Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 25
Modulo Lingua dei segni Italiana 2 Pag. 1 Modulo Lingua dei segni Italiana 2 Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Modulo Lingua dei segni Italiana 2 Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Modulo Lingua dei segni Italiana 2 Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Modulo Lingua dei segni Italiana 2 Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Modulo Lingua dei segni Italiana 2 Pag. 21
1 su 25
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MORFOLOGICA:

● LINGUE ANALITICHE: le lingue analitiche si possono chiamare anche "isolanti" sono tendenzialmente ricche di parole monomorfemiche, in queste lingue spesso una parola corrisponde ad un unico morfema, sono lingue povere morfologicamente. Degli esempi di lingue analitiche sono il cinese mandarino ed il vietnamita.

● LINGUE SINTETICHE: generalmente hanno una struttura morfologica ricca e sono caratterizzate da parole polimorfemiche, all'interno delle lingue sintetiche possiamo trovare altre sottocategorie:

  • Lingue agglutinanti: una parola contiene più morfemi e ciascun morfema equivale ad un unico significato. (es. turco, giapponese, finlandese)
  • Lingue fusive: i morfemi che compongono le parole non sono facilmente segmentabili e non c'è una corrispondenza uno a uno tra morfema e il significato quindi vuol dire che un morfema corrisponde spesso a più significati. (greco, spagnolo, russo e latino)
  • Lingue polisintetiche
molte parole contengono tanti morfemi con radici multiple, in alcuni casi una sola parola può corrispondere ad una frase in un'altra lingua. (es. eschimese, alcune lingue australiane) Come si classificano le lingue dei segni dal punto di vista morfologico? Anche nelle lingue dei segni possiamo avere unità polimorfemiche. Troviamo dei segni formati da più morfemi, per esempio il segno INSEGNANTE in ASL. Questo segno è formato da un morfema lessicale, ovvero "INSEGNARE", e da un morfema grammaticale che fonologicamente è molto simile al segno PERSONA, funge da suffisso agentivo, trasforma un verbo in nome. Per questa ragione lo classifichiamo come un morfema derivazionale. [Secondo uno studio diacronico del linguista Supalla, questo morfema derivazionale sarebbe frutto di un processo di grammaticalizzazione, in quanto deriverebbe dal segno lessicale PERSONA, un ruolo simile può avercelo in LIS il...]

segno PERSONA associato spesso difianco al segno GUIDARE.

Un altro esempio deriva dalla lingua dei segni giapponese, la forma citazionale del verbo DARE; vediamo che in questo segno il movimento ricorda il concetto di "trasferimento", nella versione successiva c'è un cambio di configurazione che ricorda la presa di un oggetto piatto come per esempio un libro. Nella versione più complessa osserviamo l'aggiunta della mano non dominante che potrebbe veicolare l'idea di oggetto più grande (un libro più grande) e vediamo l'aggiunta di CNM specifiche in particolare guance gonfie e sopracciglia abbassate. Nella realizzazione C c'è un alto livello di complessità morfologica, il segno significa appunto "dare un oggetto grande e piatto a qualcuno con grande sforzo".

I due esempi di cui abbiamo discusso (INSEGNANTE e DARE LIBRO) mostrano due diversi tipi di fenomeni morfologici:

  • Processo sequenziale:​ i
ruolo importante nella formazione delle parole. In queste lingue, infatti, le modificazioni morfologiche avvengono all'interno della radice stessa, senza l'aggiunta di affissi. Un esempio di processo simultaneo si trova nell'inglese, dove il passato dei verbi viene realizzato aggiungendo il morfema -ed alla radice. Tuttavia, è importante sottolineare che la frequenza di processi sequenziali e simultanei nelle due modalità (lingue dei segni e lingue vocali) non è la stessa. Le lingue vocali tendono a preferire processi morfologici sequenziali, mentre le lingue dei segni presentano una preferenza per i processi morfologici simultanei. In conclusione, i processi morfologici possono avvenire in modo sequenziale o simultaneo, a seconda della lingua e della modalità di comunicazione utilizzata.ruolo marginale, per lo più si tratta di cambio di vocale nella radice, o l'aggiunta di umlaut (in tedesco). Nelle lingue dei segni la simultaneità può interessare più di due morfemi a differenza delle lingue vocali. Quindi a quale classe tipologica possono essere accostate le lingue dei segni e quindi la LIS? Tornando all'esempio della lingua dei segni giapponese, questo esempio è molto simile anche in LIS, è un chiaro esempio di segno polimorfemico (lingua sintetica) che può essere segmentato in più morfemi, nello specifico troviamo una radice lessicale data dal movimento che rappresenta iconicamente l'idea di trasferimento che c'è nel significato di DARE. Tra i vari tipi di lingue sintetiche, le lingue dei segni sono lingue agglutinanti, ma prendono alcuni tratti di categorie morfologiche, per esempio segni come FIORE non presentano modificazioni morfologiche e si presenta come segno mono-morfemico.

Tipico delle lingue analitiche.

Processo morfologico della flessione:

Questo processo si applica sia al dominio verbale che nominale.

La morfologia nominale:

Quando parliamo di nomi in LIS dal punto di vista morfologico, dobbiamo tenere conto di due distinzioni importanti: nomi flessivi e nomi non flessivi; questa differenza si basa sul luogo di articolazione. Mentre i nomi flessivi sono realizzati nello spazio neutro (CITTÀ e ALBERO), i nomi non flessivi sono articolati sul corpo (DONNA e TELEFONO). I segni flessivi permettono delle alterazioni morfologiche. I nomi non flessivi sono leggermente vincolati, non permettono alterazioni morfologiche, hanno una forma più rigida, più restrittiva.

TRATTI MORFOLOGICI:

  • Caso: ci informa sulla funzione sintattica del nome all'interno della frase e ci segnala le relazioni sintattiche che rincorrono tra i costituenti. Nelle lingue nel mondo ci sono vari casi: nominativo, genitivo, accusativo,

dativo, ecc [...]
● Numero​: è un tratto contestuale, dipende dal numero dei referenti denotati: singolare, plurale, duale (due entità), paucale (poche unità); alcune lingue non realizzano mai questo tratto, altre sempre, altre ancora danno la possibilità di produrlo oppure no;
● Genere​: tratto specificato all'interno del lessico che per convenzione si stabilisce un genere per ciascun nome. In italiano sole è maschile, luna è femminile, in tedesco "die sonne" (femminile), "der mond" (maschile). Come vengono realizzati questi tratti morfologici in LIS? Punti specifici nello spazio equivalgono a morfemi che veicolano informazioni sul caso, danno la possibilità di segnalare relazioni sintattiche (l'accordo verbale e nominale). Per quanto riguarda il numero, la LIS prevede singolare, plurale e duale. Il genere invece questo tratto sarebbe rappresentato dal tratto di forma un tratto

In LIS il caso grammaticale si configura come un tratto astratto non viene specificato quindi non è visibile. Tuttavia si manifesta a volte, attraverso i tratti dello spazio. Per es. nel verbo AIUTARE, l'uso grammaticale di punti specifici dello spazio indica l'accordo tra il verbo e i suoi argomenti. Nello specifico, con questo verbo, il punto iniziale realizza l'accordo con l'agente (con chi aiuta) il punto finale con il paziente (con chi viene aiutato) a seconda da dove inizia a dove finisce l'articolazione del verbo riusciamo a capire quali sono gli argomenti coinvolti. Graficamente nelle glosse, l'accordo è realizzato attraverso un piccolo numero all'inizio ed alla fine della glossa. Per es. "io aiuto il bambino", il verbo accorda prima con la prima persona, ed in un secondo momento accorda con la terza persona.

Le lingue dei segni come le

lingue vocali, potrebbero avere dei quadri misti, caratteristiche di diversi tipi morfologici. Secondo la teoria di Schwitt(?) le lingue dei segni sono delle lingue prevalentemente agglutinanti: ciascun morfema conduce ad un significato (corrispondenza tra morfema e significato). Un'altra importante distinzione è tra nomi flessivi e nomi non flessivi. Tratti morfologici rilevanti:
  • Caso: Bertone propone che il caso in LIS sia rappresentato dai tratti dello spazio, perché articolare un segno in un punto preciso dello spazio vuol dire realizzare un morfema rilevante per l'accordo sia verbale (nome - argomento - verbo) e nominale (nome e suoi modificatori).
  • Numero: in LIS possiamo distinguere il singolare (non richiede nessun tipo di morfema), il duale ed il plurale (si realizza re-duplicando, il nome viene ripetuto nello spazio segnico aggiungendo una leggera dislocazione ovvero uno spostamento in direzione ipsi-laterale e si
può realizzare anche attraverso due mani). La re-duplicazione non è un fenomeno solo delle lingue dei segni, ma anche attraverso le lingue vocali, come per esempio l'indonesiano (re-duplicazione totale), esistono anche lingue che utilizzano una re-duplicazione parziale. La LIS mostra la possibilità di re-duplicare totalmente o parzialmente la radice nominale; per esempio: BAMBINO - BAMBINI si può riprodurre con re-duplicazione totale e parziale (omettendo la specificazione del parametro del movimento, quindi anziché marcare il movimento di ogni singolo bambino, re-dupliciamo solo la radice). Un'eccezione è rappresentata dal nome accompagnato da un classificatore di entità intera (cioè rappresenta il referente nella sua interezza) in questa combinazione il classificatore deve mostrare l'accordo morfologico di numero attraverso la reduplicazione). Alcuni nomi flessivi come DONNA questi nomi sembrano non ammettere.la possibilità di reduplicazione, in questi segni si può aggiungere un quantificatore (TANTO), un numerale (5) o un classificatore.

Genere: il genere è un tratto intrinseco al nome, già specificato a livello lessicale. In italiano, si riflette sull'accordo tra il nome ed i suoi modificatori (nome ed aggettivo). In LIS a differenza dell'italiano non si basa sui valori di femminile e maschile ma si basa sul tratto di forma. La forma è un tratto intrinseco a livello lessicale, è in grado di sotto categorizzare il nome, la forma determina la selezione dei classificatori non nominali, si riflette nell'accordo tra il nome ed i suoi modificatori nominali (aggettivi, numerali, ecc [...]). [Un esempio di accordo di forma tra verbo e nome (in funzione di oggetto) è il predicato con classificatore MANGIARE, (mangiare un gelato, un panino, ecc...)].
Dettagli
A.A. 2019-2020
25 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenemilovanovic99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua dei segni Italiana 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Mantovan Lara.