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Come si inquadrano le neuropatie:
- capire se l’interessamento è prossimale o distale (solitamente è distale);
- capire se è una neuropatia motoria, sensitiva, entrambe queste due o di
interessamento autonomico;
- capire se viene colpita solo la guaina di rivestimento (neuropatia demienilizzante) o
se viene colpita solo la parte interna (cioè l’assone, neuropatia
assonale);elettroneurografia
- capire se c’è un coinvolgimento anche dei nervi cranici o solo dei nervi periferici;
- capire com’è il decorso (neuropatia acuta, sub-acuta o cronica).
La risposta che ci serve per capire se siamo di fronte ad una neuropatia che colpisce la
mielina o l’assone ci viene fornita da un esame che si chiama elettroneurografia. Questo
esame serve a registrare la velocità di conduzione dei nervi e le caratteristiche dei
potenziali d’azione (sia per quelli motori sia per quelli sensitivi). Se i valori registrati circa la
velocità di conduzione sono minori rispetto ai range, ci sarà un rallentamento della
conduzione e questo rallentamento è di solito dovuto ad un danno della mielina mentre
quando sono i potenziali d’azione ad avere valori più bassi rispetto ai range, vuol dire che
c’è un danno dell’assone(< velocita danno alla mielina < potenziale danno all’assone).
Questo ragionamento è valido sia se si parla di fibre motorie sia se si parla di fibre
sensitive. Esiste poi un altro esame, che si fa insieme alla elettroneurografia, chiamato
elettromiografia. In questo esame invece di andare a registrare la risposta elettrica del
nervo (stimolare il nervo e poi registrare) si va a mettere un ago nel muscolo. Questo
esame serve per capire se ci sono malattie del muscolo ma può anche darci informazioni
sulla malattia del nervo quando questa coinvolge dei nervi motori (perché quando il nervo
va in sofferenza produce delle fascicolazioni). Le fascicolazioni si possono registrare con
l’ago elettrico che si mette nel muscolo come se fossero potenziali di fibrillazione (guizzi
sul tracciato elettromiografico). Un muscolo denervato, che non riceve più un impulso dal
nervo, avrà delle caratteristiche elettrofisiologiche peculiari che sono appunto queste
fibrillazioni.
MIASTENIA: Per collegare la fine del nervo con il muscolo esiste una struttura chiamata
placca neuromuscolare o giunzione neuromuscolare. Questa è una struttura deputata al
trasferimento dell’informazione elettrica che arriva dal nervo (la sinapsi) e attraverso la
liberazione di una sostanza, l’acetilcolina, va ad attivare la contrazione del muscolo. In
alcuni casi per problematiche immunologiche questo collegamento tra il nervo e il muscolo
può essere interrotto. Ciò perché esistono delle produzioni di determinate forme di
anticorpi che vanno a danneggiare i recettori dell’acetilcolina. Il nervo funziona e produce
l’acetilcolina come dovrebbe ma quest’ultima si ritrova con pochissimi punti d’azione una
volta che è alla ricerca dei suoi recettori attivi. Il soggetto che ha una malattia del genere si
affatica più facilmente. Questo affaticamento si sviluppa prima nella muscolatura degli
occhi, ciò perché gli occhi hanno una muscolatura molto fitta e molto fine e la si usa tutto il
giorno. Nella giunzione ci sono una serie di canali che rilasciano ioni deputati alla
trasmissione neuromuscolare. Se non avviene questo rilascio si può avere la miastenia.
Detto questo è importante sapere che se viene danneggiata la parte presinaptica si ha
un'altra sindrome. Quest’altra sindrome è dovuta ad un altro tipo di anticorpi che
colpiscono per l’appunto la parte presinaptica. La patologia in questione viene chiamata
miastenia paraneoplastica e si presenta in caso di particolari tumori. Questi tumori
producono anticorpi che come si è già detto andranno a colpire la parte presinaptica.
Questa appena descritta è una sindrome rarissima chiamata sindrome di Lambert-
Eaton(mangiano acetilcolina). Il fenotipo più comune della miastenia è la miastenia gravis
(patologia piuttosto comune che è sempre più in crescita come epidemiologia). La
malattia in questione è una patologia autoimmune che ha un’incidenza maggiore nelle
donne e nel 60% dei casi inizia prima dei 40 anni. Nella metà dei casi inizia a livello degli
occhi con un abbassamento della rima palpebrale (detta anche ptosi palpebrale) e con
una visione doppia. Il soggetto sta benissimo alla mattina ma mano a mano che la
giornata va avanti è sempre più stanco perché si esaurisce la capacità di trasmettere della
giunzione neuromuscolare. Purtroppo questa malattia evolve nel tempo. Se la miastenia
inizia con un abbassamento della vista e del movimento delle palpebre, solo nel 25% dei
casi il problema rimane confinato agli occhi. Nel restante 75% dei casi la malattia diventa
generalizzata. I primi anni di vita dall’insorgenza della miastenia sono quelli più critici
perché il paziente spesso non è agganciato a nessun centro di riferimento e se la malattia
va veloce si può avere un interessamento della muscolatura respiratoria che può portare
alla morte del soggetto. In 1 caso su 5 questa malattia (che non è assolutamente da
sottovalutare) si cronicizza, così facendo la persona colpita diventa soggetta a questa
malattia per tutta la vita. In altri casi può andare in remissione perché il sistema
immunitario si stabilizza e la patologia rimane ferma. Adesso parliamo di quello che
succede se la malattia interessa distretti diversi da quello oculare. Il soggetto in questo
caso potrà avere difficoltà a parlare (disartria), difficoltà a deglutire (disfagia), difficoltà a
masticare e una faccia ipostenica (con una mimica povera e una muscolatura ipotonica del
volto). Inoltre il soggetto in questione può avere debolezza del collo, debolezza ai cingoli
(scapolare e pelvico) e un decremento dell’attività muscolare in generale tendendo ad
affaticarsi. Un’altra caratteristica importante è l’effetto della temperatura. È possibile fare
un test applicando del ghiaccio (ad esempio applicare una garza, con dentro del ghiaccio,
sopra l’occhio) per vedere come il disturbo dell’artrosi va via. Questo test è abbastanza
specifico perché la trasmissione neuromuscolare è influenzata dalla temperatura( freddo
riduce il disturbo) . Esiste una stadiazione in gravità crescente, da 1 fino a 4, che dice che
la forma più benigna è quella oculare e così via fino ad arrivare ad una miastenia diffusa,
grave e cronicizzata che presenta atrofia muscolare. La miastenia sorge come si è già
detto per colpa di anticorpi che non dovrebbero essere prodotti. Perciò la miastenia è una
malattia autoimmune. La malattia insorge perché si è geneticamente predisposti oppure
perché si vive in un ambiente che porta il nostro sistema immunitario a fare quest’errore(
causa genetica o dovuta all’ambiente). In molti casi si trova un’iperplasia del timo
(normalmente dovrebbe andare incontro ad atrofia nell’età adulta). Bisogna anche sapere
che nel 90% dei casi si possono trovare facilmente nel sangue dei pazienti colpiti molti di
questi anticorpi anti-recettore. Gli anticorpi così facendo rovinano la trasmissione e fanno
insorgere tutti i problemi che abbiamo descritto.
Per fare la diagnosi di miastenia ci sono 4 modi :
- dosare gli anticorpi (si impiegano 15 giorni);
- test del ghiaccio (veloce ma poco specifico);
- test della prostigmina, è un test farmacologico da carico che serve a ripristinare la
trasmissione anche se il numero dei recettori è diminuito (somministrare dosi acute
di farmaco che inibisce l’azione dell’acetilcolina e stare a vedere se il paziente ha
una remissione dei sintomi);
- stimolazione ripetitiva a livello elettromiografico, solitamente si stimola la superficie
della muscolatura del volto e si va a vedere se la registrazione della risposta dà un
decremento del potenziale (cioè più io sollecito il sistema dell’acetilcolina, meno
acetilcolina ho e più piccolo diventa il potenziale), questo è un test fastidioso che ha
come scopo l’usurare il più velocemente possibile quel distretto;
- ci sarebbe anche un 5 modo, cioè il test del tensilon, ma in Italia non c’è la
possibilità di farlo.
Riguardo alla terapia non sorprende vedere tra i medicinali il cortisone visto che si tratta di
una malattia autoimmune. Oltre il cortisone nella terapia ci sono degli inibitori
dell’acetilcolina da dare per bocca. A parte questo sistema cortisone-inibitori
dell’acetilcolina si può anche fare la plasmaferesi. Quest’ultima è una tecnica di
separazione del plasma sanguigno dagli elementi corpuscolati del sangue ottenuta
mediante centrifugazione. Il metodo è utilizzato sia a scopi emotrasfusionali sia a scopi
terapeutici come nel nostro caso.
MUSCOLI E NEUROPATIE (LE DISTROFIE) : Le malattie muscolari sono molto numerose
e varie, tra l’altro tante di esse riguardano i bambini. La distrofia di Duchenne è la più
famosa tra queste patologie. Le categorie di malattie del muscolo sono le stesse di cui
abbiamo parlato riguardo ai nervi e perciò possono esserci malattie genetiche, malattie
infiammatorie, malattie metaboliche o anche intossicazione del muscolo data da farmaci o
altre sostanze. Epidemiologicamente sono molto più frequenti le forme genetiche (la
distrofia di Duchenne e la distrofia di Becker sono le forme più comuni).
Le distrofie ereditarie sono:
- distrofia di Duchenne;
- distrofia di Becker;
- distrofia faccia-scapolo-omerale;
- distrofia miotonica.
La distrofia di Duchenne è una malattia legata al cromosoma X, come pure quella di
Becker. Vengono trasmesse dalla madre e colpiscono prevalentemente i figli maschi. In un
terzo dei casi, cioè il 30% di essi, non si riesce a trovare una famigliarità con dei parenti
sintomatici. In una coppia di genitori dove il padre è sano mentre la madre è portatrice ci
possono essere figli che hanno la sintomatologia della malattia e alcuni che ne sono solo
portatori come succede spesso con le figlie femmine. Quindi le donne portatrici della
malattia hanno una possibilità su due di trasmetterla ai propri figli. In queste patologie
viene a mancare la produzione della proteina distrofina, la proteina in questione fa
contrarre i muscoli. Senza questa proteina i muscoli si contraggono ma vanno subito in
sofferenza ed il processo di necrosi è molto velocizzato. A questo punto il tessuto
muscolare viene sostituito con quello connettivo (viene sostituito