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La soppressione dei suoni circostanti serve in questo caso ad evocare l’idea che si entri nella soggettività del

personaggio compreso nella propria storia personale.

-Punto di vista: 1)Accezione spaziale, da dove vedo io spettatore; 2) Accezione soggettiva, quale

personaggio, nell’azione, si ritiene veda ciò che vedo io. La macchina da presa non sarà mai collocata in un

luogo in cui non potrebbe trovarsi l’occhio umano di un personaggio normale. È la possibilità di dedurre più

o meno la posizione di un occhio a partire dalla composizione dell’immagine, ma può essere un puro effetto

di montaggio

-Punto di ascolto: 1) Senso spaziale, da dove sento, da quale punto dello spazio; 2) Senso soggettivo; quale

personaggio, ad un dato momento dell’azione, si ritiene che senta in particolare ciò che sento io. Un

violinista suona al centro di una stanza, gli spettatori posti ai lati sentiranno lo stesso suono, in compenso,

ogni visione del violinista chiarirà immediatamente da quale asse egli sia osservato. Spesso, dunque, non si

può parlare di punto d’ascolto ma di luogo d’ascolto.

-Nell’immagine che crea il punto d’ascolto, la rappresentazione visiva in primo piano di un personaggio

situa un suono, sentito contemporaneamente, come sentito dal personaggio mostrato. È l’immagine che

crea dal nulla il punto d’ascolto. Un caso particolare sono i suoni di debole portata, come la respirazione

nella voce, a partire dall’ascolto di questi suoni lo spettatore può allora situare il punto d’ascolto come

quello di un personaggio che egli vede in scena. I suoni acuti sono preziosi per l’intellegibilità.

5) Il reale e la resa

-Definizione di una registrazione sonora= è la sua finezza e la sua precisione nella resa dei dettagli, è

funzione della larghezza della banda di frequenza e della sua ricchezza di dinamica. Grazie al guadagno in

frequenze acute si ha un maggiore effetto di presenza e di realismo. Un suono più definito: 1) Contenente

più informazioni, è suscettibile di comportare più indizi materializzanti; 2) Favorisce un ascolto più vivo,

rapido, pronto, in particolare tramite il susseguirsi delle frequenze acute e dei fenomeni agili che si trovano

in quelle zone.

-Fonogenia= capacità che avrebbe permesso ad alcune voci di passare meglio nella registrazione e negli

altoparlanti.

-Realtà acustica mediata= il suono viene trasmesso da amplificatori e altoparlanti, e questa non fa fatica a

soppiantare in potenza, in presenza e in impatto la realtà acustica non mediata.

-Suono diretto= il suono a presa diretta viene considerato non soltanto come l’unica soluzione moralmente

ammissibile ma anche come quella che semplifica tutto. Anche se tutti gli eventi che, in una città come in

campagna, no mancano mai di insinuarsi nella registrazione sono stati del tutto eliminati. Questo perché il

rischio che introducono queste intrusioni sonore spontanee, in una presa diretta, è che esse diano a una

parola del dialogo o ad un gesto dell’attore un senso particolare, non desiderato, anche solo in quanto

punteggiatura: motocicletta che romba fuori campo, una radio o televisione il cui suono entra dalle finestre

possono non soltanto coprire il testo, ma anche dare a esso un valore differente. Bisogna scegliere ore

precise per le riprese, scartare riprese macchiate da intrusioni indesiderate e ricostruire, tramite scelta ed

eliminazione, l’ambiente sonoro che l’autore desiderava a priori. Quindi anche il suono diretto implica una

certa ricostruzione. Ogni film suppone l’accettazione di una regola.

-Nel cinema il suono viene riconosciuto dallo spettatore come vero, efficace e adatto non se esso riproduce

il suono prodotto nella realtà dallo stesso tipo di situazione o di causa, ma se rende le sensazioni associate a

quella causa. Il rumore della calza di nylon ha anch’esso bisogno, per diventare evocativo, di essere

accompagnato da una spiegazione verbale. al rumore continua dunque a essere attribuita la duplice

proprietà non soltanto di raccontare oggettivamente da sé la causa da cui deriva, ma anche di risvegliare le

impressioni legate a quella causa. I suoni attirano a sé affetti di cui non sono responsabili in modo

particolare. Le cadute sono rese sono da un forte fragore, contrariamente alla realtà, allo scopo di rendere

con il loro volume sonoro il peso, la violenza e il dolore. Questo perché il suono deve raccontare un afflusso

di sensazioni composite e non soltanto la realtà sonora dell’evento.

-Indizi sonori materializzanti= presenti in una voce, rumore e musica, esercitano sempre un’influenza sulla

percezione stessa della scena mostrata e sul suo senso. Sono quelli che in un suono ci rimandano

all’intuizione della materialità della sorgente e al concreto processo dell’emissione del suono. Ci danno

informazioni sulla materia che causa il suono, sul modo in cui esso è ottenuto. Il dosaggio degli indizi sonori

materializzanti è un fondamentale mezzo di messa in scena, di strutturazione e di drammatizzazione. Un

rumore di passi, ad esempio, può comportare un insieme minimo di indizi materializzanti, di dettagli

strutturali e della materia del suolo. Consistono in diseguaglianze nell’uso del suono. Anche gli effetti di

acustica spaziale contribuiscono a materializzare il suono. Rafforzare o eliminare questi suoni può

contribuire a creare un universo e possono assumere un senso metafisico. Nella presa diretta anche i

cambiamenti di colore della voce, come voce di schiena o di faccia, valgono come indizi materializzanti,

perché localizzano quella voce in uno spazio concreto e radicano il suono in un momento. Non si può

rendere un qualcosa solo con le immagini, bisogna aiutarsi anche col suono per rendere tutte le qualità. Il

suono è in grado di imprimere sensazioni visive rapide, ed è per questo che si occupa più dei tragitti che

della sua materia propria.

6) L’audiovisione vuota

-Acusmetro= personaggio acusmatico la cui posizione rispetto allo schermo si colloca in un’ambiguità e in

un’oscillazione particolare. Né dentro né fuori in rapporto all’immagine: non dentro perché la sua

immagine non è inclusa, ma neppure fuori perché non è situato off (narratore) ma è implicato nell’azione. È

una categoria propria del cinema parlato, la cui presenza particolare si fonda proprio sulla loro assenza

all’interno dell’immagine. All’acusmetro sono spesso attribuiti 3 poteri più un dono: 1) il potere di

onniveggenza, è l’identificazione primaria della macchina da presa, tipo persecutori telefonici che parlano

con voci onniveggenti; 2) quello di onniscienza, derivato dal primo; 3) l’onnipotenza di agire sulla

situazione, legato all’idea di magia, quando le parole che si dicono hanno il potere di diventare cose; e il

dono di ubiquità, ovvero l’acusmetro sembra potersi trovare ovunque gli piaccia.

-Acusmetri paradossali= quelli a cui sono negati alcuni dei poteri abituali dell’acusmetro, essendo

quest’essenza proprio ciò che li rende speciali. La più tipica scena di decusmatizzazione la si trova nei film

polizieschi o di mistero, quando finalmente il big boss, di cui abbiamo sentito solo la voce o intravisto le

scarpe, getta la maschera. La decusmatizzazione di un personaggio corrisponde alla sua caduta in un

destino umano, normale e vulnerabile. Finché restava invisibile si attribuiva alla sua voce un potere di

onniveggenza, una volta iscritto nel campo visivo perde la sua aura.

-Sospensione= proprio del cinema sonoro, si da sospensione quando un suono naturalmente implicato dalla

situazione, e in generale sentito in precedenza, viene a essere insidiosamente o improvvisamente

soppresso, creando un’impressione di vuoto e di mistero. È finalizzata a privilegiare un momento della

scena e a dare ad essa un andamento impressionante, inquietante o magico. Si basa su una relazione

audiovisiva talmente normale che la rottura è generatrice di stranezza.

-Rumore vuoto= la percezione si riempie di un suono globale, massiccio, mentalmente associato a quel

formicolio visivo.

-Un utilizzo di suoni acustici riverberati e prolungati lasciano spesso, nel ricordo che ne conserviamo, una

traccia non sonora ma visiva. Il ritmo non è né specificatamente visivo né sonoro.

-L’occhio porta informazioni e sensazioni delle quali soltanto alcune possono essere considerate come

specificatamente visive, come il colore, essendo le altre solo transensoriali. Parimenti, l’orecchio veicola

informazioni e sensazioni delle quali soltanto alcune sono specificatamente uditive, come l’altezza, essendo

le altre non peculiari di questo senso.

7) Degno del nome di sonoro

-Lo schermo rimane oggi il fuoco dell’attenzione, il suono multipresente di oggi ha privato l’immagine di

certe funzioni, per esempio quella di strutturare le spazio.

-L’avvento del Dolby è stato necessario per dare ai film una larga banda passante e una pluralità di piste

capaci di far sentire, contemporaneamente ai dialoghi, rumori ben definiti e dunque suscettibili di avere

un’identità vivente.

-L’elemento principale del nascente cinema sonoro non era né la musica né i rumori bensì la parola. Poi si è

cominciato a far sentire dietro le voci e la musica, degli ambienti sonori vivi ed il suono ha acquisito una

ricchezza di dettagli nelle zone medio acute e acute. Più infatti si sentono nitidamente le frequenze acute

più la percezione sonora è rapida e da un senso estremamente vivo di tempo presente. Il ritmo

estremamente teso si deve dunque all’influenza di un suono che si è per così dire infuso al’interno del

cinema nella sua totalità.

-Supercampo= il campo individuato, nel cinema multipista, dai suoni d’ambiente naturali, di rumori urbani,

di musica, di brusio ecc., che circondano lo spazio visivo w possono provenire da altoparlanti situati al di

fuori degli stretti limiti dello schermo. Per la precisione acustica e la sua stabilità, questo insieme di rumori

e di suoni arriva infatti a conquistare sul campo visivo una sorta di esistenza autonoma. Ora il supercampo

ha avuto l’effetto di sottrarre al paino totale il suo ruolo narrativo, poiché esso installa in permanenza la

coscienza dell’insieme della scena intorno a ciò che si svolge all’interno del campo. Il film diventa, grazie

agli altoparlanti che diffondevano specialmente i rumori di folla, l’intera sala.

8) Televisione, clip, video

-Ciò che fa la differenza tra cinema e televisione non è tanto la specificità visiva di immagine, quanto la

differente posizione occupata dal suono. Nella tel

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Publisher
A.A. 2011-2012
10 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gianbiker di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Musica e cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Vittorini Fabio.