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Interpretazione scientifica della coscienza

L'ipotesi dell'intelligenza artificiale coinvolge informatica, logica, psicologia e linguistica e ha l'obiettivo di realizzare dei sistemi capaci di prestazioni equiparabili a quelle umane, sia nello svolgimento di attività intelligenti che nella risoluzione di problemi e nella comprensione del linguaggio naturale.

Alan Turing, logico degli anni '30, elaborò la nozione di una macchina ideale composta da un nastro potenzialmente infinito, diviso in caselle successive e da un'unità di esecuzione che...

Il fisicalismo è una corrente filosofica che fa capo a Otto Neurath (1882–1945), uno dei fondatori del Circolo di Vienna, che sostiene che possano essere sostenibili scientificamente, e quindi validi per la conoscenza, solo quelle proposizioni definite in termini materiali ossia spazio-temporali. Secondo il fisicalismo, il linguaggio della fisica è il linguaggio universale della scienza e...

di conseguenza, ogni conoscenza può essere ricondotta agli enunciati su gli oggetti fisici. scorrendo sul nastro, si posiziona su una determinata casella, legge il simbolo e lo sostituisce oppure lo lascia inalterato e poi si sposta su quello adiacente.

Quindi viene riaffermata, in termini scientificamente aggiornati, la tesi di Hobbes secondo cui "ragionare non è altro che calcolare". La teoria dell'IA parte dal rifiuto dell'idea che l'uomo possa manipolare in modo sensato i simboli soltanto perché ne comprende il significato; ritiene invece che la capacità di pensiero appartenga a qualunque sistema, fisico o artificiale, che sia in grado di rispettare determinate regole formali.

In ogni caso, se si volesse realizzare una macchina che emulasse la capacità cognitive umane, ci sarebbe un problema determinante: il computer è indifferente al significato che un uomo è in grado di attribuire ai simboli.

Nel 1956 si tenne

Un simposio sulla teoria dell'informazione al MIT in cui:

Noam Chomsky presentò un programma che riguardava la grammatica generativo-trasformazionale

Gli informatici Newell e Simon presentarono il primo programma di computer capace di dimostrare teoremi

Lo psicologo Miller presentò un contributo sulla capacità della memoria umana a breve termine.

I partecipanti ebbero, quindi, la sensazione che i loro programmi convergessero in qualche modo sull'argomento dei processi cognitivi umani e sull'ipotesi della natura computazionale della cognizione. Dicendo che la mente è il "software del cervello" si nega la "privatezza" dei processi mentali, che cadrebbe di fronte alla trasparenza dei programmi del calcolatore.

A partire dagli anni '60, si svilupparono in informatica i progetti della cosiddetta intelligenza artificiale. Il criterio di Alan Turing

Il suo lavoro viene identificato con la Macchina Universale astratta

E con il test per valutare la capacità delle macchine di simulare l'intelligenza umana. Secondo lui doveva essere possibile replicare fisicamente il processo che conduce all'intelligenza e che è avvenuto nell'uomo, doveva essere possibile costruire teoricamente un modello in grado di riprodurre il processo del pensiero intelligente.

Una macchina di Turing non è una macchina vera, è una macchina ideale, un ente matematico. La sfida di Daniel Dennet: la e il teoria computazionale della mente modello delle molteplici versioni.

Probabilmente l'essere umano si è evoluto da creature con menti semplici, evolutesi a loro volta da creature dotate di "aspiranti menti". La capacità di agire compare con le prime macromolecole e questa capacità, anche se inizialmente è priva d'intenzionalità, rappresenta la base dalla quale poi si è sviluppata la nostra capacità d'azione.

L’evoluzione del cervello, quindi, si è realizzata attraverso un processo che ha gradualmente separato le creature coscienti dalle macromolecole meramente sensibili e non senzienti. Inizialmente, nei primi esseri senzienti, i sistemi di comunicazione interna erano lenti; la presenza della mente, invece, ha costretto il cervello a utilizzare un mezzo di trasmissione dell’informazione molto più veloce. Ecco perché, secondo Dennet, il luogo in cui cercare la differenza fra sensibilità e sentire sta nei mezzi attraverso i quali l’informazione viaggia e viene trasformata. Attraverso l’evoluzione (chiamata, in questo caso, la torre della generazione e della verifica) è avvenuta una transizione da un’intenzionalità interna a un’intenzionalità che ha dato origine alla percezione, il tutto attraverso tre stadi: 1. Creature darwiniane, scelte sulla base della loro capacità di sopravvivenza; 2. Creature skinneriane,capire che la coscienza non è qualcosa di separato dal corpo, ma è il risultato delle attività del cervello. Questo concetto si basa sulla teoria di René Descartes, secondo cui la mente e il corpo sono entità separate. Il Teatro Cartesiano è quindi il luogo in cui avviene la coscienza, dove tutte le informazioni provenienti dai sistemi percettivi vengono elaborate e integrate per fornire una rappresentazione coerente del mondo esterno. È come se ci fosse un regista che coordina tutte le azioni e le percezioni del corpo. Secondo questa teoria, la coscienza non è qualcosa di trascendentale o soprannaturale, ma è il risultato di processi neurali complessi che avvengono nel cervello. Questo concetto ha importanti implicazioni per la comprensione della mente e della coscienza umana. In conclusione, il Teatro Cartesiano rappresenta un'idea fondamentale nella storia della mente, in quanto fornisce una spiegazione di come avviene la coscienza e come il cervello elabora le informazioni provenienti dai sistemi percettivi.ritenere che ci sia una linea d'arrivo cruciale in qualche parte del cervello e che l'ordine di arrivo in quel sito equivale all'ordine in cui le esperienze ci si presentano; ciò che si verifica là è ciò di cui siamo coscienti. delle Molteplici Versioni, Dennet sostituisce l'idea del Teatro Cartesiano con quella secondo cui qualunque tipo di percezione, di pensiero o di attività mentale si realizza nel cervello attraverso un processo parallelo e a percorsi multipli di interpretazione dei dati sensoriali in ingresso, e non secondo un flusso lineare di processi sequenziali. In questo modo, i fenomeni della coscienza quali sono prodotti dell'attività di una macchina virtuale, i diventano stati disposizionali del 4° cervello, ed il si trasforma in una semplice astrazione/finzione teorica. L'ipotesi computazionale. A questo punto, si potrebbe pensare che anche un robot, adeguatamente programmato, e conunsécalcolatore a base di silicio al posto del cervello potrebbe avere un ed essere cosciente. Ma èdifficile immaginare un modo in cui un insieme complicato di circuiti possa equivalereall’esperienza cosciente.Secondo Dennet, la qualità dell’essere coscienti è indipendente dalla presenza di un sistemabiologico o artificiale, ma dipende solo dall’avere un certo tipo di organizzazione. Egli negal’esistenza delle sensazioni soggettive ed è convinto dell’infondatezza della sensazione opercezione del dolore. Tutti i qualia e i fenomeni sono in terza persona: noi riceviamo degli stimolidisposizioni reattive.ed abbiamo delleI qualia (plurale neutro latino di quale, is cioè qualità, attributo, modo) sono, nella filosofia della mente, gli aspetti4qualitativi delle esperienze coscienti. Ogni esperienza cosciente ha una sensazione qualitativa diversa da un’altra. Adesempio, l’esperienza che proviamo

Nell'assaporare un gelato è qualitativamente diversa da quella che cogliamo quando contempliamo La Gioconda di Leonardo. Secondo i loro sostenitori, quindi, i qualia sono estremamente specifici e caratterizzano essenzialmente le singole esperienze coscienti. Daniel Dennett ha definito i qualia "i modi in cui le cose ci sembrano" e ne ha tracciato quattro proprietà fondamentali:

  1. Ineffabili perché sono relativi solamente al soggetto che li esperisce, il quale quindi non può dire agli altri come sta vedendo, gustando, odorando, ecc.
  2. Intrinseci perché sono elementi semplici ed atomici, cioè non riducibili a null'altro.
  3. Privati poiché relativi al soggetto che li esperisce e pertanto non paragonabili con quelli esperiti da altri soggetti.
  4. Apprensibili direttamente o immediatamente nella coscienza, ovvero esperienze immediate e non inferenziali della coscienza.

L'AP INTERPRETAZIONE DELLA COSCIENZA PER IL

NATURALISMO BIOLOGICO I contenuti della mente in John Searle Le teorie della mente che costituiscono la sfida maggiore al dualismo cartesiano sono quelle in cui mente e corpo non si escludono a vicenda, e il naturalismo biologico di Searle rientra fra queste. Non è vero che agli stessi comportamenti corrispondono gli stessi fenomeni mentali altrimenti "Invece: Cinese". John Searle è famoso per aver concepito l'esperimento mentale chiamato "Stanza Cinese". Con questo esperimento Searle ha voluto dimostrare che non ha senso assimilare la mente a un computer, in quanto nessun computer può "pensare" nello stesso modo degli esseri umani. Il suo principale presupposto è che il computer, per elaborare l'informazione, non ha bisogno di comprendere il linguaggio o altri codici simili. Egli immagina una persona che sia sola dentro una stanza. Questa persona riceve dall'esterno dei foglietti di carta scritti con caratteri cinesi. Anche se il soggettoNon capisce il cinese, è comunque in grado di stabilire una regola di associazione e dimettere gli ideogrammi in un ordine dotato di senso. Nel ragionamento di Searle, la stanza dell'esperimento rappresenta il computer. Secondo lui, la comprensione umana della lingua cinese è una proprietà emergente del cervello e non una proprietà esclusiva di una sua parte. E dato che la mente possiede intenzionalità, e il computer no, il computer non può avere una mente. I programmi del calcolatore sono sintattici, mentre la mente ha una semantica. Si può anche dire che la sintassi (la capacità del computer di eseguire una procedura) non implica la semantica (il fatto che il computer sappia che cosa sta facendo), la mente è qualcosa di più della manipolazione dei simboli formali, perché ha dei contenuti. Searle rifiuta sia il dualismo che il riduzionismo in Solo due fenomeni, secondo Cartesio, sfuggono alla capacità

esplicativa della meccanica: la mente e il linguaggio.

Perciò per questi due fenomeni si doveva introdurre una

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecilialll di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Etica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Scarafile Giovanni.