione".
Ciò accade perchè ogni termine è l'esempio del
corrispondente universale