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PARTE I: LO SVILUPPO MUSICALE
I. Gli studi sullo sviluppo musicale da 0 a 3 anni
1.1. Memoria prenatale e prime esperienze neonatali
Alla luce di numerosi contributi, si possono sintetizzare alcuni punti:
- L'apparato uditivo inizia a funzionare alla 24 settimana nei feti;
- Il feto reagisce ai suoni dell'ambiente interno (battito cardiaco) e di quello esterno (voci, suoni);
- La qualità e quantità delle reazioni dipende dalle qualità sonore dello stimolo, dal comportamento del feto e forse dagli effetti della musica sulla madre;
- Già in epoca fetale è possibile indurre l'abituazione a determinati stimoli.
I risultati delle ricerche che riguardano il comportamento neonatale:
- Il neonato è sensibile agli stimoli sonori e musicali e lo dimostra con diversi gesti (spalanca gli occhi, gira la testa verso la fonte sonora, smette di piangere);
- Reagisce in modi diversi al cambiamento di alcune qualità dello stimolo e manifesta
Suonando uno strumento a percussione (tamburello, legnetti) o marciando sono tre modalità di sincronizzazione ritmico-motoria che favoriscono il coinvolgimento emotivo e la maturazione delle capacità di strutturare il tempo. Queste attività presentano diversi livelli di difficoltà legati alla padronanza motoria e all'età: difficile da compiere a 3 anni, i risultati migliorano a 4 anni.
Sulla base di studi esistenti e di ricerche, Malbrán fa le seguenti osservazioni sulle capacità ritmiche: occupano un posto preminente nei processi di sviluppo; compaiono presto; richiedono un coinvolgimento percettivo e motorio; dipendono dall'inculturazione; richiedono relazioni interattive con l'ambiente.
II. Il progetto inCanto
2.1. Il viaggio comincia
Johannella Tafuri e Donatella Villa hanno avviato un progetto di ricerca longitudinale introducendo 2 condizioni nuove: i bambini partecipavano ad attività musicali organizzate dalle
ricercatrici e i genitori ledovevano continuare a casa, offrendo un ambiente stimolante ed incoraggiante. Le ipotesi del progettoerano le seguenti:- Tutti i b. possono imparare a cantare correttamente purché ci siano le seguente condizioni: lapresenza di musica nell’ambiente fin dal 6 mese di vita prenatale; momenti dedicati al canto eall’ascolto di musica dalla nascita in poi; apprezzamento per le manifestazioni cantate; curadell’intonazione con strategie opportune,
- Tutti i b. hanno predisposizione per la musica,
- Le capacità musicali elementari, cantare, suonare e andare a tempo maturano prima, rispetto aicoetanei, nei b. che vivono esperienze musicali continuative.
È stato organizzato un ciclo di 10 incontri settimanali di un'ora ciascuno. Gli incontri settimanali sono stati ripresi a circa un mese dopo il parto, con i bambini e i genitori. I compiti per casa per i genitori erano quelli di continuare le attività musicali sia durante la gravidanza sia dopo la nascita del bambino, compilare un diario rispondendo alle domande (alcune con cadenza quotidiana, quelle sull'attività svolta a casa con cadenza settimanale) e di registrare periodicamente le produzioni vocali dei bambini.
Che cosa fare? Esperienze e repertori
Le proposte musicali sono state fatte intorno al canto, al suonare gli strumenti e alla danza. Per il canto sono stati scelti canti infantili della tradizione popolare (giochi di parole, di movimento, girotondi) con l'obiettivo di promuovere il coordinamento motorio, di stimolare il controllo delle emozioni, di insegnare vocaboli (i numeri, i nomi dei giorni) e concetti. Il repertorio comprendeva soprattutto canti tonali.
maggiore e in minore, ma anche alcuni canti modali e pentatonici, con ritmi regolari, con tempi semplici e composti. Riguardo al suonare sono stati dati ai b. quelli strumenti chiamati "piccole percussioni", usati nella musica popolare ma anche nelle orchestre e che sono di piccole dimensioni: sonagli, maracas, legnetti, tamburelli. Per la danza si intendeva "musica e movimento": canti che invitano a compiere dei movimenti, canti-girotondo che suggeriscono delle azioni o brani musicali da ascoltare e vivere attraverso l'interpretazione motoria. 2.6. La realizzazione Le gestanti che hanno aderito al progetto, tra febbraio 1999- aprile 2000, sono state 119. Dopo il parto le attività erano fatte delle mamme e dai bambini: giochi, canti, filastrocche ecc. Ogni 2 mesi arrivava il nuovo diario e veniva ritirato quello precedente. Quando i b. hanno raggiunto 2 mesi, sono iniziate le audio registrazioni delle loro produzioni vocali (non sono mancati alcuni video). Nontutte le mamme sono riuscite a continuare dopo il parto ed alcune si sono fermate dopo 2, 3, 4 anni per diversi motivi (lavoro, nascita di un altro figlio). Quelle che sono arrivate in fondo sono una quarantina anche se con diversi livelli di assiduità nella frequenza. I b. sono stati accompagnati sia dalle mamme, sia dai nonni, sia dai papà, sia da entrambi i genitori. III. Procedimenti e risultati 3.1. Memoria prenatale Alcune mamme avevano un "canto ricorrente", un canto privilegiato che costituiva una sorta di legame affettivo con il loro b., cantato più volte al giorno nel ultimo mese di gravidanza. Per verificare la memoria prenatale, i genitori dovevano fare l'esperimento seguente (videoregistrato) nei primi giorni di vita del b: far sentire al neonato la videocassetta con il "brano ricorrente", seguito da silenzio e poi dalla registrazione di un brano nuovo, mai cantato o ascoltato durante la gravidanza. Tutti i neonati hanno reagito alcanto prenatale fissando lo sguardo, girando la testa verso la fonte del canto, spalancando gli occhi con lo sguardo attento. Al canto sconosciuto hanno perso l'interesse (fanno delle smorfie, alcuni si addormentano o piangono, muovono le mani con tensione).
Se la mamma canta
Con il passare dei giorni, il ricorso alla musica, l'ascolto del canto della mamma o di brani registrati assumeva un ruolo quasi magico: i piccoli si calmavano, si tranquillizzavano, a volte spalancavano gli occhi. Da un calcolo statistico ha risultato che le mamme che hanno cantato di più dopo la nascita dei b. sono quelle che hanno ascoltato di più musica prima di partorire.
Dalle risposte dei genitori risultano i seguenti fatti: la presenza di effetti positivi è stata molto alta soprattutto quando il b. ascoltava la mamma cantare, un po' inferiore se ascoltava musica registrata; l'effetto di induzione al sonno cala a partire dalla 4 settimana; aumenta l'effetto del
risvegliodell'attenzione; netta prevalenza di effetti positivi del canto della mamma rispetto ai possibili effettinegativi (nessun b. ha pianto); l'utilizzo del canto ricorrente, scelto nel periodo prenatale, produce i seguenti effetti: ha calmato i b., li ha tranquillizzati, i b. hanno mostrato attenzione, hanno girato la testa, hanno guardato incantati, hanno sorriso.3.3. Giocare con i canti
I giochi cantati avevano come obiettivo quello di dare alle mamme le tecniche relative al linguaggio musicale e porre le basi per la graduale assimilazione che ne avrebbero fatto i b. A queste attività i b. hanno mostrato divertimento, attenzione, movimenti delle gambe e, dopo i 6 mesi, saltelli, dondolii e balli. Tra le reazioni, i genitori hanno notato anche manifestazioni vocali oppure eccitazioni o battito delle mani, brontolii o pianto solo se il gioco finiva.
3.4. Primi suoni vocali
La percentuale di b. che producono solo un suono è più bassa quando le madri hanno
cantato di più ed è più alta quando le madri hanno cantato di meno, con un'eccezione nella fascia 6-8 mesi. E pl