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La capacità dell'arte di intervenire nel deficit

Ciò mostra la capacità dell’arte di intervenire nel deficit. Viktorija Belokovskaja, Il cavallo d’acciaio nei campi ucraini, 1927, Jablonskaja, Pane, 1949

Il giorno della raccolta e la collettivizzazione, 1930 → strutturato come un lubok della stampa ottocentesca russa. Rappresenta la vita nel колхоз безбожный, una sfilata di macchine (inesistenti), contrapposte all’aratro tirato dal bue.

Rešetnikov, Ancora un brutto voto, 1952 ricorda un interno ottocentesco dei peredvižniki. La tragedia familiare nel mondo perfetto è solamente il brutto voto del bambino, che non ha altri motivi per essere triste.

Non era accettata la natura morta e paesaggio puramente contemplativo, se non quando funzionali al realismo socialista. Sussisteva la possibilità di una critica di formalismo, ossia che l’artista fosse più interessato alla forma che al messaggio.

Si ritrovano escamotage nei titoli, per evitare la deportazione nei lager.

ad esempio un paesaggio lo si intitolava "Di qui è passato Stalin". Pertanto anche un semplice paesaggio era asservito all'esaltazione della figura del capo o del regime:
  • Šurpin, Il mattino della nostra madrepatria, 1948
  • Kotov, Costruzione capitale, 1930
  • Mil’nikov, Nei pacifici campi, 1950
Il leitmotiv della vita sovietica è l'ottimismo sociale verso la realizzazione del radioso avvenire tramite un'imprescindibile dedizione al lavoro:

Tat’jana Jablonskaja, Pane, 1949, che mostra una scena di lavoro con le donne lavoratrici che sorridono.

La campagna russa era in realtà devastata dalle carestie. Quadri come questi, nella mente di un popolo che viveva lontano da questa realtà – data la vastità del paese – avrebbero prodotto la speranza illusoria che una realtà del genere, da qualche parte della Russia, realmente esistesse. Anche in Jakovlev, Cercatori d'oro scrivono al creatore della Grande costituzione,...

1937 si vedono lavoratori prestanti, che normalmente lavoravano dentro le miniere, all'aria aperta, nell'atto di scrivere a Stalin, nonostante di norma fossero analfabeti.44 Rappresenta dei "tipi", mescolando ritratto, interno e natura morta.

Il nudo nell'arte è essenziale per sottolineare una differenza di cultura tra nazismo e URSS.

Nel '42, Sperr arriva a Kiev dove si stava allestendo una parata. Rimane colpito dalle sculture degli atleti, per la differenza rispetto alle sculture naziste (EXPO 1937: Thorak, Cameratismo). In URSS sussiste l'accusa di pornografia, si è molto pudici verso il corpo e le parti intime delle statue erano state coperte. Per l'ideologia sovietica, le persone nude sono tutte uguali, mentre è l'abito a portare con sé l'identità di classe.

Nel Terzo Reich il nudo era molto apprezzato sia in rappresentazioni mitologiche (Breker) sia nello studio del nudo. Hitler amava Ziegler.

I quattro elementi, 1937. La diversa visione del corpo è legata all'ideologia che trae i suoi argomenti dall'antropologia, dall'etnografia e dall'estetica. Il nudo svela il tipo razziale in quanto vengono mostrate le parti intime perché gli ebrei erano circoncisi. Nella DDR occupata dai sovietici si sviluppa una variante tedesca del realismo socialista. L'ideologia dell'arte totalitaria viene inculcata molto rigidamente. Il modello dell'arte totalitaria stalinista sopravvive ad Hitler e penetra nella coscienza di massa anche in Germania. Treptow Park, monumento ai soldati sovietici. Viene creato da Vučetič e un altro architetto; i due ricevono la medaglia d'oro del premio Stalin. Cancelleria del Reich, progettata da Sperr, viene rasa al suolo negli ultimi giorni di conflitto. Con i pezzi viene costruito un mausoleo dei soldati dell'esercito sovietico, inaugurato nel '49. I tedeschi provano familiarità rispetto a

Tale tipo di architettura. Dopo la destalinizzazione di Chruschev, tutto quel che è legato al periodo di Stalin viene distrutto. Non abbiamo le opere del realismo socialista classico e ciò costituisce un problema storiografico. Molti quadri sono ricostruibili solo dalle cartoline o dai manifesti che sono rimasti. Molto spesso alle mostre vengono mostrate opere degli anni '30 o del periodo post-staliniano come esempi classici, mentre in realtà non lo sono.

Fëdor Rešetnikov 1906-1988

Moscovita, studia allo Vchutemas. Fa molte spedizioni, anche in Siberia e sulle navi. Durante la guerra, lavora come corrispondente al fronte. Lavora all'Istituto Surikov. Entra nella storia per il quadro Il grande giuramento, 1949. Dipinge anche Ancora un brutto voto, 1952

Aleksandr Gerasimov 1881-1963

Studia con i più grandi artisti a cavallo del secolo, tra cui l'impressionista russo Korovin e i peredvižniki. Studia anche architettura. Nel '25 si

Unisce all'ACHRR. È noto per i suoi ritratti dei leader: Lenin in tribuna, 1930 e Stalin e Voroshilov, e Inno all'ottobre, 1942. Essi diventano i modelli della pittura ufficiale sovietica. Egli crea l'iconografia canonica per Lenin ed è un fautore energico della politica staliniana. Dagli anni '30 sarà Presidente della sezione moscovita dell'Unione degli artisti e poi nell'Unione degli artisti di tutta l'URSS, nonché in seguito dell'Accademia e sotto di lui funziona l'Istituto di Storia e Teoria dell'arte, che deve stabilire le basi della nuova ideologia.

Gerasimov, anche per la sua posizione di estremo potere, può permettersi di dipingere anche un quadro come Mezzogiorno, pioggia tiepida, 1939.

Boris Ioganson 1893-1973. Egli diventa uno dei modelli della pittura sovietica, è anche ritrattista, è più concentrato sulla narrazione. Studia a Mosca, si avvicina all'ACHRR.

Diventa professore dell'Accademia e, in seguito Presidente.

Il quadro Lo studente operaio parla di una prima fase post-rivoluzionaria. Mostra l'operaio che può frequentare corsi di formazione.

L'interrogatorio, 1937 (retorica bellica).

Dipinge Lenin al III Congresso dell'Unione della Gioventù Comunista, 1920 (Cristo alla folla).

Dimitrij Nalbandjan Tbilisi 1906- Mosca 1993

Lavora negli studi cinematografici. Nel '46 e nel '51 riceve il p. Stalin → Per la felicità del popolo. (Molotov, Malenkov, Vorosilov e Chruschev).

Lenin e Stalin elaborano il paino GOELRO

La falsificazione

Nel caso dell'URSS non si tratta di una falsificazione migliorativa, bensì, dalla fine degli anni '30, della cancellazione del nemico fisica e iconografica: commissioni apposite ritiravano i dipinti dai musei, distruggevano documenti d'archivio. Dall'altra parte, un'industria parallela rimane impegnata nella costante

glorificazione il leader. Si crea una paranoia collettiva, per la quale tutto ciò che i cittadini comuni possiedono può diventare materiale antisovietico. I bambini a scuola vengono incitati alla "rimozione creativa" dei documenti in cui comparivano i nemici del popolo. Rodčenko, A. Zelenskij nel libro Dieci anni dell'Uzbekistan: arte del defacing → togliere la faccia e dipingerci sopra. Il vandalismo politico si estende anche a volumi che vennero decurtati di interi capitoli. Nel 1935 viene ordinato di rimuovere tutte le opere di Trockij dalle biblioteche e tutte le sue immagini. Questo divieto permane strettamente fino al 1980. King comincia nel 1970 a cercare foto di Trockij in URSS. Collezione: Il commissario scomparso. Michael Nyman scrive un'opera musicale omonima. Dal '35, soprattutto dopo l'assassinio di Kirov, l'attività diventa sistematica. Un complimento a qualcuno era un'accusa fatta a qualcun altro.

“scivolamento sul ghiaccio”. Allo stesso tipo di damnatio memoriae verrà sottoposto lo stesso Stalin a partire dalla destalinizzazione e poi con il crollo dell’URSS. Inversamente si crea la sua biografia falsata, sottolineando la vicinanza con Lenin e l’ostracizzazione di Trockij. Dagli anni ’30, Stalin si fa chiamare Il Lenin di oggi.

Del ritocco fotografico si occupava l’IZO, ad esempio Rodčenko e Chagall -- Tecniche:

  • scontornare, defacing e con l’inchiostro coprire le parti indesiderate;
  • cropping: levare col bisturi una parte della foto;
  • airbrushing: fotografia dell’Unione della lotta per la liberazione della classe operaia;
  • fotomontaggi
  • Ritoccare i ritratti dei capi con lo spruzzo, per dargli un aspetto etereo e quasi divino.
  1. Sequenza di foto: Lenin a Capri, nella foto c’è anche Gorkij, che era in esilio dal 1906.
  2. Quadro che mostra l’arrivo di Lenin in Russia nel 1917, dipinto 20 anni

dopo da Sokolov, è un falso per la presenza di Stalin sul treno, dietro a Lenin e per la folla gremita che li accoglie, ma in realtà c'era solo Aleksandra Kollontai.

Stampa di Evgenij Kibrik del 1947: rappresenta l'arrivo di Lenin allo Smolnij la notte della rivoluzione. Nella realtà, Lenin dà ordine a Tockij di dirigere la sollevazione, mentre qui c'è Stalin al suo posto.

Stampa di Staronosov, dove Stalin si mostra come un maestro di Lenin.

Quadro di Tolkunov, nascita della polizia segreta, investitura di Deržinskij, davanti a Lenin, Sverdlov, primo Presidente dello Stato sovietico, e Stalin, che però non era presente.

Due foto falsificate diventano le icone della Domenica di sangue del 1905 e della rivoluzione 1917. La prima è il fotogramma di un film, mentre la seconda, trasmessa al mondo la presa del Palazzo d'Inverno, è in realtà una rievocazione storica annuale, diretta da Alt'man con Annenkov.

due artisti dell'avanguardia.

7. Immagine La notte dell'ottobre del 1932, variante espressionistica che mostra addirittura la presenza di un carro armato.

8. Foto di Stalin, Lenin e Kalinin, sindaco di Mosca: tagliati prima Kalinin e poi anche Lenin.

9. La sequenza più ritoccata è una fotografia di Leonidov, della collezione Il commissario scomparso. Mostra le celebrazioni in piazza del secondo anniversario della rivoluzione. Nella seconda foto pubblicata nel '67 sia Kamenev che Trockij sono stati cancellati.

Negli anni '30 a Parigi c'erano molti sostenitori di Trockij che formano la Quarta Internazionale, guidata dal figlio, Lev Sedov. C'era l'idea che se comunismo non fosse possibile in Russia dovesse essere esportato. La foto ritoccata del 1919, diventa in questa occasione una cartolina firmata da Trockij e datata 12.11.1935. Diego Rivera, in Messico, ne fa un murales. Nell'87, la foto viene ritoccata nuovamente in un libro dedicato

Fotografia di Lenin

Questa sequenza di ritocchi si notano arti posti in modo casuale.

10. Foto di Goldstein del 5 maggio 1920, Lenin in tribuna davanti al

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher edoardodezi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e cultura artistico letteraria russa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Burini Silvia.