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CLASSICI DELLA PSICOLOGIA
Modulo 2: il funzionalismo e il contributo di William James
Il funzionalismo
• Radici nell’evoluzionismo darwiniano: le attività psichiche subiscono un’evoluzione per selezione naturale.
Ruolo determinante è giocato dall’adattamento dell’individuo all’ambiente.
• Il funzionalismo in psicologia si sviluppa negli Stati Uniti alla fine dell’800 W. James e J. Dewey sono tra i
primi teorici promotori.
• Angell (1859-1952) e Carr (1869-1949) sono i primi psicologi funzionalisti che hanno espresso il dissenso
per la psicologia strutturalista.
• Enfasi posta sui concetti di scopo e funzione della mente (da qui il nome ‘funzionalismo’)
La nascita della psicologia funzionale (Angell)
− Tentativo di distaccarsi dalla psicologia strutturale: The province of functional psychology (1907) manifesto
del funzionalismo
“Occorre prima di tutto soffermarsi sul concetto che è scaturito per contrasto diretto con gli ideali e gli obiettivi
della cosiddetta psicologia strutturale tale concetto implica l’identificazione della psicologia funzionale con lo
sforzo di individuare e descrivere le tipiche operazioni svolte dalla coscienza alle prese con determinate
condizioni di vita, in contrapposizione con il tentativo di analizzare e registrare i contenuti, sia elementari sia
complessi, della conoscenza stessa.
• Psicologia strutturale della sensazione: si propone di determinare il numero e il carattere dei vari
materiali sensoriali non analizzabili, come le varietà di colore, di tono, di sapore, etc.
• Psicologia strutturale della sensazione: mira alla determinazione del carattere individuale delle molteplici
attività sensoriali, considerate nel loro specifico modus operandi che le differenzia non solo l’una dall’altra,
ma anche da processi mentali come il giudicare, il pensare, il volere e via dicendo.
L’interesse dello psicologo funzionale del nostro tempo è rivolto non solo ai processi mentali in sé e per sé, ma
anche e soprattutto all’attività mentale intesa come parte di un più vasto complesso di forze biologiche che
operano incessantemente davanti ai nostri occhi e che costituiscono la componente più importante e decisiva
del nostro mondo. Lo psicologo così orientato usa prendere le mosse dall’idea di fondo del movimento
evoluzionistico, secondo la quale le caratteristiche presenti delle varie funzioni e strutture organiche dipendono
per lo più dalla loro capacità di adeguarsi alle condizioni oggettive o ambientali entro cui si trovano ad operare.”
William James (1842-1910)
• Fisiologo, filosofo e poi psicologo, tenne il primo corso di Psicologia degli Stati Uniti
• Cerca di promuovere e definire la psicologia come scienza autonoma
• Lavorò ad Harvard dal 1872
• Pubblica nel 1890 uno dei testi più influenti nella storia della psicologia: The Principles of Psychology
− Due volumi con le prime teorizzazioni del funzionalismo
− In netto contrasto con lo strutturalismo
− Sensazione, flusso di pensiero, memoria, emozioni, vengono analizzati secondo scopo e funzione
“James fu considerato lo psicologo più importante della “nuova” psicologia americana, probabilmente più come
riferimento ideale per la sua ingegnosità e personalità, che come attivo promotore della psicologia nei laboratori
o nelle cliniche. Sebbene non fosse affatto uno sperimentalista, James fu letto e citato da generazioni di
sperimentalisti “duri”. Tutt’oggi i Principles rimangono una lettura capace di suscitare riflessioni e nuovi spunti di
ricerca.” Mecacci (1992)
Il contributo di W. James
Concetti chiave (per capire l’analisi funzionale di James dei processi psicologici):
• MENTE l’adempimento di scopi futuri e la scelta di mezzi per il loro conseguimento [ ]
cuore del funzionalismo
− I processi mentali sono considerati nella loro tensione verso un fine/uno scopo ai fini dell’adattamento
all’ambiente dinamica continua dove il pensiero è sempre in cambiamento.
− Centrale nella visione di James è il ruolo del pensiero:
“corrente di pensiero” (Stream of thought) pensiero = flusso costituito da un certo numero di
componenti.
“corrente di coscienza” (Stream of consciousness)
o La coscienza, quindi, non sembra fatta a pezzi (come nello strutturalismo) ma da un fluire degli
elementi (continuità).
o Parole come ‘catena’ o ‘treno’ non la descrivono appropriatamente nel modo in cui essa si presenta
a prima vista.
o Non è affatto separata a pezzi, essa scorre un ‘fiume’ o una ‘corrente’ sono le metafore con cui è
descritta nel modo più naturale.
• INTROSPEZIONE come fonte di nuove idee ≠ banco di prova (nello strutturalismo)
− Tra gli aspetti esaminati: flusso di pensiero, sé, teoria periferica delle emozioni
L’oggetto della psicologia (secondo James)
“The Principles of Psychology: l’oggetto della psicologia” (cap. I°) inizia con la definizione di psicologia: “la
psicologia è la scienza che studia i fatti della vita mentale e le loro condizioni. Questi fatti altro non sono poi che
ciò che noi abbiamo l’abitudine di chiamare: sentimenti, desideri, nozioni, ragionamenti, propositi, etc. La loro
varietà e complessità, quando son guardati superficialmente, è tale che l’osservatore ne riporta l’impressione di
un vero caos. Si capisce quindi che la più spontanea, e perciò anche la prima maniera di dar unità a questo
materiale, sia stato anzitutto di catalogarlo nel miglior modo possibile; e quindi di raggruppare le differenti forme
mentali trovate intorno a un’entità semplice, l’anima individuale di cui esse sarebbero considerate come
altrettante manifestazioni specifiche. L’anima ora manifesta ad es. la sua facoltà di ricordo, ora quella di
ragionamento, ora quella di volontà, ovvero la sua capacità immaginativa o le sue tendenze. Questa è appunto
la teoria “spiritualistica” tenuta per ortodossa dagli scolastici e seguita ancor oggi dal senso comune.”
Come affrontare questi “fatti caotici”?
• Due tentativi di definire la psicologia finora
− gli “spiritualistici” (scolastica o il senso comune) raggruppano le forme
TEORIA SPIRITUALISTICA
mentali attorno a un’entità semplice, l’anima individuale. Le facoltà mentali sarebbero manifestazioni
specifiche di quest’anima.
− scuole associazionistiche = “psicologia senza anima”; interessate a
TEORIA ASSOCIAZIONISTICA
capire, utilizzando metafore, in che modo edifici risultino dalla differente combinazioni di pietre e mattoni
[…]
Cercano di unificare quei dati caotici attorno alle idee distinte, alcune deboli, altre vivaci, e poi si fa
vedere come mediante il loro aderire, respingersi e succedersi, possano sorgere alla vita e ricordi e
percezioni che si ritrovi nella coscienza di un individuo.
Per James: entrambe le visioni della psicologia sono insufficienti e produce una serie di esempi/domande
che conducono il lettore a definire il concetto della psicologia e alcuni cardini fondamentali
o FACOLTÀ MENTALI
− per la teoria spiritualistica
ASSOLUTE/INNATE
[…] una data cognizione o una data ridondanza è spiegata, nella teoria dell’anima, riferendola alla
relativa facoltà spirituale conoscitiva o mnemonica. E queste facoltà sono pensate quali assolute
proprietà dell’anima, ossia, nel caso della memoria, non ci si dà nessuna ragione perché noi
ricordiamo un fatto come è accaduto; ci si dice soltanto che il ricordare costituisce l’assenza del
nostro potere memorativo […]
[…] così se io richiamo a mente il giorno della mia laurea ed evoco dalla morta oscurità d’un tempo
privo di date, incidenti ed emozioni che lo hanno accompagnato, non c’è causa meccanica che
possa spiegare questo processo […]
Es.
− Perché nella vecchiaia i vincoli della memoria coi fatti dell’infanzia sembrano più tenaci?
− Perché la nostra memoria dovrebbe conservare più facilmente i ricordi vicini che i lontani?
James, quindi, definisce l’interesse per la psicologia: la facoltà mnemonica non esiste per sé in
modo assoluto, ma soltanto in quanto agisce sotto determinate condizioni; e la ricerca di queste
condizioni costituisce il compito più importante dello psicologo (≠spiritualisti)
− teoria associazionistica
DETERMINATE/CONDIZIONATE
Un’idea, esclama l’associazionista, un’idea associata colla cosa che si tratta di ricordare, e ciò
spiegherebbe perché le cose da noi ripetutamente incontrate son più facili a rievocarsi, poiché i loro
multipli collegamenti formatisi in varie occasioni ci forniscono altrettante diverse vie alla
rievocazione.
Questo non basta per spiegare la psiche attraverso quest’associazione di eventi; quindi introduce:
• RELAZIONE CORPO-REALTÀ (anima e cervello)
− Che il cervello sia l’unica condizione somatica immediata delle funzioni mentali è una verità così
universalmente ammessa oggidì, che non è il caso di spendervi su molte parole.
Cervello = sede dei nostri fenomeni psichici e ci aiuta a comprendere la relazione tra corpo, psiche e
come ci comportiamo.
− Ma non solo i fenomeni psichici sono a parte ante condizionati da processi somatici, ma condizionano
alla lor volta questi a parte post […] non si verifica mai nessuna modificazione psichica che non sia
accompagnata o seguita da qualche cambiamento fisiologico; ecco perché la psicologia deve tener
conto delle condizioni (relazioni psiche/corpo) che precedono quanto dei risultati che susseguono
a un qualsiasi stato mentale.
− Ci è ora possibile definire con maggior esattezza come l’attività dello spirito si collochi intermediaria tra
le immediate impressioni che sul nostro corpo fa il mondo esterno e le reazioni del corpo medesimo su
di esso.
• L’autore cerca di definire altri concetti importanti della VISIONE FUNZIONALISTA DELLA PSICOLOGIA
− Propone esempi come la relazione, in fisica, tra calamita e minuzie metalliche (che si aggregano alla
calamita) vs la relazione di avvicinamento che ci può essere tra Romeo e Giulietta (ovviamente
considera anche le differenze tra queste); altro es. bolle d’aria e secchio vs rana che sta in un secchio
diverse reazioni per raggiungere uno scopo: l’avvicinamento
− […