Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
OPERE E APPARATI DECORATIVI POSTI NELLE ADIACENZE DI COMPONENTI ILLUMINOTECNICHE
Gli apparecchi di illuminazione dovranno essere collocati in modo tale da non produrre effetti termici dannosi su opere o decorazioni adiacenti. In particolare deve essere posta attenzione a non produrre dissipazioni termiche in grado di determinare gradienti superiori ai 3°C (rispetto alla temperatura ambiente) su superfici circostanti che siano anch'esse oggetto di cautele conservative.
In particolare andrà posta attenzione ai moti convettivi e alla colonna d'aria calda ascendente prodotta, al fine di prevenire fenomeni di deposizione accelerata del particellato, nelle zone poste immediatamente sopra l'apparecchio e i suoi componenti. Nel caso di sorgenti munite di parabola selettiva per l'infrarosso, il controllo si intende esteso alla componente IR eventualmente trasmessa per irraggiamento nella parte posteriore.
CONTROLLO DELLA LUCE NATURALE
Nella scheda vanno annotati anche i...
Dati relativi agli accorgimenti adottati per il controllo della lucenaturale, rilevando condizioni temporanee o stagionali di irraggiamento solare diretto sulle opere. Andranno adottati tutti quei dispositivi, quali filtri, pellicole, tende, deflettori, diffusori, rifrattori, vetri a densità variabile ecc. che lo sviluppo tecnologico rende disponibili sia per l'abbattimento della componente UV, sia per il controllo della componente visibile e infrarossa. Nell'individuazione delle soluzioni da adottare si dovrà tenere conto anche dei bilanci energetici rispetto all'ambiente espositivo differenziando la quota di energia riflessa e smaltita dai dispositivi all'esterno di finestre, lucernari ecc. rispetto a quella abbattuta ma smaltita all'interno delle sale. Per esempio, nell'uso di pellicole termoriflettenti, sono da ritenere più efficaci quelle progettate per applicazione esterna. Occorrerà inoltre tenere conto degli effetti di
abbagliamento e produzione di riflessi che hanno ripercussioni conservative indirette, in quanto costringono a praticare sulle opere livelli di illuminamento superiore a quanto altrimenti necessario.
SCHEDA TECNICA – CONTENITORI ESPOSITIVI
L'aspetto estetico di un contenitore espositivo deve essere subordinato a quello prioritario della conservazione del manufatto, secondo le specificazioni riportate nella seguente scheda tecnica. La preoccupazione primaria dei conservatori era ed è ancora oggi quella della protezione dai furti e dai danneggiamenti; preoccupazione che, sommata a quella dei progettisti per l'aspetto estetico delle vetrine, fa sì che il problema primario non sia tanto quello della conservazione delle opere – che si presume risolto con l'averle messe sotto vetro – quanto quello di creare un arredo la cui funzione si esaurisce nell'essere a prova di furto. Di fatto, l'aspetto conservativo delle opere è stato
Assunto come referente prioritario dagli specialisti e dai costruttori di contenitori soltanto nel corso degli ultimi anni: le vetrine non debbono essere intese come semplici contenitori ma devono essere concepite come vere e proprie opere o presidi che, realizzate a completamento della manutenzione o del restauro di un manufatto, intervengono a pieno titolo all'intero processo conservativo.
- Obiettivi di qualità
- la sua conservazione ottimale in atmosfera controllata e il facile monitoraggio di quest'ultima;
- la prevenzione e il controllo delle sollecitazioni fisiche esterne dovute a eventi antropici o naturali quali, ad esempio, urti accidentali o volontari, sollecitazioni da trasporto, terremoti;
- la facile accessibilità in relazione al controllo diretto del manufatto, alle manutenzioni ordinarie e alle eventuali operazioni.
I principali fattori che determinano la qualità dello stato di conservazione di un manufatto collocato in ambiente confinato sono:
2. Linee guida
Le istanze che riguardano la migliore visibilità e fruizione degli oggetti esposti – anche dal punto di vista didattico – in quanto contribuiscono a definire la forma e le caratteristiche funzionali della costruzione –, devono essere considerate alla stregua stessa dei parametri ambientali e dei materiali costitutivi dei manufatti stessi, che tali caratteristiche funzionali e forma in principal modo determinano sotto l’aspetto conservativo. Gli obiettivi enunciati vengono realizzati mediante criteri, accorgimenti e dispositivi di tipo ingegneristico da prevedersi in sede progettuale; questi fanno sì che il sistema vetrina diventi un organismo funzionale unico col sistema degli oggetti conservati. Nel caso della conservazione ottimale in atmosfera controllata questi presidi tecnici devono condizionare gli scambi tra atmosfera esterna e quella interna e tra questa e gli oggetti conservati, secondo i valoriconservazione e alla pulizia, devono essere effettuate con la massima cura e attenzione per evitare danni alle opere stesse e alla struttura della vetrina. Per garantire la massima protezione delle opere esposte, è fondamentale utilizzare materiali di alta qualità e adatti allo scopo. In particolare, è consigliato utilizzare vetri speciali con caratteristiche antiriflesso e anti-UV per proteggere le opere dalla luce solare dannosa. È inoltre consigliabile utilizzare materiali isolanti per ridurre al minimo le variazioni di temperatura e umidità all'interno della vetrina. Per quanto riguarda la sicurezza antincendio, è necessario prevedere sistemi di rilevamento e spegnimento automatico degli incendi, nonché un adeguato sistema di evacuazione delle persone in caso di emergenza. Infine, è importante tenere conto delle normative vigenti in materia di accessibilità per garantire l'accesso alle opere anche alle persone con disabilità. In conclusione, la progettazione e la realizzazione di una vetrina museale richiedono una attenta valutazione delle esigenze specifiche e l'utilizzo di materiali e tecnologie all'avanguardia per garantire la massima protezione e conservazione delle opere esposte.manutenzioni ordinarie e alle eventuali operazioni di prontointervento conservativo, devono essere risolte con semplici soluzioni di tipo funzionale. Inoltre deve essere garantita una semplice manutenzione degli impianti di condizionamento, sia passivi che attivi, che vengono installati all'interno o all'esterno delle vetrine per tutti gli specifici scopi conservativi anzidetti. I materiali costitutivi delle vetrine e delle apparecchiature installate a loro interno non devono produrre vapori organici acidi che possono causare corrosioni a una larga gamma di manufatti. In futuro ci si potrà riferire alla normativa UNI "Beni Culturali-Normal" che verrà prodotta dalla Commissione GL22 "Museotecnica". 3. Valutazione del funzionamento di contenitori e specifiche di progettazione e/o modifica Per un corretto dimensionamento di una vetrina finalizzata alla protezione e alla esposizione di manufatti costituiti da materiale igroscopico (idrofilo), o per
Una verifica dell'efficienza di un'avetrina esistente, occorre effettuare una serie di calcoli e di prove atte a individuare le caratteristiche del sistema manufatto-contenitore che entrano in gioco e determinano l'andamento e l'entità degli scambi igrometrici all'interno di questo sistema e tra il sistema stesso e l'ambiente circostante. Si indicano qui di seguito le fasi in cui si deve articolare la verifica.
- Calcolo della capacità igroscopica del manufatto: consiste nel valutare la quantità di acqua, sotto forma di vapore, contenuta nel materiale igroscopico in equilibrio con l'ambiente circostante a determinati valori di temperatura e di umidità relativa dell'aria; se l'oggetto è di legno avremo: a(legno) W(legno). Questo valore, in genere riferito all'unità di peso del manufatto, dipende essenzialmente dalla natura del materiale (legno, tela, carta, cuoio, avorio, ecc);
manufatticompositi viene presa in considerazione la somma delle capacità igroscopiche dei costituenti considerati singolarmente;
Calcolo sperimentale del tempo di dimezzamento a vuoto (t 1/2 vuoto: tempo di dimezzamento necessario a ridurre della metà la differenza fra UR esterna e UR interna) caratteristico della struttura della vetrina vuota. Questo valore dipende solo dalle caratteristiche costruttive e dai materiali con cui essa è realizzata, e per aumentarlo si deve migliorare la tenuta della vetrina;
Calcolo della quantità di materiale tampone (ad es. gel di silice) necessaria per aumentare il tempo di dimezzamento della vetrina fino ai valori consigliati per i quali la vetrina risulta essere sufficientemente isolata igrometricamente dall’ambiente che la circonda in base alla formula: k = k(0)qV / qV + a(j)a(j)w(j);
Confronto tra la capacità igroscopica del manufatto a(opera) W(opera) e quella del materiale tampone a(gel) W(gel);
quest’ultima deve essere molto maggiore di quella del manufatto. Se ciònon si verifica la stabilizzazione del microclima, in particolare dell’umidità relativa all’interno delcontenitore, avviene a spese soprattutto del manufatto piuttosto che del materiale tampone. Inconclusione non è possibile valutare e accertare il corretto funzionamento di una vetrina se primanon si sono eseguite le operazioni sopra descritte e non si sono verificati i calcoli sopra indicati.Porre un’opera all’interno di una vetrina che non funziona correttamente significa correre il rischiodi sottoporre l’opera a processi di deterioramento e di invecchiamento accelerati.
INDIVIDUAZIONE DI CLASSI DI MANUFATTI CON ESIGENZE ESPOSITIVE ANALOGHE
Criteri secondo la geometria dell’oggetto:
- Manufatti piani;
- Manufatti con superfici geometricamente complesse;
- Manufatti a trama e ordito.
Criteri secondo la tipologia
- Manufatti
metallici;
Manufatti lapidei;
Manufatti ceramici non smaltati e invetriati;
Manufatti tessili, tinti e stampati;
Manufatti con policromie tipiche dei dipinti (tele, tavole, stampe, disegni, acquerelli, miniatureecc.);
Manufatti vetrosi, musivi e maiolicati (ceramiche smaltate);
Manufatti cartacei;
Manufatti complessi (più tipologie sopracitate presenti contemporaneamente;
Manufatti vari (cere, avorio, osso ecc.).
Lineamenti di legislazione in materia di beni culturali e musei
All’origine della riforma Franceschini
Nel 1964 il Parlamento istituì la Commissione Franceschini, che emanò la definizione di beneculturale: bene afferente la sfera pubblica in quanto destinato alla fruizione collettiva e qualetestimonianza avente valore di civiltà. Si trattava di una definizione nuova, che inquadrava il beneculturale in termini antropologici e storiografici: ogni prodotto dell’azione umana diventa
L'elemento costitutivo della civiltà, sia che si tratti di un'opera d'arte, di uno strumento tecnico, di una pratica rituale, di un'espressione dello spirito.