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Fasi del processo di valutazione neuropsicologica
FASE VALUTATIVA:
- Colloquio con il paziente e i familiari
- Esame neuropsicologico (screening, stima del rendimento cognitivo globale, assessment delle funzioni che sottendono le abilità di decision making)
- Valutazione delle abilità funzionali e determinazione delle abilità specifiche
FASE INTERPRETATIVA:
- Interpretazione dei dati ottenuti alla luce degli standard legali di riferimento
- Considerazione delle conseguenze delle decisioni del paziente
- Riconoscimento del carattere temporaneo della determinazione
FASE RIABILITATIVA:
- Identificazione e raccomandazione di interventi di adattamento e supporto ambientali e riabilitazione neuropsicologica al fine di migliorare le capacità decisionali del soggetto
Esempio di conclusioni: "Le capacità cognitive attuali non arrivano a configurare una situazione di totale abolizione della capacità del paziente a provvedere autonomamente ai suoi interessi, pur potendone limitare."
L'efficacia. Per un parere conclusivo si ritiene opportuno rivalutare il paziente dopo un ciclo di riabilitazione motoria e neuropsicologica.
Per quanto riguarda i test di screening del profilo generale (limiti: no diagnosi, né come il MMSE stadiazione di malattia). In linea di massima il punteggio al MMSE sembra correlare con il giudizio clinico di incapacità: un punteggio inferiore a 19 suggerisce una probabilità di ridotta capacità di consenso (persona compromessa a livello cognitivo), mentre è probabilità competente chi ottiene un punteggio uguale o superiore a 23 (nella norma). Successivamente vanno indagate singoli domini cognitivi indispensabili per la capacità decisionale, compresi nei domini di memoria, funzioni esecutive, capacità di comprensione, abilità espressive.
Due modelli interpretativi dei disturbi: uno che tiene conto prioritariamente delle funzioni esecutive e uno che tiene conto delle funzioni mnesiche.
Il giusto approccio sarebbe quello di integrare i due modelli. CASO: Una paziente di 86 aa viene inviata dalla medicina del lavoro per una valutazione dello stato neurologico e cognitivo in seguito ad un ricorso contro il mancato accoglimento di domanda per invalidità e assegno di accompagnamento. L'anamnesi familiare rivela la presenza di probabile demenza senile (padre). L'anamnesi patologica remota indica la presenza di IA, lieve insufficienza renale, ridotta tolleranza glucidica, osteoporosi, pregresso intervento chirurgico per Ca uterino. L'anamnesi neurologica rivela un pregresso episodio di amnesia temporanea interpretato come amnesia globale transitoria e un successivo episodio di stroke minore (ermiparesi dx) con buon recupero funzionale. → Dopo l'ischemia, un buon recupero, solitamente mai ottimale. Da allora riferisce un disturbo soggettivo di memoria, confermato dai familiari, con riduzione dell'autonomia. Per questo motivo la paziente.è sottoposta a valutazioni in ambito neurologico e geriatrico con diagnosi di encefalopatia da sofferenza vascolare cronica (problemi di circolazione a livello cerebrale). Vengono inoltre riferiti dai familiari recenti episodi di aggressività (anche a causa di interpretazione disbagliata dei comportamenti degli altri). L’esame neurologico è normale.
L’esame neuropsicologico evidenzia un rallentamento in ambito esecutivo (lentezza) associato a deficit sul versante visuo-spaziale con MMSE (minimental) di 26. Si osserva una lieve compromissione dell’autonomia strumentale (IADL= 6/8, ADL= 6/6). Si evidenzia una lieve compromissione cognitiva settoriale compatibile con un’encefalopatia vascolare cronica e prevalente localizzazione sottocorticale come evidenziato dalla TAC (neuroimmagine strutturale) cerebrale.
Conclusioni: La condizione neurologica appare compatibile con il riconoscimento di invalidità almeno parziale. Non è invece presente la condizione:
“persona che necessita di assistenza continua non essendo in gradoquotidiani della vita per cui è previsto il riconoscimento del diritto all’indennità didi compiere gli attiaccompagnamento”.
CASO: Una signora di 42 anni viene inviata dal legale che l’assiste in una causa intentata verso l’ex marito percirconvenzione d’incapace avendola egli convinta a cedergli un appartamento per una cifra irrisoria. La paziente èaffetta da sclerosi multipla malattia che oltre che causare disabilità motoria si accompagna a deficit delle funzioni dicontrollo ed esecutive, memoria, abilità visuo spaziali con alterazione delle capacità di prendere decisioni.
Il colloquio clinico mostra una persona insicura e facilmente influenzabile (da inserire nella perizia/consulenza).
L’esame neurologico rileva disorientamento temporale e spaziale, disartria, nistagmo, emiparesi sinistra, atassia(problemi di coordinazione muscolare).
Valutazione neuropsicologica indica la presenza di importanti alterazioni cognitive a carico di attenzione, funzioni esecutive, memoria ed abilità strumentali. In particolare si rilevano deficit in prove di stima cognitiva, calcolo, linguaggio (espressione e comprensione), giudizi verbali e aritmetici. Le abilità funzionali risultano compromesse. L'insieme degli elementi scaturiti dalla valutazione depone per compromissione della capacità della paziente di badare in modo congruo ai propri interessi e bisogni. Pag. 9 a 46 10.11.2017
Per l'assessment delle funzioni cognitive è utile andare a rintracciare delle definizioni operative che ci permettano poi di scegliere gli strumenti più adeguati. Rispetto alla Capacità di I e di V, la tabella ci aiuta a capire quello che è il costrutto giuridico, l'interpretazione di questo costrutto e la funzione cognitiva che può essere studiata in maniera specifica, i test.
che il deterioramento cognitivo influenzi le competenze del soggetto, inclusa la capacità di apprendimento e di memoria. Questo impatto può variare da lieve a grave, a seconda del livello di deterioramento cognitivo. La valutazione clinica attraverso il colloquio neuropsicologico è uno strumento fondamentale per comprendere l'entità del deterioramento cognitivo e le sue conseguenze sulle competenze del soggetto. Durante il colloquio neuropsicologico, vengono utilizzati diversi strumenti e test neuropsicologici per valutare le diverse competenze cognitive, come l'attenzione, la memoria, il linguaggio, le funzioni esecutive e le abilità visuo-spaziali. Questi strumenti sono specifici per ogni competenza da valutare e consentono di ottenere una valutazione accurata delle capacità cognitive del soggetto. È importante sottolineare che non esistono strumenti standard per valutare tutte le competenze del soggetto nella loro interezza. Pertanto, è fondamentale comprendere i quesiti specifici che ci vengono posti dal giudice o dal paziente stesso. Solo con quesiti precisi e ben articolati si può ottenere una valutazione completa e accurata delle competenze cognitive del soggetto. In conclusione, la valutazione clinica attraverso il colloquio neuropsicologico è uno strumento essenziale per comprendere l'impatto del deterioramento cognitivo sulle competenze del soggetto. Utilizzando strumenti specifici per ogni competenza da valutare, è possibile ottenere una valutazione accurata e dettagliata delle capacità cognitive del soggetto.che più il livello di deterioramento è elevato e maggiore sarà l’impatto sulle competenze. Aspetto assolutamente rilevante in ambito giuridico, se pensiamo al rinnovo della patente, ad esempio. Disturbi a livello cognitivo e dell’attenzione (compiti di dual task) possono portare il soggetto ad avere una performance ridotta. Allo stesso modo il soggetto può avere un rallentamento della propria prestazione che può essere dovuto anche alla disabilità fisica (es. malattia degenerativa come la sclerosi). Grande problema per i neuropsicologi: dobbiamo sapere suddividere l’impatto dalla disfunzione cognitiva dall’impatto per la disabilità motoria. Gli studi della letteratura scientifica, però, stanno andando molto verso questa direzione. Rispetto alla capacità di intendere possiamo studiare alcune funzioni, competenze cognitive, ma anche del comportamento, (non dobbiamo mai valutare solo le competenze cognitive,dati e le informazioni necessarie per prendere decisioni consapevoli e responsabili. Inoltre, il monitoraggio metacognitivo permette di valutare la propria performance cognitiva e di adattare le strategie di fronte a eventuali difficoltà o errori. È importante sottolineare che le funzioni esecutive sono coinvolte in molteplici aspetti della vita quotidiana, come la pianificazione delle attività, l'organizzazione del tempo, la gestione delle emozioni e la risoluzione dei problemi. Pertanto, un deficit delle funzioni esecutive può avere un impatto significativo sulla qualità della vita del soggetto e sul suo benessere psicologico. Nel caso specifico della degenerazione fronto-temporale-lobare, i disturbi comportamentali possono essere molto rilevanti e possono manifestarsi attraverso comportamenti impulsivi, disinibiti o socialmente inappropriati. Questi comportamenti possono causare difficoltà nelle relazioni interpersonali e possono essere fonte di stress e frustrazione per il caregiver. La terapia psicofarmacologica può essere un valido supporto nel trattamento di tali disturbi comportamentali, ma è fondamentale che il medico sia in grado di rilevarli e monitorarli in maniera accurata. Il modello delle funzioni esecutive di base fornisce un quadro teorico e metodologico per lo studio e la valutazione di tali disturbi, consentendo di individuare le aree cognitive coinvolte e di adottare interventi mirati. In conclusione, le funzioni esecutive svolgono un ruolo cruciale nella regolazione del comportamento e nella gestione delle attività quotidiane. La loro valutazione e il loro monitoraggio sono fondamentali per comprendere e intervenire sui disturbi comportamentali associati a patologie come la degenerazione fronto-temporale-lobare, al fine di migliorare la qualità della vita del soggetto e del caregiver.feedback ambientali, riesco a cambiare il mio display comportamentale a seconda delle informazioni che ricevo, riesco a calarmi in maniera adeguata ad un contesto socio-relazionale e riesco a comprendere lo stato mentale degli altri. Tutti questi aspetti mi aiutano ad avere una buona competenza socio-relazionale. Soggetti che hanno sociopatie acquisite, dovute a una malattia neurodegenerativa, possono mostrare disturbi del controllo cognitivo nelle funzioni esecutive di base, ma anche nell'empatia. Questi aspetti deteriorati, in misura minore o maggiore, possono portare l'individuo a compiere azioni efferate. Se non colgo il display emotivo della persona e non colgo la sofferenza fisica, non riesco a bloccare il mio comportamento. È fondamentale, nel nostro ambito, studiare questi circuiti perché laddove risultino essere altamente disfunzionali per via di una patologia neurodegenerativa, l'imputabilità cambia notevolmente. Abbiamo diversi
test che ci permettono di studiare il pensiero morale e l'empatia. È importante anche inserire questi aspetti laddove debbano essere valutati. Riuscire a prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Ho bisogno di avere una capacità di pianificazione funzionante. La struttura network sta nella corteccia prefrontale dorsolaterale. I test di pianificazione mi permettono di fare uno schema delle azioni che devo compiere seguendo un ordine preciso. Il monitoraggio è assolutamente fondamentale, perché se io non sono consapevole del mio disturbo le mie azioni possono mettere a repentaglio la mia salute e quella degli altri. Il Wisconsin sorting Card Test versione metacognitiva: va a valutare la flessibilità cognitiva e il monitoraggio dell'azione, non la versione classica ma quella introdotta da Coren. Oltre agli stimoli che fanno parte del test metacognitivo.
versione classica, il soggetto dopo aver scelto di matchare la carta stimolo con le carte colore, forma o numero, deve esprimere all'esaminatore quanto è sicuro della sua scelta. C'è una scala graduata che