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APOFONIA QUANTITATIVA

/eu/ -> /au/ -> /u/

La caratteristica in questa serie di alternanze è la U che si unisce alla vocale E formando dittongo o dando esito vocalico al grado zero. (SOLITAMENTE UNA "E": due gruppi, uno caratterizzato da vocale MA ANCHE "I") + nasale ed un'altra consonante. Il secondo da vocale + liquida e consonante. I sottogruppo: /in/ -> /an/ -> /un/ /ur/; nell'anglosassone i nessi consonantici /rt/ /prt/ II sottogruppo: /er/ -> /ar/ -> provocano un cambiamento nella vocale precedente. Es. da "werpan" a "weorpan".: I GRUPPO: e + consonante nasale; /em/ -> /am/ -> /e:m/ -> /um/ II GRUPPO: e + consonante liquida; /er/ -> /ar/ -> /e:r/ -> /ur/ 10/11/20 I verbi a raddoppiamento sono anche chiamati reduplicativi, in quanto quella del dell'indoeuropeo raddoppiamento era una caratteristica del perfetto (il nostro nell'anticipare alla particella del tema verbale una

(preterito) che consisteva formata dal fonema iniziale della radice per formare il passato. Nella morfologia, ciò che stravolge di più questa categoria, è l'introduzione dei verbi deboli. A differenza dei verbi forti, di origine indoeuropea, si forma un verbo partendo da un nome, un aggettivo o un altro verbo. Verbi denominativi: quando un verbo deriva da sostantivo o aggettivo. Verbi deverbativi: quando un verbo deriva da un altro verbo. Si crea una classe morfologica nuova in cui tutto il paradigma del verbo debole avviene attraverso l'aggiunta di suffissi alla fine della radice, questo per distinguere tra classi verbali. Ci sono quattro tipi di suffissi che rendono possibile la creazione di nuovi verbi. Per la formazione del preterito e del participio preterito viene aggiunto al tema (radice + suffisso tematico) un suffisso in dentale: -de -ta- preterito: germ. *-DĒ- ags. aat. -d -t- participio preterito: germ. *-ĐA ags. aat.

Verbi deboli si dividono in 4 classi, in base al suffisso tematico:

I classe: causativi/fattivi *-ja. Es. verbo fattitivo (se una cosa è in un certo modo io la faccio diventare così): germ. "guarire" got. hail-ja-n hailjan, an. heilia, derivato da germ. *hailaz (agg.) sano. Es. verbo causativo è il verbo germ. sat-ja-n, got. satjan, an. setia, ags. settan, aat. "porre, collare" derivato dal vb. ft. di V classe germ. sezzen, *set-ja-n, got. sitan, an. "stare seduto". sitia, ags. sittan, aat. sizzen, as. sittian

II classe: intensivi/iterativi (rendono possibile reiterare o portare avanti una certa azione, derivati da altre radici verbali o nominali) *-ò corrispondente all'indoeuropeo *-à. salƀōn(an) Un esempio di verbo denominativo è il germ. derivato dal sost. germ. "unguento". germ. *salƀōn(an) "ungere" < salbōns *salƀō- AN. (kalla) AGS.ējan> ijan> ian) salƀōn salƀa salbōn <

salba.sealfian < sealf(e) (-ōjan> AS. < AAT.III classe: durativi/stativi *-ē-; si tratta di verbi derivati da radici verbali o nominali eche sono durativi o di stato. Nelle lingue storiche i verbi ancora appartenenti a questaclasse sono pochi: la maggior parte è passata alla I o alla II classe o ha subito influssianalogici. In ags. e in an. il suffisso appare nella forma -ēja- e la semivocale puòprovocare l'innalzamento o la metafonia della vocale radicale e la geminazione dellahaƀējan "avere" > agsconsonante (germ habban, ags hebbian).*haƀ-ē-(ja)-nes. germ. GOT. haban; AN. hafa; AGS. habban; AS. hebbian; AAT.habēn. NƎ-/-NĀ); tale classe èIV Classe: intransitivo-incoativi germ. *-na-/*-no-(<ie.produttiva solo in got., e presenta alcuni relitti in an.; mentre negli altri dialetti iverbi relativi sono passati alle altre classi. Questi verbi non hanno part. pass. germ."riempirsi" < *fullaz "pieno"

GOT.*full-na-n full-na-n full-nō-da AN. fullna AGS.fyllan(I cl.) AS. fullian(I cl.)AAT. fullen(I cl.).

In indoeuropeo esistevano dei verbi che presentavano un’azione conclusasi nel passato i cui effetti si ripercuotono sul presente.

Innovazioni morfologiche: il sostantivo

Genere: animato/inanimato; “noi

Numero: singolare, plurale, duale (forma di plurale che intende due” ed esclude tutti gli altri)

Casi ie.: nominativo, vocativo, accusativo, genitivo, dativo, ablativo, locativo e strumentale.

La declinazione nel nominativo serve ad esprimere la funzione del soggetto (se c’è un pronome o sostantivo con la funzione di soggetto si deve declinare al caso “Padrenominativo); il vocativo serve per invocare, come ad esempio nel Nostro” (caso che esiste ancora nel latino ma non verrà conservato nel germanico); l’accusativo esprime la funzione di complemento oggetto (io mangio la mela); il genitivo funge da complemento di specificazione, il quale

indicheranno il possesso di qualcosa (John's book); nel dativo andranno a confluire funzioni dell'analisi logica che nell'indoeuropeo erano espresse da altri casi, basilarmente esprime il complemento di termine; l'ablativo corrisponde al moto da luogo, il locativo lo stato in luogo e lo strumentale rappresenta il mezzo. Di otto casi in germanico ne restano solo quattro: nominativo, accusativo, genitivo ed dativo (qualche traccia di locativo e strumentale). In genere il germanico è diviso in maschile, femminile e neutro (in inglese "he", "she", "it"). La tripartizione è sparita completamente eccezion fatta per i pronomi. Restano tracce di duale in gotico e nell'islandese antico. 16.11.20 In germanico abbiamo due classi tematiche che regolano i sostantivi: 1) Sostantivi con tema vocalico ("forti"); 2) Sostantivi con tema consonantico ("deboli"). A seconda dell'appartenenza di questi sostantivi, essi

Assumeranno una declinazione diversa. Visto che il suffisso tematico si trova nella parte finale della parola, il germanico ha il problema dell'accento sulla radice e quindi spesso le vocali o consonanti che dovrebbero farci distinguere tra sostantivi forti o deboli, sono sparite.

Se uniamo la radice gast- ed il suffisso tematico otteniamo la parola gasti-, ossia il tema, che comprende radice + suffisso tematico.

La desinenza, in questo caso ha una funzione importantissima: essa ci permette di distinguere tra genere, numero e caso.

La classe in (che è sì preceduta da una vocale ma termina in consonante) è forse quella più diffusa in tutti i sostantivi del germanico. Al nominativo e all'accusativo sono spesso molto simili, hanno delle desinenze semplificate. Quelle più semplici da riconoscere sono al genitivo e al dativo.

Per quanto riguarda i sostantivi forti, possiamo distinguerli tra:

  • a: maschile, germ. *dagaz, giorno, *akraz

campo, wiraz, uomo; neutro, germ. * , parola.-o-: solo femminile, germ. * , dono, , terra, , popolo.-i-: maschile, gastiz, straniero; neutro, mari, mare/lago; femminile, mahtiz, potenza, , (da cui prende il nome un personaggio della mitologia nordica, una“norne”,delle le quali rappresenterebbero le parche greche), , tempo (ted. dieZeit).-u-: masch. sunuz, figlio; neutro, fehu, ricchezza, proprietà, bestiame; femm.handuz, mano (ingl. hand).

Sostantivi deboli:-n-: masch. , gallo, naman-, nome; neutro: hertan-, cuore, augan-, occhio.

Esistono anche al femminile ma non sono molto diffusi, prevalentemente sono maschili e neutri.-r-: ;-nd-: germ. *fijand-, nemico, , amico.“amico”, “nemico”, “parente”,

Quando si incontrano i termini si sta parlando in realtà della stessa cosa: nella società germanica ci si organizzava in base a gruppi familiari molto estesi, i cosiddetti clan. All’interno di questo grande gruppo

(sono tuttidiscendenti di un antenato) i membri si fidano degli altri; tutti coloro che sono gastiz,cioè stranieri (nemici) e stanno all'infuori della cerchia di parenti, sono potenzialinemici.
17.11.20
Aggettivi indoeuropeo > germanico
In indoeuropeo avevamo un'unica modalità di creazione di aggettivo: esso siaccordava per genere, numero e caso al sostantivo di riferimento.
L'aggettivo in germanico, al contrario, segue l'andamento dei sostantivi forti edeboli: esistono due tipi di desinenze diverse non solo in relazione al sostantivo diriferimento ma anche agli elementi presenti o assenti nella frase che accompagnanol'aggettivo stesso.
L'aggettivo segue la declinazione forte quando:
- esso è in posizione predicativa (collegato quindi con un verbo, es. libro è"Tubello", sembri distratto, ecc...);
- quando nella frase non ci sono altri determinativi (come articoli, pronomidimostrativi, ecc...).

elementi morfologici che sono a loro volta declinati e farebbero capire il "un gruppo di appartenenza di un determinato aggettivo): es. ata. guot(er) man, uomo" di "giunsebuono", oppure ata. fateres mines, mio padre", ags. com micel here, un grande esercito"."tutto" "altro";- se si tratta di oL'aggettivo segue la declinazione debole (nasale) se:"determinato"- il nome cui si riferisce è da un articolo, un dimostrativo, un "dell'uomopossessivo (es. ata. des guoten mannes, buono"); "il- esso è al grado comparativo o superlativo (got. sa auhumista gudja, sommosacerdote);18.11.20La società pre-cristiana: religione e mitologiaNon sappiamo molto di ciò che concerne la religione di queste popolazioni: ci si basaspesso su interpretazioni forzate basate sull'ideologia del momento.Si ipotizza l'esistenza di una cerchia nordica in cui queste popolazioni

Le popolazioni germaniche sono state più o meno stanziali fino all'età delle migrazioni. Nelle zone della Scandinavia sono state trovate molte raffigurazioni rupestri dipinte con inchiostri fatti di sostanze reperibili dall'uomo e raffiguranti scene di riti, culti, ecc... I disegni sono stilizzati e soggetti ad interpretazione: non sappiamo inoltre se in epoca preistorica le popolazioni scandinave potessero essere considerate dei Germani. È molto difficile fare discorsi che non siano un po' generici. La società era organizzata in maniera molto bucolica, la natura stessa era infatti considerata una sorta di divinità. Pitea di Marsiglia, un geografo greco (IV sec. a.C) "Sull'oceano" scrisse in cui d...

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
17 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martiipacini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Cianci Eleonora.