Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 6
Riassunto esame Montaggio Digitale, prof. Cassani, libri consigliati Il Cinema e l'Arte del Montaggio, Ondaatje e Estetica del montaggio, Amiel Pag. 1 Riassunto esame Montaggio Digitale, prof. Cassani, libri consigliati Il Cinema e l'Arte del Montaggio, Ondaatje e Estetica del montaggio, Amiel Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 6.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Montaggio Digitale, prof. Cassani, libri consigliati Il Cinema e l'Arte del Montaggio, Ondaatje e Estetica del montaggio, Amiel Pag. 6
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L'appartamento.

-Se per esempio, in un film, si slitta verso il giallo e il mistero, il pubblico diventa insofferente nei confronti

dello studio psicologico che appariva inutile; ma se insistiamo di più sugli aspetti psicologici, l'omicidio

diventa così marginale da apparire superfluo, sembrando qualcosa messo lì per rimpolpare la storia.

-La musica sembra funzionare meglio quando incanala un'emozione che è già stata suscitata dal tessuto

della storia e dal film. Il più delle volte viene scritta dopo ed è infinitamente meglio se è presente fin

dall'inizio del film.

-La musica intradiegetica ha un effetto musicale sugli spettatori, ma questi non si sentono manipolati dalla

musica, perché fa parte della scena stessa, ma non bisogna abusarne.

-Il momento esatto in cui accade una cosa è determinato in gran parte dal montaggio.

-Ci vuole equilibrio tra realismo e inventiva.

-Gli aspetti fondamentali di un personaggio o della storia vengono decisi dall'inserimento o meno di una

singola inquadratura.

-Ciò che è essenziale e la durata di ciascuna immagine e quello che viene dopo.

-Un teleobiettivo tende ad appiattire il soggetto, mentre un grandangolo farà risaltare le curve.

4) Col conversazione

-Non si capisce esattamente che cosa sia quel rumore o da dove provenga, finché non cambia inquadratura

e allora ci si rende conto.

-La scelta dell'attore sbagliato un problema di coerenza con tutto il resto.

-Il rischio dei film aperti alle evoluzioni impreviste è quello di precipitare nel caos.

-La rapidità di un dettaglio fa sì che si imprima nella memoria in modo indelebile.

-Si devono rispettare le cadenze, ma bisogna raggiungere un equilibrio tra la puntualità, la qualità del

girato, l'armonia e la serenità sul set.

-Se sei completamente chiuso alle influenze esterne, il tuo lavoro rischia di essere intrappolato in una

visione predeterminata che lo priva letteralmente di vitalità. Ogni contributo fornito da persone che non

siano il regista aggiunge una prospettiva leggermente diversa all'opera, arricchendolo di sfaccettature e

rendendola accessibile a una più ampia varietà di persone.

-Non è importante solo il rumore in sé, ma anche lo spazio in cui si verifica.

-Si deve cercare l'istante preciso in cui ogni ripresa giunge alla sua maturazione ottimale. Bisogna tenerla

sullo schermo abbastanza a lungo perché il messaggio giunga a destinazione, ma bisogna tagliarla nel

momento in cui potrebbe portare a qualcos'altro.

-Una certa coloritura sonora farà sì che anche i colori dell'immagine risultino più vibranti.

-Ci sono due modi per trattare la molteplicità dei punti di vista in un film: 1) metodo divergente, si applica

quando si inizia con tutti i personaggi nella medesima situazione spazio-temporale. Dopodiché puoi seguirli

1 × 1 comunque vadano, dato che all'inizio li si è visti tutti insieme. Ciò permette di caratterizzare i

personaggi l'uno in rapporto all'altro, nello spazio nel tempo; 2) metodo convergente, due o tre storie che

iniziano separatamente per poi confluire in un'unica narrazione. Queste regole si possono infrangere ma

bisogna essere consapevoli di ciò che si sta facendo.

-Non è che non si possono introdurre personaggi in corso d'opera, anche se farlo dopo la metà del film può

essere un rischio, basta che non abbiano scene tutte per sé, dove sia necessario osservare le cose dal loro

punto di vista. Caravaggio entra nel film dopo circa mezz'ora, ma non ci sono scene dedicate solo a lui, è

sempre legato a Hana o al Paziente. Rimanendo soli con un personaggio si comincia a conoscere lui e il

mondo in cui agisce.

-La decisioni chiave sono: quale ripresa utilizzare, quando farla cominciare e quando farla finire. La

conclusione di una ripresa conferisce all'immagine dell'ultimo fotogramma un significato aggiuntivo. Perciò

la giustapposizione implica un'enfatizzazione del tema o effetto di contrasto e modulazione.

-Mentre si fa scorrere una ripresa, noi assumiamo il punto di vista del personaggio pensiamo quello che lui

sta pensando.

5) Quinta conversazione

-Di vivere contemporaneamente nel passato, nel presente e nel futuro.

-In qualsiasi scene di un film c'è un richiedente e un concedente, un personaggio più debole e uno più forte.

I rapporti di forza tra le due figure possono essere manifesti oppure ignoti a una delle due o a entrambe. Si

può assistere a dei capovolgimenti di ruoli, un personaggio più debole appare più forte e viceversa.

-Si prende il via dalla sceneggiatura e si finisce a orchestrare la scena dal punto di vista visuale, spaziale,

ritmico e sonoro.

1) Il montaggio narrativo

-Il découpage consiste nel preferire i campi lunghissimi, lasciando così la scelta del percorso allo sguardo

dello spettatore. Descrive soprattutto una preparazione, i presupposti di un racconto e di uno sguardo.

Presuppone che l'autore lo spettatore condividano la stessa rappresentazione del mondo in relazione al

quale i frammenti dell'azione diventano comprensibili.

-Il collage non prevede il rispetto di un ordine logico o cronologico nel quale lo spettatore possa facilmente

riconoscersi. Si tratta di provocare accostamenti, citare corrispondenze, la cui imprevedibilità è

fondamentale.

-La prima funzione del montaggio consiste nel permettere alle immagini di raccontare storie, si passa da

un'estetica dell'attrazione a un'estetica della narrazione.

-La scrittura filmica consiste nel legare le inquadrature tra loro, conferendo ciascuna un equilibrio tale da

rendere possibile osservarle e comprenderle soltanto nella continuità della loro successione.

-Per creare un'evoluzione bisogna inscrivere all'azione o i personaggi in un'unità, in un quadro di percezione

omogeneo, capace di diventare il quadro di riferimento di questa evoluzione.

-Il cinema deve farsi carico dello scorrere del tempo; gli accordi, i gesti o le azioni che continuano da

un'inquadratura all'altra ne sono gli strumenti privilegiati, così passare da un'inquadratura all'altra diventa

equivalente per lo spettatore ad avanzare nello svolgimento cronologico. Nel montaggio alternato,

suddividere le azioni in inquadrature brevi e collocarle in alternanza, stabilizza il tempo di due segmenti. È

perché ciascuna delle due azioni avanza da un'inquadratura all'altra che si può percepire il loro incrocio

come una simultaneità.

-Raccordare significa fare in modo che lo stacco non sia sentito come una rottura definitiva e radicale, ma

che permette di assemblare pezzi diversi con grande discrezione. i raccordi sono lo strumento principale

della continuità e si basano su una doppia continuità: 1) dell'azione, suggerita da un insieme di

corrispondenze che da un'inquadratura all'altra assicurano l'unità della diegesi; 2) dello sguardo, che

assicura la continuità del racconto, della narrazione, piuttosto che dell'azione, ma contribuisce alla

comprensione di quest'ultima. È la necessità narrativa che determina l'uso di raccordi. Lo sguardo è

l'oggetto centrale del campo-controcampo. Nel creare l'idea della continuità, i raccordi visivi trovano nella

colonna sonora un alleato efficace. Il suono si è ben presto imposto come principio di sutura. I raccordi

sonori servono ad assicurare una continuità musicale laddove, visivamente, le inquadrature si succedono

per stacco. Il montaggio suono/immagine spiega la storia. Il montaggio basato sui raccordi costruisce un

ordine temporale, impone una struttura di successione i cui movimenti, uno di seguito all'altro, formano

una linearità irreversibile. Uno dei punti di forza del racconto cinematografico e la variazione delle durate,

della struttura temporale. Il montaggio garantisce l'unità, indica che esiste un nesso tra le inquadrature, un

nesso d'ordine temporale. Perché la linearità temporale costituisce per gli spettatori uno sfondo di

percezione incontestabile.

-Le variazioni temporali possono essere eseguite dal: 1) narratore over, che ha la funzione di

raccontare:può ritornare indietro a suo piacimento e la sua presenza permette di sganciare il tempo del

racconto da quello della storia. Condensa episodi, ritorna indietro, sintetizza il cui principio di articolazione

non risiede più nell'azione ma nel suo commento; 2) personaggio attivo, dove i segni di rottura sono più

puntuali. Il passaggio dal presente al passato è più marcato in quanto la fluidità resta identica prima e dopo,

non sono due ordini di tempo che si trovano accostati, ma lo stesso ordine in due epoche differenti. Il

continuum di ciascun blocco è assicurato dagli stessi raccordi mentre solo il punto di rottura è sottolineato,

generalmente da un'anamorfosi del suono o dell'immagine oppure da una dissolvenza più o meno marcata.

-Il découpage interrompe, sospende, deforma, commenta l'azione che sta costruendo.

-È il montaggio che costituisce il racconto.

2) Montaggio discorsivo

-Il montaggio discorsivo tenta di dimostrare delle relazioni, di organizzare dei significati che non sono

evidenti, propone un mondo da costruire. Giustapponendo due realtà a priori prive di denominatore

comune e costringe queste due realtà ad assumere un senso nuovo, a entrare nella logica di una

significazione differente. I diversi momenti del film, le inquadrature o le immagini, la linea o i suoni, non

sono più riferiti a una totalità formata dal film, ma a un'entità che li riguarda in proprio. Nella Corazzata

Potemkin le inquadrature che rappresentano gli sguardi dei marinari e i fucili dei soldati, oppure il

mocassino bianco di un ufficiale e la bocca urlante di un ammutinato, non sono soltanto due elementi

dell'intreccio che mette a confronto ma due sfere più ampie che si aprono al pensiero. Il frammento non è

più un dettaglio ma una rappresentazione. Quest'estetica del frammento vuole isolare un'immagine,

staccarla dal flusso, in modo che le corrispondenze che suggerisce entrino in risonanza con il suo ambiente

filmico. Le inquadrature di gesti, movimenti, sforzi, nella loro stessa materialità, proprio perché

frammentate, rinviano Lavoro come nozione e al Mondo del lavoro come oggetto di discorso, piuttosto che

a un'azione precisa e identificabile. Estetica del frammento permette di ribaltare il punto di vista, di

abbandonare il filo principale all'improvviso, per abitare un mondo a parte, oppure di deviare su un'idea o

su un sistema di significati diverso dai precedenti. Lascia che i frammenti blocchino lo sguardo, diano nuovo

slancio alla rif

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
6 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gianbiker di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di montaggio digitale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Cassani Diego.