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MZ DZ
La varianza dell’ambiente in cui crescono viene suddivisa in effetti ambientali condivisi e non condivisi.
La stima di ereditabilità per la personalità ottenuta in questi studi è circa del 50% per ogni tratto del B5. Il
range va da .10 a .50.
- Il fattore di apertura mentale è il meno ereditabile;
- La stabilità emotiva è il più ereditabile;
- I tratti più attribuibili all’eredità temperamentale (energia e stabilità emotiva) sono i più ereditabili;
- Gli altri sono più legati a fattori ambientali.
Le influenze genetiche diminuiscono con il tempo. I fattori ambientali non condivisi sono più forti di quelli
condivisi.
L’eredità genetica interagisce con l’ambiente e viceversa in correlazioni genotipo-ambiente (Plomin et al.) in
tre configurazioni: passiva, attiva, reattiva. Le tre interazioni possono comportare lo stesso effetto ma con
percorsi differenti.
Laucelle et al. (2013) hanno eseguito uno studio sull’instabilità emotiva mediante un trait-state approach per
cui si indaga sia la componente di tratto sia quella di stato (livello di nevroticismo in reazione ad una
situazione). Sono state studiate 597 MZ e 433 DZ in quattro wave differenti dagli anni 80 in poi. Si sono
indagate le influenze di genetica, esperienze condivise e non condivise. La correlazione tra MZ è più elevata.
I fattori genetici agiscono sia sulla componente di tratto sia su quella di stato, ma maggiormente quella di
tratto. L’ambiente non condiviso spiega una parte sostanziale della componente di tratto (50%) ed è
maggiore con l’andare del tempo (conferma della minor influenza genetica sugli anziani).
Gli autori fanno l’ipotesi della social selection delle persone che selezionano ambienti che correlano con il
loro nevroticismo, e l’ipotesi della social influence per cui gli ambienti producono esperienze che influenzano
il nevroticismo.
Genetica molecolare
Quali geni sono i responsabili di un tratto di personalità.
In psicologia i risultati sono ancora molto dubbi perché spesso l’approccio è esplorativo, cioè mancano
ipotesi di associazioni geni-tratto da sottoporre a verifica. I risultati hanno ancora bisogno di essere
confermati in grandi popolazioni.
Il gene MAOA, detto il gene dell’antisocialità, fu scoperto nei primi anni duemila (Caspi et al., 2002) ma
alcune meta-analisi hanno fallito nel replicare i risultati in tutte le popolazioni (De Moor et al., 2010).
Un singolo gene difficilmente spiega un comportamento complesso (o fenotipo di personalità). Si controllano
i locus quantitativi del tratto (QTL) che sono i segmenti di DNA che possono contenere un gene in grado di
influenzare una caratteristica. Spesso i fenomeni sono frutti di fenomeni additivi tra geni diversi e perciò tra
QTL diversi, per cui si ricercano polimorfismi di geni che agiscono insieme per spiegare la varianza.
I geni della dopamina sembrano associati ad un aspetto di personalità che non rientra nei Big Five (se non in
un mix di estroversione e stabilità emotiva), la sensation seeking. La variazione del sensation seeking
spiegata dai geni della dopamina è del 6.6%, probabilmente il resto è dovuto a fattori ambientali e
interpersonali.
Sistemi cerebrali e personalità
Allport fu il primo a parlare dei tratti come strutture neurofisiche.
Eysenck presenta un modello (escludendo lo psicoticismo, un tratto posseduto solo da una minima parte
della popolazione) ipotizzando che i super-tratti siano associati all’eccitabilità corticale.
L’estroversione/introversione è legata all’eccitabilità del ARAS, detta arousability. Il nevroticismo è legato a
quella del sistema limbico, detta activation.
Ognuno di noi possiede un livello ottimale di eccitabilità. Con un alto livello ottimale di eccitazione le
persone saranno introverse non cercando altri stimoli perché sono soddisfatti da poca eccitazione, con un
basso livello ottimale le persone saranno estroverse ricercando nuovi stimoli.
Studi più recenti hanno cercato associazioni tra i big five e il volume di alcune aree cerebrali (DeYoung et al.).
L’estroversione è associata al sistema dopaminergico (reward). Il nevroticismo è connesso alle aree della
regolazione delle emozioni (es. amigdala).
Meno studiati gli altri. L’amicalità è legata alle aree di elaborazione di informazioni sociali e emozionali. La
coscienziosità è legata alle aree del mantenimento della WM focalizzata su un obiettivo nell’esecuzione
dell’azione finalizzata. L’apertura mentale è associata alle aree delle abilità cognitive come la corteccia
prefrontale (componente intellettiva dell’apertura mentale, non ci sono associazioni per l’apertura
all’esperienza).
I tratti sono perlopiù associati a connessioni funzionali che durante gli studi erano inconsistenti tra i
partecipanti, questo perché sono presenti differenze interindividuali nella personalità che attivano aree
differenti (Adelstein et al., 2011).Questi studi sono eseguiti su gruppi piccoli e con molte incongruenze tra un
soggetto e l’altro, si necessitano ulteriori studi e conferme.
Cloninger (1993): la personalità si distingue in temperamento e carattere. Lo sviluppo è l’interazione tra
caratteristiche personali e situazioni ambientali. La personalità normale e patologica sono sottese dalle
stesse dimensioni temperamentali.
Le dimensioni temperamentali sono:
- Ricerca di novità (novelty seeking): tendenza all’eccitamento in risposta a nuovi stimoli, il circuito
associato è quello dopaminergico (behavioral activation system)
- Evitamento del danno (harm avoidance): sensibilità a stimoli negativi (punizioni) e all’inibizione del
comportamento per evitarli, il circuito associato è quello serotoninergico (Behavioural innhibition
system)
- Dipendenza da ricompensa (reward dependence): tendenza a rispondere intensamente a segnali di
ricompensa e ad opporsi all’estinzione del comportamento correlato alla ricompensa o
all’evitamento della punizione, circuito della noradrenalina (behavioural maintence)
- Perseveranza (persistence): perseveranza nei confronti della frustrazione e della fatica.
Dimensioni carattere:
- Autodirettività (self-directness): autodeterminazione, volontà e capacità di un individuo di
controllare, regolare e adattare il comportamento alle situazioni in accordo con valori e scopi;
- Cooperatività (Cooperativeness): identificare gli altri e accettarli;
- Autotrascendenza (Self-trascendence): percepirsi come parte di un tutto, identificazione e unione
spirituale con l’universo.
Il tentativo di creare un continuum tra personalità normale e patologica è un’innovazione. L’approccio con
cui si studiano le patologie è abitualmente quello categoriale (politetico es. DSM): ha dei limiti di rigidità e di
spiegazione dei singoli casi. Le categorie sono difficilmente mutualmente escludenti, se non distorcendo dei
dati naturali; anche se sono stati fatti tentativi di perfezionare i criteri diagnostici (validità discriminante),
sono ancora distanti dalla realtà fenomenica. Le diagnosi rimangono vaghe ed eterogenee per lo studio dei
meccanismi biologici e psicologici alla base. Le categorie diagnostiche hanno scarsa predittività di outcome e
di risposta al trattamento.
L’approccio dimensionale proposto da Croninger aiuta a superare questi limiti. L’inserire i disturbi in
dimensioni permette di misurarne l’intensità sul continuum normale-patologico. Considera l’unicità
dell’individuo, considera adeguatamente i casi border tra normalità e patologia. Considera anche le basi
biologiche e temperamentali della personalità prima di fare una diagnosi. Dalle dimensioni si possono
ricavare delle categorie per facilitare la diagnosi, ma non il contrario.
- L’estroversione è legata soprattutto al disturbo istrionico e narcisistico (polo positivo) e ai disordini
di tipo passivo-aggressivo e da evitamento (polo negativo)
- La gradevolezza è legata a disordini di tipo dipendente (polo positivo) e paranoide, antisociale e
narcisistico (polo negativo).
- La coscienziosità è legata al disturbo ossessivo-compulsivo (polo positivo) e antisociale passivo-
aggressivo (polo negativo).
- Il nevroticismo è legato al disturbo borderline, passivo aggressivo, dipendente e da evitamento (polo
positivo, sono varianti maladattive del tratto).
- L’apertura all’esperienza è connessa al disordine di tipo schizotipico (polo positivo, maladattivo, con
pochi risultati).
Stabilità e differenziazione nei diversi contesti di vita
Mischel (1968) criticò l’approccio psicodinamico e quello disposizionalista nel suo testo “personality and
assessment”. Per il primo notò la mancanza di validità empirica. Per il secondo criticò la stabilità dei tratti. Le
differenze individuali si esprimono in modo diverso a seconda del contesto.
I profili individuali differiscono significativamente a seconda del contesto in cui vengono rilevati. Il profilo
generale distorce i dati per poter restituire una tendenza media.
Aprì il dibattito tra disposizionalisti e situazionalisti.
Il modello interazionista presuppone che il comportamento sia sempre il risultato dell’interazione complessa
tra disposizioni e le influenze ambientali.
L’interazionismo meccanicistico: l’ipotesi frustrazione aggressione
L’interazionismo meccanicistico (detto anche modello ANOVA), sostiene che per ogni condotta è possibile
isolare ciò che dipende da disposizione, ambiente e interazione. Il fattore che maggiormente spiega il
comportamento è l’interazione.
Ogni impedimento al raggiungimento di una meta innesta una tendenza ad aggredire. L’oggetto
dell’aggressione è primariamente il soggetto della frustrazione, se non è possibile si rivolge ad altre mete. La
forza dell’aggressione varia in funzione della frustrazione. È un ipotesi situazionista.
La variabile disposizionale, come il nevroticismo e le sue sfaccettature, modera l’influenza della frustrazione.
Le componenti sono:
- Irritabilità: tendenza ad agire impulsivamente alla minima provocazione
- Ruminazione – dissipazione: propensione a superare più o meno rapidamente i sentimenti di rancore
e i desideri di ritorsione
Le frustrazioni furono di natura differente. Fu utilizzato un feedback di fallimento in un compito cognitivo
oppure la minaccia all’autostima.
Nel modello di minaccia all’autostima viene restituito un questionario al soggetto sperimentale in cui un
complice con cui lui aveva dialogato precedentemente (all&rs