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DAP
Passaggio di una condizione di benessere ad una di malessere, improvvisi
sintomi fisiologici (cardiaci, respiratori), sensazione di morte imminente.
Durata di circa 15 minuti, mai dire al pz che non ha nulla: è vero dal punto di
vista fisico ma è necessario spiegare cosa è successo.
A seconda della sintomatologia si rivolgono a diversi specialisti, terapia
difficile.
Due differenze: 1) attacchi inattesi -> non prevedibili, possono venire
ovunque e in ogni momento, si sviluppa l’ansia anticipatoria (spiega molti dei
sintomi fisici, es. tachicardia, è sempre in attesa), 2) attacchi situazioni ->
sempre e solo in alcune circostanze, dipende molto dal luogo, se è possibile
allontanarsi l’attacco può essere evitato, se non c’è via di fuga inevitabilmente
si manifesta, strategie di evitamento, agorafobia: luoghi aperti e molto affollati
in cui è difficile essere soccorsi, claustrofobia: luoghi chiusi senza via di fuga.
Non è tanto il problema del posto ma dell’impossibilità di fuggire.
Rispondono bene ai trattamenti con benzodiazepine, utile anche solo avere il
farmaco a portata di mano (effetto placebo), ottima risposta alla terapia
cognitivo comportamentale. Nei casi più gravi si preferiscono gli
antidepressivi, essendo terapie lunghe c’è il problema di assuefazione da
ansiolitici.
FOBIA SOCIALE
Solo accennata, fare da manuale.
NEUROLOGIA, Caffarra
Disturbi del linguaggio, memoria, riconoscimento, aprassia, demenze.
Relazione cervello-funzione, neuropsicologia nasce negli anni ’70. Rapporto
deficit e strutture cerebrali.
Metodologia molto rigida, test basati su pz-controlli. In Italia spicca il gruppo
di De Renzi.
Disturbi del linguaggio:
lesione di tipo afasico o di tipo articolatorio (disartria)?
-Disturbo disartrico: malattie degenerative del motoneurone es. SLA che
determinano un linguaggio particolare, disartria flaccida -> ipernasalità, non si
muovono bene le strutture periferiche; disartria spastica -> difficoltà di
articolare bene, la parola esce come strozzata, velocità ridotta ridotta
dell’eloquio, tentativo di emettere l’aria per superare lo sforzo.
-Lesione cerebellare: cervelletto deputato alla coordinazione dei movimenti
non solo degli arti ma anche di tutti gli altri effettori muscolari. Linguaggio
atavico, interruzioni irregolari.
-Linguaggio del parkinsoniano: in fase intermedia tende ad avere ipofonia,
sempre uniforme e ipercinetico.
Disturbo del linguaggio propriamente detto, afasia. Due tipi a seconda del
numero di parole che il pz emette nell’arco di un minuto: più di 50 fluente,
meno di 50 non fluente.
Si distinguono anche lesioni anteriori/posteriori alla scissura di Rolando.
Afasia non fluenti:
-Afasia di Brocà: caso “tam tam”, autopsia rivela lesione della parte mediale
della terza circonvoluzione frontale, area ’44
-Afasia globale: compromissione di tutto l’emisfero sx, sia anteriore sia
posteriore, trombosi della carotide comune sx.
Afasie fluenti:
-Afasia di Wernicke,
-Afasia di conduzione,
-Afasia canonica.
Afasia di Brocà studiata su casi clinici vascolari e neoplastici. Nuove
classificazioni inerenti alle malattie neurodegenerative demenze
frontotemporale e Alzheimer. Si presenta con un eloquio spontaneo ridotto, la
comprensione è buona per frasi sintatticamente semplici, difficoltà
articolatorie, scrittura compromesse (conservata firma e copia delle parole),
lettura normale ma scarsa comprensione quando il testo è complesso.
Anosognosia (non consapevolezza del deficit) -> i pz colpiti da afasia di
Brocà sono invece consapevoli. Conservati automatismi verbali. Si associa
ad aprassia buccolinguofacciale, area di Brocà vicino ad aree di
programmazione motoria orale, ad aprassia ideomotoria (incapità di imitare
gesti), emiplegia -perdita totale della funzione motoria- o emtparesi dx.
Lesione anteriore alla scissura di Rolando.
Non coinvolge il campo visivo, segno distintivo per la diagnosi quando ancora
non c’erano tecniche per immagini.
Afasia di conduzione: lesione fascicolo arcuato, connette area di Brocà e
Wernicke. È meno frequente, cause di tipo vascolare, neoplastico e
neurodegenative. Assomiglia all’afasia di Wernicke, meno grave, l’eloquio è
comprensibile ma sono presenti molti errori fonemici, si accompagna talvolta
a emianopsia, lettura e comprensione conservata.
Afasia di Wernike: lesione posteriore, prosodia mantenuta, linguaggio
intelligibile, eloquio spontaneo, cause specialmente vascolari, conduzione
fluente, neologismi, totale assenza di comprensione, incapacità di lettura,
anognosico. Aprassia ideomotoria ma anche ideativa (manca la progettualità
dei movimenti), non ci sono disturbi motori ma emianopsia (la lesione può
comprendere aree visive).
Parafasia: disturbo della pronuncia, può essere di tipo fonologico (tavolo -
tevolo) o semantico (lesioni posteriori, non sanno denominare l’oggetto ma
nominano un soggetto affine, tavolo-sedia).
Metatesi: scambio nell’uso delle vocali.
Afasia anomica: pause frequenti, perdita della capacità di reperire la parola,
usa delle circonlocuzioni, denominazione compromessa, eloquio fluente,
disturbo sottile, lesione temporoparietale, giro angolare.
Quando la lesione è vascolare alcuni soggetti riescono a recuperare più o
meno parzialmente.
Afasia trancorticale motoria e sensoriale: forme molto rare, nella motoria
lesione anteriore all’area 44, non è un disturbo vero e proprio del linguaggio
ma hanno difficoltà a iniziare il discorso; nella sensoriale invece la
sintomatologia è simile a quella di Wernike ma meno grave.
Nuove classificazioni legate alle malattie neurodegenerative. Diagnosi
differenziale demenze frontali - alzheimer. Per la seconda esiste una terapia.
Afasia in soggetti con demenza frontale, afasia progressiva primaria non
fluente di tipo agrammatico: come affatico di Brocà, verbi all’infito, spesso
omette il soggetto, eseguito con sforzo, hanno componente aprassica e
disartrica, difficoltà di comprensione, frasi sintatticamente complesse e/o
buona comprensione delle singole e della funzione degli oggetti. Esiste la
variante semantica: soggetti che non riescono a comprendere il significato
delle parole, non riconoscono più la semantica, problemi anche nella
denominazione, lesione temporale.
Afasia logopedica: pause fra una parola e l’altra, difficoltà nel richiamo della
parola durante il discorso, non è più fluente ma interrotto, incapacità di
ripetere frasi complesse ma anche sequenze di parole. Il danno cognitivo è
legato ad un deficit della memoria di lavoro. Errori di tipo fonologico,
comprensione e conoscenza degli oggetti c’è. Tipica della demenza di
Alzheimer, importante distinguerla dalle altre amnesie perché è possibile da
trattare farmacologicamente (anticolesteranici e logoterapia).
Produzione orale o scritta di fronte a uno stimolo
Schema che deriva dall’osservazione di casi singoli.
La denominazione deve essere preceduta dal riconoscimento, in assenza di
agnosie il processo avviene correttamente. Identificazione a livello semantico
dello stimolo visivo. Si può chiedere di scriverlo/nominarlo quindi attivazione
mbt per mantenimento della parola. -> Sistema che spiega la produzione sia
orale sia scritta di un rappresentazione visiva.
Batterie per òa valutazione del linguaggio;
Percorsi di riabilitazione.
Approccio cognitivi sta che cerca di separare tutte le componenti della
produzione linguistica.
Test dei gettoni: differiscono per forma, colore e dimensione. Serve per
valutare la comprensione. 50 o 36 items. Token test: es. tocchi il cerchio
giallo, tocchi il quadrato verde, tocchi il triangolo rosso piccolo, tocchi il
rettangolo blu grande … Diventano progressivamente più complesse, prima
forma poi colore e dimensione. Compiti anche sequenziali (a due ordini) es.
tocchi il cerchio rosso piccolo e poi il quadrato verde grande, test che fa
grande affidamento sulla memoria di lavoro; alla fine indicazioni complesse
come “prenda il quadrato verde e prima tocchi il rettangolo rosso”.
Afasie posteriori e anteriori falliscono quando gli ordini diventano più
complessi.
Batteria Empa: valutare elementi costitutivi del deficit per comprendere come
effettuare la riabilitazione. Si basa sui modelli della neuropsicologia cognitiva.
Ripetizione di parole, frasi, non parole. Compiti anche di lettura e scrittura.
Valutazione delle fluenze verbali (test che si ritrova anche nella valutazione
delle funzioni esecutive frontali -capacità di recupero-, capacità di generare
un certo n. di parole, fluenza fonologica -> parole che iniziano con una lettera
specifica, fluente semantica -> parole che si riferiscono a una categoria).
Valutazione del calcolo: nei pz degenerativi frequente discalculia.
Rappresentazione fonologica in corteccia dello stimolo, attivazione dei
programmi motori articolari che servono per produrre la parola. Se disartria:
programmi motori anomali, aprassia del linguaggio: fatica nella pronuncia ma
sa produrla in maniera scritta. Selezione dello schema più appropriato alla
necessità del momento -> devono essere accessibili e integri.
Funzioni esecutive e attentive
Funzione attentiva alla base delle altre funzioni cognitive. Collegamenti
numerosi e complessi con aree corticali ma anche sottocorticali, Lobo frontale
occupa circa il 24% del cervello umano.
Collegato con la corteccia parietale dal fascicolo longitudinale superiore, il
fascicolo arcuato lo collega al lobo temporale (importante in ambito mestico),
fascicolo fronti-occipitale collega con lobo occipitale, fascicolo uncinato
collega corteccia orbitale e lobo temporale anteriore, (importanza in ambito
mnestico ed emotivo), zona del cingolo (anteriore e posteriore -> crocevia
importante per le funzioni di memotia), collegamento frontale-talamo (la
porzione dorso mediale del talamo entra nei meccanismi di memoria).
Loop complesso e Loop motorio
Collegamenti su due strutture sottocorticali plutamen -> funzioni motorie , n.
caudato -> funzioni cognitive. Alterazione delle connessioni frontale-
plutamen quadro parkinsonismo, alterazione frontale-n. caudato deficit delle
funzioni esecutive frontali.
Attenzione: funzione complessa, studi di Posner. Identificano tre circuiti di
base, 1) di allerta, 2) di orientamento, 3) esecutivo.
1) circuito di allerta: tronco cerebrale ed emisfero dx.
2) circuito di orientamenti: corteccia parietale
3) circuito esecutivo: corteccia frontale e cingolo anteriore.
Revisione della letteratura, conoscenze riguardo la neurotrasmessione.
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