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E IBERA
1999
permettendo un nuovo rapporto fra termini universali e significato degli stessi: gli
indica un’intenzione
universali infatti cadono nella suppositio simplex, dove il termine
dell’anima, senza essere assunto significativamente. Ockham l’universale
concepisce
dall’intelletto
come una « intenzione o concetto formato », che non si differenzia dal
singolare atto di intellezione con cui la mente comprende una pluralità di cose singolari,
ed è in grado di riferirsi significativamente a una molteplicità di cose, anche se è composto
da un atto astrattivo singolo. Nel nominalismo di derivazione Ockhamista, che ha
la via moderna nel tardo medioevo, l’universale spogliato
caratterizzato in modo
definitivo da ogni referente ontologico, viene definito come un termine o contenuto
mentale in grado di riferirsi o di essere predicato di più individui.
I.2.1. Gli universali per Ockham del
Secondo Ockham il principio metafisico essenziale è quello dell’individualità
l’universale nella realtà; esso è
reale. Ockham rifiuta allora qualsiasi dottrina che ripone
esteriore al reale, come lo è la parola che pure esprime la cosa, ed è duplice:
nell’anima 6
è concetto, segno naturale predicabile di molteplici res , mentre nella voce è
nell’intelletto,
segno ordinario significante più cose. Il concetto è segno naturale generato
dall’azione delle cose che, presenti e intuite, procurano le notizie e poi danno luogo alle
nozioni comuni, che sono proprio i concetti. La stabilità del processo che dalla cosa intuita
porta all’universale garantisce l’autenticità del segno naturale.
II
GUGLIELMO DI OCKHAM
6 Termine latino utilizzato per indicare la realtà
II.1. Dati storici
La vita di Guglielmo di Ockham è profondamente legata alla storia politica e
culturale del suo tempo. In campo politico la chiesa stava attraversando uno dei suoi
periodi più complessi, mentre per quanto riguarda il pensiero, Ockham si trovò di fronte
a diverse dottrine. Parallelamente alla nascita della scolastica si svilupparono diverse
correnti filosofiche, che avevano fra i temi centrali quello degli universali. « I realisti
estremi vedevano negli universali qualcosa di reale, mentre i nominalisti e i concettualisti
attribuivano la reale esistenza esclusivamente agli individui; il genere o la specie
venivano considerate come semplici parole o concetti. Roscellino fu un esponente di
questa opinione che presto venne avvertita come pericolosa per la fede e sostituita con il
realismo. La sua tesi infatti era in contrasto con il dogma trinitario poiché in assenza degli
universali, Dio, Cristo e lo Spirito Santo sarebbero tre persone separate; naturalmente la
chiesa non poteva essere d’accordo con tutto ciò. 7
»
II.1.1. Dati biografici
Nato intorno al 1280 nel Surrey, in Inghilterra, Guglielmo di Ockham entrò
nell’ordine francescano prima del 1306. Intorno al 1310 fu selezionato per studiare
teologia all'Università di Oxford, dove i Francescani avevano un proprio istituto. Era
8
abitudine degli universitari analizzare e commentare i quattro libri delle sententiae del
teologo italiano Pietro lombardo. Guglielmo terminò il suo commento alle Sententiae tra
il 1317 e il 1319. Dopo aver acquisito la licenza in teologia intraprese l'insegnamento
nella stessa università. Come magister prese parte a diverse disputatio; sette di esse
furono trascritte, tutte revisionate da Guglielmo. Nel 1325 a seguito di una denuncia viene
citato presso la corte di Avignone; Dopo un primo rapporto, giudicato non abbastanza
severo, ne fu redatto un secondo nel quale 7 articoli furono giudicati eretici, 37 dichiarati
7 A.F , V. M , Storia della chiesa, dalle origini fino ai giorni nostri. XIII Movimento dottrinale
LICHE ARTIN
nei secoli IX-XIV.
8 Trattato di teologia del secolo
XII
falsi, 4 ritenuti ambigui, 3 non censurati. « Nonostante tale giudizio, la condanna formale
da parte di Papa Giovanni XXII, per motivi poco chiari, non fu mai pronunciata. In questo
periodo Ockham si allea con gli avversari di Giovanni XXII e nel 1327 con il generale
dei minori, Cesena, raggiunge Lodovico il Bavaro a Pisa, dove accusò il papa di eresia e
ne chiese la sospensione. Nel 1329 il Cesena viene destituito dai francescani e Lodovico
ritorna a Monaco con l’intenzione di condurre trattative. Nonostante ciò, Ockham
continua la sua lotta con Giovanni XXII e in seguito alla sua morte con Benedetto XII.
Ockham appoggia gli elettori del sacro impero e allo stesso tempo si distacca da Marsilio
e Padova. Clemente VI pone fine allo scisma. Gli elettori sostituiscono Carlo IV di
9
Lussemburgo a Lodovico. »
II.2. I princìpi fondamentali
Completamente coinvolto con la lotta contro il primato politico della Santa Sede.
non ha lasciato un’esposizione sistematica della sua tesi perciò bisogna partire
Ockham
da testi sparsi per ricostruire la sua dottrina, chiamata più specificamente occamismo
poiché gli universali occupano un ruolo marginale e la figura di Ockham è considerata
L’occamismo deriva da due princìpi fondamentali
iniziatrice della via moderna. già
l’onnipotenza divina limitata dalla sola esigenza della non-
10
presenti in Duns Scoto : «
contraddizione e la legge di economia che impone, per spiegare le cose, il ricorso al
minimo di esseri » . Entrambe le formule sono care ad Ockham, ma comunque non si può
affermare che siano perfettamente conciliabili. Il principio della nulla pluralitas sine
necessitate potrebbe portare alla negazione della libertà divina . La potentia absoluta
esclude ogni eliminazione del contingente mediante il calcolo algebrico de minimis et de
Infatti il ricorso all’onnipotenza è un procedimento « dialettico
maximis. » opposto a
qualunque argomentazione che confonderebbe l’abituale col necessario. Per cio che
9 A.F , V. M , Storia della chiesa, dalle origini fino ai giorni nostri. XIII Movimento dottrinale
LICHE ARTIN
nei secoli IX-XIV.
10 Giovanni Duns Scoto, filosofo nato nel 1266 in Scozia
11
riguarda il « rasoio di Ockham » non bisogna vedere in esso né una razionale
limitazione della divina potenza, né una determinazione positiva del volere
provvidenziale.
II.2.1. Teologia
Allo stesso modo con il quale difende la purezza evangelica, Ockham vuole
proteggere la fede da una ragione tanto più arrogante quanto meno sicura dei suoi
fondamenti. In riferimento a tale atteggiamento il suo comportamento è stato definito «
e dato che la sua maggiore preoccupazione è quella dell’esperienza, la sua
positivistico »
visione del mondo suppone un pluralismo di individui che esclude ogni realismo
dell’ordine come della relazione, dell’incertezza come della partecipazione.
II.2.2. La volontà di Dio
Al centro del pensiero di Guglielmo di Ockham vi è la non attribuzione di potere
(spirituale e temporale) alla Chiesa. Il teologo inglese rinnega il ruolo di mediazione fra
l’uomo
Dio e attribuito alla Chiesa. Il ragionamento di Guglielmo di Ockham era fondato
sul volontarismo, ovvero sulla concezione secondo la quale Dio non avrebbe creato il
mondo per "intelletto e volontà" ma solo per volontà e quindi in modo arbitrario senza né
l’uomo è libero e questa libertà
regole né leggi. Conseguenzialmente fonda la moralità
dell'uomo, i cui meriti o demeriti non influenzano in nessun modo la libertà di Dio. La
salvezza dell'uomo perciò non è frutto della predestinazione; è solamente la volontà di
Dio a determinare, in modo totalmente inconoscibile, il destino del singolo essere umano.
II.2.3 La separazione tra fede e ragione
11 Principio metodologico che indica di scegliere tra più soluzioni egualmente valide di un problema
quella più semplice. impossibile l’accordo
Ockham separa nettamente la ragione dalla fede dichiarando
tra la ricerca filosofica e la verità rivelata . Afferma che non si può dare alcuna
dimostrazione razionale riguardo ai problemi della trascendenza, poiché essi oltrepassano
i limiti dell’esperienza umana. Perciò la fede non è in grado di trovare nessun sostegno
nella ragione. La fede, regolata esclusivamente dal dogma, ha assoluta libertà in campo
soprannaturale; la ragione, regolata solamente dalle intuizioni sensibili, ha piena libertà
nel campo dell’esperienza. Con tale separazione assoluta, Ockham segna la dissoluzione
dell’intero pensiero scolastico, per il quale era essenziale arrivare al mondo della fede con
la speculazione filosofica. La scolastica medievale termina il suo ciclo storico e si apre la
ricerca filosofica, con la considerazione di altri problemi, primo tra tutti quello della
natura. II.3. La separazione dei poteri
Guglielmo era un grande sostenitore della separazione dei poteri, assolutamente
contrario all’esercizio del potere temporale, ovvero politico e amministrativo, da parte
della Chiesa. La Chiesa, secondo Ockham, doveva limitarsi ad esercitare il potere
spirituale , nel cui campo doveva avere piena autonomia. Peraltro, il papato doveva essere
un’istituzione al servizio dei fedeli e lavorare per il benessere della comunità, non per
arricchirsi. Infine, secondo Guglielmo, il papato non deteneva il potere assoluto neanche
in ambito spirituale.
II.4. Conoscenza intuitiva e astrattiva
Un altro filosofo francescano, Duns Scoto, grande teologo, aveva identificato due
l’astrattiva, la conoscenza dell’universale per
tipi di conoscenza: ovvero mezzo
dell’intelletto; e l’intuitiva, dell’oggetto particolare presente ai sensi
cioè la comprensione
o all’intelletto. conoscenza astrattiva prescinde dalla presenza o dall’esistenza delle
La legata all’incontro effettivo con gli oggetti.
cose, la conoscenza intuitiva è invece
II.4.1 Primato della conoscenza intuitiva
aiuta a conoscere l’esistenza o inesistenza
Per Ockham, la conoscenza intuitiva
delle cose e, quindi, precede quella astrattiva. La conoscenza astrattiva conosce gli stessi
termini dalla conoscenza intuitiva, prescindendo però dalla loro esistenza. Il solo sapere
possibile è, allora, basato sull’esperienza di cose ed eventi individuali, e la conoscenza
intuitiva ha un primato su quella astrattiva. Secondo Ockham, non si può avere
conoscenza intuitiva delle verità teologiche. Per tale motivo, la teologia non può essere
scienza.
II.5. Il principio del rasoio
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